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Claudio C.

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Blog Entries di Claudio C.

  1. Claudio C.
    Conversazione tra Mons Nicola Bux e il Prof. Don Alberto Strumia sul tema: "Se la fede non diventa cultura, la Chiesa diventa una ONG"
    Oggi, la tentazione dell’uomo consiste nella sollecitudine umana di costruire una “nuova chiesa”, un cristianesimo adattato al mondo moderno. Coloro che inseguono questo intento devono tuttavia ricredersi, in quanto l’unico binario praticabile è quello dei fondamenti della dottrina di sempre, ovvero Cristo stesso.
    È innegabile, la situazione di disorientamento che la Chiesa sta sperimentando in questo preciso momento storico, ma da dove ripartire e con quali strumenti? La risposta è subito pronta: occorre dapprima imparare a giudicare con “intelligenza di fede” gli avvenimenti della storia: «Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?» (Lc 12,56). Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno mostrato al mondo che il cristianesimo è conveniente anche sul piano umano, perché in esso si racchiude una “concezione” dell’uomo, della società, della famiglia che può rendere più umana l’esistenza.
    Pertanto, la sfida della Chiesa al mondo deve insistere soprattutto sul piano culturale, civile e umano. L’impegno della Chiesa non può ridursi alla diffusione di pochi banali buoni sentimenti, o a rincorrere le ideologie del momento, ma è necessario ritornare a parlare di Gesù Cristo e rinnovare quello spirito missionario che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi venti secoli.
    Di seguito il video proposto nelle Riflessioni Quaresimali della Santa Pasqua 2020 (dalla Pagina Il Pensiero Cattolico)
     
  2. Claudio C.
    Siamo costretti a vivere il Tempo di Quaresima lontani dalle chiese e, sopratutto, dalla partecipazione reale alle liturgie. Così, purtroppo, è anche per la Settimana Santa: tutte le principali celebrazioni e funzioni che avranno luogo dal 5 al 12 aprile sono partecipate esclusivamente via streaming.
    “Dalle sue piaghe noi siamo guariti”: il versetto tratto dal libro di  Isaia riecheggerà in questi giorni in cui contempleremo il mistero di redenzione che Cristo realizza morendo per i nostri peccati, prima,  e risorgendo per donarci una vita nuova, poi. Ricordando i meriti del sacrificio del Figlio di Dio e confidando nel Celeste Patrono, il 5 aprile, Domenica delle Palme, i Padri Micheliti hanno compiuto una speciale e straordinaria benedizione.
    E' stata infatti eccezionalmente estratta la spada di San Michele ed, al termine della Coroncina della Divina Misericordia e dell’Adorazione eucaristica, è stata traslata assieme al Santissimo Sacramento e al Reliquiario della Santa Croce nell’Atrio superiore della Basilica, ove si è recitata la preghiera per impetrare la protezione e la liberazione dal contagio del virus e poi la benedizione della Città, dell’Italia e del mondo contro il Coronavirus con la spada di colui che viene definito il «capo supremo dell’esercito celeste», unitamente al Santissimo Sacramento e a alla reliquia della Santa Croce, dono di Federico II di ritorno dalla Crociata del 1228.
    Arcangelo Michele,
    è una città che s’inginocchia davanti a te attraverso le mie ginocchia;
    è una città che solleva verso di te lo sguardo attraverso i miei occhi;
    è una città che ti prega oggi attraverso la mia voce.
    Così come nel 1656, anche oggi abbiamo varcato il cancello di ferro, attraversato il cortile di pietra, e disceso gli 86 gradini, venendo a cercati nel cuore della Montagna Sacra.
    Accetta questa nostra preghiera, difendi con la tua spada la nostra città, il nostro Paese da questa pandemia.
    Proteggi questo popolo oggi come allora.
    Dagli la forza di rimanere unito davanti a questa terribile emergenza.
    Proteggi quelle donne e quegli uomini che hanno preso in braccio l’Italia cercando di traghettarla dall’altra parte del tunnel.
    Ti supplichiamo Arcangelo Michele di darci la forza di costruire una normalità in cui la sanità conta più delle armi, le garanzie dei lavoratori contano più del profitto, la famiglia, cioè le persone con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita, qualsiasi età esse abbiano, conti più di tutto.
    Che questa nostra preghiera possa essere un canto che sale dritto a Dio.
    Storicamente, per ritrovare un evento simile occorre andare indietro di quasi 400 anni, al 1656, quando la supplica con la spada di San Michele si era levata contro il diffondersi della peste in occasione della quarta apparizione dell’Arcangelo sul Monte Gargano, per opera dell’allora vescovo Giovanni Alfonso Puccinelli. Solitamente, infatti, la spada viene estratta dalla teca e portata in processione esclusivamente il 29 settembre, giorno in cui ricorre la Festa di San Michele e degli Arcangeli Gabriele e Raffaele.
     
     
  3. Claudio C.
    Appuntamento del Martedì  con le Riflessioni quaresimali di Mons. Bux sul rapporto tra Giustizia e Misericordia di Dio, nonché sulla riparazione ai peccati commessi, "ripuliti" dalla Croce, riparazione che riconcilia Cielo e Terra.
    "Non c'è dubbio che i grandi mali, come la pestilenza, sono un effetto del peccato originale e dei nostri peccati reali. Dio nella sua giustizia, deve riparare il disordine che il peccato introduce nella nostra vita e nel nostro mondo. Infatti, Egli soddisfa le esigenze della giustizia con la sua misericordia sovrabbondante". (Card. Raymond Leo Burke, Messaggio del 21 Marzo 2020).
    Di seguito il video con la Catechesi e le domande-risposte sulla pagina Facebook Il Pensiero Cattolico https://www.facebook.com/ilpensierocattolico 
     
  4. Claudio C.
    Video integrale in calce della Catechesi: Adora il Signore Dio tuo, non la "madre terra", solo Lui è padre di SER Card. Raymond Burke e  Mons. Nicola Bux del 25.03.2020 (diretta dal Canale Facebook https://www.facebook.com/ilpensierocattolico/ )
    La chiave di volta del discorso sull'uomo è il confine della sua libertà, da cercare non solo nell'ambito della fede - non avrai altro Dio fuori di me - ma nel cuore e nelle leggi immutabili del diritto naturale.
     
    Il Cardinale Raymond Burke e Monsignor Nicola Bux si confrontano su questi tempi di pandemia e altre afflizioni e su cosa Dio ci voglia comunicare permettendo questa sofferenza e li individuano nei peccati contro l'umanità come l'eutanasia, o contro l'Ordine di Dio, come la "teoria del gender", che porta tante anime a definirsi diversamente da quanto Dio ha dato per natura, ma anche i grandi mali della chiesa, come l'idolo demoniaco entrato nella Chiesa, Pachamama, adorato sacrilegamente da alti prelati in Vaticano. Umanamente infatti, abbiamo perso la prospettiva essenziale della Vita Eterna che ordina la Creazione e la vita umana; San Paolo infatti diceva che il Signore ha scritto il buon ordine e la legge nei nostri cuori.
    Il messaggio ultimo che Nostro Signore ci invia è un profondo richiamo alla Conversione a Lui. Il Signore è Re della natura e della terra ed il primo strumento di battaglia contro questo contagio è tornare a Dio.Il Signore non imprime direttamente queste sofferenze, però Lui utilizza questa sofferenza per ispirarci a tornare a Lui e trovare la direzione per le nostre vite.
    Talvolta in queste tragedie l’uomo si chiede "dove è Dio?". Non dobbiamo chiederci tanto dove è Dio ma dove siamo noi? Talvolta noi ci avviciniamo a Lui solo in momenti di tragedia e grande crisi, dimenticandoci di Lui. Torniamo a Lui, di fronte al Tabernacolo, all’Ostia Sacra, sapremo che Dio è tra di noi, anche in questa situazione. Il Signore è sempre presente, ce lo ha promesso, "sarò con voi fino alla fine", ma a volte il Signore distoglie lo sguardo dalle nostre malvagità, attratti dal peccato e lascia agire Satana, come scritto nel libro di Giobbe. Ma, se il Signore ci mostrerà il Suo volto saremo salvi.
    Tante persone sono ricche di beni, ma sono infelici, vivono nelle cose mondane abusandone e non trovano soddisfazione. E' naturale; come disse Sant’Agostino, siamo fatti per Dio e solo in Lui troviamo pace.
    Dobbiamo essere certi che il Signore, che ha stretto l’Alleanza con l’umanità,  la rispetterà. Siamo noi a doverci chiedere se noi guardiamo a Dio rispettandone i Comandamenti, avendone paura ma bensì Timore di Dio. Quando non abbiamo più timore di Dio cediamo alla tentazione come accadde per Adamo ed Eva e da allora il caos ed il peccato regnano nella nostra vita.
    Inoltre, se Cristo ha espiato, è importante che espiamo anche noi la nostra Passione. Noi viviamo in Cristo, siamo tutti chiamati, come afferma San Paolo, ad essere gioiosi di soffrire con il nostro corpo nelle Sofferenze di Cristo per condividere con Lui la Vita Eterna. Qualcuno pensa che la vita in Cristo significhi non avere più problemi, ma sbagliano. La Grazia non è a buon mercato.
    Infine, ci si è chiesti come vivere in questo tempo in cui è difficile accedere ai Sacramenti ed in cui molti giustamente si angosciano ed hanno timore che la nostra vita non sia salva. Quando non è colpa nostra non poterci recare in Chiesa ed accedere ai Sacramenti, preghiamo la Madonna chiedendo di portarci al Signore, con il Santo Rosario e l'Angelus, perché la Madonna è Madre di ogni Grazia, consacrando a Cristo tramite il Cuore Immacolato di Maria noi stessi e le nostre famiglie nelle nostre case. Poi possiamo, se in stato di Grazia, ricevere la Comunione Spirituale.
    Altrimenti, se non si è nello Stato di Grazia, dobbiamo pentirci per i peccati mortali che abbiamo commesso, perché ha offeso Dio, con la Contrizione Perfetta, non solo per paura dell'Inferno, ma anche perché abbiamo mancato l'Amore di Dio.
    Al termine, ci sono state diverse domande dei video-ascoltatori dalla Consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria, al sacrilegio della adorazione dell'idolo pachamama, all'Apocalisse ed a come vivere in questi tempi. Da ascoltare.
    Ecco il video.
     
  5. Claudio C.
    Video integrale in calce della Catechesi: Coronavirus - Il castigo provvidenziale che ci salva di Mons. Bux del 24.03.2020 (diretta dal Canale Facebook https://www.facebook.com/ilpensierocattolico/ )
    Nell’aggravarsi della crisi della civiltà occidentale, si erge il grande interrogativo: Cos’è l’uomo di fronte alla presunzione di superare il proprio stesso limite, combinando le armi della scienza e del diritto? Appare evidente come la chiave di volta del discorso sull’uomo è il confine della sua libertà.
    Possiamo leggere questo contagio come “un segno dei tempi”, nel senso innanzitutto di ammonimento al mondo: tanti abbracci e tanti rapporti, anche contro natura, dai quali, ora, come pena del contrappasso, bisogna astenersi. Abbiamo sfidato le leggi naturali e commesso i “peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio”. Ma, questo contagio è anche un ammonimento agli uomini di Chiesa, che, in nome del “cambio di paradigma”, subordinano l’insegnamento di Cristo alla realtà del mondo.

    Il virus ha vanificato tutto. Ora il papa, così preoccupato del pueblo, è rimasto senza popolo; i preti, così inebriati di partecipazione, sono senza fedeli; i fedeli, così abituati alle liturgie comunitarie, soffrono l’abbandono, per non essere stati addestrati all’adorazione, al raccoglimento in ginocchio, alla preghiera personale, fatta nel segreto, dove il Padre solo ci vede. Al tempo dell’asiatica (1969) e del colera(1973) eravamo ancora abituati. In sostanza, abbiamo voluto esaltare il corpo ecclesiale, non preoccupandoci delle singole membra; oggi non sappiamo pregare personalmente; stiamo fisicamente nella liturgia, ma ciascuno né riceve, né dà alcunché. Le chiese sono desolate, fedeli e pastori come esiliati.
    Sembra una piaga d’Egitto che colpisce anche gli innocenti; sembra in azione l’angelo sterminatore dell’Esodo che fa morire e fa vivere; sembra la grande tribolazione di Daniele. Questo contagio è preconciliare: sta spiazzando la Chiesa e la sta riportando molto più indietro dei duecento anni paventati dal card. Martini: la sta sospingendo nell’ambito assegnatole dal suo Fondatore, che ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita! Chi vive e crede in me non morirà in eterno”. Un terreno abbandonato dalla catechesi moderna in favore del ‘sociale’: quello dei Novissimi. Proprio le prediche di questo tempo – i celebri quaresimali – avevano il compito di affrontarli ogni anno, perché l’uomo ogni giorno si trova dinanzi alla morte e al giudizio, all’inferno e al paradiso, speriamo almeno al purgatorio. 

    Il regno di Dio è sotto il segno della beatitudine, ma la Rivelazione parla di castighi divini finalizzati a riconciliare con Dio ogni creatura: “il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito;ho abbandonato alla durezza del suo cuore, che seguisse il proprio consiglio; (Ps 81, 12-13). Una riflessione seria su questo passo ed altri simili della Sacra Scrittura, non potrebbe diventare una parola vera dei Pastori al Popolo di Dio? un vero è proprio invito alla conversione? Forse sarebbe il caso di dire, ad esempio, che in questo mondo costruito dall’uomo senza voler ascoltare Dio, anzi lasciandolo completamente fuori, ora dobbiamo fare i conti con la durezza del nostro cuore.... Non ci si deve fermare agli aspetti giuridici, chiudendo le chiese come se fossero uffici pubblici, perché esse sono come cliniche dello spirito. I grandi papi e vescovi invece hanno difeso con fermezza i diritti della Chiesa. E’ la santa Chiesa che giudica la storia e non viceversa, perché tutto ciò che accade nella storia è permesso da Dio che è giustizia infinita e misericordia infinita.
    Ora, il sacrificio di Cristo chiede la nostra conversione, la nostra correzione: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio” (Eb 12,5-6). Torniamo a guardare a Cristo e al nostro peccato. Anche noi dobbiamo portare la croce e compiere ciò che manca alla sua passione (Col 1,24): dobbiamo sopportare la pena, la penitenza che ci mette in castigo. Il castigo rivela le profondità del cuore di Dio: la sua gelosia, la sua ira, la sua vendetta nei confronti dei suoi nemici, la sua giustizia, la sua volontà di perdono, la sua misericordia, infine il suo amore incalzante. L’educazione della libertà dell’uomo non può compiersi senza correzione (cfr 1 Cor 11,32; Gal 3,23 s).

    Sembra che Egli ci dica: “Pastori e Ministri del Suo Corpo Mistico, abbiate occhi per vedere la rovina in corso e orecchi per sentire il «Lamento di Dio», affinché non vi capiti di essere tacciati come quei ragazzi della piazza ai quali diremo: «Abbiamo suonato e non avete ballato, abbiamo cantato lamenti e non avete pianto!». Dio elargisce i suoi doni, ma lascia sempre e comunque al singolo individuo la responsabilità della risposta!.
     
