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Valerio

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Blog Entries posted by Valerio

  1. Valerio
    da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico.
    Il nome di Lucia si trova unito a quello di Agata, di Agnese e di Cecilia nel Canone della Messa. Nei giorni dell’Avvento, il nome di Lucia annuncia la Luce che si appressa, e consola meravigliosamente la Chiesa. Lucia è anche una delle tre glorie della Sicilia cristiana; trionfa a Siracusa come Agata brilla a Catania, e come Rosalia cosparge dei suoi profumi Palermo. Festeggiamola dunque con amore, affinché ci sia d’aiuto in questo sacro tempo, e ci introduca presso Colui il cui amore l’ha resa vittoriosa sul mondo. Comprendiamo ancora che se il Signore ha voluto che la culla del Figlio suo apparisse così circondata da una schiera di Vergini, e se non si è contentato di farvi figurare gli Apostoli, i Martiri e i Pontefici, è perché nella gioia di tale venuta i Figli della Chiesa non dimentichino di recare alla mangiatoia del Messia, insieme con la fede che lo onora come il sommo Signore, quella purezza del cuore e dei sensi che nulla potrebbe sostituire in coloro che vogliono accostarsi a Dio.
    PREGHIERA
    Ci rivolgiamo a te, o Vergine Lucia, per ottenere la grazia di vedere nella sua umiltà Colui che contempli ora nella gloria. Degnati di prenderci sotto il tuo potente patrocinio. Il nome che hai ricevuto significa Luce: sii dunque la nostra fiaccola nella notte che ci circonda. O lampada sempre risplendente della bellezza della verginità, illumina i nostri occhi; guarisci le ferite che ha prodotte in esse la concupiscenza, affinché si alzino, al di sopra della creatura, fino a quella Luce vera che risplende nelle tenebre, e che le tenebre non comprendono. Fa’ che il nostro occhio purificato veda e conosca nel Bambino che sta per nascere, l’Uomo nuovo, il secondo Adamo, il modello della nostra vita rigenerata. Ricordati anche, o Vergine Lucia della santa Romana Chiesa e di tutte quelle Chiese che attingono da essa la forma del Sacrificio, poiché pronunciano ogni giorno il tuo nome all’altare, davanti all’Agnello tuo Sposo, al quale è gradito sentirlo. Spandi le tue benedizioni speciali sull’isola che ti diede la vita terrena e la palma dell’eternità. Conserva in essa l’integrità della fede, la purezza dei costumi, la prosperità temporale, e guarisci i mali che tu conosci.
    AMEN
  2. Valerio
    Per i suoi altissimi meriti San Francesco d'Assisi, in una notte del 1216, ricevette da Dio la grazia di una straordinaria indulgenza plenaria che, nel corso dei secoli, ha santificato miriadi di anime, secondo l'auspicio del santo che ebbe a dire, annunciandola alle persone radunatesi alle Porziuncola: "“Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.
    Riportiamo il racconto di come tutto ciò avvenne e le condizioni richieste per lucrare l'indulgenza, dal mezzogiorno dell'1 Agosto alla mezzanotte del 2.
    (Da “Il Diploma di Teobaldo”, FF 3391-3397).
     
