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The Amazonian post-synodal exhortation? A document that presents "cracks". Word of Don Nicola Bux in a new interview by Vito Palmiotti In recent days it has presented expectations. A exhortation now published, what scenarios do you think will open? The bishops of the Amazon will ask the competent Authority, the Pope - as foreseen by the Exhortation - because of their particular situation, to be able to use the final document of the Synod, to meet the needs of the communities, since what it says about it can be understood, from the canonical point of view, as an approval expressed in the light of the apostolic constitution of September 2018, Episcopalis Communio. We understand what those needs are. Moreover, there are in this exhortation of problematic openings perhaps far greater than the theme of celibacy itself, which has almost completely absorbed the debate, putting other critical issues concerning the Amazon synod in the background. Did the book of Benedict XVI and Sarah exercise its weight? Although it has been said by official sources that the document was ready before, since December, it is clear to me that it is not so: indeed, that the very book in question has prompted to drastically review the fourth part of the Exhortation, which however presents cracks in the which to insert what is left out. What can we get from the story? Benedict XVI and card. Sarah testified to the importance of Catholic thought. To make people think is the task of philosophy, said Paul Ricoeur. The activism prevalent today in the Church and beyond does not help, in fact, it drives many away. Those who are Catholics must, with determination, affirm the truth, and wait patiently for the time of grace that Providence prepares. The Church as a whole cannot incur heresy. If we are members of a body: there are no sociological and political laws but the reality of grace prevails, an ontological and supernatural reality that makes man holy and pleasing to God. What do you think of the next bishops' event in Bari "The Mediterranean frontier of peace. A laboratory of synodality and commitment between churches and peoples. Many Catholics and non-Catholics expect the Church to make Jesus Christ and his Gospel known: this is why it was established by its Founder. Or should we resort to the deformations of Sanremo and Benigni? The rest is political and leaves the time it finds. The Holy Spirit tells us that the world can be saved by Christ, not by others, and that the Church can be reinvigorated by herself, not by others.
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Intervista a Don Nicola Bux a cura di Vito Palmiotti. In vista dell’ imminente pubblicazione dell’Esortazione Apostolica che seguirà il sinodo sull’Amazzonia, stiamo assistendo ad una radicalizzazione di posizioni stile ultrà al punto che, ad esempio, se Ratzinger e Sarah scrivono delle riflessioni si urla al successo da una parte e lo scandalo dall’altra, si assiste a una sorta di standing ovation di una fazione alla sola ipotesi di ritiro della firma di Benedetto, salvo poi sdegnarsi quando questa di fatto rimane in qualche modo sulla copertina. Quindi nuovamente si assiste ad una serie di epiteti tesi a descrivere Benedetto “lucido solo mezz’ora al giorno” (e magari è proprio la mezz’ora in cui ha scritto poi tornerebbe in uno stato soporifero per ventitré ore e mezza) e se così non fosse allora diventa una grave ingerenza nei confronti di qualcosa che nessuno conosce ma che è tirato per la giacca di qua e di là, interpretando i pensieri di colui- il papa- che deve dare una indicazione, si spera chiara, tra le altre cose, su un tema delicato quale la possibilità di aprire al clero uxorato, in alcune “situazioni particolari” come chiedono i padri sinodali nel documento finale del controverso e discusso Sinodo sull’Amazzonia. L’impressione che se ne ricava è che manchi uno sguardo cattolico e il senso della realtà. Che farà il papa? Il cardinal Charles Journet, insigne patrologo, diceva: «Quanto