  6. Claudio C.
    Cari amici,
    da un po’ di tempo a questa parte siamo in lotta contro la diffusione del coronavirus, Covid-19. Tutto quello che possiamo dire – e una delle difficoltà di questa lotta è che troppe cose di questa pestilenza sono ancora un mistero -, è che questa lotta andrà avanti ancora per un po’. Il virus in questione è particolarmente insidioso, in quanto ha un periodo di incubazione relativamente lungo – qualcuno dice 14 giorni, altri 20 – ed è altamente contagioso rispetto ad altri virus di cui abbiamo fatto esperienza.
    Tutta questa situazione certamente ci fa cadere in una profonda tristezza e anche paura. Nessuno vuole contrarre la malattia legata al virus o che ciò succeda a qualcun altro. In modo particolare non vogliamo che i nostri cari anziani o altri già in uno stato di salute precaria siano esposti al pericolo della morte mediante la diffusione di questo virus. Per combattere la paura del virus, siamo tutti in una specie di ritiro spirituale forzato, confinati nei nostri quartieri e incapaci dei soliti gesti di affetto verso famiglia e amici. Per chi è in quarantena, l’isolamento è ancora più duro, non potendo avere contatti con nessuno, nemmeno a distanza.
    E come se non bastassero le preoccupazioni legate alle malattie da coronavirus, non possiamo ignorare i danni economici causati dalla diffusione del virus, con gravi ripercussioni su individui e famiglie e su quanti ci servono attraverso i modi più disparati nella vita quotidiana. Certamente, i nostri pensieri non sono di grande aiuto, ma contemplano la possibilità di un’ancora più grande devastazione della popolazione nelle nostre terre natie e, quindi, nel mondo intero.
    Certamente, facciamo bene a imparare e mettere in pratica tutti i metodi più comuni per difenderci dal contagio. È un fondamentale atto di carità usare qualsiasi cautela per evitare il contagio o la diffusione del virus.
    Considerando quello che ci occorre per vivere, non dobbiamo dimenticare che il nostro primo bisogno è il rapporto con Dio. Per riprendere le parole di Nostro Signore nel Vangelo secondo Giovanni: “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a Lui e prenderemo dimora presso di Lui” (14, 23). Cristo è il Signore della natura e della storia. Egli è vicino e disinteressato a noi e al mondo. Ce lo ha promesso: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). Nel combattere il demone del coronavirus, la nostra arma più efficace è, quindi, il nostro rapporto con Cristo attraverso la preghiera e la penitenza, la devozione e il sacro culto. Ci rivolgiamo a Cristo per venire liberati dalla pestilenza e da ogni male, e Lui non manca mai di risponderci con amore puro e gratuito. Questo è il motivo per cui per noi è essenziale, in qualsiasi momento, specialmente in quelli di crisi, poter accedere alle nostre chiese e cappelle, ai Sacramenti, alle devozioni e alla preghiera.
    Allo stesso modo in cui possiamo comprare cibo e medicinali, con l’accortezza di non diffondere il coronavirus, così dobbiamo poter pregare nelle chiese e nelle cappelle, ricevere i Sacramenti e impegnarci in atti di pubblica preghiera e devozione, così da poter cogliere la vicinanza di Dio a noi e rimanerGli vicini, invocando in modo opportuno il Suo aiuto. Senza l’aiuto di Dio, siamo, quindi, persi. Storicamente, in epoche di pestilenza, i fedeli si radunavano in fervente preghiera e partecipavano alle processioni. Infatti, nel Messale Romano, promulgato da Papa San Giovanni XXIII nel 1962, ci sono dei testi appositi per la Santa Messa da offrire in tempo di pestilenza, la Messa Votiva per la Liberazione dalla Morte in Tempo di Pestilenza (Missae Votivae ad Diversa, n.23). Allo stesso modo, nella tradizionale Litania dei Santi, noi preghiamo così: “Liberaci, o Signore, dalla guerra, dalla carestia e dalla peste”.
    Spesso, quando ci troviamo in grande sofferenza, affrontando anche la morte, ci chiediamo: “Dov’è Dio?”. Ma la vera domanda è: “Dove siamo noi?”.  In altre parole, senza dubbio, Dio è con noi per aiutarci e salvarci, specialmente, nei momenti di dura prova o di morte, ma troppo spesso siamo noi lontani da Lui a causa della nostra incapacità a riconoscere la nostra totale dipendenza da Lui e, quindi, di pregarlo quotidianamente e di offirGli il nostro culto.
    In questi giorni, ho sentito tanti cristiani devoti profondamente rattristati e scoraggiati e incapace di pregare e rendere culto nelle loro chiese e cappelle. Essi comprendono il bisogno di rispettare la distanza sociale e di seguire le altre precauzioni, e seguono questi pratici accorgimenti, che possono facilmente mettere in pratica nei loro luoghi di culto. Tuttavia, abbastanza spesso, devono passare per la sofferenza profonda del vedere le loro chiese e cappelle chiuse e del non poter accedere alla Confessione e alla Santissima Eucaristia.
    Alla stessa stregua, un fedele non può considerare l’attuale calamità in cui ci troviamo, senza considerare anche quanto sia distante da Dio la nostra cultura di popolo. Non solo è indifferente alla Sua presenza in mezzo a noi, ma si ribella apertamente a Lui e al buon ordine con cui ci ha creati e ci sostiene nel nostro essere. Ci basti pensare soltanto ai comuni violenti attacchi alla vita umana, maschile e femminile, che Dio creò a Sua immagine e somiglianza (Gn 1, 27), agli attacchi ai bambini non nati, innocenti e indifesi e a chi è il primo responsabile della nostra cura, coloro che devono reggere il pesante fardello di gravi malattie, età avanzate, o bisogni specifici. Siamo quotidianamente testimoni della diffusione della violenza in una cultura incapace di rispettare la vita umana.
    Allo stesso modo, ci basti pensare anche solo agli attacchi pervasivi all’integrità della sessualità umana, alla nostra identità di uomini e donne, con la pretesa di autodefinirci, spesso con l’impiego di strumenti violenti, un’identità sessuale diversa da quella dataci da Dio. Siamo testimoni, con un coinvolgimento sempre maggiore, dei devastanti effetti, su individui e famiglie, della cosiddetta “teoria del gender”.
    Siamo altresì testimoni, anche all’interno della Chiesa, di un paganesimo che rende culto alla natura e alla terra. Ci sono quelli, all’interno della Chiesa, che si rivolgono alla terra chiamandola nostra madre, come se noi venissimo dalla terra ed essa fosse la nostra salvezza. Ma noi veniamo dalla mano di Dio, Creatore del Cielo e della Terra. In Dio soltanto è la nostra salvezza. Preghiamo con le parole, di ispirazione divina, del Salmista “Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare” (Ps 62 [61], 6). Constatiamo come la vita della fede stessa sia diventata sempre più secolarizzata e come questo abbia compromesso la Signoria di Cristo, Dio il Figlio Incarnato, Re del Cielo e della Terra. Siamo testimoni di tanti altri mali derivanti dall’idolatria, dal culto di noi stessi e del nostro mondo, sostituitisi al culto di Dio, fonte del nostro essere. Vediamo tristemente dentro di noi la verità delle parole ispirate di San Paolo riguardanti “l’ateismo e la perfidia degli uomini che con questa perfidia uccidono la verità”: “hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli!” (Rom 1, 18. 25).
    Molti con cui sono in comunicazione, riflettendo sull’attuale crisi sanitaria mondiale con tutti i suoi relativi effetti, mi hanno espresso la speranza che essa ci porterà – come individui e famiglie e come società – a rivedere le nostre vite, a volgerci a Dio, che indubbiamente ci è vicino e che è incommensurabile e incessante nella sua misericordia e nel suo amore per noi. È fuori discussione che grandi mali quali la pestilenza siano effetto del peccato originale e dei nostri attuali peccati. Dio, nella Sua giustizia, deve riparare il caos introdotto dal peccato nelle nostre vite e nel nostro mondo. Lui, infatti, adempie alla domanda di giustizia attraverso la Sua sovrabbondante grazia.
    Dio non ci ha lasciato nel caos e nella morte, introdotti nel mondo dal peccato, ma ha mandato il Suo Figlio unigenito, Gesù Cristo, affinché soffrisse, morisse, risorgesse da morte e ascendesse nella gloria della Sua destra, per rimanere con noi per sempre, purificandoci dal peccato e infiammandoci con il Suo amore. Nella Sua giustizia, Dio riconosce i nostri peccati e il bisogno della loro riparazione, mentre, nella Sua misericordia ci inonda della sua grazia, affinché ci pentiamo e ripariamo ai nostri peccati. Il profeta Geremia pregava così: “Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità, l’iniquità dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te”, ma poi prosegue dicendo “Ma per il tuo nome non abbandonarci, non rendere spregevole il trono della tua gloria. Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi”. (Ger 14, 20-21).
    Dio non ci volta mai le spalle; non romperà mai il Suo patto di fedele e duraturo amore con noi, malgrado noi siamo così spesso indifferenti, freddi e infedeli. Dal momento che questa attuale sofferenza ci mette davanti agli occhi la nostra così frequente indifferenza, freddezza e infedeltà, siamo chiamati a volgerci a Dio, implorando la Sua grazia. Siamo fiduciosi che Lui ci ascolterà e ci benedirà con i Suoi doni di grazia, perdono e pace. Uniamo le nostre sofferenze alla Passione e Morte di Cristo e così, come dice San Paolo, “completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1, 24). Vivendo in Cristo, scopriamo la verità della nostra preghiera Biblica: “La salvezza dei giusti viene dal Signore, nel tempo dell’angoscia, è loro difesa” (Sal 36 [37], 39). In Cristo, Dio ci ha pienamente rivelato la verità espressa nella preghiera del salmista: “Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno” (Sal 84 [85], 11).
    Nella nostra cultura totalmente secolarizzata, c’è la tendenza a vedere la preghiera, la devozione e il culto come normali passatempi, come possono esserlo andare al cinema o a una partita di calcio, che non sono essenziali e perciò possono essere cancellati in ragione di tutte le precauzioni atte a scongiurare la diffusione di un contagio mortale. Ma preghiera, devozione e culto, e soprattutto Confessione e Santa Messa, sono vitali per farci rimanere spiritualmente forti e in salute e per cercare l’aiuto di Dio in un tempo di grande pericolo per tutti. Quindi, non possiamo semplicemente accettare decisioni di governi secolari che trattano il culto di Dio allo stregua di una sera al ristorante o di una gara sportiva. Altrimenti, la gente che già soffre le conseguenze della pestilenza sarà privata di quell’incontro oggettivo con Dio, che è in mezzo a noi per riportare la salute e la pace.
    Noi vescovi e sacerdoti abbiamo bisogno di spiegare pubblicamente la necessità per i cattolici di pregare e rendere culto nelle loro chiese e cappelle e di andare in processione per vie e strade, chiedendo la benedizione di Dio sopra il Suo popolo che soffre così intensamente. Dobbiamo insistere sul fatto che i decreti dello Stato, anche per il bene dello Stato, devono riconosce la singolare importanza dei luoghi di culto, specialmente in un’epoca di crisi nazionale e internazionale. In passato, infatti, i governi hanno compreso, soprattutto, l’importanza della fede, della preghiera e del culto, da parte del popolo, per sconfiggere le pestilenze.
    Allo stesso modo in cui abbiamo trovato un modo di procurarci cibo e medicinali e altre necessità della vita in periodo di contagio, senza rischiare irresponsabilmente la diffusione del contagio, così, in modo analogo, possiamo trovare il modo di provvedere alle necessità della nostra vita spirituale. Possiamo fornire maggiori opportunità per la Santa Messa e per i riti a cui possa partecipare un numero di fedeli senza andare contro le necessarie precauzioni atte a contrastare il contagio. Molte nostre chiese e cappelle sono molto grandi. Permettono il raduno di un gruppo di fedeli per la preghiera e il culto senza violare i requisiti della “distanza sociale”. I confessionali con la tradizionale grata divisoria, solitamente sono dotati, o possono diventarlo, con un sottile velo, lavabile con un disinfettante, in modo che diventi possibile accedere al Sacramento della Confessione senza grandi difficoltà e senza pericolo di trasmettere il virus. Se una chiesa o una cappella non dispongono di uno staff sufficientemente numeroso a disinfettare regolarmente le panche e le altre superfici, non ho dubbi che il fedele, come gratitudine per i doni della Santa Eucaristia, della Confessione, e della devozione pubblica, sarà felicemente assistito in questo.
    Anche se, per qualunque ragione, non siamo in grado di recarci nelle nostre chiese e cappelle, non dobbiamo dimenticare che le nostre case sono un prolungamento della nostra parrocchia, una piccola Chiesa in cui portiamo Cristo dopo il nostro incontro con Lui nella Chiesa più grande. Lasciamo che le nostre case, durante il periodo della crisi, riflettano le verità secondo cui Cristo è l’ospite di ogni casa cristiana. Lasciamoci volgere a Lui attraverso la preghiera, specialmente il Rosario, e altre forme di devozione. Se l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, insieme a quella del Cuore Immacolato di Maria, non è già esposta in casa nostra, quale momento migliore di questo per farlo. Il posto per l’immagine del Sacro Cuore di Gesù per noi è un altarino nella nostra casa, attorno a cui raccoglierci, consapevoli che Cristo dimora con noi attraverso l’effusione dello Spirito Santo nei nostri cuori, e mettere i nostri cuori, assai spesso poveri e peccatori, nel Suo glorioso Cuore trafitto – sempre aperto a riceverci, a guarirci dai nostri peccati e a colmarci di divino amore. Se volete esporre l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, vi raccomando il manuale, The Enthronement of the Sacred Heart of Jesus, disponibile attraverso l’ Apostolato della Catechesi Mariana, anche nelle traduzioni in polacco e slovacco.
    Per coloro a cui non è possibile accedere alla Santa Messa e alla Santa Comunione, raccomando la devota pratica della Comunione Spirituale. Quando siamo rettamente disposti a ricevere la Santa Comunione, ossia, quando siamo in uno stato di grazia, inconsci di qualsiasi peccato mortale che abbiamo commesso e non perdonatoci nel sacramento della Penitenza, e desideriamo ricevere Nostro Signore nella Santa Comunione ma non ne siamo in grado, ci uniamo spiritualmente al Santo Sacrificio della Messa, pregando il Nostro Signore Eucaristico con le parole di Sant’Alfonso de’ Liguori: “Poiché ora non posso riceverTi sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore”. La Comunione Spirituale è una bella espressione di amore per il Nostro Dio nel Santissimo Sacramento. Questo non mancherà di portarci abbondante grazia.
    Al tempo stesso, quando siamo consapevoli di aver commesso un peccato mortale e non siamo in grado di accedere al Sacramento della Penitenza o Confessione, la Chiesa ci invita a fare un atto di perfetta contrizione, ossia di riprovazione per il peccato, che “proviene dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa”. Un atto di perfetta contrizione “ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale” (Catechismo della Chiesa Cattolica, no. 1452). Un atto di perfetta contrizione dispone la nostra anima alla Comunione Spirituale.
    Alla fine, fede e ragione, come fanno sempre, operano insieme per fornire la giusta e retta soluzione a una sfida difficile. Dobbiamo usare la ragione, ispirati dalla fede, per trovare il modo giusto per affrontare una pandemia mortale. Tale modo deve dare la priorità alla preghiera, alla devozione e al culto, all’invocazione della grazia di Dio sul Suo popolo che soffre così tanto ed è in pericolo di morte. Fatti a immagine e somiglianza di Dio, godiamo dei beni dell’intelletto e del libero arbitrio. Usando questi doni datici da Dio, in unione con Fede, Speranza e Carità, anch’essi doni di Dio, troveremo la nostra strada in questo tempo di prova a livello mondiale, che è causa di così tanta tristezza e paura.
  7. Claudio C.
    A cura di Don Mario Proietti*
    Carissimi amici,
    ormai tutti i vescovi si sono uniformati alle regole di comportamento in questa situazione del coronavirus. Cosa prevedono queste regole? No scambio pace, no acqua santa, tenere debita distanza e comunione sulle mani. Riguardo alle prime tre disposizioni, esse hanno un fondamento medico.
    Purtroppo, ricevere la Comunione sulla mano è tanto pericoloso quanto un abbraccio o uno scambio di pace. E lo è sia dal punto di vista medico che spirituale. Infatti, per poter assumere l’Eucarestia certi di non soccombere al coronavirus è indispensabile che si abbiano le mani lavate bene, disinfettate e non abbiano toccato alcuna superficie. Non mi sembra cosa nobile ricevere l’Eucarestia con le mani ancora umide di amuchina. Ma anche qualora si fosse rispettata tutta la procedura di disinfestazione delle mani, dobbiamo essere molto prudenti riguardo alla possibilità di mandare dispersi frammenti di Eucaristia. Questa eventualità è peggiore del virus, in quanto è un vero e proprio atto di sacrilegio indipendentemente dalla volontà del soggetto che compie l’atto. Pertanto, come la Chiesa ha da sempre insegnato, quando non c’è la possibilità di poter fare la Comunione Sacramentale, si sostituisca con quella Spirituale. Questo è il mio consiglio per voi. Pertanto, qualora non fosse possibile ricevere l’Eucaristia sulla bocca, al momento di fare la comunione si recita la formula della comunione spirituale restando al proprio posto. Gli effetti spirituali sono i medesimi.  Questa è la formula per fare la 
    COMUNIONE SPIRITUALE: 
    “Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell' anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te. Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa. Amen”.
    * Don Mario Proietti, sacerdote, Missionario del Preziosissimo Sangue, Rettore del Santuario di San Gaspare in Albano Laziale.
     

  8. Claudio C.
    Padre Francesco risponde, a cura di P. Francesco Solazzo*. 
    Salve, volevo gentilmente chiederle alcuni Consigli spirituali:
    – riguardante la Quaresima, ogni anno ho cercato di impegnarmi e convertirmi ma non ci sono riuscito. Quali libri, preghiere e pratiche posso fare in questo periodo?
     
    Caro S.,
    La conversione è il cammino che il cristiano deve fare lungo tutta la sua vita per giungere all’incontro con Cristo. Lungo la storia della Cristianità sono stati scritti tantissimi libri per guidare i fedeli sulla via della perfezione: dalla “Imitazione di Cristo” alla “Filotea”, passando per le testimonianza dirette dei Santi, come le “Confessioni” di sant’Agostino o la “Storia di un’anima” di santa Teresina o “Il castello interiore” di santa Teresa; è tutto un fiorire di libri sul cammino di perfezione.
    Certamente la Quaresima è il periodo maggiormente favorevole dell’anno liturgico, in cui è più forte l’invito alla conversione, ma sicuramente non si esaurisce in questi quaranta giorni di grazia. Convertirsi significa volgere la propria volontà al Signore; significa volerLo amare “con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22,37); convertirsi significa imitare Gesù che nel giardino del Getsemani disse: «Padre, […] non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42). Possiamo ben dire che per convertirsi ci vuole una vita intera, poiché convertirsi significa diventare santi.
    La conversione, in quanto è un atto della libertà umana che richiede una scelta, dipende dalla volontà. La conversione però è anche una meta da raggiungere, poiché il mondo continuamente ci offre distrazioni che tentano di allontanarci da Dio; per questa ragione, la volontà umana da sola non è sufficiente, ma necessita dell’azione di Dio, cioè della Grazia.

    Non so cosa intende quando dice: “non ci sono riuscito”; ma è certo che non ci riuscirà mai, se intende con questa espressione riferirsi a una precisa scelta di vita. Nessuno mai, infatti, ha potuto farsi santo: tutti i Santi, infatti, SONO STATI FATTI tali dalla Grazia di Cristo. Altrimenti, per quale ragione Gesù Cristo si sarebbe fatto uomo e si sarebbe lasciato crocifiggere? Se fossimo stati in grado di farci santi con le nostre proprie forze, non ci sarebbe stato bisogno del Sacrificio della Croce. Gesù ci ha insegnato a dire: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,10). Tutto ciò che noi possiamo fare per ottenere la salvezza dell’anima, infatti, è inutile per quel fine. Significa forse che possiamo starcene con le mani in mano, tanto non saremo mai salvi? o al contrario, che lo saremo a prescindere? No. Assolutamente: “inutile” non significa “non necessario”. Significa che il fine che dobbiamo raggiungere, cioè la salvezza, non sarà mai proporzionale a ciò che noi semplici esseri umani possiamo mai fare, poiché infinitamente più grande di noi e delle nostre possibilità. Ecco, dunque, che, per colmare questa infinita sproporzionalità, è intervenuto Gesù Cristo col Sacrificio della Croce. Dunque succede questo: a noi, per raggiungere le salvezza, spetta la parte necessaria, cioè la scelta, l’adesione della nostra volontà a Dio; dall’altra parte, Gesù, con la Croce, ci mette ciò che è utile in vista di questo fine.
    Se poi con l’espressione “Non ci sono riuscito” intende dire che ha sentito mancare l’aiuto divino al cammino di conversione, allora le proporrò un metodo efficace per avanzare nel cammino di perfezione. Un metodo che non ho inventato io, ma viene dalla scuola dei Santi e, in particolare, dal Fondatore di noi Passionisti, San Paolo della Croce. È la meditazione della Passione di Nostro Signore. Scriveva S. Paolo: «Sempre più si tocca con mano che il mezzo più efficace per convertire le anime è la Passione di Gesù Cristo»; ed ancora: «Il mezzo più efficace per sterminare i vizi e coltivare la vera pietà, è la meditazione delle pene amarissime del nostro Divin Redentore». Alla meditazione della Passione, San Paolo dava una grande importanza per la formazione e il perfezionamento dell’anima e scriveva: «In questa scuola della Passione e Morte del Salvatore s’impara la vera sapienza: qui è dove hanno imparato i Santi».

