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Claudio C.

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Blog Entries di Claudio C.

  1. Claudio C.
    di Courtney Mares
    Francis Malone sarà il futuro vescovo di Shreveport, in Louisiana. Malone, 69 anni, è il pastore di Christ the King a Little Rock, Arkansas, una parrocchia che ha prodotto 6 sacerdoti e 6 seminaristi dal 2006. Prima di diventare pastore nel 2001, la parrocchia non aveva vocazioni.
    “Mons. Francis Malone ... mi ha mostrato come la pura gioia possa essere contagiosa, e questo mi ha fatto desiderare di essere un prete sin dalla tenera età ”, ha scritto Daniel Wendel, un seminarista della parrocchia di Cristo Re, sul sito web della diocesi di Little Rock quest'anno . Altri seminaristi e parrocchiani hanno indicato l'esempio di Malone come uno dei motivi per cui la loro parrocchia ha chiamato molti uomini al sacerdozio. Lo stesso Malone ha accreditato l'adorazione eucaristica.
    "La nostra parrocchia non ha avuto seminaristi fino a quando non abbiamo inaugurato l'adorazione perpetua", così riferì Mons Malone all'Arkansas Catholic nel 2013. "Non può essere una coincidenza il fatto che dall'inizio della PEA [Adorazione Eucaristica Perpetua], ben 11 uomini hanno deciso di iniziare il processo di discernimento che conduce all'altare", ha detto.
    Come vescovo eletto della diocesi di Shreveport, Malone succederà al vescovo Michael Gerard Duca che guidò la diocesi per dieci anni fino a quando Papa Francesco lo nominò vescovo di Baton Rouge nel giugno 2018.
    Nato a Filadelfia il 1 ° settembre 1950, Malone fu ordinato sacerdote nella diocesi di Little Rock all'età di 26 anni. Prima di diventare parroco di Cristo Re, Malone fu pastore presso l'Immaculate Conception Church, St. Anne Church, St Michael Church, St. Mary of the Mount Church, e rettore nella Cattedrale di St. Andrew a Little Rock, tra gli altri incarichi. Malone è un avvocato di diritto canonico, che si è guadagnato il suo J.C.L. presso la Catholic University of America nel 1989. Ha inoltre conseguito diversi titoli presso l'Università di Dallas, dove ha studiato storia come studente universitario e ha conseguito la laurea. Dal 2008 è Cancelliere degli Affari ecclesiali della diocesi di Little Rock. In precedenza è stato vicario generale 2002-2006, direttore editoriale dell'Arkansas Catholic Journal e direttore delle comunicazioni nel 1995 e cappellano del Rogers Memorial Hospital nel 1983. È stato nominato Cavaliere del Santo Sepolcro nel 2002 e apostolico protonotario nel 2010.
    Malone sarà il terzo vescovo di Shreveport, una diocesi creata nel 1986. La diocesi di Shreveport ha una popolazione totale di 812.200 abitanti, di cui 41.335 cattolici.
    Traduzione da https://www.catholicnewsagency.com/news/pastor-of-vibrant-arkansas-parish-named-bishop-of-shreveport-64304 

  2. Claudio C.
    La Associazione Carlo Acutis ha compiuto opera meritoria, realizzando un cartone animato che racconta la storia delle apparizioni della Beata Vergine di Fatima ai tre pastorelli. Il cartone animato è adatto a tutti, anche se alcuni passaggi, come quello dell'inferno e della sofferenza come sacrificio vanno ben spiegati ai bambini.   Ecco di seguito il video e, subito dopo, una sintesi di ciò che accadde a Fatima.     Era il 13 maggio 1917 quando Lucia dos Santos e i fratellini Francisco e Jacinta Marto videro una Signora splendente che avrebbe cambiato la loro vita e segnato il Novecento   13 maggio 1917, Cova da Iria, località di un villaggio nel Portogallo centrale, Fatima. Tre bambini – Lucia dos Santos di 10 anni e i suoi cugini Francisco e Jacinta Marto, fratelli di 9 e 7 anni – stanno giocando mentre accudiscono un piccolo gregge, in un terreno di proprietà del padre di Lucia. Verso mezzogiorno, dopo aver recitato come d’abitudine il Rosario, vedono due fenomeni luminosi, come due lampi, e poi una misteriosa Signora splendente con un Rosario in mano. È la prima di sei apparizioni che i tre piccoli pastori avranno fino ad ottobre: sempre il giorno 13, tranne nel mese di agosto, quando dal 13 al 15 vengono “sequestrati” dal sindaco che cerca di smascherare quella che crede essere un’impostura (la Madonna apparirà poi ai tre veggenti il giorno 19). Il 13 ottobre 1930 il vescovo di Leiria dichiara «degne di fede le visioni», autorizzando il culto alla Madonna di Fatima.
    Il miracolo del sole
    Migliaia di pellegrini iniziano ad arrivare a Fatima non appena si diffonde la voce degli eventi soprannaturali. Il 13 ottobre una folla stimata tra le 30 e le 100mila persone, fra loro anche numerosi giornalisti, assiste al “miracolo del sole”, il grande segno che era stato preannunciato dalla Vergine: dopo una pioggia battente che rende fradici il terreno e gli abiti degli astanti, il cielo si apre e il disco solare viene visto cambiare colore, dimensione e posizione per circa dieci minuti. Un sole che è possibile fissare direttamente con lo sguardo. Dopo l’accaduto, abiti e terreno si mostreranno improvvisamente asciutti.
     
    Un segreto in tre parti
    Il messaggio principale delle apparizioni è legato ai tre segreti, o meglio a una rivelazione in tre parti che la Madonna fece ai pastorelli nell'apparizione del 13 luglio. Lucia, divenuta suora, scrisse le prime due parti nelle sue memorie, la terza, scritta il 3 gennaio 1944, la diede in una busta sigillata al vescovo di Leiria, busta che fu poi consegnata nel 1957 all'archivio segreto del Sant'Uffizio e il cui contenuto è stato divulgato nel 2000.
     
    La visione dell’inferno
    Nella prima parte del segreto suor Lucia racconta che la Madonna mostrò ai tre pastorelli: «…un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio [...]. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore.»
    La Russia e il Cuore Immacolato
    Nella seconda parte sono riportate queste parole di Maria: «Avete visto l'inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un'altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace».
    Il vescovo vestito di bianco
    La terza parte del segreto è così riferita da suor Lucia: «Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».
    La vita dei veggenti
    I pastorelli riferirono che la Madonna aveva parlato della morte prematura di Francisco e Jacinta, aggiungendo che Lucia sarebbe rimasta a lungo sulla Terra. Così fu. Francisco contrasse l'"influenza spagnola" nel dicembre 1918. Rimase sereno per tutta la durata della malattia e facendo in quel periodo la Prima Comunione. Morì il 4 aprile 1919. Anche Jacinta fu colpita dal virus della spagnola nel dicembre 1918. La sua malattia fu più lunga e dolorosa di quella del fratello, venne anche ricoverata, inutilmente, all'ospedale di Lisbona, dove morì il 20 febbraio 1920. Lucia entrò fra le suore di Santa Dorotea nel 1925 e nel 1948 passò fra le carmelitane del convento di Coimbra, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 2005.
     
