CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte IV; CAPO VI Della Penitenza (o Confessione); 8. Dell'Assoluzione
I confessori debbono dare l'assoluzione solamente a quelli che essi giudicano ben disposti a riceverla.
I confessori non solamente possono, ma debbono differire o negare l'assoluzione in certi casi, per non profanare il sacramento.
I penitenti che debbono ritenersi mal disposti sono questi principalmente:
1. coloro che non sanno i misteri principali della fede o trascurano d'imparare le altre cose della Dottrina cristiana, che sono obbligati a sapere secondo il loro stato;
2. coloro che sono gravemente negligenti nel fare l'esame di coscienza o non danno segni di dolore e di pentimento
3. coloro che non vogliono restituire, potendo, la roba altrui, o la reputazione tolta;
4. coloro che non perdonano di cuore ai loro nemici;
5.coloro che non vogliono praticare i mezzi necessari per emendarsi delle loro abitudini cattive;
6. coloro che non vogliono lasciare le occasioni prossime del peccato.
Il confessore che differisce l'assoluzione al penitente, perché non lo crede ancora ben disposto, non è troppo rigoroso, ma anzi molto caritatevole, regolandosi come un buon medico, che tenta tutti i rimedi, anche disgustosi e dolorosi, per salvare la vita all'ammalato.
Il peccatore, al quale si differisce, o si nega l'assoluzione, non deve disperarsi, o ritirarsi affatto dalla confessione; ma deve umiliarsi, riconoscere il suo deplorabile stato, profittare dei buoni consigli che il confessore gli dà, e così mettersi al più presto possibile in stato di meritare l'assoluzione.
Il vero penitente deve raccomandarsi molto a Dio per la scelta di un confessore pio, dotto e prudente, poi mettersi nelle sue mani, e sottomettersi a lui, come a suo giudice e medico.
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