    Ma a chi voglia seguire più da vicino Gesù Cristo, si apre anche la realtà della tentazione, che si fa tanto più forte quanto più ci si allontana dalla mentalità del mondo. A causa della debolezza della nostra volontà, infatti, capita che si ceda di fronte alla tentazione e che questo causi scoraggiamento nell’anima; da qui il dire: “Non ci sono riuscito”. Di fronte a ciò, però, non bisogna scoraggiarsi, ma reagire e affidarsi a Colui che ci può liberare: Gesù Cristo. Ai discepoli che porta con sé nell’orto del Getsemani, poco prima di essere arrestato, Gesù dà un ammonimento chiaro: «Pregate, per non entrare in tentazione» (cfr. Mt 26,41; Mc 14,38; Lc 22,40; 22,46). Anche nella preghiera del Padre Nostro, l’ultima petizione riguarda la tentazione: “non ci indurre in tentazione” ha proprio questo significato, cioè chiediamo di “non farci entrare in tentazione”.
    La tentazione è come una porta che introduce al peccato e alla morte e noi restiamo abbagliati da ciò che vediamo sulla soglia, senza riuscire a comprendere il putridume che questa spelonca racchiude e che, quando vi entriamo, ci tiene prigionieri fino al momento in cui Cristo non ci porta fuori da questa trappola con il Suo perdono. La tentazione serve all’anima affinché essa si leghi sempre più a Dio e si affidi alla sola speranza che è Gesù Cristo; ecco perché Dio permette che la tentazione sia sempre presente nella nostra vita. Diceva a tal proposito San Paolo della Croce che «Quanto alle tentazioni, non è da pigliarsene pena: sono travagli che vengono ad un’anima che vuol essere tutta di Dio»; ed ancora: «Lo scatenarsi delle tentazioni è piuttosto buon segno perché serve a farci diffidare di noi stessi, come capaci d’ogni male, se Dio non ci confortasse». Al colmo delle tentazioni vi è la tentazione contro la fede, cioè quello di abbandonare definitivamente il cammino e di disperare, ma anche questa tentazione ha un suo perché, secondo San Paolo della Croce: «La grave tentazione contro la fede, scrive in una lettera il Santo, è segno che Dio vuol dare all’anima vostra un gran dono di fede viva, che la porterà all’alta unione di carità».
    Buona meditazione della Passione di Nostro Signore e Buona Quaresima.
    *P. Francesco Solazzo, classe 1978, passionista originario di Trepuzzi (Lecce), è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 2015 – solennità dei Santi Pietro e Paolo – presso la cattedrale di Lecce dall’arcivescovo Domenico Umberto D’Ambrosio.

  9. Claudio C.
    In the link the possibility to subscribe the petition that we strongly invite to make -> https://www.riapritelourdes.org/en/
    The news is incredible, but unfortunately it is true. For fear of the coronavirus, the sanctuary of Lourdes closed all the pools "as a precaution" and "until further notice". The sanctuary itself announced this on March 1st.
    The pools of Lourdes are pools in which pilgrims are individually immersed for a few seconds to receive physical and spiritual benefits. The place from which these waters flow was revealed in Santa Bernadette in February 1858 by the Madonna herself. The water turned out to be miraculous and has never ceased to flow ever since. Millions of pilgrims come to Lourdes every year and about eighty thousand of them bathe in the pools. Thousands and thousands of healings take place. The Church, after a rigorous examination, officially recognized about eighty: forty-nine people recovered from the water of Lourdes and thirty-nine in the pools.
    The real miracle of Lourdes, however, is not these prodigious healings, but the thaumaturgical effects, both spiritual and physical, of a water in which hundreds of sick people affected by the most diverse diseases immerse themselves every day, including sores and skin lesions, without ever having no infection occurred. The water that had once changed twice a week and now appears every day, is full of germs, but I repeat, no sick person has ever been infected during those baths.
    Well, when an epidemic is spreading in Europe, if there is a place that should be resorted to, an infallibly protected place, it is the sanctuary of Lourdes, which is, par excellence, the place of healing for the soul and the body. Whoever bathed in the same pool in Lourdes as a coronavirus patient would be certain that he was not infected, because the pools in Lourdes are not places of sin, but places of faith, and it is faith not medicine that allows miracles. The miracle is a divine intervention, superior to all human forces and whoever denies the possibility of the miracle denies the very existence of God. Whoever denies the miraculous nature of the water of Lourdes, who fears that the pools of Lourdes could produce contagion, denies the power of God, denies the promises of Our Lady, denies the meaning of Lourdes. If you close the swimming pools, it would be worth closing the sanctuary of Lourdes.
    It was precisely 11 February 2013, the day of the feast of Lourdes that Benedict XVI renounced the pontificate. And today the bishop of Lourdes, the president of the French episcopal conference, the president of the European bishops, the Vatican secretary of state, the Pope himself give up believing in the miracle of Lourdes? Are they also convinced that the contagion can spread from the pools of Lourdes rather than the healing of bodies and that of souls, which is much more important than physical healing? If so, it is a shame, it is a scandal, it is a sin of unbelief that instead of healing will cause new physical and spiritual evils for the Church and for our nations.
    We, on the other hand, would like to quench our thirst at the water of Lourdes, trusting in the words of Our Lord: "Whoever drinks the water that I will give him will never be thirsty forever. Indeed, the water that I will give him will become in him a source of water that spurts for eternal life "(Jn 4, 14).
    in the link the possibility to sign the petition that we strongly invite to make -> https://www.riapritelourdes.org/en/
    Here is the full text of the petition:
    Keep Lourdes open!
    Rev. Msgr. Antoine Hérouard, Apostolic Delegate for the Sanctuary of Lourdes, Rev. Archbishop Olivier Ribadeau Dumas, Rector of the Shrine of Our Lady of Lourdes
      We ask you to cancel the decree closing the pools of Lourdes and to reopen them immediately for pilgrims, who upon immersing themselves in this miraculous water seek healing for the body and above all for the soul. The decision to close all the pools “as a precaution” and “until further notice”, as stated on March 1 by the Sanctuary, has disconcerted and aggrieved Catholic faithful all over the world! The place from which these waters flow was revealed to Saint Bernadette in February of 1858 by the Our Lady herself. The water revealed itself to be miraculous and has never ceased to flow ever since. In 160 years an incalculable number of faithful, affected by the most diverse diseases, have immersed themselves in these pools without any infection having ever occurred.
      When an epidemic is rampant in Europe, if there is a place that people should resort to, in order to ensure of not being infected but as to receive benefits for the soul and body, it is precisely the sanctuary of Lourdes. Whoever in Lourdes bathes in the same pool as a Coronavirus patient, would be certain to not be infected, because the pools of Lourdes are not places of sin, but places of faith, and it is faith not medicine that allows miracles. Those who deny the miraculous nature of the water of Lourdes, those who fear that the pools of Lourdes may produce contagion, it is they that deny the power of God, deny the promises of Our Lady, deny the meaning of Lourdes. If that is the case then the sanctuary should be closed. But millions of Catholics around the world look with great hope and confidence at the sanctuary of Lourdes.
    https://www.riapritelourdes.org/en/ Listen to their prayers:  keep open the pools of Lourdes!
    (from Corrispondenza Romana Prof. R. De Mattei https://www.corrispondenzaromana.it/video-la-chiusura-delle-piscine-di-lourdes-una-vergogna/)
  10. Claudio C.
    nel link la possibilità di sottoscrivere la petizione che invitiamo fortemente a fare --> https://www.riapritelourdes.org/
    La notizia è incredibile, ma purtroppo è vera. Per timore del coronavirus, il santuario di Lourdes ha chiuso “per precauzione” e “fino a nuovo ordine” tutte le piscine. Lo ha comunicato il primo marzo lo stesso santuario.
    Le piscine di Lourdes sono delle vasche in cui i pellegrini vengono individualmente immersi per pochi secondi per riceverne benefici fisici e spirituali. Il luogo da cui scaturiscono queste acque è stato rivelato a Santa Bernadette nel febbraio del 1858 dalla Madonna stessa. L’acqua si rivelò miracolosa e da allora non ha mai cessato di sgorgare. A Lourdes arrivano ogni anno milioni di pellegrini e circa ottantamila di essi si bagnano nelle piscine. Sono migliaia e migliaia le guarigioni che avvengono. La Chiesa, dopo un rigoroso esame, ne ha ufficialmente riconosciute circa ottanta: quarantanove le persone guarite a contatto con l’acqua di Lourdes e trentanove nelle piscine.
    Il vero miracolo di Lourdes non sono però queste prodigiose guarigioni, ma gli effetti taumaturgici sia spirituali che fisici di un’acqua in cui si immergono ogni giorno centinaia di infermi affetti dalle malattie più diverse, comprese piaghe e lesioni cutanee, senza che si sia mai verificato alcun contagio. L’acqua che una volta era cambiata due volte la settimana e adesso sembra ogni giorno, è piena di germi, ma ripeto, nessun ammalato è mai stato contagiato durante quei bagni.
    Ebbene, nel momento in cui dilaga in Europa un’epidemia, se c’è un luogo a cui bisognerebbe ricorrere, un luogo infallibilmente protetto, è il santuario di Lourdes, che è, per antonomasia, il luogo delle guarigioni dell’anima e del corpo. Chi, a Lourdes si bagnasse nella stessa piscina di un malato di coronavirus, sarebbe certo di non essere contagiato, perché le piscine di Lourdes non sono luoghi di peccato, ma luoghi di fede, ed è la fede non la medicina che permette i miracoli. Il miracolo è un intervento divino, superiore a tutte le forze umane e chi nega la possibilità del miracolo nega l’esistenza stessa di Dio. Chi nega il carattere miracoloso dell’acqua di Lourdes, chi teme che le piscine di Lourdes possano produrre contagio, nega il potere di Dio, nega le promesse della Madonna, nega il significato di Lourdes. Se si chiudono le piscine tanto varrebbe chiudere il santuario di Lourdes.
    Fu proprio l’11 febbraio del 2013, giorno della festa di Lourdes che Benedetto XVI rinunziò al pontificato. E oggi il vescovo di Lourdes, il presidente della conferenza episcopale francese, il presidente dei vescovi europei, il segretario di Stato vaticano, il Papa stesso rinunciano a credere nel miracolo di Lourdes? Sono convinti anche loro che dalle piscine di Lourdes si possa propagare il contagio invece che la guarigione dei corpi e quella delle anime, che è ben più importante di quella fisica? Se così è, è una vergogna, è uno scandalo, è un peccato di incredulità che invece della guarigione provocherà nuovi mali fisici e spirituali per la Chiesa e per le nostre nazioni.
    Noi invece, vorremo dissetarci all’acqua di Lourdes, confidando nelle parole di Nostre Signore: «Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv, 4, 14).
    nel link la possibilità di sottoscrivere la petizione che invitiamo fortemente a fare --> https://www.riapritelourdes.org/
    Ecco di seguito il testo integrale della petizione:
    Rev. Mons. Antoine Hérouard, Delegato Apostolico per il Santuario di Lourdes, Rev. Mons. Olivier Ribadeau Dumas, Rettore del Santuario Nostra Signora di Lourdes

    Vi chiediamo di annullare il decreto di chiusura delle piscine di Lourdes e di riaprirle immediatamente per i pellegrini che, immergendosi in quest’acqua miracolosa, cercano la guarigione per il corpo e soprattutto per l’anima. La decisione di chiudere “per precauzione” e “fino a nuovo ordine” tutte le piscine, comunicata il 1 marzo dal Santuario, ha sconcertato e indignato i fedeli cattolici di tutto il mondo!

    Il luogo da cui scaturiscono queste acque è stato rivelato a Santa Bernadette nel febbraio del 1858 dalla Madonna stessa. L’acqua si è rivelata miracolosa e da allora non ha mai cessato di sgorgare. In 160 anni un numero incalcolabile di fedeli, affetti dalle malattie più diverse, si sono immersi in queste vasche senza che si sia mai verificato alcun contagio.

    Nel momento in cui dilaga in Europa un’epidemia, se c’è un luogo a cui bisognerebbe ricorrere, sicuri di non essere contagiati e di riceverne invece benefici per l’anima e per il corpo è proprio il santuario di Lourdes. Chi, a Lourdes, si bagnasse nella stessa piscina di un malato di Coronavirus, sarebbe certo di non essere contagiato, perché le piscine di Lourdes non sono luoghi di peccato, ma luoghi di fede, ed è la fede non la medicina che permette i miracoli. Chi nega il carattere miracoloso dell’acqua di Lourdes, chi teme che le piscine di Lourdes possano produrre contagio, nega il potere di Dio, nega le promesse della Madonna, nega il significato di Lourdes. Tanto varrebbe allora chiudere il santuario. Ma al santuario di Lourdes guardano con speranza e fiducia milioni di cattolici di tutto il mondo.

    Ascoltate le loro preghiere: riaprite le piscine di Lourdes!
    nel link la possibilità di sottoscrivere la petizione che invitiamo fortemente a fare --> https://www.riapritelourdes.org/
    (da Corrispondenza Romana Prof. R. De Mattei https://www.corrispondenzaromana.it/video-la-chiusura-delle-piscine-di-lourdes-una-vergogna/ )
  11. Claudio C.
    C'è compatibilità tra scienza sperimentale e fede in un Dio creatore? Tra scienza e Chiesa? Se ne dibatte spesso.
    Nel dibattito, come negli scritti* di Francesco Agnoli**, si affrontano queste tematiche, discutendo su Dio, l'anima, i miracoli, la Chiesa. Ma soprattutto si interrogheranno i grandi fisici, astronomi, matematici e si scoprirà che tutti i padri della scienza moderna hanno creduto in Dio.
    Si scopriranno le preghiere di Keplero e di Pascal; gli interessi per la Bibbia di Newton; la fede genuina di Pasteur. Si apprenderà che un monaco ha fondato l'idraulica, che Niccolò Copernico era un religioso cattolico; che il primo teorizzatore del Big Bang e dell'espansione dell'universo è stato il sacerdote belga Georges Edouard Lemaître; che il padre dell'aeronautica, Francesco Lana de' Terzi, è un padre gesuita, come il “principe dei biologi”, Lazzaro Spallanzani e come un pioniere dell’astrofisica, Angelo Secchi; che il padre della geologia e della cristallografia, Niels Stensen, si fece sacerdote e poi divenne vescovo, e che il fondatore della genetica fu il monaco Gregor Mendel…Si apprenderà che i matematici Gauss ed Eulero leggevano tutte le sere il Vangelo, che i matematici A. L. Cauchy, Ennio De Giorgi e Maria Gaetana Agnesi si dedicavano, oltre che alla matematica, all’assistenza ai poveri secondo lo spirito cristiano…
    Forse qualcuno ascolterà o, meglio, leggerà per la prima volta che le uniche grandi persecuzioni contro scienziati sono avvenute durante la laicissima rivoluzione francese (a danno di scienziati particolarmente devoti, come Luigi Galvani e Paolo Ruffini), e, soprattutto, nell’URSS ateo e comunista, dove chi proponeva teorie scientifiche vere, ma non ortodosse rispetto al marxismo, ha perso il posto e, non di rado, la vita.
    Nel video seguente, una breve disamina di questa tesi e la interessante relazione del Prof.  Francesco Agnoli.
     
    *Scienziati dunque credenti (Cantagalli, Siena, 2012). 
    **Nato a Bologna nel 1974, laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell'editoria presso la Trentino Art Academy. Collabora con i quotidiani Avvenire, Il Foglio, La Verità (nato il 20 settembre 2016) e l'Adige, e con il mensile Il Timone. Autore di numerosi saggi
  12. Claudio C.
    A Roma fu inscenata una grande manifestazione massonica, il 17 febbraio 1917, giorno commemorativo della morte di Giordano Bruno. ( 1548 – 1600 ).

    Il corteo massonico, diretto al monumento di quest’ultimo, percorse le vie della capitale e si fermò a lungo in piazza  S. Pietro sventolando, sotto le finestre del Papa, un vessillo nero con l’effigie di Michele arcangelo sotto i piedi di Lucifero . ( SK1328 ) Striscioni inneggiavano a Satana,  in particolare una scritta diceva: “ Satana governerà in Vaticano e il Papa lo servirà come guardia svizzera.”