    Le cause di beatificazione e canonizzazione
    La causa di beatificazione dei fratelli Marto è stata aperta nella diocesi di Leiria nel 1952: Francisco e Jacinta sono stati beatificati il 13 maggio del 2000 da Giovanni Paolo II e vengono ora canonizzati da papa Francesco. La causa di beatificazione di suor Lucia si è aperta invece nel 2008: lo scorso gennaio si è conclusa la fase diocesana, nella diocesi di Coimbra.
    I Papi e Fatima
    Il 13 maggio 1917, giorno della prima apparizione, Eugenio Pacelli veniva consacrato vescovo. Da Papa nutrirà una particolare venerazione per la Madonna di Fatima. Il 13 maggio 1967 Paolo VI si recò in pellegrinaggio a Fatima. Così fece Giovanni Paolo II nel 1982, nel 1991 e nel 2000: per Wojtyla era stata la Vergine di Fatima a salvargli la vita nell’attentato del 13 maggio 1981. Benedetto XVI fu a Fatima nel 2010. Anche Angelo Giuseppe Roncalli e Albino Luciani visitarono il santuario portoghese ma da cardinali, non da Papi: il primo nel 1956, il secondo nel 1977.
  3. Claudio C.
    Il 27 giugno è stato diffuso in varie lingue una forte critica del cardinale Walter Brandmüller all’Instrumentum laboris del Sinodo sull’Amazzonia (http://www.sinodoamazonico.va/content/sinodoamazonico/it/documenti/l-instrumentum-laboris-per-il-sinodo-sull-amazzonia1.html )  che si aprirà in Vaticano il prossimo 6 ottobre. Il cardinale tedesco spiega perché l’”Instrumentum laboris” “contraddice l’insegnamento vincolante della Chiesa in punti decisivi e quindi deve essere qualificato come eretico” e, dato che il documento mette in discussione il fatto stesso della divina rivelazione “si deve anche parlare, in aggiunta, di apostasia”. L’”Instrumentum laboris” , conclude il cardinale, “costituisce un attacco ai fondamenti della fede, in un modo che non è stato finora ritenuto possibile. E quindi deve essere rigettato col massimo della fermezza”.
    Riportiamo il testo del documento, il cui originale è in tedesco,  nella traduzione italiana tratta dal blog di Sandro Magister.
    .
    Una critica dell’”Instrumentum laboris” per il sinodo dell’Amazzonia
    Introduzione
    Può davvero causare stupore che, all’opposto delle precedenti assemblee, questa volta il sinodo dei vescovi si occupi esclusivamente di una regione della terra la cui popolazione è solo la metà di quella di Città del Messico, vale a dire 4 milioni. Ciò è anche causa di sospetti riguardo alle vere intenzioni che si vorrebbero attuare in modo surrettizio. Ma bisogna soprattutto chiedersi quali siano i concetti di religione, di cristianesimo e di Chiesa che sono alla base dell’”Instrumentum laboris” recentemente pubblicato. Tutto ciò sarà esaminato con l’appoggio di singoli elementi del testo.
    Perché un sinodo in questa regione?
    Per cominciare, occorre chiedersi perché un sinodo dei vescovi dovrebbe trattare argomenti, che – come è il caso dei tre quarti dell’”Instrumentum laboris” – hanno solo marginalmente qualcosa a che fare con i Vangeli e la Chiesa. Ovviamente, da parte di questo sinodo dei vescovi viene compiuta anche un’aggressiva intrusione negli affari puramente mondani dello Stato e della società del Brasile.
    C’è da chiedersi: che cosa hanno a che fare l’ecologia, l’economia e la politica con il mandato e la missione della Chiesa?
    E soprattutto: quale competenza professionale autorizza un sinodo ecclesiale dei vescovi a emettere dichiarazioni in questi campi?
    Se il sinodo dei vescovi davvero lo facesse, ciò costituirebbe uno sconfinamento e una presunzione clericale, che le autorità statali avrebbero motivo di respingere.
    Sulle religioni naturali e l’inculturazione
    C’è un altro elemento da tenere presente, che si trova in tutto l’”Instrumentum laboris”: vale a dire la valutazione molto positiva delle religioni naturali, includendo pratiche di guarigione indigene e simili, come anche pratiche e forme di culto mitico-religiose. Nel contesto del richiamo all’armonia con la natura, si parla addirittura del dialogo con gli spiriti (n. 75).
    Non è solo l’ideale del “buon selvaggio” tratteggiato da Rousseau e dall’Illuminismo che qui viene messo a confronto con il decadente uomo europeo. Questa linea di pensiero si spinge oltre, fino al XX secolo, quando culmina in un’idolatria panteistica della natura. Hermann Claudius (1913) creò l’inno del movimento operaio socialista “Quando camminiamo fianco a fianco…”, in una strofa del quale si legge: ”Verde delle betulle e verde dei semi, che la vecchia Madre Terra semina a piene mani, con un gesto di supplica affinché l’uomo diventi suo… “. Va notato che questo testo è stato successivamente copiato nel libro dei canti della Gioventù hitleriana, probabilmente perché corrispondeva al mito del “sangue e suolo” nazionalsocialista. Questa prossimità ideologica è da rimarcare. Questo rigetto anti-razionale della cultura “occidentale” che sottolinea l’importanza della ragione è tipico dell’”Instrumentum laboris, che parla rispettivamente di “Madre Terra” nel n. 44 e del “grido della terra e dei poveri” nel n.101.
    Di conseguenza, il territorio – vale a dire le foreste della regione amazzonica – viene addirittura dichiarato essere un “locus theologicus”, una fonte speciale della divina rivelazione. In esso vi sarebbero i luoghi di un’epifania in cui si manifestano le riserve di vita e di saggezza del pianeta, e che parlano di Dio (n. 19). Inoltre, la conseguente regressione dal Logos al Mythos viene innalzata a criterio di ciò che l’”Instrumentum laboris” chiama l’inculturazione della Chiesa. Il risultato è una religione naturale con una maschera cristiana.
    La nozione di inculturazione è qui virtualmente snaturata, dal momento che in realtà significa l’opposto di ciò che la commissione teologica internazionale aveva presentato nel 1988 e di quanto aveva precedentemente insegnato il decreto “Ad gentes” del Concilio Vaticano II sull’attività missionaria della Chiesa.
    Sull’abolizione del celibato e l’introduzione di un sacerdozio femminile
    È impossibile nascondere che questo “sinodo” è particolarmente adatto per attuare due progetti tra i più cari che finora non sono mai stati attuati: vale a dire l’abolizione del celibato e l’introduzione di un sacerdozio femminile, a cominciare dalle donne diacono. In ogni caso si tratta di “tener conto del ruolo centrale che le donne svolgono oggi nella Chiesa amazzonica” (n. 129 a3). E allo stesso modo, si tratta di “aprire nuovi spazi per ricreare ministeri adeguati a questo momento storico. È il momento di ascoltare la voce dell’Amazzonia… “ (n. 43).
    Ma qui si omette il fatto che, da ultimo, anche Giovanni Paolo II ha affermato con la massima autorità magisteriale che non è nel potere della Chiesa amministrare il sacramento dell’ordine alle donne. In effetti, in duemila anni, la Chiesa non ha mai amministrato il sacramento dell’ordine a una donna. La richiesta che si colloca in diretta opposizione a questo fatto mostra che la parola “Chiesa” viene ora utilizzata esclusivamente come termine sociologico da parte degli autori dell’”Instrumentum laboris”, negando implicitamente il carattere sacramentale-gerarchico della Chiesa.
    Sulla negazione del carattere sacramentale-gerarchico della Chiesa
    In modo simile – sebbene con espressioni piuttosto di passaggio – il n. 127 contiene un attacco diretto alla costituzione gerarchico-sacramentale della Chiesa, quando vi si chiede se non sarebbe opportuno “riconsiderare l’idea che l’esercizio della giurisdizione (potere di governo) deve essere collegato in tutti gli ambiti (sacramentale, giudiziario, amministrativo) e in modo permanente al sacramento dell’ordine”. È da una visione così errata che deriva poi nel n. 129 la richiesta di creare nuovi uffici che corrispondano ai bisogni dei popoli amazzonici.
    Tuttavia è il campo della liturgia, del culto, quello in cui l’ideologia di un’inculturazione falsamente intesa trova la sua espressione in modo particolarmente spettacolare. Qui, alcune forme delle religioni naturali sono assunte positivamente. L’”Instrumentum laboris” (n. 126 e) non si trattiene dal chiedere che i “popoli poveri e semplici” possano esprimere “la loro (!) fede attraverso immagini, simboli, tradizioni, riti e altri sacramenti (!!)”.
    Questo sicuramente non corrisponde ai precetti della costituzione “ Sacrosanctum Concilium“, né a quelli del decreto “Ad gentes” sull’attività missionaria della Chiesa, e mostra una comprensione puramente orizzontale della liturgia.
    Conclusione
    “Summa summarum”: l’”Instrumentum laboris” carica il sinodo dei vescovi e in definitiva il papa di una grave violazione del “depositum fidei”, che significa come conseguenza l’autodistruzione della Chiesa o il cambiamento del “Corpus Christi mysticum” in una ONG secolare con un compito ecologico-sociale-psicologico.
    Dopo queste osservazioni, naturalmente, si aprono delle domande: si può qui rinvenire, specialmente riguardo alla struttura sacramentale-gerarchica della Chiesa, una rottura decisiva con la Tradizione apostolica in quanto costitutiva per la Chiesa, o piuttosto gli autori hanno una nozione dello sviluppo della dottrina che viene sostenuta teologicamente al fine di giustificare le rotture sopra menzionate?
    Questo sembra essere davvero il caso. Stiamo assistendo a una nuova forma del Modernismo classico dell’inizio del XX secolo. All’epoca, si è cominciato con un approccio decisamente evolutivo e poi si è sostenuta l’idea che, nel corso del continuo sviluppo dell’uomo a gradi più alti, devono essere trovati di conseguenza anche livelli più elevati di coscienza e di cultura, per cui può risultare che quello che era falso ieri può essere vero oggi. Questa dinamica evolutiva è applicata anche alla religione, cioè alla coscienza religiosa con le sue manifestazioni nella dottrina, nel culto e naturalmente anche nella morale.
    Ma qui, allora, si presuppone una comprensione dello sviluppo del dogma che è nettamente opposta alla genuina comprensione cattolica. Quest’ultima comprende lo sviluppo del dogma e della Chiesa non come un cambiamento, ma, piuttosto, come uno sviluppo organico di un soggetto che rimane fedele alla propria identità.
    Questo è ciò che i Concili Vaticani I e II ci insegnano nelle loro costituzioni “Dei Filius“, “Lumen Gentium” e “Dei Verbum”.
    Dunque si deve dire oggi con forza che l’”Instrumentum laboris” contraddice l’insegnamento vincolante della Chiesa in punti decisivi e quindi deve essere qualificato come eretico. Dato poi che anche il fatto della divina rivelazione viene qui messo in discussione, o frainteso, si deve anche parlare, in aggiunta, di apostasia.
    Ciò è ancor più giustificato alla luce del fatto che l’”Instrumentum laboris” usa una nozione puramente immanentista della religione e considera la religione come il risultato e la forma di espressione dell’esperienza spirituale personale dell’uomo. L’uso di parole e nozioni cristiane non può nascondere che esse sono semplicemente usate come parole vuote, a prescindere dal loro significato originale.
    L’”Instrumentum laboris” per il sinodo dell’Amazzonia costituisce un attacco ai fondamenti della fede, in un modo che non è stato finora ritenuto possibile. E quindi deve essere rigettato col massimo della fermezza.
  4. Claudio C.
    DOMANDA
    La preghiera Eucaristica dobbiamo considerarla tutta consacratoria.
    RISPOSTA:
    Una prima osservazione: se tutta l’anafora è consacratoria, allora niente è consacratorio di quella preghiera; bisognerebbe infatti, spiegare perché mai gli studiosi l’abbiano distinta in più parti(prefazio, epiclesi, anamnesi, intercessioni, ecc).
    Del resto, nel pensiero dei padri l’epiclesi allo Spirito è operante ed efficace per le parole di Cristo. Alcune testimonianze:
          Giovanni Crisostomo:
         “Non è l’uomo a far sì che le offerte divengano il corpo e il sangue di Cristo, ma Cristo stesso, crocifisso per noi. Il prete è lì a rappresentarlo e pronuncia le parole, ma la potenza e la grazia sono di Dio. Questo è il mio corpo, egli dice. Questa parola trasforma le offerte”[1].
     
    Tommaso d’Aquino ha portato il suo contributo decisivo:
    “ …la conversione (eucaristica) di cui parliamo è istantanea. Primo, perché la sostanza del corpo di Cristo, alla quale termina questa conversione, non ammette un più e un meno. Secondo, perché in questa conversione non c’è un soggetto da preparare gradualmente. Terzo, perché viene compiuta dall’infinita virtù di Dio.(…) Perciò si deve rispondere che questa conversione avviene, come si è detto, per le parole di Cristo proferite dal sacerdote, in modo che l’ultimo istante della dizione di quelle parole è il primo istante della presenza del corpo di Cristo nel sacramento, mentre in tutto il tempo precedente c’era la sostanza del pane”[2].
           Dunque, il concilio Tridentino non ha dovuto fare altro che registrare un dato: “Nella Chiesa di Dio c’è stata sempre la fede che subito dopo la consacrazione c’è il vero corpo di N.S.G.Cristo e il suo vero sangue sotto la specie del pane e del vino insieme alla sua anima e divinità. Ma il corpo sotto la specie del pane, il sangue sotto la specie del vino in forza delle parole,ecc”[3].
           Si obietta da parte di alcuni liturgisti che Tommaso e il concilio di Trento non erano sensibili alla vita liturgica e alla lex orandi e perciò avrebbero avallato una concezione statica dell’eucaristia, mentre attribuendo valore consacratorio all’epiclesi ne riceverebbe impulso quella dinamica. A parte un certo sapore calvinista di tale proprietà attribuita all’eucaristia, si dovrebbe osservare che, nell’economia biblica come in quella liturgica, lo Spirito viene invocato ed effuso prima perché deve condurre a Cristo, proprio come nell’iniziazione sacramentale: dal battesimo alla confermazione e all’eucaristia. In ogni caso, che lo Spirito s’invochi prima o dopo, o prima e dopo, di certo conduce a Cristo e non da un’altra parte e opera una cum Patre et Filio.
    Osserva sant’Ambrogio: “…che dire della benedizione fatta da Dio stesso dove agiscono le parole medesime del Signore e Salvatore? Giacché questo sacramento che tu ricevi si compie con la parola di Cristo…La parola di Cristo, dunque, che ha potuto creare dal nulla quello che non esisteva, non può cambiare le cose che sono in ciò che non erano? Infatti non è meno difficile dare alle cose un’esistenza che cambiarle in altre… Lo stesso Signore Gesù proclama: ‘Questo è il mio corpo’. Prima della benedizione delle parole celesti la parola indica un particolare elemento. Dopo la consacrazione ormai designa il corpo e il sangue di Cristo. Egli stesso lo chiama suo sangue. Prima della consacrazione lo si chiama con un altro nome. Dopo la consacrazione è detto sangue. E tu dici:”Amen”, cioè, “E’ così””[4].
         