    "Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.
    E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”."   Dal mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno seguente (2 agosto), oppure, col permesso dell’Ordinario (Vescovo), nella domenica precedente o seguente (a decorrere dal mezzogiorno del sabato fino alla mezzanotte della domenica) si può lucrare una volta sola l’indulgenza plenaria. Tale indulgenza è lucrabile, per sé o per le anime del Purgatorio, da tutti i fedeli quotidianamente, per una sola volta al giorno, per tutto l’anno in quel santo luogo (Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola) e, per una volta sola, da mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente, oppure, con il consenso dell’Ordinario del luogo, nella domenica precedente o successiva (a decorrere dal mezzogiorno del sabato sino alla mezzanotte della domenica), visitando una qualsiasi altra chiesa francescana o basilica minore o chiesa cattedrale o parrocchiale. 
    CONDIZIONI RICHIESTE: 1) Visita, entro il tempo prescritto, a una chiesa Cattedrale o Parrocchiale o ad altra che ne abbia l’indulto e recita del “Padre Nostro” (per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo) e del “Credo” (con cui si rinnova la propria professione di fede).
    2) Confessione Sacramentale per essere in Grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti).
    3) Partecipazione alla Santa Messa e Comunione Eucaristica.
    4) Una preghiera secondo le intenzioni del Papa (almeno un “Padre Nostro” e un’”Ave Maria” o altre preghiere a scelta), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice. Le intenzioni universali del Romano Pontefice in qualità di Vicario di Cristo e detentore del sacro Ministero Petrino sono:
    1. L’esaltazione della Chiesa.
    2. La propaganda della fede.
    3. L’estirpazione delle eresie.
    4. La conversione dei peccatori.
    5. La concordia dei governanti cristiani.
    6. Il bene del popolo cristiano.
    5)Disposizione d’animo che escluda ogni affetto al peccato, anche veniale.
    Le condizioni di cui ai nn. 2, 3 e 4 possono essere adempiute anche nei giorni precedenti o seguenti quello in cui si visita la chiesa; tuttavia è conveniente che la Santa Comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa siano fatte nello stesso giorno in cui si compie la visita.
  3. Valerio
    Venerdì 20 settembre del 1918, poco prima della fine della Prima Guerra Mondiale, Padre Pio, trovandosi da solo nel coro della piccola chiesa di San Giovanni Rotondo, mentre faceva il ringraziamento subito dopo aver celebrato Messa, ricevette il dono delle Sacre Stimmate. Queste sante ferite d'amore, continuamente sanguinanti, come in un'inesauribile cascata, gli procuravano atroci dolori che da soli lo avrebbero fatto morire, se Dio non avesse sostenuto il suo cuore, ma lo univano in una maniera unica e straordinaria a Nostro Signore Gesù Cristo nella Sua Passione redentrice.
    Così scrisse il Santo nella sua cella, raccontando l'accaduto:
    "Non so cosa ho visto. Chi ho visto. Ma era lì. E incuteva rispetto e timore, e sembrava che riempisse tutto lo spazio, irradiando onde come fosse fuoco. Il suo viso… non l’ho guardato. Ma l’arma che teneva in mano, quella sì. Una lunga lancia, la punta affilata che mandava bagliori. Michele Arcangelo, in un dipinto, aveva una lancia come quella. Lucida e scintillante, pronta per essere scagliata. E l’essere venuto dal Cielo, lì di fronte a me, la sua arma l’ha scagliata davvero. Rapido e forte, uno strappo violento dal suo braccio. L’arma diretta verso di me.
    Non ho mai gridato come allora. Ma senza che la mia voce lasciasse la gola. Un urlo silenzioso, muto. Più che un dolore della carne, molto di più. Dentro, più a fondo. Oltre le ossa e il sangue. La punta strappava e perforava la mia essenza e la spremeva senza però riuscire a finirla. Così lo strazio non smetteva e, dal fianco colpito, esplodeva in continuazione come i cerchi nello stagno quando si getta un sasso. Non ha più smesso.È uno squarcio e seguita a sanguinare.
    Ne sento anche il suono, il rumore del sangue che esce e si versa. Ogni istante penso che sia l’ultimo per me ma non è così. Mi dissanguo senza morire. Sono spaventato ma qualcosa, sul fondo della mia miseria di uomo, canta di gioia e alza lodi a Dio."
    Quel misterioso personaggio altri non era che lo stesso Signore Gesù piagato.
    Terminata la visione Padre Pio si rese conto che le sue mani e i suoi piedi erano perforati e copiosamente sanguinanti, mentre il costato era squarciato fino all'osso, dandogli un dolore accecante.
    Carponi si trascinò dal coro alla cella, percorrendo tutto il lungo corridoio, con gli altri frati che in quel momento erano assenti. Messosi a letto pregò di rivedere Gesù, ma guardando le piaghe si sciolse in un pianto di preghiera e ringraziamento.
    Nella solitudine e nel silenzio di quel giorno, si era manifestato, nella sua carne, l'Infinito Amore del Signore Gesù nel Suo Sacrificio di salvezza, a cui il Santo di Pietrelcina sarà unito intimamente e materialmente per tutta la vita.
    Valerio Duilio Carruezzo.
  4. Valerio
    "Siete disperati della situazione nella scuola dei vostri figli o volete contribuire a migliorare la situazione educativa nel nostro paese in generale?
    Non lasciate le mani in tasca; ci sono delle congregazioni di suore legati al rito antico che hanno suore giovani e che potrebbero aprire nuove scuole elementari o un collegio femminile con un profilo chiaramente cattolico anche in Italia.
    Chiedetele l’apertura di nuove scuole.
    Aiutatele nella ricerca di strutture adatte.
    Andate a trovarle e conoscere la loro realtà.
    Mettete i vostri talenti e capacità alla loro disposizione.
    Convincete altre famiglie di lottare senza stancarsi per avere delle scuole che sono cattoliche non soltanto pro forma.
    Ecco gli indirizzi postali per incoraggiare le suore a mettere in piedi nuove scuole in Italia; ogni lettera è preziosa:
    Dominicaines enseignantes du Saint-Nom-de-Jésus
    Saint-Pré
    3100, Route de la Roquebrussanne
    83170 La Celle (Brignoles)
    FRANCIA
    Suore consolatrici del Sacro Cuore di Gesù
    Via Flaminia Vecchia, 20
    05030 Vigne di Narni
    Dominicaines enseignantes du Saint-Nom-de-Jésus
    St-Dominique du Cammazou
    B.P. 10
    11270 Fanjeaux
    FRANCIA"
       
  5. Valerio
    L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati, poiché costituiscono una gravissima offesa a Dio, un orrendo peccato che deturpa profondamente le anime, allontanandole dalla Grazia. 
    Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione intrinsecamente disordinata, costituisce per loro una prova. Devono, dunque, essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Esse sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, non assecondando questa tendenza, e ad unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
    Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
  6. Valerio
    Catechesi mensile sul Credo e le Verità in cui credere, che don Nicola Bux ha tenuto nella Chiesa di San Giuseppe in Bari utilizzando come testo guida il "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica".
    http://www.vatican.va/…/documents/archive_2005_compendium-c…
    In particolare in questa sessione si ascolta l'insegnamento dal punto 94 al punto 110.
    94. «Concepito per opera dello Spirito Santo... »: che cosa significa quest'espressione?
    484-486
    Significa che la Vergine Maria ha concepito il Figlio eterno nel suo grembo per opera dello Spirito Santo e senza la collaborazione di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), le ha detto l'Angelo nell' Annunciazione.
     
    95. «...Nato dalla Vergine Maria »: perché Maria è veramente la Madre di Dio?
    495
    509
    Maria è veramente Madre di Dio perché è la madre di Gesù (Gv 2,1; 19,25). In effetti, colui che è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio, è il Figlio eterno di Dio Padre. È Dio egli stesso.
     
    96. Che cosa significa «Immacolata Concezione»?
    487-492
    508
    Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l'eternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento.
     
    97. Come collabora Maria al disegno divino della salvezza?
    493-494
    508-511
    Per la grazia di Dio Maria è rimasta immune da ogni peccato personale durante l'intera sua esistenza. È la «piena di grazia» (Lc 1 ,28), la «Tutta Santa». Quando l'Angelo le annuncia che avrebbe dato alla luce «il Figlio dell' Altissimo» (Lc 1,32), ella dà liberamente il proprio assenso con «l'obbedienza della fede» (Rm 1,5). Maria si offre totalmente alla Persona e all'opera del suo Figlio Gesù, abbracciando con tutta l'anima la volontà divina di salvezza.
     