    San Massimiliano Kolbe pensa ad un’associazione mariana finalizzata alla conversione dei peccatori,  specialmente dei massoni, e alla santificazione di tutti i cristiani e, porre un argine a quel dilagare di empietà, a quei movimenti ostili alla Chiesa i quali andavano sempre più crescendo.
  13. Claudio C.
    della Redazione di Documentazione.info
    Qual era il modus operandi dell’inquisizione? Davvero si trattò di una feroce caccia all’uomo per motivi religiosi? Il professor Alessandro Barbero, professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università del Piemonte Orientale e volto noto al pubblico della divulgazione storica di SuperQuark, spiega che in realtà quello dell’inquisizione “rispetto ai tribunali civili era estremamente moderato”.
    Ospite nel ciclo di incontri Le ragioni del torto, al professor Barbero è stato chiesto, in riferimento al processo a Giordano Bruno: “Perché a un certo punto l’istituzione ecclesiastica reagisce in un certo modo?”
    Sicuramente sentire la storia di un tribunale che arresta qualcuno per le sue idee porta l’ascoltatore a parteggiare immediatamente per il perseguitato, ma bisogna considerare che secondo il professor Barbero “abbiamo un’immagine dei tribunali dell’inquisizione che è stata prodotta dai polemisti protestanti a partire dal ‘500, un’immagine pornografica di inquisitori che godono nel torturare donne nude”  
    Il professor Barbero ha contestualizzato la nascita del tribunale dell’inquisizione, avvenuta “in una società integralmente cristiana”. La realtà storica dell’Inquisizione inizia nel Basso Medioevo, con l’aumento di persone che sanno leggere e scrivere e che si pongono come alternative all'interpretazione della fede in un mondo che si basa sull’insegnamento di “testi estremamente difficili da spiegare in maniera razionale”, l’Antico e il Nuovo Testamento.
    Anche a causa di fenomeni oggettivamente pericolosi per la vita di molti, come l’eresia catara, i sostenitori della quale si lasciavano morire di fame credendo che la materia fosse malvagia, la Chiesa attiva l’inquisizione “in totale perfetta convinzione e buona fede”.
    “Il tribunale dell’inquisizione opera con forme e tutele rigidissime: si impianta, convoca testimoni, verbalizza tutto (che poi è il motivo per cui noi conosciamo bene come funzionava un processo dell'inquisizione e meno un processo dello stato della stessa epoca), e il suo scopo non è bruciare la gente. Lo scopo del tribunale dell’inquisizione è spiegare bene a tutti che chi ha sbagliato deve chiedere scusa e pentirsi. Meglio se pubblicamente”.
    Per questa ragione ordinariamente un processo dell’inquisizione si conclude con l’accusato che “confessa, chiede perdono a santa madre chiesa e fa una bella penitenza”.
    Il professor Barbero ha quindi spiegato che “l’inquisizione era un tribunale che rispetto ai tribunali civili era estremamente moderato. Nei tribunali civili era normale torturare la gente [...]. Generazioni e generazioni di coltissimi magistrati fino al ‘700 hanno dato per scontato che si torturano gli imputati se non vogliono confessare. L’inquisizione in confronto tortura pochissimo e lo fa solo perché tutti i tribunali lo fanno”.
    Inoltre, ha aggiunto Barbero, le torture degli inquisitori erano sottoposte a dei limiti indicati dal Papa: bisognava osservare dei giorni di riposo, doveva esserci un consulto medico e si poteva praticare solo per alcune ore al giorno.
    Questo è il primo degli articoli estratti dal canale non ufficiale di Alessandro Barbero, curato da Fabrizio Mele e disponibile gratuitamente a questo link di Spotify. Nel canale sono raccolti i podcast degli interventi del professore.
    Articolo redatto su Documentazione.info e che riteniamo importante riprendere per il bene della Verità Cattolica. Vi invitiamo a visitare il portale per trovare la continuazione di questi interessantissimi articoli. #IPC.
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  14. Claudio C.
    di Billy Ryan
    Dal primo miracolo di Cristo alle Nozze di Cana all'essere trasformato nel sangue della Nuova Alleanza nell'Ultima Cena, non è un segreto che il vino abbia avuto un ruolo importante nel Cristianesimo. Fin dalle prime celebrazioni, la bevanda fu usata per celebrare l'Eucaristia. Tuttavia, non tutti i vini sono accettabili per l'uso. Che tipo di vino può essere usato per la consacrazione?
    “Il calice della benedizione che benediciamo, non è una partecipazione al sangue di Cristo? Il pane che spezziamo, non è una partecipazione al corpo di Cristo? ” - 1 Corinzi 10:16
    Nel corso dei secoli, sono state stabilite varie linee guida e criteri riguardanti le specificità del vino appropriato per l'uso nella celebrazione dell'Eucaristia. I primi insegnamenti della Chiesa sui requisiti sia del pane che del vino nell'Eucaristia provengono dalla bolla papale De Defectibus firmata per ratifica dal Concilio di Trento.
    "Se il vino è diventato mero aceto, o è completamente cattivo, o se è stato ottenuto da uve acide o acerbe, o se è stata mescolata tanta acqua con il vino che è adulterato, non c'è Sacramento." - De Defectibus, tit. IV, 1
    Il 5 agosto 1896 furono stabilite ulteriori linee guida in una direttiva della Congregazione per la Dottrina della Fede relativa agli additivi derivati dal vino.
    "Per conservare i vini deboli e deboli e per impedire loro di inaridirsi o rovinarsi durante il trasporto, è possibile aggiungere una piccola quantità di alcolici (grappa d'uva o alcool), purché siano rispettate le seguenti condizioni:
    • Lo spirito aggiunto deve essere stato distillato dall'uva (ex genimime vitis).
    • La quantità di alcool aggiunta, insieme a quella che il vino conteneva naturalmente dopo la fermentazione, non deve superare il 18% del totale.
    • L'aggiunta deve essere effettuata durante il processo di fermentazione. "
    Nel 1983, i requisiti furono formalizzati nel Codice di Diritto Canonico.
    “Il Santissimo Sacrificio dell'Eucaristia deve essere celebrato ... nel vino a cui aggiungere una piccola quantità di acqua. Il vino deve essere naturale dal frutto della vite e non rovinato. " - Codice di Diritto Canonico §1,3
    Gli ultimi insegnamenti della Chiesa riguardanti i requisiti della materia Eucaristica provengono dal documento del 2004 Redemptionis Sacramentum della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
    “Il vino che viene utilizzato nella celebrazione più sacra del Sacrificio Eucaristico deve essere naturale, dal frutto dell'uva, puro e incorrotto, non mescolato con altre sostanze. Durante la celebrazione stessa, una piccola quantità di acqua deve essere miscelata con essa. Bisogna fare molta attenzione affinché il vino destinato alla celebrazione dell'Eucaristia sia ben conservato e non abbia un sapore aspro ”. - Redemptionis Sacramentum, cap. 3, 1
    Qual è la versione ridotta dei vari requisiti stabiliti nel corso degli anni? Qualsiasi vino prodotto commercialmente (rosso, bianco, rosato) è accettabile purché sia fatto naturalmente di uva e rientri nell'ABV (gradazione alcolica) generalmente accettato dai canonisti dell'8% - 18%. Non sono ammessi additivi ad eccezione delle minuscole quantità di solfiti come conservanti. Per coloro che soffrono di intolleranza all'alcool e sono stati autorizzati da un ordinario locale caso per caso, il mosto è permesso purché il contenuto alcolico rimanga al di sopra dell'1%. Il mustum è il succo d'uva che è stato lasciato fermentare solo per un breve periodo di tempo.

    Libera traduzione da U Catholic 
  15. Claudio C.
    di Catholic News Agency.
    Quando padre John Hollowell è andato alla Mayo Clinic per le scansioni cerebrali dopo quello che i medici pensavano fosse un ictus, ha ricevuto una diagnosi scioccante. Le scansioni hanno rivelato che invece di un ictus, aveva un tumore al cervello.
    Sebbene si trattasse di una diagnosi seria, Hollowell, un prete dell'Arcidiocesi di Indianapolis, ha affermato di ritenere che il tumore fosse una risposta alla preghiera. "Quando sono scoppiati gli scandali del 2018, molti di voi sanno che mi hanno colpito profondamente, come hanno fatto la maggior parte della Chiesa", ha scritto nel suo blog, On This Rock.
    “Ho pregato nel 2018 che se ci fosse stata qualche sofferenza che avrei potuto subire a nome di tutte le vittime, una croce che avrei potuto portare, sarei stato lieto. Sento che questa è quella croce e la abbraccio volentieri. "
    Hollowell è stato ordinato nel 2009 e serve come parroco della parrocchia di St. Paul Apostolo a Greencastle e parroco della parrocchia dell'Annunciazione in Brasile, Indiana. È anche cappellano cattolico presso la DePauw University e la Putnamville Correctional Facility.
    Il piano per il trattamento di Hollowell prevede la rimozione del tumore attraverso un intervento chirurgico al cervello e quindi sia le radiazioni che la chemioterapia. Hollowell ha affermato che mentre i suoi trattamenti non saranno così duri come quelli per alcuni altri tipi di cancro, vuole ancora offrire ogni giorno il suo recupero, la chemioterapia e le radiazioni per le vittime dell'abuso di clero.
    “Mi piacerebbe avere un elenco di vittime di abusi sacerdotali che potrei pregare ogni giorno. Vorrei dedicare ogni giorno di questa guarigione / chemioterapia / radiazione a 5-10 vittime e, se possibile, vorrei anche scrivere loro una nota per far loro conoscere le mie preghiere per loro ”, ha detto. Ha incoraggiato le vittime, o coloro che sono a conoscenza di una vittima, a scrivergli con il nome della vittima (con il loro permesso) e con un indirizzo in cui poter inviare loro un messaggio quando prega per loro. Ha aggiunto che vorrebbe includere nelle sue preghiere le vittime che sono state aiutate dalla Rete dei sopravvissuti di coloro che sono stati abusati dai sacerdoti e ha chiesto a SNAP di inviargli i nomi delle vittime per le quali può pregare.
    Hollowell ha dichiarato di essere grato per i suoi molti "meravigliosi" medici alla Mayo Clinic e altrove che finora hanno fatto parte delle sue cure. "Ogni persona ha svolto un ruolo chiave in questo processo e sono molto grato e stupito dallo stato della medicina negli Stati Uniti nel 2020", ha affermato.
    Alla fine, il sacerdote disse di essere "molto in pace".

    “Oltre al tempo trascorso in ospedale, gli unici effetti di questo tumore che ho avuto sono stati 5 episodi di spasmo / convulsioni che sono durati ciascuno 90 secondi. Mi rendo anche conto di essere benedetto per averlo scoperto attraverso questo processo vs. scoprire il tumore lungo la strada dopo che era diventato più grande ", ha scritto. "Sarete tutti nelle mie preghiere, mentre prego quotidianamente per la salvezza di tutte le anime di coloro che vivono e studiano entro i miei confini parrocchiali", ho aggiunto. "Possa la Madonna di Lourdes vegliare e intercedere per tutti coloro che sono malati o sofferenti in alcun modo!"

    Libera traduzione da Catholic Herald
  16. Claudio C.
    Di seguito due articoli a riguardo della testimonianza di Fede offerta dai fratelli in Cristo della Polonia.
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    Traduzione libera da ReligionenLibertad (CC).
    La Polonia è attualmente il grande polmone vocazionale dell'Europa. Oltre a mantenere una profonda cattolicità e difendere la tradizione cristiana del continente, il paese dell'est del continente è quello che contribuisce ogni anno con un numero maggiore di nuovi sacerdoti ordinati. Secondo l'Istituto polacco di statistica della Chiesa cattolica nel 2017 (l'anno scorso secondo dati ufficiali) sono stati ordinati 350 sacerdoti diocesani in Polonia.
    Infatti, 1 su 4 nuovi sacerdoti ordinati in Europa è stato in Polonia, cioè il 26% del totale, che in tutto il continente era nel 2017 di 1272.
    Va notato che nello stesso anno sono stati ordinati 109 nuovi sacerdoti in Spagna, tre volte in meno rispetto alla Polonia, nonostante entrambi siano nazioni tradizionalmente cattoliche e che la Spagna con 46 milioni di abitanti abbia quasi 8 milioni di persone in più rispetto a questo paese.
    Tuttavia, la Polonia non sfugge alla crisi delle professioni di fede, sebbene le sue conseguenze nel paese siano inferiori rispetto ad altre. Dal 2000 il numero di ordinate è diminuito a poco a poco, con una leggera eccezione da un anno.Con la raccolta di NFP, il numero totale di sacerdoti diocesani in tutto il mondo è cresciuto dal 2000, raggiungendo 281.000 nel 2017. Ma in Europa è stata osservata la tendenza opposta, con numeri che scendono a 125.000, lontano dal quasi 141.000 del 2003 o 132.000 del 2011.
    Un altro fatto importante del rapporto statistico della Chiesa in Polonia è l'aumento che sta avvenendo nella secolarizzazione dei sacerdoti. Nel 2017 si sono verificati 73 casi in Polonia, la cifra più alta dell'intero continente.
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    Da Conferenza Episcopale Polacca
    Gli ultimi risultati della ricerca sulla religiosità dei polacchi sono simili ai dati dello scorso anno. La religiosità dei polacchi è stabile e rimane a un livello simile. Nel 2018, il 38,2% dei cattolici obbligati (dominicantes) ha partecipato all’Eucaristia domenicale e il 17,3% ha ricevuto la Santa Comunione (communicantes).
    L’Annuario statistico della Chiesa cattolica in Polonia, “Annuarium Statisticum Ecclesia in Polonia AD 2020”, presentato oggi (7 gennaio 2020) a Varsavia, contiene i risultati della ricerca dell’Istituto di Statistica della Chiesa Cattolica in Polonia SAC condotta nel 2019 e include dati per il 2018.
    L’indice di dominicantes relativo alla partecipazione dei cattolici obbligati alla Santa Messa nel 2018 è diverso dello 0,1% rispetto a un anno prima. Nel 2018, il 38,2% dei cattolici hanno partecipato all’Eucarestia domenicale, mentre nel 2017 – 38,3%.
    L’indice di comunicantes, ossia dei cattolici che hanno ricevuto la comunione, è diverso dello 0,3% rispetto a un anno prima. Nel 2018, il 17,3% hanno ricevuto la comunione, mentre nel 2017 – 17%.
    Il più alto livello di partecipazione dei cattolici obbligati alla Messa domenicale è stato tradizionalmente registrato nelle diocesi di Tarnów (71,3%), Rzeszów (64,3%) e Przemyśl (60,4%).
    Secondo “Annuarium Statisticum Ecclesia in Polonia AD 2020”, ci sono 10.356 parrocchie cattoliche in Polonia, in cui oltre 20.500 sacerdoti svolgono il loro ministero. Ci sono quasi 25.000 sacerdoti in totale, mentre 2.200 seminaristi nel 2018 si stavano preparando per l’ordinazione.
    Il numero di comunità religiose femminili era di 2.200 con 17.600 suore. Il numero di religiosi e membri di società apostoliche nel 2018 era pari a 11.400 persone. Nel 2018 sono state battezzate oltre 386.000 persone. Oltre 400.000 persone hanno ricevuto la prima comunione. Il sacramento della cresima nel rito latino è stato ricevuto da quasi 300.000 persone, del 3,5% in più rispetto al 2017. Il sacramento del matrimonio è stato concesso a 133.000 coppie.
    Nell’anno scolastico 2018/2019, l’88% degli studenti hanno frequentato le lezioni di religione in istituti scolastici.
    Ufficio stampa della Conferenza episcopale polacca
  17. Claudio C.
    Interview with Don Nicola Bux * by Vito Palmiotti.
    Vito Palmiotti: The post-Synodal Apostolic Exhortation Querida Amazonia aroused unexpected reactions according to the different ways of reading and accepting it. Perhaps that was precisely the purpose that its author intended to achieve.
    Nicola Bux: In fact, on the one hand it caused a great disappointment, as well as a real disgust, in the Amazonian environments, which expected - in logical continuity with the whole synodal process and with the final document - a clear and frontal opening on the two themes that have been the leiv motif from the beginning: the conferral of the sacrament of order to the viri probati (with the consequent weakening and annihilation of priestly celibacy) and the permanent diaconate of women, as a first step towards the female priesthood. The frustration caused in this specifically local context has spread internationally to all progressive contexts, surprisingly affecting a good part of the Church, especially in Germany.
    In the same environments, however, another reaction occurs, more conciliatory and masked with fake serenity in front of the evident reverse of the last moment. It is a reading of the post-synodal Apostolic Exhortation according to a criterion, not well specified, of complementarity and harmonious harmony between the two documents, the post-synodal and the final one of the Synod, which should be read together, in a synoptic I would say. Those who want to read everything as a process open to new developments are placed in the same line.
    Palmiotti: On the opposite side, the post-synodal document has aroused optimistic reactions from traditionalist and conservative sectors, which, without an overall view, believe they have finally won the battle of orthodoxy. Thus, many naively think that the Pope would return to defend sound doctrine by exercising his role of confirming his brothers in the faith.
    Bux: Indeed, it seems that he wanted to prove that he is not as heterodox as is thought in these circles. If after seven years of pontificate, this has not been understood, it means that his underlying vision of the Church, mainly socio-political, has not yet been grasped. Finally, even in the circle of those who are in line with the good tradition and ecclesial doctrine, the post-synodal Apostolic Exhortation is realistically seen only as a magisterial text that makes silence on the most controversial points, leaving in the imprecise cloud of uncertainty what deserved a clear stance.
    Palmiotti: In doing so, at first glance everything would seem apparently in order, while in reality the seed of chaos is sown which will sooner or later produce its fruits. If the metaphor is valid, it could be said that the fire in the Amazon rainforest has been partially extinguished, but burning embers still remain under the ashes.
    Bux: The same "theologian" of Francis, Msgr. Viktor Manuel Fernandez, bishop of La Plata, got it right, saying to Religión digital: «Sin embargo, tampoco hay que afirmar, como han dicho algunos medios, que Francisco ha cerrado las puertas o ha excluido la posibilidad de ordenar algunos hombres casados. De hecho, en la introducción Francisco limita los alcances de su propio documento: “No desarrollaré aquí todas las cuestiones abundantemente expuestas en el Documento conclusivo” (2). Se refiere al documento con el cual concluyó el Sínodo de los Obispos celebrado en Roma. Está claro que si el Papa no desarrolla algún punto no es porque queda excluido, sino porque adrede no quiso repetir al Sínodo». And he adds: «Por primera vez una exhortación apostólica no quiere ser una interpretación del Documento conclusivo de un Sínodo ni una restricción de sus contenidos, ni un texto oficial que deja atrás lo que el Sínodo concluyó. Sólo es un marco complementario de ese documento y dice explícitamente: “no pretendo reemplazarlo ni repetirlo” (2). Tan claro es que no quiere reemplazarlo, que lo que hace es “presentar oficialmente” (3) ese documento y pedir que todos los obispos y agentes pastorales de la Amazonia “se empeñen en su aplicación” (4)». The same "theologian" of Francis, therefore, does not hide the fact that, with the Exhortation, a sort of Catholic-Amazonian religion was created, a new religion, founded on the almost syncretic or contiguous union between the Catholic faith and the rites and the superstitions of the Amazonian populations. In fact, he declares: «Al mismo tiempo, muestra una enorme apertura a los ritos y expresiones indígenas, pidiendo que no se las acuse tan rápidamente de paganismo o de “idolatría” (79) y deja lugar a un posible “rito amazónico” (nota 120). En el Sínodo se dijo precisamente, en las discusiones que llevaron a un cierto consenso, que ese era el marco adecuado para pensar en la posibilidad de los “viri probati”»." and all the other "innovations".
    I also remember the words spent in the presentation of the Exhortation by card. Michael Czerny, who said that the issue of diaconal ordination of women and ecclesiastical celibacy are not resolved by the exhortation. And not unlike the card. Hummes, general speaker of the Pan-Amazonian synod, who recalled that there would be a plan to develop and complete the issue of celibacy. According to some observers, the Exhortation would represent a sort of "Trojan horse" for the ordination of women and for the abolition of priestly celibacy.
    We leave out the issues of the Amazonian rite and the acceptance of the idolatrous traditions of the Amazonian populations (in the video presentation of the Vatican News exhortation).
    Palmiotti: If you want, what you have described is a sort of third way (as I think a few days ago, on the occasion of the publication of the Exhortation, Francesco's biographer, Austen Ivereigh on an article in The Tablet) or door ajar. Pope Bergoglio did not close the door to the demands of the progressives, but at the same time he did not open them wide. He left the door open just enough, so that he, or his successor, in the future, can provide for complete opening. It is perhaps, therefore, a Pyrrhic victory. And probably not even a victory. On the other hand, it is necessary to clarify the value of the final document of the bishops at the Amazonian synod: will this be the key to interpreting the Exhortation?

    Bux: If, as card. Baldisseri that document would not fall within the magisterium, but would have a mere moral value, it remains to be understood whether it could nevertheless assume the value of the interpretative key of the Exhortation, so that this should be interpreted in the light of that document, which Francis invited to read and keep in mind entirely.
    In conclusion, Querida Amazonia has raised a set of conflicting feelings in which the bitterness of those who have been disappointed, the illusion of those who hope for a future opening, the naive look of those who believe in a fictitious return to true intertwine doctrine, but the only remaining point is the ambiguities on issues that still require a clear answer today. Last but not least, the unclear language, a "pastoralese", so to speak, made up of insinuations and not of affirmations, as prof. Stefano Fontana, who does not make it clear what the faithful Catholic must comply with.
     
