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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELL'ORAZIONE; Capo II; 4. Della terza petizione: "Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra

Nella terza domanda chiediamo la grazia di fare ogni cosa secondo la volontà di Dio con ubbidire ai suoi santi comandamenti così prontamente, come gli Angeli e i Santi gli ubbidiscono in cielo.Chiediamo, inoltre, la grazia di corrispondere alle divine ispirazioni e di vivere rassegnati alla volontà di Dio quando Egli ci manda delle tribolazioni.E' necessario eseguire la volontà di Dio quanto è necessario il conseguire l'eterna salute, perché Gesù Cristo ha detto che entrerà nel regno dei cieli s

Valerio

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELL'ORAZIONE; Capo II; 5. Della quarta petizione: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano"

Chiediamo a Dio ciò che ci è necessario in ciascun giorno per l'anima e il corpo. Per l'anima domandiamo a Dio il sostentamento della vita spirituale: cioè preghiamo il Signore che ci doni la sua grazia, di cui abbiamo continuamente bisogno. La vita dell'anima di nutrisce specialmente col cibo della divina parola e col Santissimo Sacramento dell'altare. Per il nostro corpo domandiamo ciò che è necessario al sostentamento della vita temporale. Diciamo "dacci oggi il nostro pane", e non pi

Valerio

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELL'ORAZIONE; Capo II; 6. Della quinta petizione: "E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori"

Chiediamo a Dio che ci perdoni i nostri peccati, come noi perdoniamo ai nostri offensori. I nostri peccati si chiamano debiti perché per essi dobbiamo soddisfare alla divina giustizia o in questa vita o nell'altra. Quelli che non perdonano al prossimo non hanno nessuna ragione di sperare che Dio loro perdoni, tanto più che si condannano da se stessi, dicendo a Dio che perdoni loro come essi perdonano al prossimo.

Valerio

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELL'ORAZIONE; Capo II; 7. Della sesta petizione: "E non c'indurre in tentazione"

Chiediamo a Dio che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che siamo tentati, o dandoci grazia di non essere vinti. Le tentazioni sono un incitamento al peccato che ci viene dal demonio, o dai cattivi, o dalle nostre passioni. Non è certamente peccato avere tentazioni, ma è peccato acconsentirvi o esporsi volontariamente al pericolo d'acconsentirvi. Iddio permette che siamo tentati per provare la nostra fedeltà, per far aumentare le nostre virtù e per accrescere i nostri meriti. P

Valerio

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELL'ORAZIONE; Capo II; 8. Della settima petizione: "Ma liberaci dal male"

Chiediamo a Dio che ci liberi dai mali passati, presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dall'eterna dannazione, che ne è la pena.Diciamo: "liberaci dal male" e non "dai mali", perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli che non sono espedienti all'anima nostra, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male.E' lecito domandare la liberazione da qualche

Valerio

Valerio

IL CREDO; Capo V; Del quarto articolo

Il quarto articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo, per redimere il mondo col suo Sangue prezioso, patì sotto Ponzio Pilato governatore della Giudea, e morì sulla croce, dalla quale deposto, fu seppellito.La parola "patì" esprime tutte le pene sofferte da Gesù Cristo nella sua passione. Egli patì unicamente come uomo, perchè come Dio non poteva nè patire nè morire. Quello della croce, in quei tempi, era il più crudele e ignominioso di tutti i supplizi. Ponzio Pilato, governatore della Giudea

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Valerio

Dell'Epifania del Signore

L'Epifania è la festa istituita per celebrare la memoria di tre grandi misteri, de' quali il primo e principale è l'adorazione de' Magi; il secondo è il Battesimo di Gesù Cristo; il terzo è il suo primo miracolo nelle nozze di Cana in Galilea. La festa dell'adorazione dei Magi, del Battesimo di Gesù Cristo e del suo primo miracolo si chiama Epifania, che vuol dire apparizione, o manifestazione, perché in questi misteri chiaramente si manifestò agli uomini la gloria di Gesù Cristo. I Magi erano

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IL CREDO; Capo VI; Del quinto articolo

Il quinto articolo del Credo c'insegna che l'anima di Gesù Cristo, separata che fu dal corpo, andò al Limbo dei santi Padri, e che nel terzo giorno si unì di nuovo al corpo suo, per non separarsene mai più. Quando si dice: "Discese agli Inferi", s'intende nel Limbo dei santi Padri, cioè quel luogo dove erano trattenute le anime dei giusti aspettando la redenzione di Gesù Cristo. Le anime dei santi Padri non potettero entrare in Paradiso prima della morte del Signore, perché per il peccato di Ada

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IL CREDO; Capo VI; Del sesto articolo: "Salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente"

Il sesto articolo del Credo c'insegna che Gesù Cristo, quaranta giorni dopo la sua risurrezione, alla presenza de' suoi discepoli, ascese da se stesso al cielo, e che essendo, come Dio, eguale al Padre nella gloria, come uomo è stato innalzato sopra tutti gli Angeli e tutti i Santi, e costituito Signore di tutte le cose. Prima stette quaranta giorni sulla terra per provare, con varie apparizioni, che era veramente risorto, e per istruire sempre più e confermare gli Apostoli nelle verità della fe