    98. Che cosa significa la concezione verginale di Gesù?
    496-498
    503
    Significa che Gesù è stato concepito nel grembo della Vergine per la sola potenza dello Spirito Santo, senza intervento dell'uomo. Egli è Figlio del Padre celeste secondo la natura divina e Figlio di Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in lui una sola Persona, quella divina.
     
    99. In che senso Maria è «sempre Vergine»?
    499-507
    510-511
    Nel senso che ella è «rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua» (sant'Agostino). Pertanto, quando i Vangeli parlano di «fratelli e sorelle di Gesù», si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un'espressione adoperata nella Sacra Scrittura.
     
    100. In che modo la maternità spirituale di Maria è universale?
    501-507
    511
    Maria ha un unico Figlio, Gesù, ma in lui la sua maternità spirituale si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare. Obbediente al fianco del nuovo Adamo, Gesù Cristo, la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viventi, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazione nell'ordine della grazia. Vergine e Madre, Maria è la figura della Chiesa, la sua più perfetta realizzazione.
     
    101. In che senso tutta la vita di Cristo è Mistero?
    512-521
    561-562
    Tutta la vita di Cristo è evento di rivelazione. Ciò che è visibile nella vita terrena di Gesù conduce al suo Mistero invisibile, soprattutto al Mistero della sua filiazione divina: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9). Inoltre, anche se la salvezza viene compiutamente dalla Croce e dalla Risurrezione, la vita intera di Cristo è Mistero di salvezza, perché tutto ciò che Gesù ha fatto, detto e sofferto aveva come scopo di salvare l'uomo decaduto e di ristabilirlo nella sua vocazione di figlio di Dio.
     
    102. Quali sono state le preparazioni ai Misteri di Gesù?
    522-524
    Vi è anzitutto una lunga speranza durata per molti secoli, che noi riviviamo durante la celebrazione liturgica del tempo dell'Avvento. Oltre all'oscura attesa che ha posto nel cuore dei pagani, Dio ha preparato la venuta del suo Figlio tramite l'Antica Alleanza, fino a Giovanni Battista che è l'ultimo e il più grande dei profeti.
     
    103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dell'infanzia di Gesù?
    525-530
    563-564
    A Natale, la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino; la circoncisione di Gesù è segno della sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo; l'Epifania è la manifestazione del Re-Messia d'Israele a tutte le genti; nella sua presentazione al tempio, in Simeone e Anna è tutta l'attesa di Israele che viene all'incontro con il suo Salvatore; la fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che l'intera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione; il suo ritorno dall'Egitto ricorda l'Esodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è lui il vero e definitivo liberatore.
     
    104. Quale insegnamento ci offre la vita nascosta di Gesù a Nazaret?
    533-534
    564
    Durante la vita nascosta a Nazaret Gesù rimane nel silenzio di una esistenza ordinaria. Ci permette così di essere in comunione con lui nella santità di una vita quotidiana intessuta di preghiera, di semplicità, di lavoro, di amore familiare. La sua sottomissione a Maria e a Giuseppe, suo padre putativo, è un'immagine della sua obbedienza filiale al Padre. Maria e Giuseppe, con la loro fede, accolgono il Mistero di Gesù, pur non comprendendolo sempre.
     
    105. Perché Gesù riceve da Giovanni il «battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,3)?
    535-537
    565
    Per dare inizio alla sua vita pubblica e anticipare il «Battesimo» della sua morte: accetta così, pur essendo senza peccato, di essere annoverato tra i peccatori, lui, «l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Il Padre lo proclama suo «Figlio prediletto» (Mt 3,17) e lo Spirito discende su di lui. Il Battesimo di Gesù è la prefigurazione del nostro Battesimo.
     
    106. Che cosa rivelano le tentazioni di Gesù nel deserto?
    538-540
    566
    Le tentazioni di Gesù nel deserto ricapitolano quella di Adamo nel paradiso e quelle d'Israele nel deserto. Satana tenta Gesù nella sua obbedienza alla missione affidatagli dal Padre. Cristo, nuovo Adamo, resiste e la sua vittoria annuncia quella della sua passione, suprema obbedienza del suo amore filiale. La Chiesa si unisce a questo Mistero in particolare nel tempo liturgico della Quaresima.
     
    107. Chi è invitato a far parte del Regno di Dio, annunciato e realizzato da Gesù?
    541-546
    567
    Gesù invita a far parte del Regno di Dio tutti gli uomini. Anche il peggior peccatore è chiamato a convertirsi e ad accettare l'infinita misericordia del Padre. Il Regno appartiene, già qui sulla terra, a coloro che lo accolgono con cuore umile. È ad essi che sono rivelati i suoi Misteri.
     
    108. Perché Gesù manifesta il Regno attraverso segni e miracoli?
    547-550
    567
    Gesù accompagna la sua parola con segni e miracoli per attestare che il Regno è presente in lui, il Messia. Sebbene egli guarisca alcune persone, non è venuto per eliminare tutti i mali quaggiù, ma per liberarci anzitutto dalla schiavitù del peccato. La cacciata dei demoni annuncia che la sua Croce sarà vittoriosa sul «principe di questo mondo» (Gv 12,31).
     
    109. Nel Regno, quale autorità Gesù conferisce ai suoi Apostoli?
    551-553
    567
    Gesù sceglie i Dodici, futuri testimoni della sua Risurrezione, e li fa partecipi della sua missione e della sua autorità per insegnare, assolvere dai peccati, edificare e governare la Chiesa. In questo Collegio Pietro riceve «le chiavi del Regno» (Mt 16,19) e occupa il primo posto, con la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli.
     