    ** These and other observations by Monsignor Nicola Bux, priest of the archdiocese of Bari, professor in Jerusalem and Rome, professor of Eastern liturgy and of theology of the sacraments in the Apulian Theological Faculty, already an expert at the synod of bishops on the Eucharist and consultor of the Congregations for the Doctrine of the Faith and for the Causes of Saints; consultant to the international theological magazine "Communio". He was appointed by Benedict XVI as consultor to the Office of the liturgical celebrations of the Supreme Pontiff.
  18. Claudio C.
    Intervista a Don Nicola Bux* di Vito Palmiotti.
     
    Vito Palmiotti: L’Esortazione Apostolica post-sinodale Querida Amazonia ha suscitato reazioni inattese secondo i diversi modi di leggerla e recepirla. Forse, proprio quello era lo scopo che intendeva raggiungere il suo autore.
     
    Nicola Bux: Infatti, da una parte ha provocato una grande delusione, nonché un vero e proprio disgusto, negli ambienti amazzonici, che si aspettavano – in logica continuità con tutto processo sinodale e con il documento finale – un’apertura netta e frontale sui due temi che sono stati il leitmotiv sin dall’inizio: il conferimento del sacramento dell’ordine ai viri probati (con il conseguente indebolimento nonché annientamento del celibato sacerdotale) ed il diaconato permanente delle donne, come primo passo verso il sacerdozio femminile. La frustrazione causata in questo ambito specificamente locale si è allargata a livello internazionale a tutti i contesti progressisti, colpendo a sorpresa una buona parte della Chiesa, soprattutto in Germania.
    Negli stessi ambienti, si verifica, tuttavia, un’altra reazione, più conciliante e mascherata di finta serenità davanti alla evidente retromarcia dell’ultimo momento. Si tratta di una lettura dell’Esortazione Apostolica post-sinodale secondo un criterio, non ben precisato, di complementarietà e di armoniosa sintonia tra i due Documenti, quello post-sinodale e quello finale del Sinodo, i quali dovrebbero essere letti insieme, in maniera sinottica direi. Nella stessa linea si colloca chi vuole leggere il tutto come un processo aperto a nuovi sviluppi.
     
    Palmiotti: Nel versante opposto, il Documento post-sinodale ha suscitato reazioni ottimistiche da parte di settori tradizionalisti e conservatori, che, senza uno sguardo d’insieme, credono di aver vinto finalmente la battaglia dell’ortodossia. Così, molti pensano ingenuamente che il Papa sarebbe ritornato a difendere la sana dottrina esercitando il suo ruolo di confermare i suoi fratelli nella fede.
    Bux: In verità, sembra che egli abbia voluto dimostrare di non essere tanto eterodosso come si pensa in questi ambienti. Se dopo sette anni di pontificato, non si è compreso questo, significa che non si è colta ancora la sottostante sua visione della Chiesa, prevalentemente sociopolitica. Infine, anche nella cerchia di coloro che sono in linea con la buona tradizione e la dottrina ecclesiale, l’Esortazione Apostolica post-sinodale è vista realisticamente solo come un testo magisteriale che fa silenzio sui punti più controversi, lasciando nell’imprecisa nuvola dell’incertezza ciò che meritava una chiara presa di posizione.
     
    Palmiotti: Così facendo, a un primo sguardo tutto sembrerebbe apparentemente in ordine, mentre in realtà è seminato il germe del caos che prima o poi produrrà i suoi frutti. Se è valida la metafora, si potrebbe dire che l’incendio della foresta amazzonica è stato parzialmente spento, ma sotto le ceneri rimangono ancora delle braci accese.
    Bux: Lo stesso “teologo” di Francesco, mons. Viktor Manuel Fernandez, vescovo di La Plata, ha visto giusto, dichiarando a Religión digital: «Sin embargo, tampoco hay que afirmar, como han dicho algunos medios, que Francisco ha cerrado las puertas o ha excluido la posibilidad de ordenar algunos hombres casados. De hecho, en la introducción Francisco limita los alcances de su propio documento: “No desarrollaré aquí todas las cuestiones abundantemente expuestas en el Documento conclusivo” (2). Se refiere al documento con el cual concluyó el Sínodo de los Obispos celebrado en Roma. Está claro que si el Papa no desarrolla algún punto no es porque queda excluido, sino porque adrede no quiso repetir al Sínodo». Ed aggiunge: «Por primera vez una exhortación apostólica no quiere ser una interpretación del Documento conclusivo de un Sínodo ni una restricción de sus contenidos, ni un texto oficial que deja atrás lo que el Sínodo concluyó. Sólo es un marco complementario de ese documento y dice explícitamente: “no pretendo reemplazarlo ni repetirlo” (2). Tan claro es que no quiere reemplazarlo, que lo que hace es “presentar oficialmente” (3) ese documento y pedir que todos los obispos y agentes pastorales de la Amazonia “se empeñen en su aplicación” (4)». Lo stesso “teologo” di Francesco, dunque, non nasconde che si è creata, con l’Esortazione, una sorta di religione cattolico-amazzonica, una religione nuova, fondata sull’unione quasi sincretica o contigua, tra la fede cattolica ed i riti e le superstizioni delle popolazioni amazzoniche. Infatti dichiara: «Al mismo tiempo, muestra una enorme apertura a los ritos y expresiones indígenas, pidiendo que no se las acuse tan rápidamente de paganismo o de “idolatría” (79) y deja lugar a un posible “rito amazónico” (nota 120). En el Sínodo se dijo precisamente, en las discusiones que llevaron a un cierto consenso, que ese era el marco adecuado para pensar en la posibilidad de los “viri probati”». Come dire: prima modifichiamo il contesto, creando il giusto terreno, e poi pensiamo ai “viri probati” ed a tutte le altre innovazioni.
    Ricordo anche le parole spese in sede di presentazione dell’Esortazione dal card. Michael Czerny, il quale ha dichiarato che la questione dell’ordinazione diaconale delle donne e del celibato ecclesiastico non sono risolte dall’esortazione. Ed in modo non dissimile si è pronunciato pure il card. Hummes, relatore generale del sinodo panamazzonico, il quale ha ricordato che esisterebbe un piano per sviluppare e completare la questione del celibato. Secondo alcuni osservatori, l’Esortazione rappresenterebbe una sorta di “cavallo di Troia” per l’ordinazione delle donne e per l’abolizione del celibato sacerdotale.
    Tralasciamo le questioni del rito amazzonico e dell’accettazione delle tradizioni idolatriche delle popolazioni amazzoniche (nel video di presentazione dell’esortazione di Vatican News).
     
    Palmiotti: Se vogliamo, quella che hai descritto è una sorta di terza via (come mi pare ha ammesso qualche giorno fa, in occasione della pubblicazione dell’Esortazione, il biografo di Francesco, Austen Ivereigh su un articolo di The Tablet) o di porta semiaperta. Papa Bergoglio non ha chiuso la porta alle istanze dei progressisti, ma al contempo non le ha neppure spalancate. Ha lasciato l’uscio aperto quel tanto che basti, affinché lui, o un suo successore, in futuro, possa provvedere all’apertura completa. È forse, quindi, una vittoria di Pirro. E probabilmente neppure una vittoria. D’altronde, occorre chiarire che valore potrà assumere il Documento finale dei vescovi al sinodo amazzonico: sarà questo la chiave per interpretare l’Esortazione?
    Bux: Se, come ha affermato il card. Baldisseri quel documento non rientrerebbe nel magistero, ma avrebbe mero valore morale, resterebbe da capire se esso possa nondimeno assumere valore di chiave interpretativa dell’Esortazione, talché codesta debba interpretarsi alla luce di quel documento, che Francesco ha invitato a leggere ed a tener presente interamente. 
    In conclusione, Querida Amazonia ha sollevato un insieme di sentimenti contrastanti nei quali s’intrecciano l’amarezza di chi è rimasto deluso, l’illusione di chi spera in una futura apertura, l’ingenuo sguardo di chi crede in un fittizio ritorno alla vera dottrina, ma l’unico punto fermo che rimane sono le ambiguità su temi che ancora oggi esigono una risposta chiara. Last but not least, il linguaggio non chiaro, un “pastoralese”, per dir così, fatto di insinuazioni e non di affermazioni, come ha osservato in modo efficace il prof. Stefano Fontana, che non fa capire a cosa il fedele cattolico deve assentire.
     
    *Queste ed altre le osservazioni di Monsignor Nicola Bux, sacerdote dell'arcidiocesi di Bari, docente a Gerusalemme e Roma, professore di liturgia orientale e di teologia dei sacramenti nella Facoltà Teologica Pugliese, già perito al sinodo dei vescovi sull'Eucaristia e consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per le Cause dei Santi; consulente della rivista teologica internazionale "Communio". E' stato nominato da Benedetto XVI consultore  dell'Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice.
     
  19. Claudio C.
    L’esortazione post-sinodale amazzonica? Un documento che presenta delle “fessure”. Parola di don Nicola Bux in una nuova intervista a Vito Palmiotti
    Nei giorni scorsi ha presentato le aspettative. A Esortazione ormai pubblicata, quali scenari pensa che si apriranno?
    I vescovi dell'Amazzonia chiederanno all'Autorità competente, il Papa - come previsto dall'Esortazione - in ragione della loro situazione particolare, di potersi servire del Documento finale del Sinodo, per venire incontro alle esigenze delle comunità, giacché quel che dice su di esso può essere inteso, dal punto di vista canonico, come un'approvazione espressa alla luce della costituzione apostolica del settembre 2018, Episcopalis Communio. Si comprende quali siano quelle esigenze. Del resto, ci sono in questa esortazione delle aperture problematiche forse ben maggiori del tema dello stesso celibato, che ha quasi del tutto assorbito il dibattito, facendo passare in secondo piano le altre criticità concernenti il sinodo amazzonico.
    Il libro di Benedetto XVI e Sarah ha esercitato il suo peso?
    Sebbene sia stato detto dalle fonti ufficiali che il documento era pronto prima, da dicembre, mi consta che non è così: anzi, che proprio il libro in oggetto ha spinto a rivedere drasticamente la quarta parte dell'Esortazione, la quale comunque presenta fessure nelle quali infilare quanto è rimasto fuori.
    Cosa possiamo ricavare dalla vicenda?
    Benedetto XVI e il card. Sarah hanno testimoniato l'importanza del pensiero cattolico. Far pensare è il compito della filosofia, diceva Paul Ricoeur. L'attivismo oggi prevalente nella Chiesa e oltre, non aiuta anzi allontana tanti. Chi è cattolico deve, con determinazione, affermare la verità, e attendere con pazienza il tempo della grazia che la Provvidenza prepara. La Chiesa nella sua totalità non può incorrere nell’eresia. Se siamo membra di un corpo: non vi sono leggi sociologiche e politiche ma prevale la realtà della grazia, realtà ontologica e soprannaturale che rende l’uomo santo e gradito a Dio.
    Che ne pensa della prossima kermesse dei vescovi a Bari "Il Mediterraneo frontiera di pace. Un laboratorio di sinodalità e di impegno tra le chiese e i popoli.
    Molti cattolici e non, si aspettano dalla Chiesa che faccia conoscere Gesù Cristo e il suo Vangelo: per questo è stata costituita dal suo Fondatore. O dobbiamo ricorrere alle deformazioni di Sanremo e Benigni? Il resto è politica e lascia il tempo che trova. Lo Spirito Santo ci dice che il mondo può essere salvato da Cristo, non da altri, e che la Chiesa può essere rinvigorita da se stessa, non da altri.
  20. Claudio C.
    "An example of medicines has been made, we see them are apparently trivial, small tablets, ampoules ... but they contain a power that is then shown in the effects they have. Some Saints of antiquity rightly called the sacraments "drugs", for example one of the first fathers of the church, Saint Ignatius of Antioch called the Eucharist "the drug of immortality". The sacraments, these "drugs", in fact, taken with the due dispositions produce the effects of grace. The catechism of the Catholic Church at the end of the chapters on the sacraments concludes with a paragraph on the effects they bring. But attention, like drugs, also have contraindications, that is, they cannot be taken under any condition, such as for a divorced-remarried person, on being able to also receive Holy Communion, this is a serious contraindication, because who has broken a relationship , putting on another, how can he enter with the one who instituted the sacrament of communion, of unity. Saint Paul rightly says that whoever takes on the Eucharist in this way takes poison, that is, instead of taking salvation, he takes poison, condemnation, and therefore this is a contraindication ";
    "Today the liturgy has been desecrated, that is, many elements have been introduced into it that come from the profane world and that end up gradually emptying it from its sacred character, and when I say sacred you want to understand the place of the presence of God. Saying sacred to me it immediately comes to mind when God tells Moses from the bush: be careful, take off your sandals because this place you are treading is sacred, because sacred, because He is present. So where God is present there is the sacred. Instead the layman is what is in front of the sacred and which probably desires to be reached by the sacred, but to be reached by the sacred he must let himself be converted by it and in some way must abandon something, certainly ways that are not consonant with God, then , the sacred advances and consecrates, as we often say. The sacraments are the consecration of profane matter to the use of our salvation and healing, nourishment and so on "(Don Nicola Bux)
    * * * * * * * * *
    «With the sacraments we touch Christ, we listen to Christ, we feed on Christ, we taste Christ ("No Trifling Matter: Taking the Sacraments Seriously Again" p. 23). The Church gives Christ through His Sacraments, the Church must give Christ, the Church does not save through what she does but through what she celebrates. Among the most forgotten dogmas of Faith in my opinion there is undoubtedly that of the existence of the Grace of God, and to think that Grace, every day in the parish or community, is the whole foundation of the spiritual edifice. From having or not having grace depends our eternal happiness or unhappiness. The grace of God lifts us with a single blow to an infinitely higher plane than the purely natural and earthly one, so that we can say that between a man who lives in the grace of God and one who does not live in the grace of God there is the same difference between heaven and earth ";
    "There is a need to return to having more faith in the world, to the right relationship between natural life and life of grace between nature and supernatural, for all this we are educated by the healthy and authentic liturgy of the church, its prayer par excellence, which it preserves the dogma of faith from all contamination and is the source of all beauty ". (Don Matteo de Meo)
  21. Claudio C.
    «È stato fatto l’esempio dei medicinali, essi noi li vediamo sono banali apparentemente, piccole compresse, fiale…però contengono una potenza che poi si dimostra negli effetti che hanno. Giustamente alcuni Santi dell’antichità chiamavano i Sacramenti “farmaci”, per esempio uno dei primi padri della chiesa, Sant’Ignazio di Antiochia chiamava l’eucarestia “farmaco dell’immortalità”. I sacramenti, questi “farmaci”, infatti, assunti con le dovute disposizioni producono gli effetti di grazia. Il catechismo della chiesa cattolica alla fine dei capitoli sui sacramenti conclude con un paragrafo sugli effetti che portano. Però attenzione, come i farmaci, hanno anche delle controindicazioni, cioè non si possono assumere a qualsiasi condizione, come per esempio per un divorziato-risposato, sul poter ricevere anche la Santa comunione, questa è una grave controindicazione, perché chi ha rotto un rapporto, mettendone su un altro, come può entrare con colui che ha istituito il sacramento della comunione, dell’unità. Giustamente san Paolo dice che chi assume in questa maniera l’Eucarestia prende il veleno, cioè invece di prendere la salvezza prende il veleno, la condanna, e quindi questa è una controindicazione»;
    «Oggi la liturgia è stata profanata, cioè si sono introdotti in essa tanti elementi che vengono dal mondo profano e che finiscono via via per svuotarla dal suo carattere sacro, e quando dico sacro si vuole intendere il luogo della presenza di Dio. Dire sacro mi fa subito venir in mente quando Dio dice a Mosè dal roveto: attenzione, togliti i sandali perché questo luogo che stai calpestando è sacro, perché sacro, perché è presente Lui. Quindi dove Dio è presente c’è il sacro. Invece il profano è ciò che è di fronte al sacro e che probabilmente desidera essere raggiunto dal sacro, però per essere raggiunto dal sacro deve lasciarsi convertire da esso e in qualche modo deve comunque abbandonare qualcosa, certamente modi che non sono consoni a Dio, allora, il sacro avanza e consacra, come noi spesso diciamo. I sacramenti sono la consacrazione della materia profana all’uso della nostra salvezza e guarigione, nutrimento e via dicendo» (Don Nicola Bux)
    * * * * * * * * *
    «Con i Sacramenti tocchiamo Cristo, ascoltiamo Cristo, ci nutriamo di Cristo, gustiamo Cristo (con i sacramenti non si scherza pag. 23). La chiesa dà Cristo attraverso i Suoi Sacramenti, la Chiesa deve dare Cristo, la Chiesa non salva attraverso ciò che fa ma attraverso ciò che celebra. Tra i dogmi di Fede più dimenticati secondo me vi è senza dubbio proprio quello dell’esistenza della Grazia di Dio, e pensare che la Grazia, tutti i giorni in parrocchia o comunità, è tutto il fondamento dell’edificio spirituale. Dall’avere o non avere la grazia dipende la nostra felicità o la nostra infelicità eterna. La Grazia di Dio ci solleva con un sol colpo ad un piano infinitamente più elevato di quello puramente naturale e terreno, sì da poter dire che tra un uomo che vive nella grazia di Dio e uno che non vive nella grazia di Dio vi è la stessa differenza che c’è tra il cielo e la terra»;
    «C’è bisogno di ritornare ad avere più fede nel mondo, al giusto rapporto tra vita naturale e vita di grazia tra natura e soprannaturale, per tutto questo ci educa la sana e autentica liturgia della chiesa, la sua preghiera per eccellenza, la quale preserva il dogma della fede da ogni contaminazione ed è fonte di ogni bellezza». (Don Matteo de Meo)
     