          Si comprende la crescente consapevolezza ecclesiale, culminata nelle definizioni dei concili di Firenze e di Trento, che le parole della consacrazione siano costitutive del gesto eucaristico e necessarie per la fede cattolica[5].
        Inoltre, l’elevazione delle specie consacrate, nata dalla pietà medievale, è il segnale che il mistero si è compiuto nella transustanziazione e costituisce anche l’invito all’adorazione. Analogamente le rubriche della liturgia bizantina prescrivono che il sacerdote reciti le parole a capo chino, alzando in modo epicletico e reverente la destra sul pane e dopo segnando con la croce il calice, prima di pronunciare le parole [6]. Se l’invocazione dello Spirito è operante ed efficace, secondo i padri suddetti, con le parole dell’istituzione, non è sostenibile la valenza consacratoria dell’epiclesi.
         Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che “Nel racconto dell’istituzione l’efficacia delle parole e dell’azione di Cristo, e la potenza dello Spirito Santo, rendono sacramentalmente presenti sotto le specie del pane e del vino il suo Corpo e il suo sangue, il suo sacrificio offerto sulla croce una volta per tutte”(1353); inoltre, che “la presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche” (1377). Quindi, si conosce il momento preciso: dopo le parole di Cristo comincia la presenza e quindi l’adorazione. Non è un limite legato alla nozione di tempo fisico: è l’istante di Dio che è diventato tempo sacramentale, da quando egli, l’eterno, è entrato nel tempo fisico e vi si è sottomesso. I teologi contemporanei non ci hanno resi sensibili all’hic et nunc della liturgia?  Perché scandalizzarsi allora del momento preciso? Il cristianesimo non è l’evento di un dio mitico senza tempo. Questo noi crediamo e insegniamo.
    Resta il confine additato da Paolo VI: “Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obbiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il corpo e il sangue adorabili del Signore Gesù ad essere realmente presenti dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino”. (Solenne professione di fede, 30 giugno 1968,25: AAS 60(1968), 442-443). 
      [1]              De proditione Iudae, Homilia I,PG 49, col 380, in particolare 389-390.
    [2]              Summa Theologiae, III pars, q.75,a.7: ed.Salani,1971, vol XXVIII,p 109-112.
    [3]              Acta Concili Tridentini, Sessione XIII, cap.3:Denzinger, 1640.
    [4]              De mysteriis,52.54;  SCh 25 bis, 188.
    [5]   Concilio di Firenze, Decretum pro Armenis;DS 1321; Concilio di Trento, Doctrina de ss.Missae  Sacrificio; DS 1740-1: che sottolinea : <uti semper catholica Ecclesia intellexit et docuit> (cap 1).
    [6]   Cfr lo studio classico di M.Gordillo, L’epiclesi eucaristica.Controversie con l’Oriente bizantino-slavo, in A.Piolanti(a cura   di),Eucaristia. Il mistero dell’altare nel pensiero e nella vita della Chiesa, Roma 1957.
  5. Claudio C.
    DOMANDA:
    La teologia ha concentrato tutta l’attenzione su un solo momento della Consacrazione tralasciando tutta la preghiera Eucaristica. La consacrazione comincia quando il Sacerdote dice: il Signore sia con voi e con il vostro Spirito ecc…?
    RISPOSTA:
    Quando comincia la presenza di Cristo nell'eucaristia
    Taluni teologi ritengono che la consacrazione – mediante la quale si opera la transustanziazione – del pane e del vino non avvenga all'istante, ma gradualmente, e che l'intera preghiera eucaristica sia consacratoria.
             Che dire di questa teoria? L'idea della consacrazione graduale o progressiva è la conseguenza dell'enfatizzazione del valore della preghiera eucaristica nel suo insieme: un tentativo di avvicinarsi, in modo più completo e ricco, al mistero eucaristico. Con l'espressione: “racconto dell’istituzione”, presente nel cuore della preghiera eucaristica, - ossia la consacrazione del pane e del vino,  quando alle parole: “Questo è il mio corpo” e “Questo è il (calice del) mio sangue” (cfr CCC 1353, 1376-1377), il pane cessa di essere pane e il vino cessa di essere vino e diventano il corpo e il sangue, l’anima e la divinità di Cristo – si intende sminuire la presenza reale a favore di altri aspetti, come il memoriale del sacrificio di Cristo, la sua risurrezione e la sua ascensione, il ruolo dello Spirito Santo. Se Cristo non fosse già pienamente presente dal momento della consacrazione, la prescrizione delle rubriche del messale al sacerdote, di inginocchiarsi in adorazione, sarebbe senza senso. Sulla dichiarazione vaticana di validità dell'anafora di Addai e Mari, usata in alcune chiese mediorientali, che - priva delle parole della consacrazione - consacrerebbe in modo 'diffuso', senza determinare il momento preciso, c'è ancora molto da discutere. L'idea di una graduale trasformazione del pane e del vino, in eucaristia, non è sostenibile più di quanto chi sostiene che un embrione non sia un essere umano all'atto del concepimento e lo diventi gradualmente.
             Sull'istante della consacrazione, come tempo sacramentale, influisce l'idea che il tempo sacramentale sia del tutto diverso da quello fisico; ma l'essere diventato tempo metafisico dipende proprio dal fatto che l'Eterno è entrato nell'istante temporale. Nicola Bux ha scritto che l’insistenza della liturgia odierna sull’evento(cioè sul nunc, ora) è andata a scapito della permanenza del sacro (hic, qui), così anche il rito avviene e non dura; eppure «Il linguaggio della fede ha chiamato mistero questa eccedenza riguardo al mero istante storico e ha condensato nel termine mistero pasquale il nocciolo più intimo dell’avvenimento redentivo»(J.RATZINGER, Davanti al Protagonista, Cantagalli, Siena 2009, p 130). Il rifiuto di tale eccedenza ha, in realtà, portato alla rimozione del segno massimo della permanenza del divino: il tabernacolo, malgrado sant’Ambrogio affermi: «Che cosa è l’altare di Cristo se non l’immagine del corpo di Cristo?» (sant'Ambrogio, De Sacramentis, 5,7; CSEL 73, 61; PL 16, 447, perciò «L’altare è immagine del corpo e il corpo di Cristo sta sull’altare»( Ivi, ,4,7; CSEL 73,49; PL 16, 437   cfr CCC 1383). E allora, che fastidio dà il tabernacolo sull’altare della celebrazione? Bisogna riequilibrare evento e permanenza, riunire hic et nunc.
             Inoltre, pur affermando il Catechismo che “La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie” (CCC 1377), ci sono preti che usano amministrare la comunione con le ostie consacrate durante la messa, e non con quelle custodite nel tabernacolo. Pur, a voler mostrare in tal modo il segno della presenza avvenuta, si può far credere che le ultime siano di seconda categoria, mentre è noto che le ostie, solo quando perdono l’apparenza e il gusto del pane, non contengono più la presenza. C’è una differenza di presenza del Signore?
             Queste e altre teorie si possono ritrovare nell'impostazione del liturgista Cesare Giraudo. Egli ama parlare del passaggio avvenuto nel primo millennio, dal metodo patristico a quello scolastico che – egli semplifica – sarebbe più debole perché, invece di partire dai testi liturgici, parte dalla propria testa; anche se non spiega la ragione che ha portato a preferire quest'ultimo, cioè il metodo scolastico. Nella Chiesa non c'è stato, anche, uno sviluppo della teologia sacramentale eucaristica? Di qui la sua valutazione negativa del fare teologia a scuola, dimenticando che, anche nel giudaismo, il servizio liturgico dei sacerdoti era affiancato dall'insegnamento dei rabbi. Se il maestro medievale poteva insegnare ciò che aveva speculato nella sua cella, era perché prima aveva adorato il sacramento: san Tommaso e san Bonaventura non hanno insegnato ciò che avevano adorato in ginocchio? Si può 'studiare' Cristo pregando, e pregarlo studiando. Quella che Giraudo chiama lettura 'statica' dei padri e che oppone a quella 'dinamica' – cosa cambiano questi termini nel dogma eucaristico? – non era che il tentativo di verificare la rispondenza della fede alle esigenze della ragione.
              Dunque, sull'inizio della presenza Ambrogio ricorda: “Lo stesso Signore Gesù proclama: 'Questo è il mio corpo'. Prima della benedizione delle parole celesti la parola indica un particolare elemento. Dopo la consacrazione ormai designa il corpo e il sangue di Cristo. Egli stesso lo chiama suo sangue. Prima della consacrazione lo si chiama con altro nome. Dopo la consacrazione è detto sangue. E tu dici: 'Amen', cioè, 'E' così'”.(sant'Ambrogio, Sui misteri, n 54; SC 25 bis, 188).
             Per questo, a richiamare l'inizio del farsi presente di Gesù Cristo, è lodevole suonare il campanello, come esplicitamente previsto nell'ordinamento generale del messale romano: “Poco prima della consacrazione, il ministro, se è opportuno, avverte i fedeli con un segno di campanello. Così pure suona il campanello alla presentazione al popolo dell’ostia consacrata e del calice, secondo le consuetudini locali. Se si usa l’incenso, quando, dopo la consacrazione, si mostrano al popolo l’ostia e il calice, il ministro li incensa”(OGRM n 150). Malgrado il divieto di liturgisti modernisti, così si fa in molte parti del mondo come nelle liturgie papali, con gioia di ministri e fedeli.
    Dunque, dalla storia della liturgia e del dogma eucaristico si apprende che la forma o rito della messa non è il convito: «Eucaristia significa sia il dono della communio in cui il Signore diventa cibo per noi, sia il sacrificio di Gesù Cristo che ha pronunciato il suo sì trinitario al Padre nel sì della croce ed ha riconciliato tutti noi con il Padre in questo “sacrificio”. Tra pasto e sacrificio non si dà contrasto alcuno; nel nuovo sacrificio del Signore essi si intrecciano inscindibilmente».[1] Nelle due forme della messa bizantina, la “divina liturgia di San Giovanni Crisostomo” e quella “di San Basilio”, il concetto di cena o di banchetto è chiaramente subordinato a quello di sacrificio, proprio come nel nostro canone romano.
        Di denominazioni della messa ve ne sono, basta consultare il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma non si può dire che quella di cena e di memoriale sia primaria rispetto a quella di sacrificio, ripresentazione incruenta del sacrificio del Golgota. Il fatto che l’eucaristia sia il sacrificio del Verbo, la parola di Dio fatta carne – in greco Logos, che significa parola e anche “ragione” – ne fa l’offerta razionale (oblatio rationabilis), il culto logico (logikè latria). Davvero, l’eucaristia è l’ingresso della Chiesa nel “culto razionale”.
      [1]              J.RATZINGER, Davanti al Protagonista,o.c., p 110.
  6. Claudio C.
    a cura di P. Francesco Solazzo*

