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Traduzione libera della meditazione rilasciata da SER Cardinal Sarah per Le Figarò, dal titolo Robert Sarah: «L’épidémie du Covid-19 ramène l’Église à sa responsabilité première: la foi» Troppo spesso la Chiesa ha voluto dimostrare che era "di questo mondo" dedicandosi alle cause consensuali piuttosto che all'apostolato, deplora il cardinale guineano *. La Chiesa ha ancora un posto in un'epidemia nel 21 ° secolo? A differenza di secoli fa, la maggior parte delle cure mediche è ora fornita dallo stato e dal personale sanitario. La modernità ha i suoi eroi secolarizzati in camice bianco e sono ammirevoli. Non ha più bisogno di battaglioni di beneficenza di cristiani per prendersi cura dei malati e seppellire i morti. La Chiesa è diventata inutile per la società? Il virus Covid-19 riporta i cristiani alle origini. In effetti, la Chiesa è da tempo entrata in una relazione distorta con il mondo. Di fronte a una società che affermava di non averne bisogno, i cristiani, attraverso la pedagogia, cercavano di dimostrare che potevano esservi utili. La Chiesa si è dimostrata educatrice, madre dei poveri, "esperta di umanità" nelle parole di Paolo VI. Aveva ragione a farlo. Ma a poco a poco i cristiani finirono per dimenticare il motivo di questa competenza. Hanno finito per dimenticare che se la Chiesa può aiutare l'uomo ad essere più umano, alla fine è perché ha ricevuto da Dio le parole della vita eterna. La Chiesa è impegnata nella lotta per un mondo migliore. Ha giustamente sostenuto l'ecologia, la pace, il dialogo, la solidarietà e l'equa distribuzione della ricchezza. Tutti questi combattimenti sono giusti. Ma potrebbero far dimenticare la parola di Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo". La Chiesa ha messaggi per questo mondo, ma solo perché ha le chiavi dell'altro mondo. I cristiani a volte hanno pensato alla Chiesa come aiuto dato da Dio all'umanità per migliorare la loro vita qui sulla terra. E non mancavano di argomenti poiché la fede nella vita eterna fa luce sul modo giusto di vivere in questo secolo. Il virus Covid-19 ha esposto una malattia insidiosa che stava divorando la Chiesa: pensava di essere "di questo mondo". Voleva sentirsi legittima ai suoi occhi e secondo i suoi criteri. Ma è emerso un fatto radicalmente nuovo. La modernità trionfante è crollata prima della morte. Questo virus ha rivelato che, nonostante le sue assicurazioni e la sua sicurezza, il mondo sottostante rimane paralizzato dalla paura della morte. Il mondo può risolvere le crisi sanitarie. Arriverà sicuramente alla fine della crisi economica. Ma non risolverà mai l'enigma della morte. La sola fede ha la risposta. Illustriamo questo punto in modo molto concreto. In Francia, come in Italia, la questione delle case di riposo, il famoso Ehpad, era un punto cruciale. Perché? Perché la questione della morte è nata direttamente. I residenti anziani dovrebbero essere confinati nelle loro stanze a rischio di morire di disperazione e solitudine? Dovrebbero rimanere in contatto con le loro famiglie a rischio di morire di virus? Non sapevamo come rispondere. Lo stato, immerso in un secolarismo che sceglie in linea di principio di ignorare la speranza e di restituire i culti al dominio privato, è stato condannato al silenzio. Per lui, l'unica soluzione era fuggire la morte fisica ad ogni costo, anche se ciò significava condannare la morte morale. La risposta potrebbe essere solo una risposta di fede: accompagnare gli anziani verso una probabile morte, con dignità e soprattutto con la speranza della vita eterna. L'epidemia ha colpito le società occidentali nel punto più vulnerabile. Erano organizzati per negare la morte, nasconderla, ignorarla. È entrata dalla grande porta! Chi non ha visto questi giganteschi obitori a Bergamo o Madrid? Queste sono le immagini di una società che recentemente ha promesso un uomo aumentato e immortale. Le promesse della tecnologia consentono di dimenticare la paura per un momento, ma finiscono per essere illusorie quando colpisce la morte. Perfino la filosofia dà solo un po 'di dignità a una ragione umana sommersa dall'assurdità della morte. Ma non è in grado di consolare i cuori e dare un significato a ciò che sembra esserne definitivamente privato. Di fronte alla morte, non esiste una risposta umana che regga. Solo la speranza di una vita eterna può superare lo scandalo. Ma quale uomo oserà predicare la speranza? Ci vuole la parola rivelata di Dio per osare di credere in una vita senza fine. Hai bisogno di una parola di fede per osare di sperare in te stesso e nella tua famiglia. La Chiesa cattolica si rinnova quindi con la sua responsabilità primaria. Il mondo si aspetta da lei una parola di fede che le permetterà di superare il trauma di questo faccia a faccia con la morte che ha appena vissuto. Senza