    110. Quale significato ha la Trasfigurazione?
    554-556
    568
    Nella Trasfigurazione appare anzitutto la Trinità: «Il Padre nella voce, il Figlio nell'uomo, lo Spirito nella nube brillante» (san Tommaso d'Aquino). Evocando con Mosè ed Elia la sua «dipartita» (Lc 9,31), Gesù mostra che la sua gloria passa attraverso la Croce e dà un anticipo della sua risurrezione e della sua gloriosa venuta, «che trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21).
     
    «Tu ti sei trasfigurato sul monte e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua Gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua Passione era volontaria e annunziassero al mondo che tu sei veramente l'irradiazione del Padre» (Liturgia Bizantina).
    https://youtu.be/ROuBiofu9Ao
  7. Valerio
    Si dà il Battesimo versando dell'acqua sul capo del battezzando, e se non si può sul capo, su qualche altra parte principale del corpo, e dicendo nello stesso tempo: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Se uno versasse l'acqua, e un altro proferisse le parole, la persona non resterebbe battezzata; ma è necessario che sia la stessa persona che versi l'acqua e pronunci le parole.
    Quando si dubita se la persona sia morta, si deve battezzarla sotto condizione, dicendo: Se tu sei vivo, io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.
    I bambini si devono portare alla chiesa perché siano battezzati, il più presto possibile.
    Si deve avere somma premura per far battezzare i bambini, perché essi per la loro tenera età sono esposti a molti pericoli di morire, e non possono salire al Paradiso senza la Grazia Santificante del Battesimo.
    I padri e le madri che per la loro negligenza, lasciano morire i figliuoli senza battesimo, peccano gravemente, perché lasciano i loro figlioletti fuori dalla Beatitudine eterna; e peccano pure gravemente col differirne a lungo il Battesimo, perché li espongono al pericolo di morire, senza averlo ricevuto.
    L'adulto che si battezza, deve oltre la fede avere il dolore almeno imperfetto (cioè dolore causato dalla considerazione della pena correlata alle colpe) dei peccati mortali, che avesse commessi. Se un adulto si battezzasse in peccato mortale senza questo dolore riceverebbe il carattere del Battesimo, ma non la remissione dei peccati, né la grazia santificante. E questi effetti rimarrebbero sospesi, finché non fosse tolto l'impedimento col dolore perfetto de' peccati o col sacramento della Penitenza.
  8. Valerio
    Dopo il Pater, diciamo la salutazione angelica, cioè l'Ave Maria, per mezzo della quale ricorriamo alla santissima Vergine.
    L'Ave Maria si chiama salutazione angelica perché comincia col saluto che fece a Maria Vergine l'arcangelo Gabriele.
    Le parole dell'Ave Maria parte sono dell'arcangelo Gabriele, parte di santa Elisabetta e parte della Chiesa.
    Le parole dell'arcangelo Gabriele sono: "Dio ti salvi, piena di grazia; il Signore è teco"; egli le disse quando andò ad annunciarle da parte di Dio il mistero dell'Incarnazione che in lei doveva operarsi.
    Nel salutare la santissima Vergine con le parole dell'Arcangelo, noi ci rallegriamo con lei, facendo memoria dei singolari privilegi e doni che Iddio le ha conceduti a preferenza di tutte le altre creature.
    Le parole di santa Elisabetta sono: "Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno".
    Santa Elisabetta disse queste parole, ispirata da Dio, quando, tre mesi prima che desse alla luce S. Giovanni Battista, fu visitata dalla santissima Vergine, che già portava nel seno il suo divin Figliuolo.
    Nel dire le parole di santa Elisabetta ci rallegriamo con Maria santissima della sua eccelsa dignità di Madre di Dio, e benediciamo Dio e lo ringraziamo di averci dato Gesù Cristo per mezzo di Maria.
    Tutte le altre parole dell'Ave Maria sono state aggiunte dalla Chiesa. Con esse domandiamo la protezione della santissima Vergine nel corso di questa vita, e specialmente nell'ora della nostra morte, nella quale ne avremo maggior bisogno.
    La santissima Vergine è l'Avvocata più potente appresso Gesù Cristo, epperciò dopo avere detta l'orazione insegnataci da Gesù Cristo, preghiamo la santissima Vergine che ci ottenga le grazie che abbiamo domandate.
    La santissima Vergine è così potente perché è Madre di Dio, ed è impossibile che non sia da Lui esaudita.
    Sulla devozione a Maria i Santi c'insegnano che i veri suoi devoti sono da Lei amati e protetti con amore di tenerissima Madre e per mezzo di Lei sono certi di trovare Gesù e di ottenere il paradiso.
    La devozione che la Chiesa ci raccomanda in modo speciale verso Maria santissima è la recita del santo Rosario.
  9. Valerio
    Oltre ai comandamenti di Dio noi dobbiamo osservare i precetti della Chiesa, perché Gesù Cristo stesso lo comanda e perché tali precetti aiutano ad osservare i comandamenti di Dio.
    Tale obbligo comincia generalmente dall'uso di ragione.
    Il trasgredire avvertitamente un precetto della Chiesa in materia grave è peccato mortale.
    Da un precetto della Chiesa può dispensare solamente il Papa e chi da lui ne ha ricevute le facoltà.
    I precetti della Chiesa sono cinque:
    1. Udire la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate.
    2. Digiunare nei giorni penitenza e non mangiar carne nei giorni proibiti, secondo le disposizioni della Chiesa.
    3. Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi almeno a Pasqua.
    4. Sostenere la Chiesa nelle sue necessità, contribuendo secondo le leggi o le usanze.
    5. Non celebrare le nozze nei tempi proibiti.
  10. Valerio