    Il Catechismo Maggiore di S. Pio X, al n. 830, presenta il Matrimonio cristiano con queste parole: “Il Matrimonio è un sacramento, istituito da nostro Signore Gesù Cristo, che stabilisce una santa ed indissolubile unione tra l’uomo e la donna, e dà loro la grazia di amarsi l’un l’altro santamente e di allevare cristianamente i figliuoli”. E al n. 518 dice che “Con la parola sacramento s’intende un segno sensibile ed efficace della grazia, istituito da Gesù Cristo per santificare le anime nostre”.
    In poche parole, significa che il Sacramento è direttamente opera di Dio che agisce attraverso i segni e non dipende nella maniera assoluta dalla degnità e indegnità dei ministri che lo celebrano. Ogni Sacramento, inoltre, trova la sua efficacia nel Sacrificio della Croce. Anche il Matrimonio cristiano, dunque, è opera diretta di Dio; è quindi Dio che unisce gli sposi in un vincolo indissolubile e questo vincolo è finalizzata prima di tutto alla loro santificazione e a collaborare all’attività creatrice di Dio attraverso la nascita dei figli educandoli secondo la fede cristiana ricevuta. A questo si riferiva Gesù quando ha detto che «All’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto» (Mc 10,6-9).
    Con la sua precisazione il Divino Maestro restaura la freschezza della Volontà Divina al momento della creazione.
    I cristiani, che invece di sposarsi davanti a Dio convivono o si sposano solo civilmente (che davanti a Dio è la medesima cosa), sono in contrasto con la Volontà Divina, poiché stanno rifiutando un dono inestimabile di Dio. Convivere è in pratica, un atto di superbia poiché in quel modo la coppia sta dicendo a Dio di non aver bisogno della sua Grazia per vivere insieme e per diventare santi; sta rifiutando cioè il dono del suo Preziosissimo Sangue sparso sulla Croce. Ugualmente, coloro che divorziano stanno considerando le loro difficoltà più grandi della Grazia di Dio che li unisce. Anche nel caso si creino situazioni gravissime per le quali diviene impossibile una pacifica convivenza, gli sposi non sono autorizzati a compromettere il vincolo che Dio ha istituito, poiché in quel vincolo c’è la salvezza delle loro anime, che è il fine per il quale Gesù Cristo è morto sulla Croce.
    *P. Francesco Solazzo, passionista originario di Trepuzzi (Lecce), è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 2015 – solennità dei Santi Pietro e Paolo – presso la cattedrale di Lecce dall’arcivescovo Domenico Umberto D’Ambrosio.
  7. Claudio C.
    Catechesi mensile sul Credo e le verità in cui credere, che don Nicola Bux ha tenuto nella Chiesa di San Giuseppe in Bari, Utilizzando come testo guida il "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica".
    Per poter seguire meglio la catechesi, ci si può avvalere del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica
    http://www.vatican.va/archive/compend...

    dal n. 79 al n. 84 CAPITOLO SECONDO CREDO IN GESÙ CRISTO, IL FIGLIO UNIGENITO DI DIO

    - 79. Qual è la Buona Novella per l'uomo?
    422-424
    È l'annunzio di Gesù Cristo, «il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), morto e risorto. AI tempo del re Erode e dell'imperatore Cesare Augusto, Dio ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza mandando «suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4,4-5).

    - 80. Come si diffonde questa Buona Novella?
    425-429
    Fin dall'inizio i primi discepoli hanno avuto l'ardente desiderio di annunziare Gesù Cristo, allo scopo di condurre tutti alla fede in lui. Anche oggi, dall'amorosa conoscenza di Cristo nasce il desiderio di evangelizzare e catechizzare, cioè svelare nella sua persona l'intero disegno di Dio e mettere l'umanità in comunione con lui.

    « E IN GESÙ CRISTO, SUO UNICO FIGLIO, NOSTRO SIGNORE »

    - 81. Che cosa significa il nome «Gesù»?
    430-435
    452
    Dato dall'Angelo al momento dell'Annunciazione, il nome «Gesù» significa «Dio salva». Esso esprime la sua identità e la sua missione, «perché è lui che salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Pietro afferma che «non vi è sotto il cielo altro Nome dato agli uomini nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12).

    - 82. Perché Gesù è chiamato «Cristo »?
    436-440
    453
    «Cristo» in greco, «Messia» in ebraico, significa «unto». Gesù è il Cristo perché è consacrato da Dio, unto dello Spirito Santo per la missione redentrice. È il Messia atteso da Israele, mandato nel mondo dal Padre. Gesù ha accettato il titolo di Messia precisandone tuttavia il senso: «Disceso dal cielo» (Gv 3,13), crocifisso e poi risuscitato, egli è il Servo Sofferente «che dà la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Dal nome Cristo è venuto a noi il nome di cristiani.

    - 83. In che senso Gesù è il «Figlio Unigenito di Dio»?
    441-445
    454
    Egli lo è in senso unico e perfetto. Al momento del Battesimo e della Trasfigurazione, la voce del Padre designa Gesù come suo «Figlio prediletto». Presentando se stesso come il Figlio che «conosce il Padre» (Mt 11,27), Gesù afferma la sua relazione unica ed eterna con Dio suo Padre. Egli è «il Figlio Unigenito (1Gv 4,9)» di Dio, la seconda Persona della Trinità. È il centro della predicazione apostolica: gli Apostoli hanno visto «la sua gloria, come di Unigenito dal Padre» (Gv 1,14).

    - 84. Che cosa significa il titolo «Signore»?
    446-451
    455
    Nella Bibbia, questo titolo designa abitualmente Dio Sovrano. Gesù lo attribuisce a se stesso e rivela la sua sovranità divina mediante il suo potere sulla natura, sui demoni, sul peccato e sulla morte, soprattutto con la sua Risurrezione. Le prime confessioni cristiane proclamano che la potenza, l'onore e la gloria dovuti a Dio Padre sono propri anche di Gesù: Dio «gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9).
    Egli è il Signore del mondo e della storia, il solo a cui l'uomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale.
  8. Claudio C.
    Un grande salto per la genetica: la sinfonia delle nostre cellule.
    La rivista americana Science ha assegnato il premio "Scoperta dell'Anno" a delle nuove tecnologie che rivelano come il DNA riesca ad inviare un segnale ad ogni cellula per farle compiere la propria particolare attività e svilupparsi nel tempo.
    Secondo gli scienziati, i progressi compiuti da questa nuova tecnologia trasformeranno la scienza nei prossimi decenni, rendendo possibile prevedere il processo di invecchiamento, lo sviluppo e la guarigione delle malattie in modo sempre più preciso.
    Proprio come una partitura musicale indica quando corde, ottoni, percussioni e fiati suonino per creare una sinfonia, una combinazione di tecnologie è rivelatrice di quando i geni nelle singole celle si accendono, mettendo in condizione le cellule di riprodurre le loro parti specializzate. Gli specialisti stanno lavorando su come trasferire l'utilizzo di queste tecniche sulle cellule umane, per comprendere il modo in cui invecchiano e rigenerano, ma anche per comprendere finalmente le alterazioni che causano il cancro, il diabete o altre malformazioni fisiche.
    "La rivoluzione a cellula singola sta appena iniziando", conclude l'articolo pubblicato dall'American Association for the Advancement of Science, una delle più importanti federazioni di organizzazioni scientifiche e redattore della rivista Science.
    Il ruolo della scienza
    Sviluppare la nostra conoscenza del genoma umano è una cosa buona di per sé, ma il progresso scientifico, se considerato come un assoluto e lasciato a se stesso, senza regole né scopi, non è moralmente indifferente. Soprattutto se usato dal transumanesimo nella sua ricerca di un'abolizione utopica della vecchiaia, della malattia e della morte.
    Un recente simposio organizzato dall'Institut Universitaire Saint-Pie X ha evidenziato il modo in cui l'ideologia del progresso nel regno scientifico porta l'uomo a disconnettere la ragione umana dalla ragione divina al lavoro in natura. Onnipotente, creativo, privo di una vera finalità e senza alcuna eterna felicità da conquistare, la ragione umana si lascia andare al progresso come a un'indeterminazione sterile, trasformando all'infinito il mondo.
    Alla luce della Fede che lo regola indirettamente - poiché ha il proprio oggetto - la scienza non può giocare a Dio e attaccare la natura umana con il pretesto della libera ricerca e sperimentazione.
    Perché l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza di Dio" (Genesi 1:26). San Basilio di Cesarea, commentando questo passo della Bibbia, spiega che l'uomo è stato, per così dire, introdotto nel "laboratorio" di Dio, ricevendo la capacità di conoscere le meraviglie della sua creazione.
    Ma questo potere concesso all'uomo non può essere cieco, spiega San Basilio:
    Dandoci la capacità di essere come Dio, ci ha permesso di essere gli artigiani della nostra somiglianza con Dio, così che possiamo meritare una ricompensa per il nostro lavoro, così che non abbiamo bisogno di oggetti senza vita come i ritratti fatti dalle mani di un pittore, in modo che il risultato della nostra somiglianza non possa servire per la lode di un altro.
    Possano gli specialisti del genoma umano meditare su queste sagge parole per trarre il massimo profitto dai talenti che hanno ricevuto. In particolare, riconoscendo che la distruzione di un embrione con un DNA che contiene il programma per una vita umana non può essere l'eliminazione di un semplice "ammasso di cellule".
    Fonti: AFP / iuspx / FSSPX.News - 17/01/2018 
    da https://fsspx.news/fr/le-grand-bond-genetique-en-avant-43990 
  9. Claudio C.
    di MAIKE HICKSON per LifeSiteNews .  Traduzione a cura di #IPC CC.
    Un cardinale tedesco ed un vescovo americano, molto noti per la loro ferma e coraggiosa difesa della fede cattolica, benediranno la Chiesa ed il mondo questa domenica [20 Gennaio 2019, ndr] con un'immagine miracolosa del Volto Santo di Gesù, che fu definita da San Padre Pio "il più grande miracolo che abbiamo".
    Il cardinale Gerhard Müller e l'Arcivescovo Salvatore Cordileone si recheranno infatti al [Santuario di, ndr] Manoppello, Italia, per celebrare la Santa Messa nella Basilica del Santo Volto e poi per benedire tutta la Chiesa ed il mondo con l'immagine miracolosa del volto di nostro Signore.
    Paul Badde - autore di diversi libri sul Volto Santo e corrispondente a Roma dell'EWTN (Global Catholic Network, televisione via cavo degli Stati Uniti, ndr) - ha intervistato il cardinale Gerhard Müller a proposito di questo evento di cui diversi siti internet stanno dando notizia - ed al quale parteciperà anche l'arcivescovo Bruno Forte, vescovo locale di Chieti-Vasto. La celebrazione inizierà con una Messa alle ore 11.00 nella Basilica e poi proseguirà con una processione e la benedizione con la reliquia del Sacro Volto.
    Il 20 gennaio è il tradizionale Omnis Terra Domenica, data in cui, nel 1208, Papa Innocenzo III per la prima volta benedisse la Chiesa e il mondo con questa reliquia, che si ritiene derivi dalla tomba di Nostro Signore, e che raffigura il suo volto nel momento della sua Risurrezione. In quell'anno, Innocenzo III condusse una solenne processione con il Volto Santo da San Pietro alla chiesa dell'ospedale di S. Spirito, S. Maria in Sassia. La processione fu ripetuta annualmente la seconda domenica dopo l'Epifania [per diversi secoli, ndr].
    Quando il Volto Santo andò perso nel Sacco di Roma del 1527, questa tradizione cessò, per poi essere ripristinata nel 2016 dall'arcivescovo Georg Gänswein, il segretario privato del Papa emerito Benedetto XVI. Gänswein, portò in processione una copia della reliquia del Volto Santo per le strade di Roma e celebrò una messa festiva in onore di questa reliquia.
    Nel 2006, Papa Benedetto si recò a Manoppello, un piccolo paese di montagna in Abruzzo, per visitare il Volto Santo e quindi per onorare, come Papa, questa reliquia ancora una volta.
    Papa Francesco, ad oggi, non ha visitato il Volto Santo, ma vi si sono recati molti cardinali, tra cui il cardinale Joachim Meisner, il cardinale Robert Sarah e il cardinale Kurt Koch. Il vescovo responsabile di questo santuario, l'Arcivescovo Forte, ha rilasciato un'intervista a Paul Badde, in cui ha voluto fortemente sostenere l'autenticità di questa sacra reliquia.
    Nella sua intervista con Paul Badde, il cardinale Müller, che è stato Prefetto della Congregazione per la Dottrina, ha spiegato che lui, come vescovo e come sacerdote, si considera "un difensore della fede". "Anche se non sono più il Prefetto [del CDF]," ha detto, "la mia missione - assegnatami con la mia ordinazione in Cristo - è quella di difendere la verità dei Vangeli. (Gal 2:17). "È in questa luce che il cardinal Müller ha detto:" Pertanto, è [santo] compito del [sacerdote]  benedire i fedeli con l'immagine di Cristo. La Santissima Trinità, l'Incarnazione, la Croce di Cristo e la Resurrezione sono le verità fondamentali della Fede Cristiana "."Nel mezzo delle Celebrazione," ha continuato Muller ", il sacerdote solleva il Corpo e il Sangue di Cristo, che durante la Santa Consacrazione è presente prima della Comunione come "'Agnello di Dio che toglie i peccati del il mondo "(Giovanni 1:29). "
    Alla luce di questi sacri doveri di un sacerdote, il cardinale Müller ha detto di vedere oggi, tuttavia, "un modo di pensare secolarizzato, diffuso anche tra le più alte autorità [ecclesiastiche ndr] ". "E' letale [per la Fede ndr] quando i vescovi si sentono più a loro agio in raccolte di fondi, in attività di diplomazia segreta, preferendo essere i beniamini dei media e confidenti politici, piuttosto che essere umili servitori della Parola (Luca 1: 2)" e "di esempio per il gregge"(Pietro 5: 3).
    Quando Paolo Badde ha chiesto spiegazione al cardinale tedesco del proprio coraggio esteriore di fronte alla indifferenza ed al disprezzo, il cardinale Müller ha risposto che "il disprezzo e il ridicolo, intrighi e pettegolezzi non sono caratteristiche di un vero cristiano." ha tuttavia aggiunto, "daremmo un buon esempio al mondo se seguissimo la nostra coscienza e vivessimo seguendo i comandamenti di Dio del decalogo e le beatitudini enunciate da Gesù nel discorso della montagna", ovviamente con l'aiuto della Grazia.
    Riflettendo su come potrebbe rinascere la Chiesa, il cardinale ha voluto sottolineare l'importanza della purificazione e della penitenza. "Vale a dire: non dobbiamo incolpare gli altri, la Chiesa, i nostri predecessori, il clero, per colpe che invece sono nostre, ma invece è nostro compito batterci il petto in segno di contrizione e pregare; ciò migliorerebbe davvero l'atmosfera all'interno della Chiesa".
    da https://www.lifesitenews.com/blogs/german-cardinal-and-us-bishop-to-bless-world-with-miraculous-image-of-jesus 
     