una chiara parola di fede e speranza, il mondo può sprofondare in una morbosa colpa o rabbia indifesa per l'assurdità della sua condizione. Solo questo può permettergli di dare un senso a queste morti di persone care, che sono morte in solitudine e sono state sepolte in fretta. Ma poi la Chiesa deve cambiare. Deve smettere di avere paura di scioccare. Deve rinunciare a pensare a se stesso come a un'istituzione del mondo. Deve tornare alla sua unica ragion d'essere: la fede. La Chiesa è lì per annunciare che Gesù ha vinto la morte con la sua risurrezione. Questo è il cuore del suo messaggio: "Se Cristo non è stato risuscitato, la nostra predicazione è vana, la nostra fede è ingannevole e noi siamo il più miserabile di tutti gli uomini". (1 Corinzi 15, 14-19). Tutto il resto è solo una conseguenza. Le nostre società emergeranno indebolite da questa crisi. Avranno bisogno di psicologi per superare il trauma di non poter accompagnare gli anziani e i morenti nella loro tomba, ma avranno ancora più bisogno di sacerdoti che insegneranno loro a pregare e sperare. La crisi rivela che le nostre società, senza saperlo, soffrono profondamente di un male spirituale: non sanno dare senso alla sofferenza, alla finitudine e alla morte. * Il cardinale Sarah è prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti all'interno della Curia romana.
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Con molto interesse e condivisione riportiamo il trascritto libero della conversazione tra Mons. Nicola Bux ed il Dott. Aldo Maria Valli sul duello eterno tra Luce e tenebre, nell'attualità della epidemia che ha stravolto le nostre vite, ha messo in discussione il nostro modo di vivere la Fede e sottoposto ad uno sguardo critico le soluzioni adottate dai Pastori, rivelando una visione della Fede differente da quella dei due interlocutori, ma spesso lontana dallo stesso Sensum Fidei della gente comune e di chi ancora si batte per la Fede in Cristo, Presenza Reale, lontani da visioni esclusivamente sociologiche e mondane. Ma si è discusso anche di dogmi, della visione del Papa come Vicario di Cristo e della eccezionalità della Madonna in contrasto con la figura di "Maria una di noi", della sofferenza vicaria e del castigo. Vi invitiamo a leggerla o, se potete, a visionare il video sul canale Youtube della Scuola Ecclesia Mater. Don Nicola Bux. Per questa conversazione è stato scelto il tema del combattimento tra la Luce e le tenebre rappresentate dal peccato e dalla morte, in un tempo di grande crisi della fede, in un tempo in cui ciò che Cristo disse: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” viene accantonato. Aldo Maria Valli. Tra i tanti temi, inizierei col dire che questa pandemia che ci costringe alla cattività sta facendo mettere a nudo alcune parole d’ordine che andavano per la maggiore fino ad alcune settimane fa, ed in particolare dal concetto alquanto ambiguo di nuovo umanesimo, fatto propria purtroppo non solo dalla politica ma anche da chi è nella Chiesa; secondo tale concezione, la “novità” sarebbe che al centro di tutto ci debba essere l’uomo e non Dio e la convinzione che l’uomo possa risolvere da sé i suoi problemi. Ritengo però che tale maschera sia caduta proprio in questi giorni, in un periodo in cui è palese che l’uomo non sia in grado di essere solo di fronte a situazioni oggettivamente difficili, prima tra tutte la questione della morte, ed ha bisogno di alzare uno sguardo trascendente e recuperare invece il rapporto con Dio. Anche i dati di ascolto delle Sante Messe in streaming e televisione aiutano a comprendere come si cerchi di recuperare questa dimensione verticale guardando verso Dio Padre cui chiedere aiuto e tramite cui dare un senso a ciò che ci travolge al di là di tutto. Quindi, altro che nuovo umanesimo, altro che piani umani fondati sugli aspetti esclusivamente sociologici, economici o politici, altro che task force nella sfera civile e tantomeno altro che nella gerarchia cattolica. Tutta questa prospettiva non dà una risposta alle domande delle persone; esse pregano Dio Padre e chiedono la intercessione di Maria in una tendenza molto trasversale. Il popolo, parola tanto abusata, ha ben altre esigenze. Bux Un cattolico deve diffidare di queste espressioni fuorvianti, tipo nuovo umanesimo. Il vero Umanesimo è quello cristiano. Se infatti l’umanesimo è quello di Cristo, diciamo all’umanità che è Cristo al centro di tutto. Purtroppo però, assistiamo ad una crisi della fede, che non significa che io non creda ma che vacilla la certezza che con Gesù Cristo sia venuto nel mondo tutto quel che di nuovo potevamo attenderci, ovvero andando con Sant’Ireneo “Gesù portò ogni novità, portando se stesso”. In realtà non è questo il nuovo che si sta cercando, masi sta andando alla ricerca di altro. Valli. Le persone di fronte alla Legge Divina cercano risposte