    Scuola Ecclesia Mater - conferenza
  22. Claudio C.
    Interview with Don Nicola Bux* by Vito Palmiotti. Here the original  Italian Version.
    In view of the imminent publication of the Apostolic Exhortation that will follow the Amazon Synod , we are witnessing a radicalization of ultra-style positions to the point that, for example, if Ratzinger and Sarah write reflections, they shout at success on one side and scandal on the other, there is a sort of standing ovation of a faction to the only hypothesis of withdrawal of the signature of Benedetto, only to be indignant when this in fact remains somehow on the cover. So again we are witnessing a series of epithets aimed at describing Benedict as "shiny only half an hour a day" (and maybe it is precisely the half hour in which he wrote then he would return to a soporific state for twenty three and a half hours) and if so if it were not then it becomes a serious interference with something that nobody knows but that is pulled by the jacket here and there, interpreting the thoughts of the one - the father - who must give an indication, hopefully clear, among other things , on a delicate issue such as the possibility of opening to the uxorato clergy, in some "particular situations" as the synod fathers ask in the final document of the controversial and discussed Synod on the Amazon.
    The impression obtained is that there is a lack of a Catholic gaze and a sense of reality. What will the Pope do? Cardinal Charles Journet, a distinguished patrologist, said: "As for the axiom" Where the Pope is, there is the Church "applies when the Pope behaves as Pope and head of the Church; in the contrary case, neither the Church is in him, nor he in the Church ». D. Nicola Bux participated, as an expert invited by cardinal Ratzinger and then pope, to the synod on the Eucharist in 2005 and to that on the Middle East in 2010: therefore he knows how things are going. Of course, if this can-can continues, nothing but a synod: the pope could resent and change something.
    VP: What does synodality mean, a word with which everyone fills their mouths?
    DBUX:
    The varied fans of St. Francis are perhaps unaware that he called himself a Catholic and apostolic man: the first is now a rare word to hear, yet it indicates the look at reality 'according to the totality of its factors'. From the Greek katà olòn. Unfortunately, the moral of the 'case by case' and the emphasis on the 'local Church' contributed to oblivion. In fact, it is believed that giving Communion to a divorced and remarried couple in a remote village, and not giving it to a city parish, can be done without affecting the unity of the whole, which is then the Catholic Church. Precisely on this we must dwell. Unity is the most precious asset, says St. John Chrysostom, provided that the differences are not adverse to each other, but converge towards unity, that is, they are uni-versus, universal. Here is the universal or Catholic Church. The Pope should be a sign and a bond of this. We must hope that the Exhortation will serve this purpose: to be Catholic, it should not refer to the Final Document of the Synod. If this is so, it will also be due to the contribution of Benedict XVI and Cardinal Sarah with their book on priestly celibacy, and of those in the Church who have not stopped telling the truth without failing in charity, without giving in to the temptation to to separate, which is mainly due to the lack of patience of love. Behind that book there is a not small part of the Church, which the pope, as a pater patruum, cannot fail to take into account; not only that: there are two thousand years of traditio of Jesus Christ and the Apostles, which, with Scripture, is the source of revelation. Patience is the first characteristic of love indicated by Saint Paul: charity is patient. In conclusion, synodality can be synonymous with a journey and a common gaze (always according to the Greek etymology) and in this sense, every Christian and the Church must use it. But the Church is not a permanent Synod and not even a Council, but a hierarchically ordered community. If the final document expressed the word of the bishops and of the other synod fathers, the exhortation will communicate the word of the pope, who does not necessarily have to agree with that. Remember the praevia note made by Paul VI affixing the Lumen Gentium constitution. The Synod is representative and not a substitute for the entire Catholic episcopate.
    VP: Is the Pope always foolproof?
    D.BUX:
    The magisterium is there when the pope and all the bishops agree (Compendium CCC 185) - I stress 'agree' - in proposing definitive teaching on faith and morals. What does definitive mean? It must be - like high definition photos - with sharp outlines. In fact, as in extraordinary dogmatic acts, the pope uses three verbs: we pronounce, declare and define, so in ordinary teaching, if discord were to persist, there would be no magisterium. Today it happens that many bishops do not agree but are disagree even on a doctrine already believed by faith: the discordance means that there is no infallibility, but this does not mean that the faithful are not required to obey it, unless that teaching contrasts with the depositum fidei. If a father says something and the mother the opposite, who should the children obey? We have reason to hope and pray that the Exhortation will be clear and without exception. If this were not so, the approach of the 'great apostasy' which would enslave the Church would be favored; the proof that will shake the Church (CCC 675-677) far beyond the current crisis of faith: persecution.
     