  10. Claudio C.
    DOMANDA
    La liturgia in lingua volgare (es. italiano ndr) è accessibile ed aiuta a capire la gente. Come può essere una brutta cosa?
    RISPOSTA di  Peter Kwasniewski
    È caratteristico del razionalismo del movimento liturgico (basato sui suoi precursori dell'Illuminismo) dare priorità alla comprensione verbale e alla comprensione della mente, (rispetto che al trasporto dell'anima verso il sacro, ndr).
    L'uso della lingua latina, oltre ad essere semplicemente ciò che la Chiesa occidentale ha fatto per oltre 1.500 anni, ha creato un luogo (nell'anima ndr) di culto e adorazione che incoraggia la meditazione e l'adorazione.
    Inoltre, la ricerca dell'obiettivo di una facile intelligibilità ha portato i riformisti a sminuire gran parte del contenuto della Messa in modo che non potesse essere "troppo difficile".
    Novus ordo (la Messa in uso corrente ndr)? Superficialità e noia. È così accessibile che "non riesce ad afferrare", come direbbe P.G. Wodehouse. Questo è il motivo per cui abbiamo un nuovo tipo di auto-aiuto per superare la noia con  movimenti fatui come LifeTeen (un movimento nato negli stati uniti sotto il pontificato di S. Giovanni Paolo II) per "animare" il Novus Ordo.
    Al contrario, la Messa tradizionale in latino è ripida, scoscesa, e sublime; al fedele Essa offre il tipo di sfida che si addice alla sua dignità razionale ed al destino soprannaturale, facendogli beneficiare dell'apertura verso l'infinito, riscoprendolo nuovamente nelle preghiere e gesti secolari.
    Infine, nessuna persona alfabetizzata è incapace di usare un messale quotidiano, dove tutte le antifone, le preghiere e le letture possono essere trovate in lingua latina con la traduzione frontale in volgare (es. italiano), ma senza alcun tentativo di trovare una traduzione "ufficiale" dagli antichi testi latini, al fine di evitare così le interminabili battaglie su quale "stile" o "registro" del volgare dovrebbe essere usato nella liturgia.
    Le principali preghiere della Messa sono fisse e ripetute di settimana in settimana, quindi non è difficile seguirle, come è possibile vedere dall'esperienza di ragazzi e ragazze che fanno questo nella tradizionale Messa latina.
    di Peter Kwasniewski
    Traduzione da https://onepeterfive.com/twelve-reasons-longenecker/ di #IPC CC
  11. Claudio C.
    di Joanna Bogle*
    Traduzione IPC CC da https://catholicherald.co.uk/magazine/the-new-sisterhood-traditional-orders-are-booming/
    Non tutti gli ordini religiosi femminili si stanno riducendo. Alcuni stanno crescendo a un ritmo sbalorditivo. Qual è il loro segreto?
    Le sorelle vestite di bianco e blu della Comunità di Nostra Signora di Walsingham hanno recentemente acquistato un nuovo noviziato, un fienile convertito a Dereham, nel Norfolk, su una vasta distesa di terra con un altro fienile che stanno trasformando in stanze extra per le novizie.
    La comunità non è grande, ma sta crescendo, e questo fa parte di una tendenza che vale la pena prendere in considerazione, anche riflettendo sul fatto che, in Inghilterra (terra oramai secolarizzata, ndr) altre comunità fiorenti come le suore domenicane di San Giuseppe a Lymington, nell'Hampshire, le sorelle di Mary Morning Star, a Grayshott, Hampshire e le Suore Francescane del Rinnovamento a Leeds, nello Yorkshire.
    Esse sono la prova che si sta creando una nuova direzione per gli ordini religiosi. Il loro numero è in aumento - come quelli di alcuni dei più antichi ordini contemplativi, come le suore benedettine di Santa Cecilia sull'Isola di Wight e le Tyburn Nuns di Londra. Tutti vivono una piena abitudine religiosa, cantano insieme l'Ufficio tutti i giorni, amano la Chiesa, hanno la Messa come centro della loro vita, vivono semplicemente e guardano poco o per nulla la televisione.
    Piuttosto che aprire le scuole, come fecero i nuovi ordini religiosi nel diciannovesimo secolo, questi nuovi ordini si stanno concentrando su famiglie che educano ed evangelizzano i giovani attraverso ritiri e una serie di attività extrascolastiche. Sono ispirati alle secolari tradizioni della vita religiosa e prendono sul serio la richiesta del Vaticano II di un autentico rinnovamento che risponda ai bisogni specifici del nostro tempo. Sono contemplativi nello spirito, energici e di buon umore. Tendono anche ad essere grandi "fan" di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, appassionatamente fedeli alla Chiesa, molto ortodossi nella loro Fede e devoti al Santissimo Sacramento.
    Nei loro veli e nelle loro abitudini, sono molto in sintonia con gli ordini religiosi femminili presenti negli Stati Uniti, tra cui le Sorelle della vita, fondate dal cardinale John O'Connor di New York nel 1991.
    Di recente sono stata con queste suore presso la loro casa principale, non lontano dalla Cattedrale di San Patrizio. È un grande convento di mattoni rossi appartenente ad un precedente ordine che non ne aveva più bisogno. L'edificio ora ospita una grande comunità di suore e, in un'ala adiacente indipendente, stanze per donne incinte ed i loro bambini.
    Il lavoro delle sorelle consiste nel dare alle donne un rifugio, insieme con un aiuto pratico e il consiglio, in un'atmosfera di calma e amicizia.
    Questo progetto è stato lanciato dal Cardinale O'Connor per offrire un'alternativa all'orrore dell'aborto - e le Suore hanno conquistato un posto nel cuore di molti attraverso la loro cura amorevole e pratica. Non è un lavoro facile: ogni donna alle prese con un problema di gravidanza ha le sue preoccupazioni, la rabbia, i risentimenti e le difficoltà. Buona volontà, buon umore, tatto e pazienza sono necessari per offrire aiuto e cura - e non tutti i consigli saranno seguiti o ogni gentilezza contraccambiata. Ma molte donne restano in contatto con loro ed inviano immagini di bambini e di vite ridisegnate in una direzione positiva.
    Le giovani sorelle - la loro età media è ben al di sotto dei 40 anni - trasmettono calore, fede e un forte senso di scopo. Mi sentivo eccitata a stare con loro - anche se ciò significava alzarsi presto per unirsi a loro alla messa (avevano già pregato per più di un'ora).
    Tra i tanti ricordi brillanti del mio soggiorno c'è la vista della Reverenda madre seduta sulla soglia di casa nella rumorosa strada di New York, che chiacchiera tra una folla di giovani riuniti. Le suore sono popolari nella zona e trasudano un senso di vicinato troppo raro nelle città americane di oggi.
    Ma - e questo è significativo - le Sorelle della Vita hanno preso lo stile della loro consuetudine religiosa, e gran parte della loro Regola, da un vecchio ordine, le Suore Domenicane di Santa Cecilia a Nashville, nel Tennessee, una comunità molto consistente che ne fa risalire le radici fino al 1860. I domenicani di Nashville tenevano saldi i loro voti, i loro abiti religiosi e le loro idee fondatrici in un'epoca in cui molti ordini sembravano abbandonare tutto ciò che li poteva legare al loro passato. Gli entusiasmanti ordini delle nuove donne tendono a essere consapevoli - e a loro agio - dell'apprendimento dal passato.
    Per inciso, le suore di Nashville stanno aprendo nuovi conventi e sono ora arrivati in Gran Bretagna. C'è un gruppo di loro stabilito a Elgin in Scozia. Anche le Suore Francescane del Rinnovamento di Leeds hanno un legame con l'America. Fanno parte dei rinnovati francescani istituiti da don Benedetto Groeschel e don Andrea Apostoli a New York. Loro, come i frati francescani del Rinnovamento, cercano di condividere il modo originale e molto duro di povertà reale vissuto da San Francesco.
    Mentre alcune abitudini religiose stanno diventando molto frequenti, come larghe vesti grigie, un velo portato avanti con una cornice rigida. Ma, in qualche modo, sembrano tutte belle. Lavorano tra persone con vite difficili e spesso disordinate. Per usare un'espressione alla moda, evangelizzano "ai margini". Ma irradiano gioia.
    Nel frattempo anche le suore domenicane di San Giuseppe stanno prosperando. Sono state fondate nel 1994 nella Diocesi di Portsmouth e seguono un tradizionale stile di vita domenicano, in contemplazione e silenzio.
    Negli ultimi anni, mi sono unita a loro nella "John Paul Walk" (una corsa ndr) annuale per la Nuova Evangelizzazione, percorrendo 20 miglia al giorno in rotta verso Walsingham - un indimenticabile viaggio nella gloriosa campagna con preghiere, discorsi catechetici, Messa quotidiana nelle chiese antiche e cordiale cene, tutte in ottima compagnia. Le suore camminano in piena abitudine, insegnando come cantare l'ufficio domenicano. Hanno stabilito buoni legami con le parrocchie anglicane che aprono volentieri le loro porte - e cuori - ai giovani camminatori, che non sembrano mai mancare di buonumore anche con la pioggia battente o il caldo bruciante (che è più cattivo).
    Quando non guidano i pellegrinaggi, le suore organizzano corsi per catechisti parrocchiali - utilizzando una nuova eccellente risorsa proveniente dalla Francia, Come, Follow Me, che è molto contemplativa nello stile. Offrono anche ritiri e giornate di raccoglimento e svolgono una grande quantità di lavoro giovanile, tra cui un campo estivo per adolescenti, noto come Fanning the Flame.
    Mentre le Sorelle pregano nel loro convento nella New Forest, si è colpiti da un senso di atemporalità: vesti bianche, il dolce tintinnio dei rosari, voci levate nel canto. Pranzando nella stanza degli ospiti, senti risate dal loro refettorio. Ogni sera scende un silenzio pacifico che è estremamente riposante. Passando un fine settimana al convento con una giovane amica, ho capito il suo commento ponderato: "Sai, potrei essere interessata a tutto questo ..."
    Ho incontrato le sorelle di Mary Morning Star, nel frattempo, a St Elizabeth's Church a Richmond, nel Surrey, mentre vendevano biscotti e marmellata fatti in casa per raccogliere fondi per il loro convento perché il loro numero si sta espandendo e loro non hanno abbastanza spazio. Ancora una volta, informali e allegre nella conversazione, stile lungimirante.
    Dove sta portando tutto questo? Certamente la visione di suore che abbandonano ogni abito religioso e / o l'impegno a favore delle cause femministe è già molto vecchia. Rimarranno le tradizioni più nobili degli ordini più vecchi. Se gli ordini precedenti sopravvivono, sarà guardando al loro carisma originale, nella reale e corretta prospettiva di un nuovo sviluppo.
    Le Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa nel 1950, non sembrano molto nuove ora, ma sono ancora lontane dal loro centenario, ed sono un formidabile esempio di ciò che sono i nuovi ordini. Le loro abitudini in stile sari erano piuttosto rivoluzionarie all'epoca, ma appartengono alla tradizione della Chiesa di un vestito distintivo e modesto.
    C'è qualcosa nello stile classico, al servizio di un'era moderna, che risuona. Camminando con alcuni giovani missionari della Carità a Londra di recente, ho sperimentato la più straordinaria cortesia e cordialità ad ogni turno. La gente ci fece strada su scale e gradini, aprì le porte e ci accompagnò oltre la strada affollata.
    Sedendo di fronte a due delle suore in metropolitana, ho visto come loro piaceva essere lì. Recitavano tranquillamente il rosario, giravano e giravano, e un passeggero sussurrò: "Pregate per me, Sorelle", mentre un altro, più in fondo alla carrozza, tirò fuori un Santo Rosario in santa pace.
    I membri della Comunità di Nostra Signora di Walsingham non indossano veli, ma cappucci blu, che sollevano sui loro capelli mentre pregano per dare privacy e un senso di solitudine. Questa settimana passerò alcuni giorni con loro, insegnando loro il ricamo a punto croce. Non so quanto potròinsegnargli. Ma so che, spendendo solo un paio di giorni con loro, sarò io a beneficiarne.
    *Joanna Bogle è un'autrice, conduttrice e storica
    Traduzione IPC CC da https://catholicherald.co.uk/magazine/the-new-sisterhood-traditional-orders-are-booming/
     