    Nella prima domanda: "Sia santificato il nome tuo" noi chiediamo che Dio sia conosciuto, amato, onorato e servito da tutto il mondo e da noi in particolare.
    Noi intendiamo di chiedere che gli infedeli giungano alla cognizione del vero Dio, gli eretici riconoscano i loro errori, gli scismatici ritornino all'unità della Chiesa Cattolica, che i peccatori si ravvedano e che i giusti siano perseveranti nel bene.
    Prima d'ogni altra cosa domandiamo che sia santificato il nome di Dio, perché la gloria di Dio ci deve stare più a cuore che tutti i nostri beni e vantaggi.
    Noi possiamo procurare la gloria di Dio con la preghiera, col buon esempio, e con l'indirizzare a Lui tutti i pensieri, gli affetti e le opere nostre.
  11. Valerio
    Per REGNO DI DIO intendiamo un triplice regno spirituale; il regno di Dio in noi, ossia il regno della grazia; il regno di Dio in terra, cioè la santa Chiesa Cattolica; e il regno di Dio nei cieli, ovvero il Paradiso.
    In ordine alla grazia noi chiediamo che Dio regni in noi con la sua grazia santificante per la quale Egli si compiace di risiedere in noi come re nella sua reggia; e di tenerci uniti a Lui con le virtù della fede, della speranza e della carità per le quali regna sul nostro intelletto, sul nostro cuore, e sulla nostra volontà.
    In ordine alla Chiesa chiediamo che questa sempre più si dilati e si propaghi per tutto il mondo a salvezza degli uomini.
    In ordine alla gloria noi chiediamo di potere un giorno essere ammessi nel santo paradiso, per il quale fummo creati, dove saremo pienamente felici.
  12. Valerio
    Nella terza domanda chiediamo la grazia di fare ogni cosa secondo la volontà di Dio con ubbidire ai suoi santi comandamenti così prontamente, come gli Angeli e i Santi gli ubbidiscono in cielo.
    Chiediamo, inoltre, la grazia di corrispondere alle divine ispirazioni e di vivere rassegnati alla volontà di Dio quando Egli ci manda delle tribolazioni.
    E' necessario eseguire la volontà di Dio quanto è necessario il conseguire l'eterna salute, perché Gesù Cristo ha detto che entrerà nel regno dei cieli soltanto chi avrà fatto la volontà del Padre suo.
    Noi possiamo conoscere la volontà di Dio specialmente per la Sacra Scrittura, la Tradizione Apostolica, il Magistero della Chiesa Cattolica, il Catechismo. Possiamo anche conoscere questa santissima volontà dalle divine ispirazioni e dalle stesse circostanze nelle quali il Signore ci ha posti.
    Nelle cose sia prospere che avverse della vita presente dobbiamo sempre riconoscere anche la volontà di Dio, il quale tutto dispone o permette per il nostro bene.
  13. Valerio
    Chiediamo a Dio ciò che ci è necessario in ciascun giorno per l'anima e il corpo.
    Per l'anima domandiamo a Dio il sostentamento della vita spirituale: cioè preghiamo il Signore che ci doni la sua grazia, di cui abbiamo continuamente bisogno.
    La vita dell'anima di nutrisce specialmente col cibo della divina parola e col Santissimo Sacramento dell'altare.
    Per il nostro corpo domandiamo ciò che è necessario al sostentamento della vita temporale.
    Diciamo "dacci oggi il nostro pane", e non piuttosto "dacci oggi il pane", per escludere ogni desiderio della roba d'altri; perciò preghiamo il Signore che ci aiuti nei guadagni giusti e leciti, affinché ci procuriamo il vitto con le nostre fatiche, senza furti ed inganni.
    Diciamo "dacci" invece di "dammi", per rammentarci che, siccome le sostanze ci vengono da Dio, così se Egli ce ne dà in abbondanza, lo fa a questo fine che ne dispensiamo il superfluo ai poveri.
    Aggiungiamo "quotidiano", perché dobbiamo desiderare quello che ci è necessario alla vita, e non l'abbondanza dei cibi e dei beni della terra.
    La parola "oggi" significa che non dobbiamo essere troppo solleciti dell'avvenire, ma domandare quello che ci è necessario al presente.
  14. Valerio
    Chiediamo a Dio che ci perdoni i nostri peccati, come noi perdoniamo ai nostri offensori.
    I nostri peccati si chiamano debiti perché per essi dobbiamo soddisfare alla divina giustizia o in questa vita o nell'altra.
    Quelli che non perdonano al prossimo non hanno nessuna ragione di sperare che Dio loro perdoni, tanto più che si condannano da se stessi, dicendo a Dio che perdoni loro come essi perdonano al prossimo.
  15. Valerio
    Chiediamo a Dio che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che siamo tentati, o dandoci grazia di non essere vinti.
    Le tentazioni sono un incitamento al peccato che ci viene dal demonio, o dai cattivi, o dalle nostre passioni.
    Non è certamente peccato avere tentazioni, ma è peccato acconsentirvi o esporsi volontariamente al pericolo d'acconsentirvi.
    Iddio permette che siamo tentati per provare la nostra fedeltà, per far aumentare le nostre virtù e per accrescere i nostri meriti.
    Per evitare le tentazioni dobbiamo fuggire le occasioni pericolose, custodire i nostri sensi, ricevere spesso i santi sacramenti e far uso della preghiera.
  16. Valerio
    Chiediamo a Dio che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dall'eterna dannazione, che ne è la pena.
    Diciamo: "liberaci dal male" e non "dai mali", perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli che non sono espedienti all'anima nostra, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male.
    E' lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, ma sempre rimettendoci alla volontà di Dio, il quale può anche ordinare quella tribolazione a vantaggio dell'anima nostra.
    Le tribolazioni ci giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per esercitare le virtù, e soprattutto per imitare Gesù Cristo nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nei patimenti, se vogliamo aver parte nella sua gloria.