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IL CREDO; Capo IV; Del Terzo Articolo: "Il quale fu concepito di Spirito Santo; nacque da Maria Vergine"

Il Figliuolo di Dio ha preso un corpo e un'anima, come abbiamo noi, nel seno purissimo di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo, ed è nato da questa Vergine.A formare il corpo e a creare l'anima di Gesù Cristo concorsero tutte le tre Persone divine. Si dice solo: "fu concepito di Spirito Santo", perché l'incarnazione del Figliuolo di Dio è opera di bontà e di amore, e le opere di bontà e di amore si attribuiscono allo Spirito Santo.Il Figlio di Dio si fece uomo, senza cessare di esser Dio,

Valerio

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Solennità della Circoncisione del Signore

La Circoncisione del Signore è la festa istituita per celebrare la memoria del sangue sparso da Gesù Cristo nei primi giorni della sua vita. La circoncisione, nella legge antica, era un rito istituito dal Signore, per contrassegnare coloro che appartenevano al popolo di Dio, e per distinguerli dalle genti infedeli. Gesù Cristo certamente non era soggetto alla legge della circoncisione, perché era fatta per i servi e per i peccatori; e Gesù Cristo è vero Figliuolo di Dio e autore della legge, ed

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Santa Maria: vera Madre di Dio e Immacolata sempre Vergine

In prefigurazione della grandezza dell'Immacolata, è scritto nel Libro della Sapienza: “Io come la vite gettai profumati germogli e i miei fiori diedero frutti di gloria e di ricchezza. Io sono la madre del santo amore e del timore e della scienza e della santa speranza. In me è ogni grazia di dottrina e di verità; in me è ogni speranza di vita e di virtù. Accostatevi a me voi che mi bramate e saziatevi dei miei frutti, perché più dolce del miele è il mio ricordo, più del miele del favo il

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO II; DEI COMANDAMENTI CHE RIGUARDANO DIO; 1. Del primo comandamento

In principio dei comandamenti si dice: "Io sono il Signore Iddio tuo", perché conosciamo che Dio, essendo il nostro Creatore e Signore, può comandare quello che vuole, e noi, sue creature, siamo tenuti ad obbedirgli.Con le parole del primo comandamento: "Non avrai altro Dio avanti di me", Iddio ci ordina di riconoscere, di adorare, di amare e servire Lui solo, come nostro supremo Signore. Il primo comandamento si adempie coll'esercizio del culto interno ed esterno.Il culto interno è l'onore che

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO II; 2. Del secondo comandamento: "Non nominare il nome di Dio invano"

Il secondo comandamento: "Non nominare il nome di Dio invano", ci proibisce: 1. di nominare il nome di Dio senza rispetto; 2. di bestemmiare contro Dio, contro la santissima Vergine e contro i Santi; 3. di fare giuramenti falsi e non necessari, o in qualunque modo illeciti. Nominare il nome di Dio senza rispetto vuol dire pronunziare questo santo nome e tutto ciò che si riferisce in modo speciale a Dio stesso, come il nome di Gesù, di Maria e dei Santi, nella collera, per ischerzo, o

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELLA FESTA DI S. GIUSEPPE, SPOSO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA E PATRONO DELLA CHIESA

La Chiesa celebra con speciale solennità la festa di S. Giuseppe, perché egli è, dopo Maria Vergine, di cui fu castissimo sposo, il più grande tra i santi, padre putativo di Gesù Cristo e fu dichiarato Patrono della Chiesa. Egli era comunemente creduto padre di Gesù Cristo, perché adempì verso di Lui gli offici paterni. S. Giuseppe dimorava a Nazareth, piccola città della Galilea, e benché fosse della stirpe reale di David, era povero, e si guadagnava da vivere colla fatica delle sue mani. L

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO II; 3. Del terzo comandamento: "Ricordati di santificare le feste"

Il terzo comandamento ci ordina di onorare Dio con opere di culto nei giorni di festa, ovvero le domeniche ed altre festività stabilite dalla Chiesa.La domenica è festa da santificare, perché in tal giorno Gesù Cristo nostro signore risuscitò.Per offrire a Dio il culto dovuto, ci viene comandato di assistere devotamente al santo sacrificio della Messa.Un buon cristiano santifica le festività: 1° coll'istruirsi sulla dottrina cristiana, con il prender parte alle prediche ed ai divini uffici; 2° c

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO III; 1. Del quarto comandamento: "Onora il padre e la madre"

Il quarto comandamento ci ordina di rispettare il padre e la madre, di obbedire loro in tutto ciò che non è peccato, e di aiutarli nei loro bisogni spirituali e materiali.E' proibito offendere i genitori con le parole, con le opere e in qualsiasi altro modo.Allo stesso modo questo comandamento ci dice di obbedire e portare rispetto anche ai superiori in generale, sia ecclesiastici che secolari.L'autorità per cui i genitori comandano ai figli e l'obbligo di essi all'obbedienza vengono da Dio, che