  12. Claudio C.
    Mattatelli: “Ho esorcizzato tre donne dello spettacolo, di cui una molto famosa”
    Don Antonio Mattatelli è l'esorcista più giovane d'Italia ed è intervenuto nel cuore della notte di Radio2 ai microfoni di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, i Lunatici. Suggestiva e intensa la chiacchierata con Don Mattatelli, il quale ci racconta di quella volta che un giovane ragazzo molto bello si rivolse a lui per un maleficio, non riusciva a sposarsi...
     
    “Satana esiste. Far credere che non esista è il più grande dei suoi inganni“. Don Antonio Mattatelli, l’esorcista più giovane d’Italia, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2.
    “È una creatura di Dio che si è pervertita e che odia Dio, per questo vuole pervertire anche gli altri“, dice Mattatelli parlando di Satana, “Anche se non è che Satana sia all’origine di tutto il male del mondo. Certe volte gli uomini sanno fare anche da soli. Il diavolo esiste, non è un altro Dio, è un essere spirituale di intelligente volontà perverso e pervertitore. Io, per la missione che mi ha affidato la Chiesa, esorcizzo le persone ossesse. Per fortuna non tutti tra quelli che vengono da me sono davvero posseduti. Ma più volte mi sono trovato davanti a casi veri di possessione diabolica. Alcune volte il demonio parla. Ci ho chiacchierato più volte. Il diavolo per parlare usa le corde vocali della persona che è posseduta. Tante volte la voce è diversa da quella della persona. È gutturale. Spesso capita che dalle donne esca una voce maschile. Ho visto con i miei occhi tante donne possedute parlare con la voce di un uomo“.
    Tra le persone che si sono rivolte a lui, anche personaggi famosi:
    “Ho esorcizzato tre donne, di cui una molto molto famosa. Di più, però, non posso dire. In quel mondo Satana si annida. Molti hanno la tentazione del successo facile e molte volte per averlo bisogna concedersi. Quello dello spettacolo è un mondo molto spietato. Gira droga, c’è rivalità, c’è invidia“.
    Un caso ha particolarmente impressionato l’esorcista Mattatelli:
    “C’era un giovane molto bello e preparato che si rivolse a me perché aveva ricevuto un maleficio. Non si riusciva a sposare, ogni volta che fissava la data accadeva qualcosa che lo costringeva a posticiparla. Una volta un incidente con la macchina, una volta un malore per un parente e altre cose simili. Questo giovane mi ha fatto molta compassione, perché appena ho iniziato a pregare gli si è stravolto il viso, è diventato mostruoso e ha tirato fuori una lingua lunghissima, impressionante, di mezzo metro. E ha lanciato urla che sembravano poter far cadere la sacrestia. La sofferenza della gente mi impressiona terribilmente. Io devo comunque stare attento. Una volta il demonio ha tentato di soffocarmi con la stola che portiamo noi preti sotto alla casula. La persona che stavo esorcizzando si è avventata su di me e ha tentato di strozzarmi con la stola. Per fortuna c’erano delle persone presenti che mi hanno liberato. Me la sono vista brutta“.
    “I malefici esistono, come esistono le maledizioni“, ha proseguito Mattarelli. “Il discorso è complesso, ci sono libri perversi, libri di magia nera, che possono portare a fare un maleficio o una maledizione“. 
    Tanti esorcisti italiani ne sono convinti: sempre più persone si recano in Chiesa, dopo aver sperimentato soluzioni errate. Ma il diavolo non agirebbe per mezzo di modalità sempre uguali a se stesse. Dio, a volte, fungerebbe da scudo protettivo: “Se la persona è più vicina alla preghiera è più complicato che venga colpita."
    Fonte : Intervista su radio due.
  13. Claudio C.
    Le sette abitudini per la Santità - UNA PROPOSTA PER ..."VIVERE"... LA PAROLA!   a cura di Don Mario.   Carissima amica ed amico, per non lasciare in sospeso le nostre riflessioni quotidiane, questa mattina vorrei proporvi la #settima ed ultima #abitudine che conduce alla #santità.   Certamente mi direte: e chi si ricorda delle altre? Vi rispondo: Bene, ed io che ci sto a fare?   Ora ve le ripeto tutte: #PRIMA - appena svegli offrire la giornata al Signore, #SECONDA restare 15 minuti al giorno in silente preghiera dinanzi a Gesù, #TERZA riservarsi un congruo tempo (una decina di minuti) quotidiano da dedicare alla lettura spirituale (vita ed opere dei santi), #QUARTA partecipare alla S. Messa e ricevere l’Eucaristia sempre in stato di Grazia (cioè confessati), #QUINTA pregare l’Angelus a mezzogiorno, #SESTA recitare quotidianamente il S. Rosario.   L’#ultima santa abitudine per una vita da santi è fare l’esame di coscienza serale prima di andare a letto. Ti siedi, chiedi lumi allo Spirito Santo e per vari minuti ripercorri la tua giornata alla presenza di Dio chiedendoti se ti sei comportato come un figlio di Dio a casa, sul lavoro, con gli amici. Guardi anche un settore particolare, che hai identificato con l’aiuto del tuo #direttore #spirituale, che conosce le tue necessità per migliorare e arrivare alla santità. Puoi anche dare un rapido sguardo per vedere se sei stato fedele nelle abitudini quotidiane che abbiamo discusso in questo articolo. Poi fai un atto di gratitudine per tutto ciò che di buono hai fatto e ricevuto, e un atto di contrizione per quegli aspetti nei quali hai mancato volontariamente.   Se una persona guardasse #onestamente alla sua giornata, non importa quanto sia occupata (e non mi è mai sembrato di trovarmi con gente che non sia molto occupata a meno che non sia in pensione), spesso può scoprire che in genere spreca un po’ di tempo ogni giorno.   Che bisogno c’è di una tazza di caffè extra quando puoi usare quel tempo per far visita al Santissimo Sacramento, quindici minuti prima di iniziare a lavorare? O la mezz’ora o molto di più spesa guardando programmi televisivi o video… È comune anche sprecare il tempo dormendo in treno o ascoltando la radio in macchina quando si potrebbe impiegare quel tempo per recitare il Rosario. E non si può leggere il giornale per dieci minuti anziché per venti lasciando spazio alla lettura spirituale? E quel pasto non potrebbe essere consumato in mezz’ora lasciando spazio per la Messa? Non dimenticare che quella mezz’ora è tempo sprecato quando alla fine della giornata avresti potuto usarla per una buona lettura spirituale, per esaminare la tua coscienza e andare a letto in tempo per recuperare le energie per le battaglie del giorno successivo.   La lista continua, puoi scrivere la tua.   Sii #onesto con te stesso e con Dio. Queste abitudini, se ben vissute, ci permettono di obbedire alla seconda parte del grande comandamento di amare gli altri come noi stessi. Siamo sulla terra com’è stato il Signore per servire e non per essere serviti. Questo può essere raggiunto solo insieme alla nostra trasformazione graduale in un altro Cristo attraverso la preghiera e i sacramenti.   Vivendo queste sette abitudini diventeremo persone sante e #apostoliche, grazie a Dio. Siate certi che, per quanto possiamo cadere in qualcosa di grande o piccolo, avremo sempre un Padre che ci ama e ci aspetta nel Sacramento della Penitenza e l’aiuto devoto del nostro Direttore spirituale per tornare sulla retta via.   BUONA GIORNATA. IL SIGNORE TI BENEDICA SEMPRE.
  14. Claudio C.
    Catechesi mensile sul Credo e le verità in cui credere, che don Nicola Bux ha tenuto nella Chiesa di San Giuseppe in Bari, Utilizzando come testo guida il "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica".
    Il tema di questo incontro: La Caduta e il Peccato
    Per poter seguire meglio la catechesi, ci si può avvalere del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica
    http://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html
    dal n. 73 al 78

    CAPITOLO I
    IO CREDO IN DIO PADRE 
    I SIMBOLI DELLA FEDE
                                                                                La Caduta
    73. Come si comprende la realtà del peccato?
    74. Che cos'è la caduta degli angeli?
    75. In che cosa consiste il primo peccato dell'uomo?
    76. Che cos'è il peccato originale?
    77. Quali altre conseguenze provoca il peccato originale?
    78. Dopo il primo peccato, che cosa ha fatto Dio?
     
