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SPIEGAZIONE DELLA SANTA MESSA NEL RITO TRADIZIONALE TRIDENTINO; PREPARAZIONE O MESSA DEI CATECUMENI (PARTE 6)


Valerio

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LA PREGHIERA DEL CONFITEOR

S - Confíteor Deo Omnipoténti, Beátae Maríae semper Vírgini, Beáto Michaëli Archángelo, Beáto Ioánni Baptístæ, Sanctis Apostόlis Petro et Paulo, όmnibus Sanctis et tibi, pater, quia peccávi nimis cogitatiόne, verbo et όpere (Percutit sibi pectus ter, dicens:) Mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa; Ideo precor beátam Maríam semper Vírginem, Beátum Michaélem Archángelum, Beátum Ioánnem Baptístam, Sanctos Apόstolos Petrum et Paulum, omnes Sanctos, et te, pater, oráre pro me ad Dόminum Deum Nostrum.
C - Misereátur vestri Omnípotens Deus, et, dimíssis peccátis vestris, perdúcat vos ad vitam ætérnam.
S - Amen.
C - Indulgéntiam, † absolutiόnem et remissiόnem peccatόrum nostrόrum tríbuat nobis Omnípotens et Miséricors Dόminus.
S - Amen.
C - Deus, tu convérsus vivificábis nos.
S - Et plebs tua lætábitur in te.
C - Osténde nobis, Dόmine, misericόrdiam tuam.
S - Et salutáre tuum da nobis.
C - Dόmine, exáudi oratiόnem meam.
S - Et clámor meus ad te véniat.
C - Dόminus vobíscum.
S - Et cum spíritu tuo.

S - Confesso a Dio Onnipotente, alla Beata sempre Vergine Maria, a San Michele Arcangelo, a San Giovanni Battista, ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te padre, che ho peccato molto in pensieri, parole ed opere, (si percuote il petto tre volte, dicendo:) per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la Beata sempre Vergine Maria, San Michele Arcangelo, San Giovanni Battista i Santi Apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi e a te padre, di pregare per me il Signore Dio nostro.
C - Dio Onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.
S - Amen.
C - Il Signore, Onnipotente e Misericordioso, ci conceda l’indulgenza, l’assoluzione e il perdono dei nostri peccati.
S - Amen.
C - Volgendoti a noi, o Dio, ci farai vivere.
S - E il tuo popolo si allieterà in te.
C - Mostraci, o Signore, la tua misericordia.
S - E donaci la tua salvezza.
C - Signore, ascolta la mia preghiera.
S - E il mio grido giunga fino a te.
C - Il Signore sia con voi.
S - E con il tuo spirito.

Ogni uomo è peccatore e deve riconoscerlo.

La liturgia tradizionale, quella che la Chiesa ci ha trasmesso da secoli e secoli, è un'ammirabile scuola di umiltà. Lo si vede chiaramente nei gesti e nelle azioni: le prostrazioni, le genuflessioni, gli inchini, sono altrettante manifestazioni della nostra umiltà, della nostra riverenza prima di tutto nei riguardi di Dio.
Il sacerdote, all'inizio della Messa, durante la preghiera del Confiteor si inchina, come il pubblicano, con gli occhi bassi verso terra, dicendo: "Signore, abbi pietà di me, che sono un povero peccatore" (Lc. 18,13). Anche noi siamo peccatori.
La prima lettera di san Giovanni è molto chiara su questo punto: "Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele e giusto e ci perdona e ci purifica da ogni iniquità. Se diciamo che siamo senza peccato, facciamo di lui un mentitore e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate. E se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo, il Giusto. Egli stesso è vittima di propiziazione per i nostri peccati, non solamente per i nostri, ma per quelli di tutto il mondo" (1 Gv. 1,8-22).
Dobbiamo ricordarci del nostro stato di peccatori, anche le anime più perfette se ne sono sempre ricordate, perché avvertivano nella loro natura tutte le conseguenze del peccato, ne soffrivano e se ne sentivano stimolate ad essere più fervorose, a contemplare maggiormente la Passione di Nostro Signore, a essere più legate alla Croce di Nostro Signore per essere più perfette. I Santi si sono sempre considerati peccatori e proprio per questo si sono avvicinati tanto a Dio che, al ricordo dei loro peccati, anche dei più piccoli, ne hanno visto la gravità, pentendosi e ritenendo la loro vita insufficiente a rimpiangere le colpe commesse davanti alla bontà di Dio, al suo Amore. Come quando ci si avvicina a un quadro se ne notano i difetti che non si vedono da lontano, così più la nostra anima si avvicina a Dio più grandi appaiono i nostri difetti.

Nella Messa alcune preghiere ci ricordano proprio che siamo peccatori, per farci invocare la misericordia di Dio.
Una virtù da ricercare e che ci è tanto consigliata dalle preghiere della Santa Messa, è la contrizione interiore, che gli antichi chiamavano compunzione. Essa consiste nell'aver sempre davanti a noi il ricordo del nostro peccato. Questo non ci umilia. Non crediamo che sia per umiliarci che la Chiesa ci chiede questa virtù, ma per la nostra santificazione e per metterci nella realtà della vita spirituale. Chi vivesse questo stato di compunzione abituale eviterebbe molti peccati, perché questo dolore, questa disposizione interiore rispetto al nostro stato di peccatori, ci allontana dal peccato. Se ci dispiacciamo del peccato, se ne abbiamo orrore, allora nasce in noi questo sentimento, questo istinto di disprezzo e rifiuto del peccato. Sono disposizioni molto favorevoli alla vita spirituale e propizie all'esercizio della carità, perché la penitenza è richiesta da Dio e dalla Chiesa per farci praticare la carità, per distruggere in noi l'egoismo, l'orgoglio, tutto ciò che è vizio, che in qualche maniera imprigiona il nostro cuore, che lo chiude in una piccola torre d'avorio.

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