    Amen vuol dire: così sia, così desidero, così prego il Signore e così spero.
    Per ottenere le grazie domandate nel Padre nostro, bisogna recitarlo senza fretta, con attenzione e accompagnarlo col cuore.
    Il Pater bisogna dirlo ogni giorno, perché abbiamo bisogno ogni giorno dell'aiuto di Dio.
  17. Valerio
    L'orazione vocale più eccellente è quella che Gesù Cristo medesimo ci ha insegnato, cioè il Padre Nostro.
    E' la più eccellente perché l'ha composta e ce l'ha insegnata Gesù Cristo medesimo; perché contiene chiaramente in poche parole tutto quello che possiamo sperare da Dio ed è la regola ed il modello di tutte le altre orazioni. Il Padre nostro è anche la più efficace, perché è la più accetta a Dio, facendo noi orazione con le stesse parole che ci ha dettate il suo divin Figliuolo.
    Il Padre nostro si chiama orazione domenicale, che vuol dire preghiera del Signore, appunto perché ce l'ha insegnata Gesù Cristo di propria bocca.
    Nel principio dell'orazione domenicale chiamiamo Dio nostro Padre per risvegliare la nostra fiducia nella sua infinita bontà, essendo noi suoi figliuoli.
    Noi siamo figliuoli di Dio:
    1. Perché Egli ci ha creato a immagine sua e ci conserva e governa colla sua provvidenza;
    2. Perché ci ha, per ispeciale benevolenza, adottati nel Battesimo come fratelli di Gesù Cristo e coeredi insieme con Lui dell'eterna gloria.
    Chiamiamo Dio Padre nostro e non Padre mio, perché tutti siamo suoi figliuoli e però dobbiamo riguardarci ed amarci tutti come fratelli, e pregare gli uni per gli altri.
    Dio è in ogni luogo; ma diciamo: Padre nostro, che sei ne' cieli, per sollevare i nostri cuori al cielo, dove Dio si manifesta nella gloria a' suoi figliuoli.
  18. Valerio
    La Chiesa celebra con speciale solennità la festa di S. Giuseppe, perché egli è, dopo Maria Vergine, di cui fu castissimo sposo, il più grande tra i santi, padre putativo di Gesù Cristo e fu dichiarato Patrono della Chiesa.
    Egli era comunemente creduto padre di Gesù Cristo, perché adempì verso di Lui gli offici paterni.
    S. Giuseppe dimorava a Nazareth, piccola città della Galilea, e benché fosse della stirpe reale di David, era povero, e si guadagnava da vivere colla fatica delle sue mani.
    La povertà della famiglia di Gesù Cristo c'insegna a distaccare il cuore dalle ricchezze, e a soffrire volentieri la povertà, se Dio ci vuole in questo stato.
    Noi crediamo che Iddio abbia elevato S. Giuseppe ad un'altissima gloria, quanto è stato eminente il suo grado e la sua santità sulla terra.
    La protezione di S. Giuseppe verso i suoi devoti è potentissima, perché non è credibile che Gesù Cristo voglia negare alcuna grazia ad un Santi a cui in terra ha voluto esser soggetto.
    La grazia speciale che noi dobbiamo sperare dall'intercessione di S. Giuseppe è quella di una buona morte, perché egli ebbe la sorte di morire tra le braccia di Gesù e di Maria.
    Per meritarci la protezione di S. Giuseppe noi dobbiamo invocarlo sovente, e imitarlo nelle sue virtù, e soprattutto nella sua umiltà e perfetta rassegnazione alla divina volontà, la quale fu sempre la regola delle sue azioni.
  19. Valerio
    Nella festa di Pasqua si celebra il mistero della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, ossia il ricongiungersi della sua santissima anima al corpo dal quale era stata separata per la morte, e la nuova sua vita gloriosa e immortale.
    La festa di Pasqua si celebra dalla Chiesa con grande solennità, e si continua per tutta l’Ottava, a motivo dell’eccellenza del Mistero, che fu il compimento della nostra redenzione, ed è il fondamento della nostra religione.
    Gesù Cristo con la sua morte ci liberò dal peccato e riconciliò con Dio; per mezzo poi della sua Resurrezione ci aprì l’entrata all’eterna vita. La Risurrezione di Cristo si dice il fondamento di nostra religione, perché ci venne data da Gesù stesso come prova principale di sua divinità e della verità della nostra fede. Il nome di Pasqua che si dà a questa festa, è derivato da una delle feste più solenni dell’antica legge, istituita in memoria del passaggio dell’angelo sterminatore dei primogeniti degli Egiziani, e della miracolosa liberazione del popolo di Dio dalla schiavitù del Faraone re dell’Egitto, che era una figura della nostra liberazione dalla schiavitù del demonio; la qual festa celebravano gli Ebrei con molti riti, ma specialmente col sacrificare e mangiare un agnello; e ora noi celebriamo soprattutto col ricevere il vero Agnello sacrificato per i nostri peccati. Pasqua vuol dire “passaggio”, e significa nell’antica legge il passaggio dell’angelo, che per obbligare il Faraone a lasciar andare libero il popolo di Dio, uccise i primogeniti degli Egiziani e trascorse le case degli Ebrei contrassegnate col sangue dell’agnello sacrificato il giorno avanti, lasciandole immuni da tal flagello; nella Nuova legge poi significa che Gesù cristo è passato dalla morte alla vita, e che trionfando del demonio, ci ha trasferiti dalla morte del peccato alla vita della grazia.
    Per celebrare degnamente la festa di Pasqua dobbiamo fare due cose:
    1.   Adorare con santa allegrezza e viva riconoscenza Gesù Cristo Risorto;
    2.   Risuscitar spiritualmente con Lui.
    Risuscitare con Gesù Cristo spiritualmente vuol dire che siccome Gesù Cristo, per mezzo della sua Risurrezione, ha cominciato una vita nuova, immortale e celeste, così noi pure dobbiamo cominciare una nuova vita secondo lo spirito, rinunciando interamente e per sempre al peccato e a tutto ciò che ci porta al peccato; amando Dio solo, e tutto ciò che ci porta a Dio.
