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  1. La Conferenza episcopale degli Stati Uniti è solita riunirsi annualmente nel tardo autunno a Baltimora (nel Maryland), prima diocesi cattolica d’oltre oceano (6 novembre 1789). L’appuntamento di quest’anno era particolarmente atteso, perché i vescovi avrebbero scelto il loro nuovo presidente: mons. Timothy Broglio, ordinario militare per gli USA, la cui elezione ha subito scatenato le reazioni della stampa liberal, che ne ha stigmatizzato le posizioni conservatrici. A parte ciò, vorrei richiamare l’attenzione dei lettori italiani sul discorso di commiato tenuto lo scorso 15 novembre dall’arcivescovo di Los Angeles, José Gómez, che ha guidato i vescovi americani dal 2019 fino ad oggi, su come l’evangelizzazione possa contrastare la crescente secolarizzazione della società con una passione ed un ottimismo salutari per la vecchia Europa. Il monsignore, infatti, è convinto che «Non è inevitabile che il nostro Paese cada nel secolarismo. La stragrande maggioranza dei nostri vicini crede ancora in Dio. Decine e decine di milioni di cattolici servono ancora Dio ogni giorno e stiamo facendo una bella differenza nella vita di questo paese. Il nostro popolo cattolico è maestro e guaritore, cercatore di giustizia e di pace. Stiamo servendo i poveri e i vulnerabili, crescendo uomini e donne virtuosi, costruendo comunità e famiglie forti. In tutta questa terra, i cattolici testimoniano la promessa dell'America che tutti gli uomini e le donne sono creati uguali, che siamo fratelli e sorelle sotto un Dio che ci ama». Penso valga la pena, pertanto, scorrerne il testo, segnalando che il testo integrale dell’arcivescovo Gómez, non nuovo in verità a trattare questo tema (si veda, ad esempio, Come si deve comportare il cristiano nella vita pubblica oggi? Una riflessione dell’arcivescovo di Los Angeles Gómez ), è disponibile QUI. Nel corso di questo suo ultimo discorso come presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, pertanto, l’arcivescovo José Gómez ha esordito sottolineando la rumorosa cultura mediatica che favorisce quella che papa Francesco ha definito «non un'era di cambiamento, ma il cambio di età». Questo cambio di età è «una lotta in corso per il cuore umano», è la riflessione di Gómez, un momento in cui siamo chiamati a una conversione più profonda, alla santità e ha continuato: «La sfida del ministero in questo momento è come mantenere un qualche tipo di prospettiva. Le prove di questa epoca sono spirituali. C'è una lotta in corso per il cuore umano. Questo cambio di età è un momento apostolico, è una nuova apertura per il Vangelo. Tutti noi nella Chiesa siamo chiamati a una conversione più profonda. Tutti noi siamo chiamati a farci avanti e ad aprire ogni porta a Gesù Cristo, a far risplendere la sua luce in ogni area della nostra cultura e società; per portare ogni cuore a un nuovo incontro con il Dio vivente. Nei suoi discorsi di ritiro alla nostra assemblea speciale di giugno, l'arcivescovo Anthony Fisher di Sydney ci ha ricordato la nostra identità e missione di vescovi. Ci ha ricordato che siamo successori degli apostoli, pastori e predicatori, missionari ed evangelizzatori della cultura. E il nostro ruolo è cruciale». L’arcivescovo Gómez ha, a questo punto, presentato la testimonianza di due donne e un uomo, ciascuno dei quali ha una causa di beatificazione in corso. Il loro esempio, ha detto, può insegnarci oggi cosa significa far risplendere la luce di Cristo «in ogni ambito della nostra cultura e società». La prima è quella della serva di Dio Dorothy Day (1897-1980), che ha scritto una volta: «Ora c'è uno spazio per i santi più grande che mai. Il mondo non è mai stato così organizzato - stampa, radio, istruzione, ricreazione - da distogliere le menti da Cristo. … Siamo tutti chiamati ad essere santi». L’arcivescovo di Los Angeles ha ricordato che «Dorothy Day ha scritto queste parole nei primi anni ‘40, molto prima della grande tecnologia e di Internet, quindi comprendiamo [che] le sfide che affrontiamo oggi non sono una novità». La Serva di Dio Dorothy Day è tra i beniamini di mons. Gómez e la citazione che ha usato tra le sue preferite, avendola usata in precedenza in altri discorsi pubblici. «Ciò che mi colpisce anche delle sue parole è la sua sicurezza», ha detto il presule. «Dorothy Day era convinta che solo i santi possono cambiare il mondo. E aveva ragione. La santità è sempre stata la forza guaritrice nella storia umana. Il Regno cresce attraverso uomini e donne che amano appassionatamente il mondo, come Dio ha tanto amato il mondo». La necessità di oggi, ha detto Gómez, è «creare una nuova generazione di santi, uomini e donne santi in ogni area della vita americana». L’arcivescovo si è poi rivolto a quello che ha definito «uno dei momenti più commoventi nella storia di questa conferenza episcopale»: il discorso del giugno 1989 della serva di Dio suor Thea Bowman (1937-1990) all’assemblea, in cui la religiosa esortava all'unità della Chiesa, per «costruire insieme una città santa, una nuova Gerusalemme, dove sapranno che siamo Suoi perché ci amiamo». Gómez ha commentato: «Fratelli, ecco di cosa tratta questo momento; si tratta di ricordare che siamo in questo insieme, che apparteniamo a Dio e che siamo chiamati ad essere santi. Si tratta di ognuno di noi che fa ciò a cui Dio ci chiama per costruire il Suo regno». L’unità della Chiesa si fonda sull’Eucaristia, ha continuato l’arcivescovo. «Ciò che ci tiene uniti, ciò che ci rende uno, è l’Eucaristia, motivo per cui il nostro movimento di revival eucaristico è così importante. L’Eucaristia è il mistero dell’amore del nostro creatore, del suo desiderio di condividere la sua vita divina in amicizia con ciascuno di noi; quindi apriamo le porte in tutte le nostre chiese, invitiamo la nostra gente a tornare, per vedere quanto Gesù li ama». L’ultima riflessione dell’arcivescovo Gómez a Baltimora è stata ispirata dalla testimonianza del venerabile Frederic Baraga (1797-1868), primo vescovo di quella che oggi è la diocesi di Marquette (in Michigan). Incisa sul muro di una cappella nella basilica del santuario nazionale dell’Immacolata Concezione c’è questa sua preghiera: «Questo è tutto ciò che desidero, essere dove Dio vuole che io sia». «Fratelli», ha quindi concluso Gómez, «abbiamo un solo desiderio, essere dove Dio vuole che siamo, e fare ciò a cui Dio ci chiama».
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