20 Maggio 2024

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Mario Mascia

IL CONFINE DELL' IDEALE UMANO

In una società ancorata ad un pragmatismo materialistico hanno senso gli ideali nella convivenza umana ispirati a modelli di società o personaggi storici esemplari in termini etici? La cultura attuale afferma l’ideale secondo criteri personalistici di successo e di affermazione sociale con richiami narcisistici ed egocentrici.
Svelare l’inganno di una propaganda mediatica è un compito arduo ma doveroso per il riscatto di una umanità in cui l’essere umano possa credere ed esercitare una “Perfetta filantropia”.



Il divenire dell’essere umano si manifesta nella storia in un percorso controverso di afflizioni, gioie e dolori, così da rendere significativo il valore della propria esistenza in termini di maturazione e possibilmente di saggezza.

Le vicende liete e nefaste si ripercuotono nella persona per forgiare il temperamento quanto possa essere orientato alle mete della realizzazione del propri sogni e ideali.

Il tempo assume una importanza innegabile nel compimento della crescita personale per consolidare l’esperienza, risorsa da cui attingere l’insegnamento per giungere ad un adeguata capacità di giudizio di fronte alle scelte da effettuare nella realtà.

La realtà nella quale l’uomo ha sempre dovuto confrontarsi è circoscritta dai confini delle proprie ambizioni e possibilità oltre i quali ha sperimentato i propri limiti che hanno da sempre motivato la propria inquietudine proiettata in una dimensione in cui la sublimazione degli ideali scaturisce dall’ingannevole esaltazione dei miti.

Resta nei confini dell’immaginario il fascino del mito a cui l’uomo può sentirsi attratto per dedicare particolare attenzione e rappresentare un mondo confacente ai propri bisogni interiori appagabili nell’ambito della propria convivenza sociale sul piano materiale o spirituale.

Il mito è concepibile in termini essenziali come un evento esemplarmente idealizzato in corrispondenza di una carica di eccezionale e diffusa partecipazione fantastica o religiosa.

L’ideale al quale l’uomo può suscitare particolare interesse è sempre in rapporto col proprio ambiente portatore di opportunità per la propria affermazione.

Vale a questo punto citare l’esempio della così detta età classica quando Atene, grazie ad alcuni grandi uomini come Efialte e Pericle, elaborò una costituzione democratica a carattere diretto che rimase modello di perfezione in tutti i tempi: per essa sostanzialmente qualsiasi cittadino, anche il meno abbiente, poteva raggiungere le massime cariche pubbliche e teoricamente, almeno una volta nella sua vita, aspirare alla presidenza dello Stato per la durata di ventiquattro ore.

A tal punto resta pertanto l’incognita di una società idonea a recepire gli ideali elevati dell’uomo.

Il mito della società perfetta ha ispirato le varie ideologie: impostate alla pretesa di plasmare l’essere umano secondo criteri dogmatici lontani da una concezione naturalistica e umanitaria.

Le tragedie del novecento hanno fatto naufragare i miti delle ideologie in utopie.

Il confine sul quale la religione contrasta il mito è il richiamo alla sacralità della vita in una visione escatologica, che può influire in modo notevole sulla visione del mondo e la condotta costante dell’essere umano.

L’ideale della società perfetta avrà i meriti di una convivenza fondata su valori prettamente spirituali esenti da impostazioni esaltanti di personalismi ed egocentrismi che sottendono ingannevoli ideali.

Il vero ideale illumina la dignità umana degno di apprezzamento nella inclinazione disinteressa alla promozione umana quando si presentano ostacoli in una società a misura d’uomo quali la povertà, l’ingiustizia, la discriminazione, la violenza, la prevaricazione.

Qual è il nodo cruciale della percezione ideale dell’uomo se non la concezione etica della perfezione.

Secondo Parsifal, cavaliere della Tavola rotonda “L’ideale dell’uomo nuovo deve essere: un cuore puro come un cristallo, una mente chiara come il Sole, un’anima ampia come l’Universo, uno spirito come Dio e uno con Dio! »

Al di là tali simbolismi l’ideale umano secondo la concezione etica quindi rispecchia la figura della perfezione.

Etica

Il problema dell’etica della perfezione non consiste nel determinare se l’uomo sia perfetto ma se dovrebbe esserlo e in che modo.

Secondo Platone il concetto fondante nel suo pensiero corrisponde alla perfezione: supponeva che avvicinarsi all’idea della perfezione rende perfette le persone.

Gli storici attribuirono al concetto di perfezione il significato di armonia a cui tutti gli uomini potevano giungere introducendo una massima filosofica che nella cristianità divenne un valore religioso.

La dottrina cristiana della perfezione è riscontrabile nei Vangeli. Il Vangelo di S. Matteo riporta il richiamo: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). Una simile raccomandazione è presente nel Vangelo di S. Luca in cui il termine “perfetti” viene sostituito da “caritatevoli”

Una particolare citazione meritano un nutrito numero di scritti cristiani.

Diversi scritti di San Paolo presentano richiami alla perfezione. Altri sono contenuti in un discorso di Sant’Agostino De perfectione iustitiae hominis. Essi sono però presenti anche nel Vecchio Testamento: “Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio” (Deuteronomio 18:13). Sant’Agostino afferma che l’uomo perfetto non è l’uomo senza peccato ma una persona decisa a raggiungere la perfezione.

In riferimento al concetto di perfezione la Sacra scrittura espone dubbi sulla possibilità dell’uomo a raggiungere la perfezione. In diverse fonti la perfezione è tradotta nei termini di incensurato, immacolato, senza difetti, senza peccato, santo, virtuoso.

Se per gli antichi filosofi il valore intrinseco della perfezione riguardava l’armonia, per il Vangelo e i teologi cristiani riguardava l’amore o la carità.

Citando quanto affermato da Egidio Romano la perfezione non ha solo fonti personali ma anche sociali. Sapendo che l’individuo si forma nella società, nella condizione sociale risiede quella personale.

La perfezione sociale è vincolante per l’uomo, mentre quella personale è per lui solo confacente.

Il condensato del messaggio evangelico riporta in sé il valore della sapienza nella quale risiede la lungimirante prospettiva della meta cristiana da realizzare nell’ideale di perfezione della Santità.

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