    La parola Alleluia vuol dire: “Lodate Iddio”, ed era il grido festivo del popolo ebreo; per questo la Chiesa lo ripete molte volte in tempo di tanta allegrezza. Nel tempo pasquale si prega stando in piedi in segno di allegrezza, e per figurare la Risurrezione del Signore.
  20. Valerio
    La Purificazione di Maria Vergine è la festa istituita in memoria del giorno nel quale la santissima Vergine andò al tempio di Gerusalemme, per adempiere la legge della purificazione e per presentarvi il suo divin figliuolo Gesù Cristo.
    La legge della purificazione era quella di Mosè, la quale obbligava tutte le donne a purificarsi dopo il parto nel tempio, con l'oblazione di un sacrifizio.
    La Santissima Vergine ovviamente non era obbligata alla legge della purificazione, perché divenuta madre per opera dello Spirito Santo, conservando la sua verginità.
    La Santissima Vergine si sottomise alla legge della Purificazione, alla quale non era obbligata, per darci esempio di umiltà e di obbedienza alla legge di Dio.
    Essendo povera, nella sua Purificazione offrì al tempio il sacrificio delle madri povere, un paio di tortore o di colombi.
    La santissima Vergine nel giorno della Purificazione presentò Gesù Cristo al tempio, perché la legge antica obbligava i genitori a presentare a Dio i loro primogeniti, e a recuperarli poi con una certa somma di denaro, perché di proprietà del Signore.
    Iddio aveva stabilito la legge della presentazione dei primogeniti perché il suo popolo ricordasse sempre che fu liberato dalla schiavitù del Faraone, quando l'Angelo uccise tutti i primogeniti degli egiziani e salvò quelli degli ebrei.
    Quando Gesù Cristo fu presentato al tempio, venne riconosciuto come vero Messia da un santo vecchio chiamato Simeone e da una santa vedova chiamata Anna.
    Simeone lo prese fra le sue braccia e, ringraziando il Signore disse il cantico Nunc dimittis, con cui espresse che moriva contento dopo aver veduto il Salvatore; predisse in più le contraddizioni che doveva soffrire Gesù Cristo, e le pene che ne avrebbe provato la sua Santa Madre.
    La profetessa Anna lodava e ringraziava il Signore d'aver mandato il Salvatore del mondo, e ne parlava a tutti quelli che ne aspettavano la venuta.
    Dai misteri della Purificazione di Maria Vergine e della Presentazione di Gesù Cristo dobbiamo imparare principalmente tre cose:
    1. ad adempiere esattamente la legge di Dio, e non cercar pretesti per dispensarci dall'osservarla;
    2. a desiderare Dio solo, e offrirci a Lui per fare la sua divina volontà;
    3. ad avere grande stima dell'umiltà, e purificarci sempre più colla penitenza.
    I padri e le madri nella festa della purificazione dovrebbero offrire i loro figliuoli a Dio, e domandargli la grazia di allevarli cristianamente.
    Nel giorno della Purificazione si fa la processione con le candele accese in mano, in memoria del viaggio della santissima Vergine da Betlemme al tempio di Gerusalemme col bambino Gesù fra le braccia, e del giubilo che dimostrarono i santi Simeone ed Anna nell'incontrarsi con esso.
    Assistendo alla processione noi dobbiamo rinnovare la fede in Gesù Cristo nostra vera luce, e pregarlo ad illuminarci con la sua grazia e renderci degni d'essere un giorno ammessi al tempio della gloria per l'intercessione della sua Santissima Madre.
  21. Valerio
    La grazia di Dio è un dono interno, soprannaturale, che ci vien dato senza alcun merito nostro, ma per i meriti di Gesù Cristo in ordine alla vita eterna.
    La grazia si distingue in grazia santificante, che si chiama anche abituale, e in grazia attuale.
    La grazia santificante è un dono soprannaturale inerente alla nostra anima, che ci rende giusti, figli adottivi di Dio ed eredi del Paradiso.
    La grazia santificante è di due tipi: grazia prima e grazia seconda. La grazia prima è quella per cui l'uomo passa dallo stato di peccato mortale allo stato di giustizia. La grazia seconda è un accrescimento della grazia prima.
    La grazia attuale è un dono soprannaturale, che illumina la nostra mente e muove e conforta la nostra volontà, affinché noi operiamo il bene e ci asteniamo dal male. E' possibile che l'uomo opponga resistenza alla grazia di Dio, perché essa non distrugge il nostro libero arbitrio.
    Senza il soccorso della grazia di Dio, tuttavia, con le sole nostre forze, noi non possiamo fare alcuna cosa che ci giovi per la vita eterna.
    La grazia ci viene comunicata da Dio principalmente per mezzo dei santi sacramenti. I sacramenti, oltre la grazia santificante, conferiscono anche la grazia sacramentale.
    La grazia sacramentale consiste nel diritto che si acquista ricevendo un sacramento qualunque, di aver a tempo opportuno le grazie attuali necessarie per adempiere gli obblighi che derivano dal sacramento ricevuto. Così noi quando fummo battezzati, ricevemmo il diritto di avere le grazie per vivere cristianamente. I sacramenti danno sempre la grazia, purché si ricevano con le necessarie disposizioni.
    La virtù di conferire la grazia l'ha data ai sacramenti Gesù Cristo con la sua passione e morte.
    I sacramenti che conferiscono la prima grazia santificante, che ci rende amici di Dio, sono due: il Battesimo e la Penitenza.