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO III; 2. Del quinto comandamento: "Non ammazzare"

Il quinto comandamento proibisce di uccidere, battere, ferire o fare qualunque altro danno al prossimo nel corpo, sia per sé, sia per mezzo d'altri; come pure di offenderlo con parole ingiuriose e di volergli male. In questo comandamento Iddio proibisce anche il suicidio.E' peccato gravissimo uccidere il prossimo, perché chi lo fa usurpa temerariamente il diritto che ha Dio solo sulla vita dell'uomo; perché distrugge la sicurezza della società umana, e perché toglie al prossimo la vita, che è il

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO III; 3. Del sesto e del nono comandamento: "Non fornicare"; "Non desiderare la donna d'altri"

Il sesto comandamento ci proibisce ogni atto, ogni sguardo, ogni discorso contrario alla castità, e l'infedeltà nel matrimonio.Il nono comandamento proibisce espressamente ogni desiderio contrario alla fedeltà che i coniugi si sono giurata nel contrarre matrimonio; e proibisce pure ogni colpevole pensiero o desiderio di azione vietata dal sesto comandamento.L'impurità è un peccato gravissimo ed abominevole innanzi a Dio ed agli uomini; avvilisce l'uomo alla condizione dei bruti, lo trascina a mo

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO III; 4. Del settimo comandamento: "Non rubare"

Il settimo comandamento proibisce di prendere e di ritenere ingiustamente la roba altrui e di recar danno al prossimo nella roba in qualunque altro modo.Rubando si pecca contro la giustizia, e si fa ingiuria al prossimo, prendendo e ritenendo contro il suo diritto e la sua volontà ciò che gli appartiene.Si può prendere la roba degli altri senza fare peccato solo quando il padrone non fosse contrario, oppure in caso di estrema necessità, prendendo solo quanto è strettamente necessario per soddisf

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO III; 5. Dell'ottavo comandamento: "Non dire falsa testimonianza"

L'ottavo comandamento di proibisce di dire falsità, la mormorazione, la calunnia, l'adulazione, il giudizio ed il sospetto temerario ed ogni sorta bugia.La mormorazione è un peccato che consiste nel manifestare, senza giusto motivo, i peccati e difetti altrui.La calunnia è un peccato che consiste nell'attribuire malignamente al prossimo colpe e difetti che non ha.L'adulazione è un peccato che consiste nell'ingannare taluno col dire falsamente bene di lui o di altri, allo scopo di averne vantaggi

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DEI RITI DEL TRIDUO PASQUALE

Nel giovedì santo si celebra l'istituzione del SS. Sacramento dell'Eucarestia e dell'Ordine Sacro.Nel venerdì santo si ricorda la passione e morte del Salvatore, per questo è giorno di digiuno ed astinenza.Nel sabato santo si onorano la sepoltura di Gesù Cristo e la sua discesa al limbo e dopo il segno del Gloria si comincia ad onorare la sua gloriosa risurrezione.Per vivere il Sacro Triduo Pasquale secondo la mente della Chiesa dobbiamo fare tre cose:1. unire al digiuno un maggior raccoglimento

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MEDITAZIONE SUL VENERDI' SANTO

Il venerdì santo è un giorno di dolore, del più grande di tutti i dolori. Cristo muore. Il dominio della morte sull'uomo, conseguenza del peccato, non risparmia il capo dell'umanità, il Figlio di Dio fatto uomo. Ma, come tutti i cristiani sanno, la morte che Gesù ha diviso con noi e che fu per Lui così atroce, rispondeva ai disegni di Dio per la salvezza del mondo. Imposta dal Padre al Figlio suo, fu da questi accettata per la nostra redenzione. La Croce di Cristo diventa in quel moment

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SULLA SANTA VEGLIA PASQUALE

La liturgia della notte di Pasqua era anticamente una delle più importanti dell'anno.Nel pomeriggio del sabato santo l'assemblea cristiana era convocata a San Giovanni in Laterano per l'ultimo scrutinio dei catecumeni. Poi, la sera, cominciava la Vigilia o Veglia Pasquale che terminava all'alba con i battesimi solenni: immersi e sepolti con Cristo nelle acque battesimali, i neofiti nascevano alla vita della Grazia nel momento stesso in cui il Salvatore uscì trionfante dalla tomba all'aurora del

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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; DELLA PASQUA DI RISURREZIONE

Nella festa di Pasqua si celebra il mistero della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, ossia il ricongiungersi della sua santissima anima al corpo dal quale era stata separata per la morte, e la nuova sua vita gloriosa e immortale. La festa di Pasqua si celebra dalla Chiesa con grande solennità, e si continua per tutta l’Ottava, a motivo dell’eccellenza del Mistero, che fu il compimento della nostra redenzione, ed è il fondamento della nostra religione. Gesù Cristo con la sua m

Valerio

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