    *Msgr Nicola Bux. Ordained priest on December 6, 1975, he studied and taught in Jerusalem and Rome. Professor of Eastern Liturgy and Theology of the Sacraments at the Apulian Theological Faculty, at the Institute of Ecumenical-Patristic "San Nicola" of Bari.Close collaborator of Benedict XVI, during his pontificate he was consultor to the Congregation for divine worship and the discipline of the sacraments (since 2010), the Congregation for the Doctrine of the Faith, the Congregation for the Causes of Saints and the Office of Celebrations of the Supreme Pontiff. He was wanted in these roles by popes John Paul II and Benedict XVI. He was a personal friend of the latter as both theologians and animators of the international theological journal Communio. He was perished at the synod of bishops on the Eucharist (2-23 October 2005). Since the early 2000s, Archbishop Bux has also collaborated with the periodical Il Timone.
  23. Claudio C.
    Intervista a Don Nicola Bux a cura di Vito Palmiotti.
    In vista dell’ imminente pubblicazione dell’Esortazione Apostolica che seguirà il sinodo sull’Amazzonia, stiamo assistendo ad una radicalizzazione di posizioni stile ultrà al punto che, ad esempio, se Ratzinger e Sarah scrivono delle riflessioni si urla al successo da una parte e lo scandalo dall’altra, si assiste a una sorta di standing ovation di una fazione alla sola ipotesi di ritiro della firma di Benedetto, salvo poi sdegnarsi quando questa di fatto rimane in qualche modo sulla copertina. Quindi nuovamente si assiste ad una serie di epiteti tesi a descrivere Benedetto “lucido solo mezz’ora al giorno” (e magari è proprio la mezz’ora in cui ha scritto poi tornerebbe in uno stato soporifero per ventitré ore e mezza) e se così non fosse allora diventa una grave ingerenza nei confronti di qualcosa che nessuno conosce ma che è tirato per la giacca di qua e di là, interpretando i pensieri di colui- il papa- che deve dare una indicazione, si spera chiara, tra le altre cose,  su un tema delicato quale la possibilità di aprire al clero uxorato, in alcune “situazioni particolari” come chiedono i padri sinodali nel documento finale del controverso e discusso Sinodo sull’Amazzonia.
    L’impressione che se ne ricava è che manchi uno sguardo cattolico e il senso della realtà. Che farà il papa? Il cardinal Charles Journet, insigne patrologo, diceva: «Quanto all’assioma “Dove è il Papa, lì è la Chiesa” vale quando il Papa si comporta come Papa e capo della Chiesa; nel caso contrario, né la Chiesa è in lui, né lui nella Chiesa». D. Nicola Bux ha partecipato, da esperto invitato da Ratzinger cardinale e poi papa, al sinodo sull’Eucaristia del 2005 e a quello sul Medioriente del 2010: quindi sa come vanno le cose. Certo, se continua questo can can, altro che sinodo: il papa potrebbe risentirsi e mutare qualcosa.
    VP: Cosa vuol dire sinodalità, parola di cui tutti si riempiono la bocca? 
    DBUX:
    I variegati fan di san Francesco ignorano forse che egli si definiva uomo cattolico ed apostolico: la prima è ormai parola rara da udire, eppure indica lo sguardo alla realtà ‘secondo la totalità dei suoi fattori’. Dal greco katà olòn. Purtroppo, la morale del ‘caso per caso’ e l’enfasi sulla ‘Chiesa locale’, hanno contribuito all’oblio. Infatti, si ritiene che, dare la Comunione a una coppia di divorziati risposati in un paesino sperduto, e non darla in una parrocchia di città, possa farsi senza pregiudicare l’unità del tutto, che è poi la Chiesa cattolica. Proprio su questo bisogna soffermarsi. L’unità è il bene più prezioso, dice san Giovanni Crisostomo, purché le diversità non siano avverse tra loro, ma convergano verso l’unità, siano cioè uni-versus, universali. Ecco la Chiesa universale o cattolica. Il Papa dovrebbe essere segno e vincolo di ciò. Dobbiamo sperare che l’Esortazione serva a questo: per essere cattolica, dovrebbe non rifarsi al Documento finale del Sinodo. Se così sarà, non poco lo si dovrà anche al contributo di Benedetto XVI e del cardinal Sarah con il loro libro sul celibato sacerdotale, e di quanti nella Chiesa non hanno smesso di dire la verità senza venir meno alla carità, senza cedere alla tentazione di separarsi, che è soprattutto dovuta alla mancanza della pazienza dell’amore. Dietro quel libro c’è una parte non piccola della Chiesa, di cui il papa, da pater patruum, non può non tener conto; non solo: ci sono duemila anni di traditio di Gesù Cristo e degli Apostoli, che, con la Scrittura, è fonte della rivelazione. La pazienza è la prima caratteristica dell’amore indicata da san Paolo: la carità è paziente. In conclusione, la sinodalità può essere sinonimo di cammino e di sguardo comune (sempre stando all’etimo greco) e in tal senso, ciascun cristiano e la Chiesa devono usarla. Ma la Chiesa non è un Sinodo e nemmeno un Concilio permanenti, ma una comunità gerarchicamente ordinata. Se il Documento finale ha espresso la parola dei vescovi e degli altri padri sinodali, l’Esortazione comunicherà la parola del papa, che non necessariamente deve concordare con quella. Si ricordi la nota praevia fatta apporre da Paolo VI alla costituzione Lumen Gentium. Il Sinodo è rappresentativo e non sostitutivo dell’intero episcopato cattolico.
    VP: Il Papa è infallibile, sempre?
    D.BUX:
    Il magistero c’è quando il papa e tutti i vescovi concordano (Compendio CCC 185) - sottolineo ‘concordano’ - nel proporre un insegnamento definitivo sulla fede e sulla morale. Che vuol dire definitivo? Deve essere – come le foto ad alta definizione – dai contorni nitidi. Infatti, come negli atti dommatici straordinari, il papa usa tre verbi: pronunziamo, dichiariamo e definiamo, così nell’insegnamento ordinario, se dovesse permanere la discordia non ci sarebbe il magistero. Oggi succede che molti vescovi non concordino ma siano discordi persino su una dottrina già creduta per fede: la discordanza significa che non c’è infallibilità, ma non per questo i fedeli non sono tenuti ad obbedirvi, salvo che quell’insegnamento contrasti con il depositum fidei. Se un padre dicesse una cosa e la madre l’opposto, i figli a chi dovrebbero obbedire? Abbiamo ragione di sperare e pregare che l’Esortazione sia chiara e senza eccezioni. Se non fosse così, si favorirebbe l'avvicinarsi della 'grande apostasia’ che asservirebbe la Chiesa; la prova che scuoterà la Chiesa(CCC 675-677) ben oltre l'attuale crisi di fede: la persecuzione.
  24. Claudio C.
    Cardinale Sarah: "Dobbiamo ricostruire la cattedrale ... Non abbiamo bisogno di inventare una nuova Chiesa"
    Se Dio perde il suo posto centrale e primario, l'uomo perde il proprio posto, non trova più il suo posto nella creazione, nei suoi rapporti con gli altri. Il moderno rifiuto di Dio ci imprigiona in una nuova forma di totalitarismo: un relativismo che non ammette altro che la legge del profitto. Dobbiamo spezzare le catene che questa nuova ideologia totalitaria vuole imporci! Se l'uomo rifiuta e si taglia fuori da Dio, allora è come un fiume immenso e maestoso che, tagliato fuori dalla sua fonte, prima o poi si asciuga e scompare. Se l'uomo nega Dio e lo rifiuta, è come un albero gigante che è privato delle sue radici: morirà immediatamente.
    Sono convinto che questa civiltà stia vivendo la sua ora mortale. Come una volta durante il declino e la caduta di Roma, così oggi le élite non si preoccupano altro che di aumentare il lusso della loro vita quotidiana e la gente è stata anestetizzata da intrattenimenti sempre più volgari.
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    Intervento di SER Robert Cardinal Sarah a Église Saint François-Xavier a Parigi, il 25 maggio 2019, poche ore dopo aver visitato la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. È stato originariamente pubblicato su CWR il 21 giugno 2019.
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    Consentitemi innanzitutto di ringraziare il monsignor Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, e il curato della parrocchia di Saint François-Xavier, p. Lefèvre-Pontalis, per la loro fraterna accoglienza.
    Sono venuto per presentare il mio ultimo libro: The Day is Far Spent (Si fa sera e il giorno volge ormail al declino). In questo libro analizzo la profonda crisi dell'Occidente, una crisi di fede, una crisi della Chiesa, del sacerdozio, dell'identità, una crisi del significato dell'uomo e della vita umana. Discuto questo crollo spirituale e tutte le sue conseguenze.
    Stasera vorrei ripetere queste convinzioni che ho tenuto così profondamente, mettendole nella prospettiva di una commovente visita che ho fatto ieri. Poche ore fa ero nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Mentre entravo nella chiesa eviscerata e contemplavo le sue volte in rovina, non potei fare a meno di vedere in essa un simbolo della situazione della civiltà occidentale e della Chiesa in Europa.
    È un fatto triste: oggi la Chiesa sembra essere avvolta dalle fiamme da tutte le parti. La vediamo devastata da una conflagrazione molto più distruttiva di quella che ha raso al suolo la cattedrale di Notre-Dame. Cos'è questo fuoco? Dobbiamo avere il coraggio di nominarlo, perché "nominare le cose in modo errato è aggiungere alla sventura del mondo".
    Questa fiammata, questa conflagrazione che infuria in particolare attraverso la Chiesa in Europa, è un caso di confusione intellettuale, dottrinale e morale. È il nostro codardo rifiuto di proclamare la verità su Dio e sull'uomo e di difendere e trasmettere i valori morali ed etici della tradizione cristiana. È la nostra perdita di fede e lo spirito di fede, una vista perdente dell'obiettività della fede e quindi una perdita della conoscenza di Dio. Come scrisse Giovanni Paolo II in Evangelium Vitae:
    Cari amici, la cattedrale di Notre-Dame aveva una guglia che era come un dito che si protendeva verso il cielo, indicandoci verso Dio. Nel cuore di Parigi, ha parlato a tutti gli uomini del significato ultimo della vita umana.
    In effetti questa guglia simboleggiava l'unica e unica ragione dell'esistenza della Chiesa: guidarci a Dio, indicarci verso di Lui. Una chiesa che non è rivolta a Dio è una chiesa che sta collassando, già in preda alla morte. La guglia della cattedrale di Parigi è caduta: e questa non è una coincidenza! Notre-Dame di Parigi simboleggia tutto l'Occidente, deformandosi e sgretolandosi dopo essersi allontanato da Dio. Simboleggia la grande tentazione dei cristiani occidentali: non si rivolgono più a Dio, si rivolgono verso se stessi, stanno perendo.
    Sono convinto che questa civiltà stia vivendo la sua ora mortale. Come una volta durante il declino e la caduta di Roma, così oggi le élite non si preoccupano altro che di aumentare il lusso della loro vita quotidiana e la gente è stata anestetizzata da intrattenimenti sempre più volgari.
    Come vescovo, è mio dovere avvertire l'Occidente: ecco le fiamme della barbarie minacciarti! E chi sono questi barbari? I barbari sono quelli che odiano la natura umana. I barbari sono quelli che calpestano il sacro sotto i piedi. I barbari sono coloro che disprezzano e manipolano la vita e lottano per il "potenziamento umano"!
    Quando un paese è pronto a lasciare morire un uomo debole e indifeso di fame e sete, marcia lungo i sentieri della barbarie! Il mondo intero guardò mentre la Francia esitava a nutrire Vincent Lambert, uno dei suoi figli più deboli. Miei cari amici, dopo questo, come può il vostro paese dare lezioni al mondo sulla / della civiltà? Quando un paese si arroga il diritto alla vita e alla morte nei confronti dei più piccoli e dei più deboli, quando un paese uccide i bambini nel grembo materno, si sta accorciando verso la barbarie!
    L'Occidente è accecato dalla sua brama di ricchezza! Il richiamo del denaro che il liberalismo infonde nei cuori fa addormentare le persone! Nel frattempo continua la silenziosa tragedia dell'aborto e dell'eutanasia. Nel frattempo, la pornografia e l'ideologia di genere mutilano e distruggono bambini e adolescenti. Siamo diventati così abituati alla barbarie che non ci sorprende più!
    Sotto la superficie dei suoi fantastici risultati scientifici e tecnologici e l'apparenza di prosperità, la civiltà occidentale è in un profondo stato di decadenza e rovina! Come la cattedrale di Notre-Dame, si sta sgretolando. Ha perso la ragione di essere: mostrare e condurre gli altri a Dio. Quando la guglia che incorona l'edificio crolla, c'è da meravigliarsi che le volte crollino sotto di esso?
    Voglio suonare un grido di allarme che è anche un grido di amore e compassione per l'Europa e l'Occidente: un Occidente che rinuncia alla sua fede, storia e radici cristiane è destinato al disprezzo e alla morte. Non ricorda più una bellissima cattedrale fondata sulla fede, ma una rovina insensata!
    Ogni civiltà umana che perde di vista Dio ha le sue basi. Una cattedrale proclama, con la sua architettura verticale, che siamo fatti per Dio. Al contrario, l'uomo separato da Dio è ridotto alla dimensione orizzontale.
    Se Dio perde il suo posto centrale e primario, l'uomo perde il proprio posto, non trova più il suo posto nella creazione, nei suoi rapporti con gli altri. Il moderno rifiuto di Dio ci imprigiona in una nuova forma di totalitarismo: un relativismo che non ammette altro che la legge del profitto. Dobbiamo spezzare le catene che questa nuova ideologia totalitaria vuole imporci! Se l'uomo rifiuta e si taglia fuori da Dio, allora è come un fiume immenso e maestoso che, tagliato fuori dalla sua fonte, prima o poi si asciuga e scompare. Se l'uomo nega Dio e lo rifiuta, è come un albero gigante che è privato delle sue radici: morirà immediatamente. Nicholas Berdyaev ha detto:
    "Dove non c'è Dio, non c'è uomo: questo è ciò che abbiamo imparato dall'esperienza. O guarda la vera natura del socialismo, ora che possiamo vedere che aspetto ha davvero. Ma una verità che si distingue e non può essere vista meno chiaramente è che non può esserci neutralità religiosa o assenza di religione: alla religione del Dio vivente si contrappone la religione di Satana, di fronte alla fede di Cristo c'è la fede dell'Anticristo . Il regno umanista neutrale che voleva stabilirsi in un ordine intermedio tra Paradiso e Inferno è in uno stato di corruzione, e vengono rivelati i due abissi, di altezza sopra e di profondità sotto. Lì si impenna contro l'Uomo-Dio, non l'uomo del regno intermedio neutrale, ma l'uomo-dio, l'uomo che si è messo al posto di Dio. I poli opposti dell'essere e del non essere sono manifesti e chiari."
    Rifiutare Dio la possibilità di entrare in tutti gli aspetti della vita umana porta l'uomo a condannarsi alla solitudine. Non diventa altro che un individuo isolato, senza origine o destino. È condannato a vagare per il mondo come un barbaro nomade, senza sapere di essere il figlio e l'erede di un Padre che lo ha creato innamorato e lo chiama a condividere la felicità eterna con lui.
    Ecco l'uomo moderno: solo, vagando in un campo di rovine. Questo è quello che ho trovato ieri quando ho visitato Notre-Dame in rovina.
    La crisi spirituale che descrivo coinvolge il mondo intero. Ma la sua fonte è in Europa. Il rifiuto di Dio è stato concepito nelle menti occidentali. L'attuale disastro spirituale ha quindi tratti distintamente occidentali. In particolare, vorrei sottolineare il rifiuto della paternità. I nostri contemporanei sono convinti che, per essere liberi, non si debba dipendere da nessuno. C'è un tragico errore in questo. Gli occidentali sono convinti che l'accoglienza sia contraria alla dignità delle persone umane. Ma l'uomo civilizzato è fondamentalmente un erede, riceve una storia, una cultura, una lingua, un nome, una famiglia. Questo è ciò che lo distingue dal barbaro. Rifiutare di essere iscritti in una rete di dipendenza, eredità e filiazione ci condanna a tornare nudi nella giungla di un'economia competitiva lasciata a se stessa.
    Questa comprensione della dipendenza e della trasmissione fu profondamente impressa nei cuori di coloro che costruirono Notre-Dame. Hanno lavorato per decenni e secoli, per i loro discendenti, in molti casi senza vedere la fine del loro lavoro per se stessi. Sapevano di essere eredi e volevano trasmettere la loro eredità.
    Poiché si rifiuta di riconoscersi come un erede, l'uomo è condannato all'inferno della globalizzazione liberale in cui gli interessi individuali si confrontano senza alcuna legge per governarli oltre al profitto ad ogni costo.
    In questo libro, tuttavia, voglio suggerire alle persone occidentali che la vera causa di questo rifiuto di rivendicare la loro eredità e questo rifiuto della paternità è il rifiuto di Dio. Vedo, nel profondo dei cuori occidentali, un profondo rifiuto della paternità creativa di Dio. Ma riceviamo la nostra natura come uomo e donna da Dio. "Dio ha creato l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio li ha creati, l'uomo e la donna li ha creati" (Gen 1:27). Questo è intollerabile per le menti moderne. L'ideologia di genere è il rifiuto di ricevere una natura sessuale da Dio. Così alcuni in Occidente si ribellano, si ribellano e combattono contro Dio. Opponendosi a testa a testa con il Padre e il Creatore, si mutilano inutilmente per cambiare sesso. Ma in realtà non cambiano sostanzialmente nulla della loro struttura come uomo o donna. Si materializzano in modo radicale la loro opposizione ribelle e la rivolta contro Dio. La filosofia moderna e lo spirito moderno respingono e attaccano violentemente la legge naturale; ricorda ciò che disse San Giovanni: “Chiunque commette peccato è colpevole di illegalità; il peccato è illegalità ”(1 Gv 3: 4). La negazione della legge naturale è l'estremo estremo del rifiuto di Dio, l'annuncio della libertà senza limiti come valore assoluto e giustificazione per il peccato. L'ideologia di genere ne è un perfetto esempio.
    L'Occidente rifiuta di ricevere e accetterà solo ciò che costruisce per se stesso. Il transumanesimo è l'ultimo avatar di questo movimento. Poiché è un dono di Dio, la natura umana stessa diventa insopportabile per l'uomo occidentale. Questa rivolta è spirituale alla radice. È la rivolta di Satana contro il dono della Grazia.
    Fondamentalmente, credo che l'uomo occidentale rifiuta di essere salvato dalla misericordia di Dio. Rifiuta di ricevere la salvezza, volendo costruirla per se stesso. I "valori fondamentali" promossi dalle Nazioni Unite si basano su un rifiuto di Dio che paragono al giovane ricco nel Vangelo. Dio ha guardato l'Occidente e l'ha amato perché ha fatto cose meravigliose. Lo invitò ad andare oltre, ma l'Occidente tornò indietro. Preferiva il tipo di ricchezza che doveva solo a se stesso.
    Le grandi cattedrali occidentali potevano essere costruite solo da uomini di grande fede e grande umiltà che erano profondamente felici di sapere che erano figli di Dio. Sono come un canto di gioia, un inno alla gloria di Dio scolpito nella pietra e dipinto nel vetro. Sono opera di figli che amano e adorano il loro Padre celeste! Tutti erano contenti di scolpire nella pietra un'espressione della loro fede e amore per Dio, e non per la gloria del proprio nome. Le loro opere d'arte dovevano glorificare e lodare solo Dio. L'uomo occidentale moderno è troppo triste per realizzare tali opere d'arte.
    Ha scelto di essere un orfano solitario: come può cantare la gloria dell'eterno Padre da cui ha ricevuto tutto? Bene, allora cosa deve fare? Prima delle rovine di Notre-Dame, alcuni sono stati tentati di dire: Vedi, questo edificio ha servito al suo scopo. Costruiamo qualcosa di nuovo, più moderno. Costruiamo qualcosa dopo la nostra stessa immagine! Un edificio che parla non della gloria di Dio, ma della gloria dell'uomo, del potere della scienza e della modernità.
    Allo stesso modo, alcune persone guardano alla Chiesa cattolica e dicono: questa Chiesa ha servito al suo scopo, cambiamola, creiamo una nuova Chiesa secondo la nostra immagine. Pensano: la Chiesa non è più credibile, non sentiamo più la sua voce nei media. È troppo guastata dagli scandali della pedofilia e dell'omosessualità in mezzo al clero. Troppi membri del suo clero sono malvagi. È necessario cambiarla, reinventarla.
    Il celibato sacerdotale è troppo difficile per i nostri tempi: rendilo opzionale! L'insegnamento morale del Vangelo è troppo impegnativo: rendilo più facile! Diluiscilo con relativismo e lassismo. In futuro, preoccupati di più delle domande sociali.
    La dottrina cattolica non è adatta ai media? Cambiarlo! Adattalo alle mentalità e alle perversità morali del nostro tempo. Adottiamo la nuova etica globalista promossa dall'ONU e dall'ideologia di genere!
    Trasformiamo la Chiesa in una società umana e orizzontale, parliamo un linguaggio adatto ai media, rendiamola popolare! Amici miei, una Chiesa del genere non interessa a nessuno. Miei cari amici, il mondo non serve a niente per una Chiesa che non offre altro che un riflesso della propria immagine!
    La Chiesa è interessante solo perché ci permette di incontrare Gesù. È legittima solo perché ci trasmette l'Apocalisse. Quando la Chiesa è sovraccarica di strutture umane, ostacola la luce di Dio che splende in lei e attraverso di lei. La Chiesa dovrebbe essere come una cattedrale. Tutto in Lei dovrebbe cantare alla gloria di Dio. Deve indirizzare incessantemente il nostro sguardo verso di lui, come la guglia di Notre-Dame rivolta verso il cielo.
    Miei cari amici, dobbiamo ricostruire la cattedrale. Dobbiamo ricostruirlo esattamente come prima. Non abbiamo bisogno di inventare una nuova chiesa. Dobbiamo lasciarci convertire in modo che la Chiesa possa brillare ancora una volta, in modo che la Chiesa possa essere ancora una volta una cattedrale che canta la gloria di Dio e conduce gli uomini a lui. Quindi, qual è la prima cosa da fare?
    (1) L' Adorazione
    Ti dico senza esitazione: vuoi ricostruire la Chiesa? Quindi dobbiamo metterci in ginocchio!
    Vuoi ricostruire questa bellissima cattedrale che è la Chiesa cattolica? Mettiti in ginocchio! Una cattedrale è prima di tutto un luogo in cui gli uomini possono inginocchiarsi, una cattedrale è dove Dio è presente nel Santissimo Sacramento. Il compito più urgente è recuperare un senso di adorazione! La perdita di un senso di adorazione di Dio è la fonte di tutti i fuochi e le crisi che stanno scuotendo il mondo e la Chiesa.
    Abbiamo bisogno di adoratori! Il mondo sta morendo perché manca di adoratori! La Chiesa è arida per mancanza di adoratori per dissetarsi! Ci mancano le persone che cadono in ginocchio come Gesù quando si rivolge a suo Padre e a nostro Padre: “Poi si ritirò da loro a un tiro di sasso, si inginocchiò e pregò ... Padre Mio, se è possibile, lascia che questo calice passi da me , ma non quello che voglio ma quello che vuoi ”(vedere Lc 22:41; Mt 26:39; Mc 14:35).
    Non riscopriremo la comprensione della dignità della persona umana se non riconosciamo la trascendenza di Dio. L'uomo è grande e nobile solo quando cade in ginocchio davanti a Dio. Il grande uomo è umile e l'uomo umile è in ginocchio!
    Amici miei, se a volte disperiamo di fronte ai poteri di questo mondo, se a volte poggiamo le braccia davanti ai poteri di questo mondo, ricordate che nessuno ha il potere di togliervi la libertà di inginocchiarvi! Se sacerdoti empi abusano della loro autorità e ti brutalizzano per impedirti di inginocchiarti per ricevere la Santa Comunione, non perdere la calma e la serenità davanti al Signore Eucaristico. Non resistere a loro, ma piuttosto pregare per questi sacerdoti il cui comportamento bestemmia e profana colui che tengono nelle loro mani. Cerca di imitare l'umiltà di Dio e fai inginocchiare il tuo cuore, la tua volontà, la tua intelligenza, il tuo auto-amore e tutto il tuo interno. È il dominio esclusivo di Dio. Un uomo in ginocchio è più potente del mondo! È un irremovibile bastione contro l'ateismo e la follia degli uomini. Un uomo in ginocchio fa tremare Satana in tutto il suo orgoglio!
    Tutti voi che, agli occhi degli uomini, siete senza potere e influenza, ma che sapete inginocchiarvi davanti a Dio, non abbiate paura di coloro che vogliono intimidirvi! La tua missione è fantastica. È per "impedire al mondo di autodistruggersi"! 3
    Parlo in particolare a voi che siete malati, deboli di corpo o mente, voi che soffrite di handicap, che la società trova inutili e vuole reprimere: quando pregate, quando adorate, siete grandi! Hai una dignità particolare perché assomigli in modo univoco a Cristo crocifisso! Se mi permetti l'espressione: tutta la Chiesa si inginocchia davanti a te perché porti l'immagine di Cristo, la sua presenza! Desideriamo servirti, amarti, consolarti, per favore. Desideriamo anche imparare da te. Ci predichi il Vangelo dell'adorazione nella tua sofferenza. Sei un tesoro!
    Una cattedrale non ha più senso se nessuno va lì per adorare, per prostrarsi davanti al volto di Dio! Una cattedrale non ha più senso se la liturgia che celebriamo lì non ha interamente lo scopo di orientarci verso Dio, verso la croce. Pertanto, la nostra cattedrale ha bisogno di sacerdoti che celebreranno la liturgia della Messa e la liturgia delle Ore in essa.
    Se il popolo di Dio deve adorare, allora sacerdoti e vescovi devono essere i primi adoratori. Sono chiamati a tenersi costantemente davanti allo sguardo di Dio. La loro esistenza vuole essere una preghiera senza fine, una liturgia permanente. Sono i nostri leader.
    Molto spesso sono vescovi e sacerdoti che trascurano l'adorazione. Pertanto, sono centrati su se stessi e sulle loro attività, preoccupati dei risultati umani del loro ministero. Non trovano tempo per Dio, perché hanno perso il senso di Dio. Dio non ha più posto nella loro vita.
    Miei cari amici, sono convinto che al centro della crisi della Chiesa vi sia una crisi del sacerdozio, una crisi di sacerdoti. Se la cattedrale sta crollando, è perché l'identità sacerdotale è crollata per prima. Abbiamo allontanato da loro l'identità dei sacerdoti. Li abbiamo fatti pensare che devono essere uomini d'affari, lavoratori efficienti, attivi e presenti ovunque ad ogni minuto.
    Ma il sacerdote è fondamentalmente una continuazione tra noi della presenza di Cristo. È essenzialmente un adoratore, un uomo che si tiene costantemente sotto lo sguardo di Dio. Non deve essere definito da ciò che fa ma da ciò che è. È ipse Christus, Cristo stesso.
    La scoperta di molti casi di abusi sessuali contro minori rivela una profonda crisi spirituale, una grave, profonda e tragica rottura tra il sacerdote e Cristo. Certo, ci sono fattori sociali: la crisi degli anni '60 e la sessualizzazione della società, che rimbalzano sulla Chiesa. Ma dobbiamo avere il coraggio di andare oltre. Come ha detto Benedetto XVI di recente, le radici di questa crisi sono spirituali. La ragione ultima dell'abuso o di una vita morale incompatibile con il celibato sacerdotale è la concreta assenza di Dio nella vita dei sacerdoti. Da tempo assistiamo alla diffusione di una vita sacerdotale che non è più determinata dalla fede. Ora, se c'è una vita che deve essere interamente e assolutamente determinata dalla fede, è la vita sacerdotale. In ultima analisi, la ragione dell'abuso è l'assenza di Dio. Solo dove la fede non determina più le azioni dell'uomo sono possibili tali offese. Come ci ha ricordato Benedetto XVI:
    "Il centro della nostra vita deve essere davvero la celebrazione quotidiana della Santa Eucaristia. Qui sono centrali le parole di consacrazione: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue", il che significa che parliamo "in persona Christi". Cristo ci permette di usare il suo "io", parliamo nell'io di Cristo. Cristo ci sta "attirando in se stesso" e ci permette di essere uniti. Ci unisce al suo "io". Quindi, attraverso questa azione, il fatto che ci "attiri" a se stesso in modo che il nostro "io" si unisca al suo, realizza la permanenza, l'unicità del suo sacerdozio ... È questa unione con il suo "io" che si realizza nelle parole della consacrazione ... Pertanto, il celibato è un'anticipazione, un assaggio, reso possibile dalla grazia del Signore, che ci attira a se stesso, verso il mondo della risurrezione."
    Ho dedicato questo libro ai sacerdoti di tutto il mondo perché so che stanno soffrendo. Molti di loro si sentono abbandonati. Noi vescovi abbiamo una grande parte di responsabilità per la crisi del sacerdozio. Siamo stati padri per loro? Li abbiamo ascoltati, capiti e guidati? Abbiamo fatto loro un esempio? Troppo spesso le diocesi si trasformano in strutture amministrative. Ci sono così tanti incontri. Il vescovo dovrebbe essere il modello per il sacerdozio. Ma noi stessi siamo ben lungi dall'essere i più pronti a pregare in silenzio o a cantare l'Ufficio nelle nostre cattedrali. Temo che ci perdiamo in responsabilità secondarie e profane.
    Il posto del prete è sulla croce. Quando celebra la messa, è alla fonte di tutta la sua vita, che è la croce. Il celibato è uno dei modi concreti che ci consente di vivere questo mistero della croce nelle nostre vite. Il celibato inscrive la croce sulla nostra carne. Ecco perché il celibato è intollerabile per il mondo moderno. Il celibato sacerdotale è uno scandalo per i moderni, perché la Croce è uno scandalo.
    In questo libro, desidero incoraggiare i sacerdoti. Voglio dire loro: ama il tuo sacerdozio! Sii orgoglioso di essere crocifisso con Cristo! Non temere l'odio del mondo! Vorrei mostrare il mio affetto come padre e fratello per i sacerdoti di tutto il mondo! Voglio esprimere, davanti a te e con te, il mio profondo affetto per tutti i sacerdoti fedeli nel mondo! Voglio davanti a te e desidero che tu li renda omaggio!
    Cari amici, amate i vostri sacerdoti! Non ringraziarli per quello che fanno ma per quello che sono! Cari amici, non lasciatevi turbare dalle tendenziose indagini che descrivono la disastrosa situazione del clero irresponsabile, le cui vite interiori sono malate, che sono persino al centro del governo della Chiesa. Resta sereno e confidente come la Vergine e San Giovanni ai piedi della Croce. Sacerdoti, vescovi e cardinali immorali non possono offuscare la brillante testimonianza di oltre quattrocentomila sacerdoti in tutto il mondo che ogni giorno servono il Signore con fede, santità, gioia e umiltà!
    Dobbiamo essere realistici e concreti. Sì, ci sono peccatori. Sì, ci sono sacerdoti infedeli, vescovi e persino cardinali che non osservano la castità. Ma anche, e anche questo è molto grave, non riescono a mantenere la vera dottrina! Il peccato non dovrebbe sorprenderci. D'altra parte, dobbiamo avere il coraggio di chiamarlo per nome. Non dobbiamo aver paura di riscoprire i metodi del combattimento spirituale: preghiera, penitenza e digiuno. Dobbiamo avere la lungimiranza per punire l'infedeltà. Dobbiamo trovare i mezzi concreti per prevenirlo. Credo che senza una vita di preghiera comune, senza un minimo di vita fraterna comune tra sacerdoti, la fedeltà sia un'illusione. Dobbiamo guardare al modello degli Atti degli Apostoli.
    Voglio ripetere a voi sacerdoti e religiosi che sono nascosti e dimenticati, voi che la società spesso disprezza, voi che siete fedeli alle promesse della vostra ordinazione, fate tremare i poteri di questo mondo! Ricordate loro che nulla può resistere alla forza presente nel dono della vostra vita per la verità. Ricordate loro la presenza vitale e indispensabile di Dio per il futuro dell'umanità. La tua presenza è intollerabile per il principe delle bugie. Senza di te, cari fratelli sacerdoti e consacrati, l'umanità sarebbe meno grande, meno radiosa e meno bella! Senza di te le nostre cattedrali sarebbero edifici inutili senza vita!
    Sei il bastione vivente della verità perché hai deciso di amare fino alla croce. Cari fratelli sacerdoti, cari fratelli e sorelle religiosi, l'esperienza della croce è l'esperienza della verità della nostra vita! L'uomo o il chierico che proclama la verità di Dio inevitabilmente si arrampica sulla croce. Sperimenterà la passione, la crocifissione e la morte della Croce. Tutti i cristiani, e in particolare i sacerdoti, sono costantemente sulla Croce in modo che attraverso la loro testimonianza la verità possa evadere e le bugie vengano distrutte. In modo straordinario, portiamo sempre e ovunque sui nostri corpi le sofferenze e la morte di Gesù, in modo che la vita di Gesù possa manifestarsi nei nostri corpi (vedere 2 Cor 4:10).
    Spesso sento dire che il celibato sacerdotale è solo una questione di disciplina storica. Credo fermamente che questo sia falso. Come abbiamo detto sopra, il celibato rivela l'essenza stessa del sacerdozio cristiano, vale a dire la configurazione perfetta e l'identificazione totale del sacerdote con Cristo, sommo sacerdote della Nuova Alleanza e delle cose buone a venire (Eb 9:11). In questo senso, il sacerdote non è solo un alter Christus, un altro Cristo, è veramente ipse Christus, Cristo stesso. Per consacrazione eucaristica, è totalmente configurato a Cristo, per così dire "transustanziato", trasformato, cambiato in Cristo. E poiché Cristo e gli Apostoli hanno vissuto in perfetta castità e celibato come un segno del loro dono totale e assoluto al Padre, è quindi fondamentale anche oggi vedere il celibato come una necessità vitale per la Chiesa. Parlarne come una realtà secondaria fa male a tutti i sacerdoti del mondo!
    Sono profondamente convinto che la relativizzazione della legge del celibato sacerdotale ridurrà il sacerdozio a una semplice funzione. Ma il sacerdozio non è una funzione ma uno stato. Essere sacerdote non è prima di tutto fare qualcosa, ma essere qualcosa. Deve essere Cristo; deve essere l'estensione della presenza di Cristo tra gli uomini. Cristo è veramente il coniuge della Chiesa. Amava la Chiesa e si abbandonava a lei “per renderla santa purificandola con il lavaggio dell'acqua con la parola, in modo da presentare a sé la chiesa nello splendore, senza macchia o rughe o qualcosa del genere —Sì, affinché sia santa e senza imperfezioni ”(Ep 5, 25-27). Il sacerdote da parte sua si dà come Cristo è stato dato per tutta la Chiesa. Il celibato manifesta questo dono ed è il suo segno concreto e vitale. Il celibato è il sigillo della croce sulla nostra vita sacerdotale! È il grido dell'anima sacerdotale che proclama il suo amore per il Padre e il suo dono totale di sé alla Chiesa!
    Il desiderio di relativizzare il celibato porta a disprezzare questo dono radicale che tanti sacerdoti fedeli hanno vissuto dal giorno della loro ordinazione. Voglio urlare con così tanti miei compagni sacerdoti la mia profonda sofferenza di fronte a questo disprezzo per il celibato sacerdotale! Naturalmente, non ci può essere la debolezza in questo settore. Ma chi cade alza subito e persegue la sua strada seguire Cristo con maggiore fedeltà e determinazione.
    (2) I pilastri: La Dottrina cattolica
    E poi, cari amici, che cosa fa il nostro bisogno cattedrale? Ha bisogno di solidi pilastri per sostenere le volte. Quali sono questi pilastri? Che fondazione è necessaria per supportare la snellezza graziosa del gotico Rib-volte? La dottrina cattolica che abbiamo ricevuto dagli apostoli è l'unico fondamento solido che possiamo trovare.
    Se ognuno difende la propria opinione, ipotesi teologiche, novità o un approccio pastorale che contraddice le esigenze del Vangelo e del Magistero perenne della Chiesa, allora la divisione si diffonderà ovunque.
    Sono ferito quando vedo tanti pastori vendere la dottrina cattolica e seminare divisione tra i fedeli. Dobbiamo al popolo cristiano un insegnamento chiaro, fermo e stabile. Come possiamo permettere ai vescovi e alle conferenze episcopali di contraddirsi l'un l'altro? Dove regna la confusione, Dio non può dimorare! Perché Dio è luce e verità.
    L'unità di fede assume l'unità del magistero attraverso lo spazio e il tempo. Quando ci troviamo di fronte a un nuovo insegnamento, questo deve sempre essere interpretato in continuità con l'insegnamento precedente. Se introduciamo rotture e rivoluzioni, distruggiamo l'unità che governa la santa Chiesa attraverso i secoli. Ciò non significa che siamo condannati a un fissismo teologico. Ma ogni evoluzione deve portare a una migliore comprensione e approfondimento del passato. L'ermeneutica della riforma nella continuità che Benedetto XVI ha insegnato così chiaramente è una condizione sine qua non dell'unità. Coloro che proclamano a gran voce il cambiamento e la rottura sono falsi profeti! Non stanno cercando il bene del gregge. Sono mercenari lasciati entrare dall'inganno nell'ovile!
    La nostra unità è forgiata attorno alla verità della dottrina cattolica e dell'insegnamento morale della Chiesa. Non ci sono altri mezzi. Cercare di ottenere l'approvazione dei media al prezzo della verità è fare il lavoro di Giuda! Non avere paura! Quale dono più grande c'è per l'umanità della verità del Vangelo? Quale tesoro più prezioso della luce del Vangelo e della Sapienza di Dio, che è Gesù Cristo (1 Cor 1, 24)?
    Alcuni cristiani sembrano voler privarsi di questa luce e saggezza. Si limitano a guardare il mondo con occhi secolari. Perché? È il desiderio di essere accettato dal mondo? Il desiderio di essere come il mondo?
    Mi chiedo se, in fondo, questo atteggiamento maschera un timoroso rifiuto di ascoltare ciò che Gesù stesso ci ha detto: "Sei il sale della terra, sei la luce del mondo". Che onore, ma anche che responsabilità! Che dovere! Rinunciare al sale della terra significa condannare il mondo a rimanere insipido e insipido. Rinunciare all'essere la luce del mondo significa condannarlo all'oscurità e abbandonarlo all'ombra della sua ribellione contro Dio! Non dobbiamo permettere che ciò accada!
    Anzi, rivolgiamoci al mondo: per portargli l'unica luce che non inganna. Quando la Chiesa si gira verso il mondo, questo non può comportare che nasconda lo scandalo della Croce, ma solo che lo rende nuovamente accessibile nella sua nuda realtà. Cari amici, sono stato profondamente commosso spiritualmente da una fotografia pubblicata il giorno dopo l'incendio a Notre-Dame di Parigi. Nella foto è visibile l'interno della chiesa, ammucchiato da detriti e ancora fumante. Ma sopra questi cumuli di pietre frantumate, la croce luminosa installata dal cardinale Lustiger è ancora in piedi! "Stat Crux, dum volvitur orbis - la Croce sta mentre il mondo gira". Il mondo gira e cade, solo la Croce rimane stabile e ci mostra la via della salvezza. Rimane solo la verità della Croce, la verità della dottrina cattolica.
    Se voltarsi verso il mondo significa voltarsi dalla Croce, ciò non porterà a un rinnovamento ma alla morte!
    Tra molti cristiani c'è la paura e la ripugnanza di testimoniare la fede o di portare la luce del Vangelo nel mondo. La nostra fede è diventata tiepida, come un ricordo che sta lentamente svanendo. Sta diventando come una nebbia fredda. Non osiamo più affermare che è l'unica luce del mondo. Dobbiamo dare testimonianza non a noi stessi, ma a Dio che è venuto per incontrarci e si è rivelato in Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
    È quindi urgente insistere sull'insegnamento del catechismo ad adulti e bambini. Abbiamo uno strumento meraviglioso per questo scopo: il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio.
    Il fallimento della catechetica porta molti cristiani a mantenere solo una vaga idea della fede o addirittura una sorta di sincretismo religioso. Alcuni hanno scelto di credere a un articolo del Credo e di rifiutarne un altro. Abbiamo anche iniziato a fare sondaggi sull'accettazione da parte dei cattolici di varie verità di fede ... La fede non è lo stand di un commerciante dove scegliamo la frutta e la verdura che ci piacciono! Quando lo riceviamo, è Dio che riceviamo, intero e intero! Invito solennemente i cristiani ad amare i dogmi e gli articoli di fede, ad amarli. Adoro il nostro catechismo! Se lo accettiamo con i nostri cuori e non solo con le nostre labbra, allora le formule della fede ci permettono di entrare nella vera comunione con Dio. È tempo di salvare i cristiani dal discorso ambiguo e confuso di alcuni prelati e dall'attuale relativismo che anestetizza i cuori e bandisce l'amore! Ricorda la chiara e ferma testimonianza di Pietro: "non esiste nessun altro nome sotto il cielo dato tra i mortali per mezzo del quale dobbiamo essere salvati, se non con il nome di Gesù Cristo di Nazaret" (Atti 4: 10-12). Pensiamo a tutti i cristiani di Africa, Asia e Medio Oriente che vengono macellati per il nome di Gesù!
    È tempo che la fede diventi per i cristiani il loro tesoro più intimo e prezioso. Possiamo misurare la tiepidezza che si è diffusa nei nostri ranghi con la nostra apatia di fronte a deviazioni dottrinali. Spesso vediamo errori gravi insegnati nelle università cattoliche o in pubblicazioni ufficialmente cristiane. Nessuno reagisce! E noi vescovi ci accontentiamo di correzioni caute e timorose. Attenzione! Un giorno i fedeli chiederanno un resoconto di noi. Ci accuseranno davanti a Dio di averli lasciati ai lupi e di aver abbandonato i nostri incarichi di pastori quando avremmo dovuto difendere l'ovile.
    Comprendi bene: il mio grido è un grido d'amore! La nostra fede informa il nostro amore per Dio. Difendere la fede è difendere i più deboli e i più semplici e permettere loro di amare Dio nella verità. Cari amici, dobbiamo bruciare con amore per la nostra fede. Non dobbiamo diluirlo con compromessi mondani. Non dobbiamo falsificarlo o corromperlo. È una questione di salvezza delle anime, le nostre e quelle dei nostri fratelli! Il giorno in cui non bruceremo più con amore per la nostra fede, il mondo sarà freddo, privato del suo bene più prezioso. È nostro compito difendere e annunciare la fede!
    Chi sorgerà per proclamare la fede nelle città occidentali? Chi sorgerà per annunciare la vera fede ai musulmani? Lo cercano inconsciamente. Si rivolgono all'islamismo perché, per quanto riguarda la religione, tutto l'Occidente ha da offrire loro è la società dei consumi.
    Di voi quali saranno i missionari di cui il mondo ha bisogno? Dove sono i missionari che insegneranno tutta la fede a tanti cattolici che ignorano ciò in cui credono? Non porre più la luce della fede sotto un paniere, non nascondere questo tesoro che ci è stato dato liberamente! Abbiate il coraggio di proclamare, testimoniare, catechizzare! Non possiamo più chiamarci credenti e vivere in pratica come atei!
    La fede illumina la nostra vita familiare, professionale e culturale, non solo la nostra vita spirituale. In Occidente, alcuni richiedono tolleranza o laicità e impongono una forma di schizofrenia tra vita privata e pubblica. La fede ha il suo posto nel dibattito pubblico! Dobbiamo parlare di Dio, non per imporlo ma per rivelarlo e proporlo. Dio è una luce indispensabile per l'umanità.
    (3) The Stained Glass: Fellowship with the Saints
    Miei cari amici, per finire la nostra cattedrale, abbiamo ancora bisogno delle vetrate. Lasciano entrare la presenza luminosa, gioiosa e multicolore, dei santi in cielo.
    Abbiamo bisogno di santi che osino guardare tutte le cose con gli occhi della fede, che osino essere illuminati dalla luce di Dio. Amici miei, saremo questi santi che il mondo attende? Voi, cristiani di oggi, sarete i santi e i martiri per i quali le nazioni gemono, guiderete una nuova evangelizzazione? Le tue terre sono assetate di Cristo! Non deluderli! La Chiesa ti affida questa missione!
    Penso che siamo a un punto di svolta nella storia della Chiesa. La Chiesa ha bisogno di una riforma profonda e radicale che deve iniziare con una riforma della vita dei suoi sacerdoti. Ma tutti questi mezzi sono al servizio della santità. La Chiesa è santa in se stessa. I nostri peccati e le nostre preoccupazioni mondane impediscono alla sua santità di diffondersi. È tempo di mettere da parte tutti questi fardelli e lasciare finalmente che la Chiesa appaia come Dio l'ha fatta.
    Alcuni credono che la storia della Chiesa sia caratterizzata da riforme strutturali. Sono sicuro che sono i santi che cambiano la storia. Le strutture seguono in seguito e non fanno altro che perpetuare ciò che i santi provocarono. Quando Dio chiama, chiede qualcosa di radicale! Va fino in fondo, fino alla radice. Cari amici, non siamo chiamati ad essere cristiani mediocri! No, Dio sta chiamando tutto il nostro essere, chiedendo un dono totale anche al martirio del nostro corpo e della nostra anima! Ci chiama alla santità: "Sarai santo, perché io il Signore tuo Dio sono santo" (Lev 19: 2).
    Concludendo il mio libro, parlo di un veleno di cui soffrono tutti: un ateismo virulento. Permea tutto, anche il nostro discorso ecclesiastico. Consiste nel permettere ai modi di pensare o di vivere radicalmente pagani e mondani di coesistere fianco a fianco con la fede. E siamo abbastanza contenti di questa convivenza innaturale! Ciò dimostra che la nostra fede è diventata diluita e incoerente! La prima riforma di cui abbiamo bisogno è nei nostri cuori. Non dobbiamo più scendere a compromessi con le bugie. La Fede è sia il tesoro che dobbiamo difendere sia il potere che ci permetterà di difenderlo.
    Oggi dal profondo del mio cuore come pastore, desidero invitare tutti i cristiani alla conversione. Non abbiamo bisogno di creare feste all'interno della Chiesa. Non possiamo proclamarci i salvatori di questa o quella istituzione. Tutto ciò aiuterà il nemico nel suo gioco. Ma ognuno di noi può prendere questa risoluzione: non accetterò la menzogna dell'ateismo. Non voglio rinunciare alla luce della fede, non voglio che la luce viva fianco a fianco con l'oscurità nella mia anima, attraverso la pigrizia, la convenienza o il conformismo! È una decisione molto semplice, sia interna che concreta. Cambierà la nostra vita nei minimi dettagli. Non si tratta di andare in guerra. Non si tratta di denunciare i nemici. Non si tratta di attaccare o criticare. Si tratta di rimanere fermamente fedeli a Gesù Cristo, al suo Vangelo e al mistero della Chiesa. Sebbene non possiamo cambiare il mondo, possiamo essere cambiati noi stessi. Se ogni persona prendesse questa risoluzione umilmente, allora il sistema di bugie si sgretolerebbe da solo, perché la sua unica forza è il posto che gli diamo in noi stessi!
    Miei cari amici, l'Occidente ha costruito meravigliose cattedrali. Oggi sono in pericolo di diventare musei senza anima. Ma il giorno in cui le cattedrali saranno diventate semplici carcasse di pietra sarà un giorno triste, e il mondo perderà ogni senso e scopo.
    Vorrei concludere citando ancora una volta Benedetto XVI:
    "L'uomo ha bisogno di un appello, rivolto alla sua anima, che possa portarlo e sostenerlo. Ha bisogno di un posto per la sua anima. Questo è ciò che simboleggia una cattedrale. Ma un edificio diventa una cattedrale solo grazie agli uomini che costruiscono questo spazio per l'anima, gli uomini che trasformano le pietre in una cattedrale e quindi aprono a tutti una via verso l'infinito, un appello senza il quale l'uomo soffoca. L'umanità ha bisogno di "costruttori di cattedrale" la cui vita pura e disinteressata rende credibile Dio.
    Miei cari amici, vi invito, da parte mia, ad essere questi costruttori di cattedrale.
    Dobbiamo trovare luoghi in cui le virtù possano prosperare. È tempo di riscoprire il coraggio del non conformismo. I cristiani devono creare luoghi in cui l'aria sia respirabile o semplicemente dove sia possibile la vita cristiana. Invito i cristiani ad aprire coraggiosamente oasi di libertà in mezzo al deserto creato dal dilagante profitto. In verità non devi essere solo nel deserto di una società senza Dio. Un cristiano che rimane solo è un cristiano in pericolo! Finirà per essere divorato dagli squali della società di mercato. I cristiani devono riunirsi nelle comunità attorno alle loro cattedrali: le case di Dio. Le nostre comunità devono mettere Dio al centro. Al centro della nostra vita, dei nostri pensieri, delle nostre azioni, delle nostre liturgie e delle nostre cattedrali.
    Tra la valanga di bugie, dobbiamo essere in grado di trovare luoghi in cui la verità non è solo spiegata ma vissuta. In una parola, dobbiamo vivere il Vangelo: non solo pensarlo come un'utopia, ma vivendolo in modo concreto. La Fede è come un fuoco, ma deve essere in fiamme per essere trasmessa agli altri. Veglia su questo fuoco sacro! Lascia che sia il tuo calore nel cuore di questo inverno occidentale.
    Quando un fuoco si accende nella notte, gli uomini si raccolgono lentamente attorno ad esso. Questa è la nostra speranza Questa è la nostra cattedrale.
     