     
  15. Claudio C.
    Catechesi mensile sul Credo e le verità in cui credere, che don Nicola Bux ha tenuto nella Chiesa di San Giuseppe in Bari, utilizzando come testo guida il "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica.
    Il tema di questo incontro  trae spunto dal primo articolo  nonché la prima affermazione del Credo:
    Credo in un Solo Dio
    Padre onnipotente
    Creatore del Cielo e della Terra
    Gli argomenti trattati in questa catechesi sono :
    1. Io credo in Dio Padre Onnipotente;
    2. Creatore del cielo e della terra;
     quest'ultimo ha ulteriori tre approfondimenti:
    - gli angeli;
    - la caduta;
    - il peccato.
    questa prima parte arriva al primo dei tre approfondimenti ovvero "gli angeli"

    Per poter seguire meglio la catechesi, ci si può avvalere del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica
    http://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html
    dal n. 36 al n. 78
    « IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA »?
    36. Perché la professione di fede inizia con: «Io credo in Dio»?
    37. Perché professiamo un solo Dio?
    38. Con quale nome Dio si rivela?
    39. Solo Dio «è»?
    40. Perché è importante la rivelazione del nome di Dio?
    41. In che senso Dio è la verità?
    42. In qual modo Dio rivela che egli è amore?
    43. Che cosa comporta credere in un solo Dio?
    44. Qual è il mistero centrale della fede e della vita cristiana?
    45. Il mistero della Santissima Trinità può essere conosciuto dalla sola ragione umana?
    46. Che cosa Gesù Cristo ci rivela del mistero del Padre?
    47. Chi è lo Spirito Santo, rivelato a noi da Gesù Cristo?
    49. Come operano le tre Persone divine?
    50. Che cosa significa che Dio è onnipotente?
    51. Perché è importante affermare: «In principio Dio creò il cielo e la terra» (Gn 1,1)?
    52. Chi ha creato il mondo?
    53. Perché è stato creato il mondo?
    54. Come Dio ha creato l'universo?
    55. In che cosa consiste la Provvidenza divina?
    56. Come l'uomo collabora con la Provvidenza divina?
    57. Se Dio è onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male?
    58. Perché Dio permette il male?
                                                                          Il cielo e la terra
    59. Che cosa ha creato Dio?
    60. Chi sono gli angeli?
    61. In che modo gli angeli sono presenti nella vita della Chiesa?
    62. Che cosa insegna la Sacra Scrittura circa la creazione del mondo visibile? 
    63. Qual è il posto dell'uomo nella creazione?
    64. Che tipo di legame esiste tra le cose create?
    65. Che relazione c'è fra l'opera della creazione e quella della redenzione?
                                                                               L'uomo
    66. In che senso l'uomo è creato a «immagine di Dio»?
    67. Per quale fine Dio ha creato l'uomo?
    68. Perché gli uomini formano un'unità?
    69. Come nell'uomo l'anima e il corpo formano un'unità?
    70. Chi dona l'anima all'uomo?
    71. Quale relazione Dio ha posto tra l'uomo e la donna?
    72. Qual era la condizione originaria dell'uomo secondo il progetto di Dio?
     
  16. Claudio C.
    Di Filip Mazurczak. Traduzione a cura di Claudio Caforio, Redazione IPC da NC Register qui il link.
    Ispirati dagli insegnamenti dei SS. Giovanni Paolo II e Massimiliano Kolbe, due cattolici polacchi, hanno lanciato una nuova iniziativa su tutti i continenti, ovvero quella di portare l'adorazione eucaristica perpetua del Santissimo Sacramento avendo come intenzione quella di chiedere la Grazia della pace in tutto il mondo.
    L'iniziativa "Stelle nella corona di Maria, Regina della Pace" nasce dall'idea dello scultore Mariusz Drapikowski e Piotr Ciołkiewicz, presidente della Comunità Regina della Pace, un apostolato internazionale istituito nel 2008 per incoraggiare l'adorazione del Eucaristia per la pace mondiale e la riconciliazione tra i popoli.
    Poco dopo l’avvio dell'apostolato, i suoi ideatori hanno avuto udienza presso Sua Santità Papa Benedetto XVI, che ha dato la sua benedizione all'iniziativa. Le 12 stelle nel simbolo si riferiscono alla "corona di 12 stelle" sulla testa di Maria menzionata nel Libro dell'Apocalisse. L'ostensorio in ciascuno degli otto centri esistenti per l'adorazione perpetua si riferisce a questa immagine di Maria; Drapikowski Studio, un laboratorio gestito dal padre e dal figlio di Mariusz e Kamil Drapikowski, ha progettato tutti gli ostensori. "La nostra ispirazione per la progettazione di questi ostensori deriva dalla lettura della Sacra Scrittura e dall'esegesi di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI", ha detto Mariusz Drapikowski al NC Register, aggiungendo che quando Drapikowski Studio stava progettando tali ostensori, contemporaneamente ben 2000 messe in tutto il mondo venivano celebrate con questa intenzione.
    "Colui che porta la pace è Cristo", ha aggiunto Drapikowski. "La pace deve iniziare al livello della relazione tra l'uomo e Cristo, che incontriamo durante l'adorazione".
    Le otto "stelle" esistenti nella Corona di Maria, Regina della Pace, si trovano in aree che sono state devastate dal conflitto, portando l'adorazione a coloro che ne hanno particolarmente bisogno.
    Il primo centro fu aperto a Gerusalemme, ma da allora è stato spostato nella cappella della grotta del latte a Betlemme. Il secondo centro di adorazione perpetua per la pace fu aperto nel Santuario di Nostra Signora, Regina della Pace a Ozernoye, Kazakistan, vicino al centro geografico della massa continentale eurasiatica e al luogo delle sofferenze di molti popoli sotto Josef Stalin. Il terzo centro dell'Asia è in costruzione a Dagupan, nelle Filippine, un paese attualmente devastato dagli attacchi terroristici sponsorizzati dallo Stato islamico.
    L'anno scorso è stato aperto un centro di adorazione a Namyang, in Corea del Sud. Il Centro di Preghiera per la Pace di Namyang è stato aperto dopo che Drapikowski e Ciołkiewicz hanno incontrato dei pellegrini coreani a Medjugorje che facevano penitenza con l’intenzione di chiedere la riconciliazione della loro nazione. Il centro coreano ha assunto una forma più concreta dopo, quando Michał Rzepka, un polacco che vive in Corea del Sud, e la sua moglie coreana, Agnes, hanno sostenuto questa iniziativa. Diversi mesi dopo, il mondo intero fu sorpreso quando i leader della Corea del Nord iniziarono i colloqui con i loro pari grado in Corea del Sud e negli Stati Uniti. Secondo Drapikowski, padre Francis Xavier Lee Sang Gak, il custode del centro di preghiera Namyang, è convinto che la lenta apertura del Nord al mondo sia legata all'adorazione perpetua messa in moto nel 2017.
     
    Come la penisola coreana, anche l'Africa continua ad essere una terra segnata dal conflitto, e per questo i Centri africani di preghiera per la pace sono stati stabiliti in luoghi di grande sofferenza umana. Il primo è a Kibeho, in Ruanda, il sito delle apparizioni mariane negli anni '80 e il luogo in cui si sono verificati gli orrori del genocidio in Ruanda del 1994.
    L'altra "stella" africana si trova nella Basilica di Nostra Signora della Pace a Yamoussoukro, in Costa d'Avorio; la basilica è il più grande luogo di culto cristiano del mondo. La Costa d'Avorio era il luogo della guerra civile tra il nord, controllato dai ribelli musulmani, e il governo cristiano che ha governato il sud dal 2002 al 2007 e dal 2010 al 2011. Nel frattempo, il primo centro di preghiera europeo fu costituito nella chiesa di San Giacomo a Medjugorje, La Bosnia ed Erzegovina, che negli anni '90 era al centro della pulizia etnica fratricida che ha segnato il crollo dello stato jugoslavo.
    Il secondo centro europeo è stato costituito nella basilica di Niepokalanów il 1 settembre di quest'anno, in concomitanza con il 79 ° anniversario dell'invasione della Polonia da parte della Germania nazista, che portò allo scoppio della seconda guerra mondiale.
    Niepokalanów è appena fuori Varsavia, ed ha sofferto più di ogni altra città durante la seconda guerra mondiale, con l'85% dei suoi edifici distrutti e la maggior parte dei suoi abitanti uccisi o sfollati.
    Un evento che può essere descritto come un possibile miracolo è avvenuto in coincidenza con la costruzione della cappella dell'adorazione perpetua per la pace mondiale a Niepokalanów. Infatti, mentre la cappella veniva costruita, i frati chiesero all'archivista di Niepokalanów, suor Annamaria Mix, di dissotterrare i materiali d'archivio relativi all'edificio della basilica. Trovò una lettera di san Massimiliano Kolbe scritta a Nagasaki, in Giappone, nel 1934. In essa, il futuro martire scrisse: "Immagino una bella figura dell'Immacolata tra un grande altare. Dietro le sue braccia distese sullo sfondo c'è un ostensorio, in cui il Santissimo Sacramento viene costantemente mostrato. I frati lo adoreranno tutto il tempo. Coloro che guarderanno all'interno della chiesa, all'interno della "basilica", cadranno in ginocchio, adoreranno l'Eucaristia e guarderanno il volto dell'Immacolata, che insieme a Gesù lavorerà per adempiere a ciò che hanno chiesto ". Ignari della lettera di San Massimiliano, Drapikowski Studio progettò una cappella molto simile a quella che aveva immaginato quest'ultimo: Sull'altare della cappella c'è una figura di Maria con le mani tese, e sotto il suo cuore, l'Eucaristia è esposta perpetuamente per l'adorazione.
    Nella cappella dei Drapikowski, l'altare di Niepokalanów è fatto di oro, argento e cristallo. Una figura d'argento di Maria stessa funge da ostensorio per un Ospite luminoso. La figura sarà circondata da una corona di gigli d'argento che, insieme al sole, creerà una luce dorata. Drapikowski aggiunse che chiamare il santuario di Niepokalanów una "basilica" era una profezia di San Massimiliano, perché San Giovanni Paolo II lo elevò allo stato di una basilica decenni più tardi.
    "Nessuna fotografia può riprodurre la bellezza di questo luogo e la presenza di Dio, che si può sperimentare lì", ha detto al NC Register il padre francescano Andrzej Sasiak, della parrocchia di Niepokalanów. "Quando vado nella cappella, è come se Dio mi stesse toccando".
    Drapikowski dice che ci sono piani per aprire due centri di preghiera perpetua per la pace nelle Americhe e due in Oceania (in Australia e Papua Nuova Guinea). "Abbiamo molte testimonianze simili da molti di questi luoghi", ha detto Drapikowski dei frutti tangibili di questa adorazione perpetua internazionale per la pace. "Oltre alla svolta della politica coreana, molte guarigioni miracolose si sono verificate dopo le preghiere in questi centri".
     