all’assioma “Dove è il Papa, lì è la Chiesa” vale quando il Papa si comporta come Papa e capo della Chiesa; nel caso contrario, né la Chiesa è in lui, né lui nella Chiesa». D. Nicola Bux ha partecipato, da esperto invitato da Ratzinger cardinale e poi papa, al sinodo sull’Eucaristia del 2005 e a quello sul Medioriente del 2010: quindi sa come vanno le cose. Certo, se continua questo can can, altro che sinodo: il papa potrebbe risentirsi e mutare qualcosa. VP: Cosa vuol dire sinodalità, parola di cui tutti si riempiono la bocca? DBUX: I variegati fan di san Francesco ignorano forse che egli si definiva uomo cattolico ed apostolico: la prima è ormai parola rara da udire, eppure indica lo sguardo alla realtà ‘secondo la totalità dei suoi fattori’. Dal greco katà olòn. Purtroppo, la morale del ‘caso per caso’ e l’enfasi sulla ‘Chiesa locale’, hanno contribuito all’oblio. Infatti, si ritiene che, dare la Comunione a una coppia di divorziati risposati in un paesino sperduto, e non darla in una parrocchia di città, possa farsi senza pregiudicare l’unità del tutto, che è poi la Chiesa cattolica. Proprio su questo bisogna soffermarsi. L’unità è il bene più prezioso, dice san Giovanni Crisostomo, purché le diversità non siano avverse tra loro, ma convergano verso l’unità, siano cioè uni-versus, universali. Ecco la Chiesa universale o cattolica. Il Papa dovrebbe essere segno e vincolo di ciò. Dobbiamo sperare che l’Esortazione serva a questo: per essere cattolica, dovrebbe non rifarsi al Documento finale del Sinodo. Se così sarà, non poco lo si dovrà anche al contributo di Benedetto XVI e del cardinal Sarah con il loro libro sul celibato sacerdotale, e di quanti nella Chiesa non hanno smesso di dire la verità senza venir meno alla carità, senza cedere alla tentazione di separarsi, che è soprattutto dovuta alla mancanza della pazienza dell’amore. Dietro quel libro c’è una parte non piccola della Chiesa, di cui il papa, da pater patruum, non può non tener conto; non solo: ci sono duemila anni di traditio di Gesù Cristo e degli Apostoli, che, con la Scrittura, è fonte della rivelazione. La pazienza è la prima caratteristica dell’amore indicata da san Paolo: la carità è paziente. In conclusione, la sinodalità può essere sinonimo di cammino e di sguardo comune (sempre stando all’etimo greco) e in tal senso, ciascun cristiano e la Chiesa devono usarla. Ma la Chiesa non è un Sinodo e nemmeno un Concilio permanenti, ma una comunità gerarchicamente ordinata. Se il Documento finale ha espresso la parola dei vescovi e degli altri padri sinodali, l’Esortazione comunicherà la parola del papa, che non necessariamente deve concordare con quella. Si ricordi la nota praevia fatta apporre da Paolo VI alla costituzione Lumen Gentium. Il Sinodo è rappresentativo e non sostitutivo dell’intero episcopato cattolico. VP: Il Papa è infallibile, sempre? D.BUX: Il magistero c’è quando il papa e tutti i vescovi concordano (Compendio CCC 185) - sottolineo ‘concordano’ - nel proporre un insegnamento definitivo sulla fede e sulla morale. Che vuol dire definitivo? Deve essere – come le foto ad alta definizione – dai contorni nitidi. Infatti, come negli atti dommatici straordinari, il papa usa tre verbi: pronunziamo, dichiariamo e definiamo, così nell’insegnamento ordinario, se dovesse permanere la discordia non ci sarebbe il magistero. Oggi succede che molti vescovi non concordino ma siano discordi persino su una dottrina già creduta per fede: la discordanza significa che non c’è infallibilità, ma non per questo i fedeli non sono tenuti ad obbedirvi, salvo che quell’insegnamento contrasti con il depositum fidei. Se un padre dicesse una cosa e la madre l’opposto, i figli a chi dovrebbero obbedire? Abbiamo ragione di sperare e pregare che l’Esortazione sia chiara e senza eccezioni. Se non fosse così, si favorirebbe l'avvicinarsi della 'grande apostasia’ che asservirebbe la Chiesa; la prova che scuoterà la Chiesa(CCC 675-677) ben oltre l'attuale crisi di fede: la persecuzione.
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