    libera traduzione di Claudio da https://www.catholicworldreport.com/2019/12/29/cardinal-sarah-we-must-rebuild-the-cathedral-we-do-not-need-to-invent-a-new-church/?fbclid=IwAR0FuRBQKq2Y2T20xZ4d4RPW9UILuZxXHbBczeCAy_6ks6xBwW5MvxHo0T8
  25. Claudio C.
    Traduzione da Catholic Herald
    La consacrazione dà speranza ai messicani che affrontano una "terribile cultura della morte". Più di 10.000 cattolici laici in Messico hanno rinnovato la loro consacrazione a Cristo Re durante una messa e cerimonia speciale durante il fine settimana
    L'evento si è tenuto ai piedi del monumento a Cristo Re nel Bicentennial Park, situato a Silao, nello stato di Guanajuato. Si è tenuto il 23 novembre, vigilia della solennità di Cristo Re come parte delle celebrazioni della "Giornata dei Laici" che ha anche onorato il Beato Anacleto González Flores, un martire della Guerra Cristero, che i vescovi hanno scelto come patrono di i laici.

    L'arcivescovo Franco Coppola, nunzio apostolico in Messico, ha presieduto una messa per l'evento, che è stata concelebrata dall'arcivescovo Alfonso Cortés di León, il vescovo Gerardo Díaz Vázquez, che è presidente del presidente della FAJULAVI (Commissione per la famiglia, i giovani, gli adolescenti) e vita), e il vescovo Víctor Alejandro Aguilar Ledesma, presidente del ministero dei vescovi per i laici, nonché un folto gruppo di sacerdoti.
    L'evento comprendeva anche un concerto, spettacoli teatrali, testimonianze e varie presentazioni.
    Gli organizzatori hanno spiegato che la consacrazione a Cristo come re era particolarmente significativa data la "terribile cultura della morte" che colpisce al popolo messicano, manifestata attraverso "una potente minaccia alla vita, alla famiglia, alle libertà fondamentali, alla morte di così tante persone innocenti per mano del crimine organizzato e il tasso sempre crescente di aborti nel nostro paese ".
    “Insieme a tutto ciò, abbiamo anche sofferto il terribile dolore di ricevere la notizia della morte dei nostri fratelli sacerdoti e profanazioni e sacrilegi nelle nostre chiese, per le quali proprio oggi facciamo anche un atto di riparazione a Gesù nell'Eucaristia ," loro hanno detto.
    La violenza contro i sacerdoti è stata denunciata come un grave problema in Messico. Circa due dozzine di sacerdoti sono stati uccisi nel paese dal 2012, secondo i rapporti.
    Altri eventi di Cristo Re si sono tenuti anche in tutto il Messico, tra cui a San Luis Potosí, Veracruz, Yucatán e Città del Messico.
     
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