    "Per me, l'adorazione è un momento in cui posso approfondire la mia relazione personale con Dio. È al centro della mia vita ", ha detto Ciołkiewicz. "L'adorazione è un momento in cui mi impegno nel dialogo con Dio. Sento che ovunque sia presente Cristo nell'Eucaristia, anche Maria è presente. Lei è la mia guida. L'adorazione è la fonte della mia pace interiore, e quindi può anche portare pace tra le persone in conflitto tra loro. L'adorazione è come un faro che invia un segnale che ci invita ad un posto sicuro in un mondo burrascoso e ostile. "
    Per maggiori informazioni sui centri di adorazione eucaristica http://www.reginapacis.pl/en/main-page/

  17. Claudio C.
    a cura di Don Mario Proietti.
    La voce nel deserto è il grido, l'annuncio di un solitario che costata che le sue parole si perdono inascoltate nelle dune. La voce che proclama una presenza e d'intorno il silenzio muto o il chiasso dei lontani. Accade ancora perché il frastuono è grande e soffoca le voci autentiche, anche quelle di chi umilmente parla nel nome del Signore. Le voci cadono nel deserto anche quando si ammassano le folle, se queste sono affette da sordità spirituale. Non si ascolta e non si riconoscono i profeti. "Chi sei tu?" - chiedono a Giovanni Battista. L'identità del profeta è riposta unicamente nella sua missione; per mandato divino egli parla e quanto proclama va accolto con la fede. Il profeta non parla di sé, non ha un messaggio proprio da proporre, né verità personali da scandire: parla la Parola di Dio, è un intermediario tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini. Il Battista ha una missione davvero speciale: egli deve additare al mondo l'Agnello di Dio che viene a cancellare il peccato del mondo. Invita alla conversione, rifiuta le false identificazioni che alcuni fanno sulla sua persona, ribadisce che egli sta preparando la strada a colui al quale non è degno di sciogliere il legaccio del sandalo. Egli è il testimone del Cristo già presente nel mondo e che sta per iniziare la sua missione. Egli afferma che la vera adesione non deve essere rivolta alla sua persona, ma al Messia, al Salvatore del mondo. Ai nostri giorni non mancano profeti, sono pochi gli ascoltatori attenti.
  18. Claudio C.
    di Don Mario Proietti
    Carissima amica ed amico,
    il finire di un anno non è solo euforia ed ebbrezza per il nuovo che sta attendendo dietro la porta, ma deve essere anche verifica e riflessione su quello che ci lasciamo alle spalle. Ricorda: l’anno è l’insieme dei giorni, delle ore, dei minuti e dei secondi della tua vita.
    Tu hai vissuto un anno e non viceversa. Il tempo ti è stato donato, oggi dovresti fare memoria di come lo hai trascorso. Per noi che abbiamo fede, è necessario che avvenga il passaggio dal tempo cronologico che non si ferma, al tempo della salvezza che invece si ferma, torna indietro e vola avanti senza arrecare o arrecarti danno. Questo fu il tempo annunciato da Gesù.
    Ricorda Zaccheo: scendi, perché oggi mi devo fermare nella tua casa. Quel giorno per Zaccheo fu l’inizio del tempo della gioia e della salvezza. Dio non si può fermare nel tuo tempo cronologico se tu non lo stai vivendo a pieno. Per questo ultimo giorno dell’anno, ti esorto, carissima amica ed amico, a renderti conto che il minuto che tu stai vivendo ora è il più importante della tua vita, dovunque tu sia.
    Pertanto: fa' attenzione a quello che fai. Se il tempo di ieri ti è sfuggito dalle mani, quello che ti aspetta domani non è ancora arrivato. Vivi il momento presente, perché da lui dipende tutto il tuo futuro. Cerca di trarre il massimo profitto dal momento che stai vivendo, ricavandone tutti i vantaggi possibili, per il tuo perfezionamento sia umano che spirituale.

    BUONA GIORNATA, BUONA FINE E BUON INIZIO DI ANNO E CHE IL SIGNORE TI BENEDICA SEMPRE.
  19. Claudio C.
    «Te Deum laudamus!» Noi ti lodiamo, Dio!
    Al termine di questo anno ricco di prove ed al contempo di grazie, è nostra necessità rivolgere al Signore il nostro ringraziamento per tutti i suoi benefici. È in Dio che deve terminare l’ultimo pensiero e tempo di questo anno.
    Dimenticare che Cristo è fine della nostra vita significherebbe cadere nel vuoto, vivere senza senso. Per questo da secoli i cristiani innalzano l’antico inno Te Deum. È un inno pieno della sapienza di tante generazioni cristiane, che sentono il bisogno di rivolgere in alto il loro cuore, nella consapevolezza che siamo tutti nelle mani piene di misericordia del Signore.
    «Te Deum laudamus!». Mettiamo nelle sue mani le tragedie di questo nostro mondo e gli offriamo anche le speranze di un nuovo anno vissuto pienamente in Cristo. 
    Deponiamo questi voti nelle mani di Maria, Madre di Dio.
    Te Deum laudamus:
    te Dominum confitemur.
    Te aeternum patrem,
    omnis terra veneratur.
     
    Tibi omnes angeli,
    tibi caeli et universae potestates:
    tibi cherubim et seraphim,
    incessabili voce proclamant:
     
    “Sanctus, Sanctus, Sanctus
    Dominus Deus Sabaoth.
    Pleni sunt caeli et terra
    majestatis gloriae tuae.”
     
    Te gloriosus Apostolorum chorus,
    te prophetarum laudabilis numerus,
    te martyrum candidatus laudat exercitus.
     
    Te per orbem terrarum
    sancta confitetur Ecclesia,
    Patrem immensae maiestatis;
    venerandum tuum verum et unicum Filium;
    Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.
     
    Tu rex gloriae, Christe.
    Tu Patris sempiternus es Filius.
    Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
    non horruisti Virginis uterum.
    Tu, devicto mortis aculeo,
    aperuisti credentibus regna caelorum.
    Tu ad dexteram Dei sedes,
    in gloria Patris.
    Iudex crederis esse venturus.
    Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
    quos pretioso sanguine redemisti.
    Aeterna fac
    cum sanctis tuis in gloria numerari.Salvum fac populum tuum, Domine,
    et benedic hereditati tuae.
    Et rege eos,
    et extolle illos usque in aeternum.
     
    Per singulos dies benedicimus te;
    et laudamus nomen tuum in saeculum,
    et in saeculum saeculi.
     
    Dignare, Domine, die isto
    sine peccato nos custodire.
    Miserere nostri, Domine,
    miserere nostri.
     
    Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
    quem ad modum speravimus in te.
    In te, Domine, speravi:
    non confundar in aeternum.
    Amen.
  20. Claudio C.
    di Don Mario Proietti
    Carissima amica ed amico, Non essere schiavo delle opinioni della massa degli uomini. Vivi la tua vita, d'accordo con le luci che ti vengono dall'alto. Gli uomini giudicano il lato esterno. L'intimo solo Dio lo conosce. 
    Il mondo non può conoscere gli insegnamenti di amore del Maestro. Preferisci obbedire al Maestro amando sempre. Non dare valore alle opinioni della moltitudine, che fa di tutto perché anche noi diventiamo uguali ad essa, senza personalità e senza opinione. 

    BUONA DOMENICA E BUONA GIORNATA E IL SIGNORE TI BENEDICA.
  21. Claudio C.
    PREGHIERA DEL MATTINO
    di Don Mario Proietti
    Santa Famiglia, ti preghiamo oggi per le famiglie cristiane di tutto il mondo; concedi la perseveranza a coloro che sono "insieme" nella celebrazione della loro fede; mostra il cammino da seguire a coloro che cercano la comunione e l'unità: la via che tu stesso hai percorso, la via della croce; fa' scoprire la saggezza della comunione nelle gioie e nei sacrifici a coloro che si sentono soli, nonostante siano in mezzo agli altri.
    Concedi la pace a ogni famiglia, ora e sempre. Amen
  22. Claudio C.
    La crisi della Fede e il crollo della Liturgia.
    Incontro con Monsignor Bux Chiesa nella di San Michele Arcangelo, a San Vito dei Normanni, 14 Dicembre 2018.
    Nella attuale #crisi della Chiesa, si è ricordato, risuona il monito di sant'Ireneo: "tutti allo stesso modo discutono le verità di fede, ma non tutti vi credono allo stesso modo". Non può essere negato che la confusione diffusa tra i fedeli sia grande, al punto da rendere possibile la penetrazione dell'ateismo persino nei vertici ecclesiastici, come ha dichiarato recentemente il card. Gherard Mueller. E' in crisi la fede, intesa come riconoscimento della venuta del Figlio di Dio, Gesù Cristo e della sua presenza nella Sacra Liturgia", ha precisato Mons. Bux. Questa è sacra proprio a motivo della presenza del Signore, vero Dio e vero uomo, proclamatosi Egli stesso Via, Verità e Vita.
     
    La bellezza nella liturgia dipende unicamente dalla fede nella Sua presenza. Il decadimento e la crisi della fede è causato dal crollo della liturgia, celebrata come se Dio non esistesse o c'entrasse con essa. Il protagonismo del clero - il clericalismo di cui parla papa Francesco - fa sì che al posto di Dio sia subentrato l'uomo, la sociologia invece della Teologia, il mondo che oscura il Cielo, la prassi o pastorale al posto della Verità. Si ha fastidio della Dottrina o insegnamento, come dice l'Apostolo. Cosa fare? Proclamare sempre la verità cattolica liberi da ogni paura. La liturgia è annuncio e celebrazione della Verità, in quanto solo Dio è il Signore e non l'uomo o il potere. Quando i cristiani si radunano per la liturgia, specialmente la domenica, compiono il più grande atto 'politico', perché affermano la signoria di Dio sulla storia e sul mondo. Questa è la coscienza a cui la Chiesa deve educare in permanenza i suoi fedeli. Questa è la fede che salva dal peccato, dal maligno che costantemente insidia l'umanità. I cristiani devono resistere senza timori e prendere le distanze da quanti seminano confusione e dubbio.
  23. Claudio C.
    Padre celeste, ti ringrazio per questo tempo di Natale, in cui celebriamo il mistero del Verbo che si è fatto carne. Aiutami perché, come il vecchio Simeone, in silenzio possa ascoltare la tua parola e accoglierla nel mio cuore. Il tuo Spirito scenda su di me e mi guidi perché io possa compiere la tua volontà, fino a che Cristo sia del tutto presente in me. Amen
  24. Claudio C.
    O santi Innocenti, primizie della Cattolica Chiesa, che continuamente lodate e contemplate il Divino Immacolato Agnello, e sempre cantate nuovi cantici dinanzi al trono dell’Altissimo, ottenetemi vi prego una #vita innocente, una #contrizione perfetta,e un #dolore immenso dei miei peccati,e una retta e pura #intenzione in tutti i miei pensieri,parole ed opere,acciò mi conservi nella grazia di Dio, e sia poi vostro #compagno in quella gloria immortale, che vi siete acquistata con lo spargimento del vostro sangue innocente.
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    Così sia.

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