
don Salvatore Vitiello
Lettura e commento dell’Omelia pronunciata nella Santa Messa
di inizio del Ministero Petrino del Vescovo di Roma, Papa Leone XIV

Abbiamo tutti accolto con grande serietà l’invito a pregare per il Conclave, anche attraverso le catechesi, l’adorazione eucaristica e l’offerta; mi sembra che la risposta dello Spirito Santo ci sia stata e sia stata eloquente: sia per la rapidità del Conclave sia per i primissimi passi di Papa Leone XIV che ci sembrano assolutamente incoraggianti, per il modo in cui si è presentato, per le cose che ha detto e per le cose che sta continuando a dire.
Due elementi mi hanno colpito da subito in positivo – poi andiamo alla commento dell’Omelia per la messa di inizio pontificato – della immediata iniziale presentazione dalla loggia centrale di San Pietro: il primo è che si è presentato al mondo come “figlio”; ha detto: “Sono un figlio di Sant’Agostino”. Chi non sa essere figlio non sa nemmeno essere padre, chi non sa obbedire non sa nemmeno comandare! Chi ha fatto l’esperienza della figliolanza probabilmente saprà essere padre; il secondo elemento è proprio il fatto che sia figlio di Sant’Agostino, il più grande padre della Chiesa latina, accanto ad Sant’Ambrogio che lo battezzò. Sant’Agostino come produzione teologica sicuramente supera Ambrogio. Agostino è il doctor gratiae: è il dottore della Grazia, quindi sicuramente un agostiniano non sarà mai “filo-luterano”: Lutero era un monaco agostiniano che ha letto e capito male (o niente) Agostino e poi ha determinato lo scisma e l’eresia luterana, con tutte le conseguenze ecclesiologiche, teologiche e politiche per l’Europa, che si divisa.
Quindi confido nel fatto che un figlio di Sant’Agostino abbia ben chiaro che Lutero non è tanto da elogiare. Questa è la prima cosa che mi ha subito confortato.
