
don Mario Proietti
Modernismo o modernità? Riconoscere i segni, comprendere la dottrina
Quando la fede rischia di essere confusa con uno stile.

Una confusione da chiarire: modernismo ≠ modernità
Viviamo in un tempo in cui si confondono facilmente le categorie. Si giudica dalle apparenze, si interpreta ogni gesto come una dichiarazione ideologica, si etichetta con facilità chiunque abbia uno stile diverso. In mezzo a questo rumore, occorre fermarsi e pensare.
Il modernismo non è un’opzione estetica o liturgica. Non riguarda il colore di una veste o la scelta di un linguaggio più semplice. Il modernismo è una deriva teologica. È un modo di pensare — e poi di vivere — la fede cristiana che sottopone la verità rivelata al giudizio della cultura contemporanea, svuotando la Rivelazione del suo contenuto oggettivo per adattarla al sentire soggettivo dell’uomo moderno.
A differenza della modernità, che è una categoria storica e culturale — con le sue scoperte, i suoi cambiamenti, i suoi progressi —, il modernismo è un errore dottrinale. Non è un’epoca, ma una mutazione genetica del credere. Come un virus che infetta le cellule del corpo ecclesiale, facendole assomigliare al mondo, ma privandole della forza del Vangelo.
San Pio X, con la lucidità dei grandi pastori, lo disse senza mezzi termini nell’enciclica Pascendi Dominici Gregis (1907): “Il modernismo è la sintesi di tutte le eresie.” Perché? Perché raccoglie e mescola insieme errori già condannati nei secoli passati: il razionalismo, il relativismo, il sentimentalismo religioso, lo storicismo assoluto.
I segni sono importanti. Ma non sono tutto
Veniamo allora alla questione concreta: mozzetta o non mozzetta? Stola o niente stola? Gesti solenni o gesti sobri?
Nessun paramento, da solo, può garantire la fedeltà alla dottrina. Così come nessuna sobrietà esteriore, da sola, è garanzia di verità evangelica. I segni sono importanti — la Chiesa li ha sempre usati —, ma vanno compresi, non assolutizzati. Il vero discrimine è altrove: sta nella fedeltà alla Rivelazione, nella coerenza con il Magistero, nella trasparenza della dottrina.
Il modernismo, infatti, può tranquillamente indossare una stola, mentre relativizza i dogmi. Può citare parole della Tradizione, mentre ne svuota il contenuto soprannaturale. Ecco perché il problema non è nello stile. Ma nel contenuto.
Un Magistero vigile e coerente
La Chiesa, nel tempo, non ha mai smesso di vegliare su questo pericolo. Già nel XIX secolo, il Magistero intravedeva i germi di un pensiero che avrebbe voluto piegare la fede alla cultura dominante, svuotando il soprannaturale per esaltare l’umano.
Ecco un percorso essenziale per chi voglia capire davvero come si è sviluppata la riflessione della Chiesa:
XIX secolo – Le prime avvisaglie
• Pio IX, Quanta Cura (1864) Condanna liberalismo, indifferentismo, razionalismo. Allegato: il Sillabo, elenco di 80 errori. Non parla ancora di modernismo, ma prepara il terreno.
• Leone XIII, Testem Benevolentiae (1899) Lettera agli Stati Uniti contro l’“americanismo”: adattamento dottrinale, attivismo esagerato, culto della coscienza soggettiva.
Inizio XX secolo – La condanna formale
• San Pio X, Lamentabili Sane Exitu (1907) Condanna 65 proposizioni moderniste in ambito biblico, dogmatico e morale.
• San Pio X, Pascendi Dominici Gregis (1907) Enciclica chiave: analisi delle radici filosofiche e teologiche del modernismo. Definisce l’errore come “sintesi di tutte le eresie”.
• San Pio X, Praestantia Scripturae (1907) Stabilisce sanzioni canoniche contro chi sostiene errori modernisti.
• San Pio X, Sacrorum Antistitum (1910) Introduce il giuramento antimodernista per docenti, religiosi e chierici.
• San Pio X, Notre Charge Apostolique (1910) Lettera apostolica contro il movimento francese “Le Sillon”, che voleva trasformare il cristianesimo in puro umanesimo.
XX secolo – Una vigilanza continua
• Pio XII, Mystici Corporis Christi (1943) Difende la natura soprannaturale della Chiesa, contro riduzioni sociologiche.
• Pio XII, Divino Afflante Spiritu (1943) Sull’interpretazione biblica: valorizza la scienza, ma mette in guardia contro il razionalismo.
• Pio XII, Mediator Dei (1947) Difende la sacralità della liturgia: no alla creatività liturgica arbitraria.
• Pio XII, Humani Generis (1950) Contro nuove deviazioni: relativismo, storicismo, negazione del soprannaturale. Il modernismo è sotto traccia, ma ben riconoscibile.
Un percorso in tre tappe
Per aiutare a fare chiarezza, proponiamo nei prossimi articoli un percorso semplice ma rigoroso, per comprendere a fondo cosa sia davvero il modernismo e perché la Chiesa lo ha combattuto con tanta fermezza:
Parte I – Cos’è il modernismo e perché la Chiesa lo ha condannato
Approfondiremo le radici filosofiche e teologiche di questa visione errata, illustrando il contesto storico e il senso della condanna solenne di san Pio X.
Parte II – I Papi contro il modernismo: la Chiesa non si è mai addormentata
Racconteremo come i successori di san Pio X — da Pio XII a Papa Francesco — abbiano continuato, con stili diversi, a difendere la verità della fede e a correggere ogni tentativo di deformarla.
Parte III – Il modernismo oggi: come riconoscerlo nella vita della Chiesa
Offriremo criteri pratici per riconoscere i segni attuali del modernismo: non solo nei libri, ma nelle parrocchie, nella catechesi, nella liturgia, nella predicazione.
Verità, non apparenze
Non si tratta di fare battaglie ideologiche, né di accusare persone. Il nostro desiderio è solo quello di aiutare i fedeli a formarsi una coscienza retta, per restare saldi nella verità ricevuta. Come scrive san Paolo: “Verrà un tempo in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma secondo i propri capricci si cercheranno maestri per il prurito di udire qualcosa di nuovo.” (2Tm 4,3)
E come ripete sempre la Tradizione della Chiesa: “State saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso, sia oralmente sia per lettera” (2Ts 2,15).
Modernità e modernismo non sono la stessa cosa. La modernità può essere accolta con intelligenza e discernimento. Il modernismo, invece, va riconosciuto, smascherato e rifiutato, per custodire il tesoro della fede che ci è stato affidato.
La vera Tradizione è viva, ma non cambia nella sostanza. Come scrive san Paolo: “State saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso, sia oralmente sia per lettera.” (2Ts 2,15) E come disse con lucidità profetica san Giovanni Paolo II: “La verità non si inventa, si riceve.”
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Prima tappa: Cos’è il modernismo e perché la Chiesa lo ha condannato.
Seconda tappa: I Papi contro il modernismo: la Chiesa non si è mai addormentata
Terza tappa: Il modernismo oggi: come riconoscerlo nella vita della Chiesa