    Questi due sacramenti, cioè il Battesimo e la Penitenza, si chiamano perciò sacramenti dei morti, perché sono istituiti principalmente per ridare alle anime morte per il peccato la vita della grazia. I sacramenti che accrescono la grazia in chi la possiede, sono gli altri cinque, cioè la Cresima, l'Eucaristia, l'Estrema Unzione, l'Ordine Sacro ed il Matrimonio, i quali conferiscono la grazia seconda. Questi cinque sacramenti, cioè la Cresima, l'Eucaristia, l'Estrema Unzione, l'Ordine Sacro ed il Matrimonio si chiamano sacramenti dei vivi, perché quelli che li ricevono, devono essere senza peccato mortale, cioè già vivi alla grazia santificante. Chi riceve uno dei sacramenti dei vivi, sapendo di non essere in grazia di Dio, commette un grave sacrilegio. I sacramenti più necessari per salvarci sono due: il Battesimo e la Penitenza: il Battesimo è necessario a tutti, e la Penitenza è necessaria a tutti quelli che hanno peccato mortalmente dopo il Battesimo.
    Il più grande di tutti i sacramenti è quello della Eucaristia, perché contiene non solo la grazia, ma anche Gesù Cristo, autore della grazia e dei sacramenti.
  22. Valerio
    La Grazia Santificante donata dal sacramento del Battesimo è assolutamente necessaria per la salvezza, avendo detto espressamente il Signore: Chi non rinascerà nell'acqua e nello Spirito Santo non potrà entrare nel regno dei cieli.
    Alla mancanza del sacramento del Battesimo può supplire il martirio, che chiamasi Battesimo di sangue, o un atto di perfetto amor di Dio o di contrizione, che sia congiunto col desiderio almeno implicito del Battesimo, e questo si chiama Battesimo di desiderio.
    Chi riceve il Battesimo resta obbligato a professare sempre la fede, e ad osservare la legge di Gesù Cristo e della sua Chiesa. Nel ricevere il santo Battesimo, si rinuncia per sempre al demonio, alle sue opere, ed alle sue pompe. Per opere e pompe del demonio si intendono i peccati, e le massime del mondo contrarie alle massime del santo Vangelo.
  23. Valerio
    A colui che si battezza s'impone il nome di un Santo per porlo sotto la speciale protezione di un celeste patrono ed animano ad imitarne gli esempi.
    I padrini e le madrine del Battesimo sono quelle persone, che per disposizione della Chiesa tengono al sacro fonte i bambini, rispondono in vece loro e si rendono garanti in faccia a Dio della loro educazione cristiana, specialmente se vi mancassero i genitori. Noi siamo obbligati senza a stare alle promesse e alle rinunzie che hanno fatto per noi i nostri padrini, perché Dio non ci ha ricevuti nella sua grazia che a queste condizioni. Si debbono eleggere per padrini e madrine persone cattoliche, di buoni costumi e ossequenti alle leggi della Chiesa.
    I padrini e le madrine sono obbligati ad adoperarsi perché i loro figli spirituali siano istruiti nelle verità della fede, e vivano da buoni cristiani, edificandoli col buon esempio.
  24. Valerio
    La Cresima è un sacramento che ci dà lo Spirito Santo, imprime nell'anima nostra il carattere di soldato di Gesù Cristo, e ci fa perfetti cristiani, perché ci conferma nella fede e perfeziona le altre virtù e i doni che abbiamo ricevuti nel santo Battesimo; e perciò si chiama Confermazione.
    I doni dello Spirito Santo, che si ricevono nella Cresima sono questi sette: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio. La materia di questo sacramento oltre l'imposizione delle mani del Vescovo, è la unzione fatta sulla fronte del battezzato col sacro Crisma; e perciò si chiama anche Cresima, cioè Unzione. Il sacro Crisma è olio mischiato con balsamo, che il Vescovo ha consacrato il giovedì santo.
    In questo sacramento, l'olio che si espande e fortifica, significa la grazia abbondante, che si sparge nell' anima del cristiano per confermarlo nella fede: e il balsamo, che è odoroso e difende dalla corruzione, significa che il cristiano fortificato da questa grazia, è atto a dare buon odore di cristiane virtù e a preservarsi dalla corruzione dei vizi.
    La forma del sacramento della Cresima è questa: Io ti segno col segno della Croce e ti confermo col crisma della salute in nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, così sia.
    Il ministro ordinario del sacramento della Cresima è il solo Vescovo. Il Vescovo per amministrare il sacramento della Cresima, prima stende le mani sopra i cresimandi, invocando sopra di loro lo Spirito Santo; poi fa un'unzione in forma di croce col sacro Crisma sulla fronte di ciascuno, dicendo le parole della forma; quindi con la sua mano destra dà un leggero schiaffo sulla guancia del cresimato dicendogli: la pace sia con te; infine benedice solennemente tutti i cresimati.
    Si fa l'unzione sulla fronte, dove appariscono i segni del timore e del rossore, affinché il cresimato intenda che non deve arrossire del nome e della professione di cristiano, né aver paura dei nemici della fede. Si dà un leggero schiaffo al cresimato perché sappia che deve esser pronto a soffrire ogni affronto e ogni pena per la fede di Gesù Cristo.
    Tutti devono procurare di ricevere il sacramento della Cresima e di farlo ricevere a chi è loro soggetto.
    Per ricevere degnamente il sacramento della Cresima, bisogna essere in grazia di Dio, sapere i misteri principali della nostra santa fede e accostarvisi con riverenza e devozione.
    Chi ricevesse la Cresima una seconda volta commetterebbe un sacrilegio, perché è uno di quei sacramenti, che imprimono il carattere nell'anima, e che perciò si possono ricevere una volta sola. Per conservare la grazia della Cresima, il cristiano deve spesso pregare, fare buone opere, e vivere secondo la legge di Gesù Cristo, senza rispetti umani. Ci sono i padrini e le madrine anche per tale sacramento, affinché questi indirizzino con le parole e con gli esempi il cresimato nella via della salvezza e lo aiutino nella milizia spirituale. Il padrino deve essere di età conveniente; cattolico, cresimato, istruito nelle cose più necessarie della religione, e di buoni costumi.
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