che diano veramente significato e queste le possono trovare nella Tradizione. La richiesta che ne vien fuori magari è molto confusa, ma è molto forte e presente. Negli ultimi tempi la Chiesa ha rivolto apprezzamenti alle istituzioni esclusivamente umane come UNESCO, ONU e quant’altro, spesso in netta antitesi con dottrina e morale cattolica. Proprio oggi, nel momento della difficoltà vera, queste istituzioni umane non hanno nulla da dire, nulla di sensato che possa aiutarci, messaggi generici ma che non sono incidenti sulle nostre vite, sulla profondità del nostro animo. La persona o la famiglia in difficoltà ha invece bisogno di una parola di verità, di fede sincera, espressa anche in maniera semplice e senza elucubrazioni, ma che ci riempia il cuore e che ci dia speranza. Sul blog Duc in Altum una fedele mi scrive che in questo periodo di quarantena la sua famiglia sta vivendo una nuova devozione mariana, altri scrivono che hanno recuperato la recita del Santo Rosario in famiglia. Ecco dove le persone trovano le risposte. Quali maschere cadono? Uno degli ultimi concetti “nuovi” introdotti nella Chiesa è stato quello della Pachamama, un simbolo che rappresenta la natura diventata “madre natura” cui noi dovremmo assoggettarci. Le vicende di questi giorni dimostrano però che la natura può essere matrigna, un virus misterioso, e che anche questo è natura. Trasformarla in idolo come è stato fatto per Pachamama è stato un grosso abbaglio. Il Popolo cattolico si rende ora conto della ferita di Pachamama, anche persone non estremamente preparate teologicamente, anche a chi non dà normalmente peso alle parole della gerarchia. La stessa processione sulla tomba di Pietro della Pachamama, introduzione di un idolo pagano in un luogo sacro, tante persone hanno aperto gli occhi e si sono chieste: perché?. E’ palese quindi che la Provvidenza stia lavorando per noi facendo cadere tante maschere ideologiche e riporti la esigenza di recuperare la nostra bella fede. Mi ha molto colpito la numerosa presenza dei sindaci italiani nelle preghiere di consacrazione ed affidamento ai Santi Patroni delle Città, l’essere insieme ai Pastori con la fascia tricolore, quindi in rappresentanza della cittadinanza. Un messaggio veramente forte. Bux Chissà che veramente una parte dei pastori ponga ora veramente una nuova attenzione a quello che succede. Al di là delle disquisizioni di questi giorni sul fatto che questa epidemia possa o non possa essere un castigo, rimane fermo che “non si muove foglia che Dio non voglia”. Chi crede, infatti, crede che Dio opera e fa come il padre che vede giocare i bambini, ed interviene per mettere le cose a posto quando non si comportano bene. Il Signore si serve di questi eventi per rilanciare le questione fondamentale della Fede e di cosa Essa veramente sia, perché nessuno di noi potrebbe parlare di Fede se non vivesse in presenza di Dio, anche in senso molto spiccio e pratico. La Chiesa nei suoi vertici dovrà rispondere a questo se vuole tener conto di quanto accaduto, del fatto che. Dio è presente ed opera sempre secondo i suoi criteri e tali criteri sono presenti dalla Scrittura, nel Magistero, nella Parola di Dio. Valli. Tante persone mi hanno scritto di essere state prese da un sentimento di profonda tristezza quando è stato evidente che la Santa Messa sia stata messa da parte e trattata come un semplice accessorio e non invece come fonte essenziale, addirittura fonte di rischio e non di salvezza. Non è stato neppure preso in considerazione di permettere di prendere parte alla Messa; per assurdo, in un supermercato è stato possibile andare, mantenendo la distanza, tenendo la mascherina e così via, ma in Chiesa no. Subito è passata la idea di eliminare le Messe con concorso di pubblico. Bux Un Vescovo tedesco proprio in questi giorni si è espresso affermando che non sia necessario “enfatizzare la Eucaristia e che il Concilio afferma che il Signore sia presente anche nelle Scritture”. Ma la Eucaristia è più importante del cibo perché è farmaco della vita eterna, dell’immortalità, un farmaco salvavita! Può un Vescovo tenere i fedeli senza un cibo essenziale? I primi Martiri cristiani che ci tenevano tanto alla eucaristia, cosa staranno pensando? Che sono dei pavidi, che non hanno saputo prendere di petto le autorità! Nelle catechesi che verranno dovremo spiegare se questo farmaco è facoltativo e può essere sospeso o se è vitale; qualcuno dovrà dar ragione di tutto ciò. Si può sospendere un farmaco così importante? Ci sono altri parafarmaci che lo possano sostituire? Valli Quello che ha colpito negativamente è la fretta con cui si è eliminata la presenza delle perone dalle Messe, addirittura in un primo momento portando le Chiese totalmente chiuse, salvo poi ritornare sui propri passi. Non si è neppure provato a trovare una possibilità alternativa di partecipazione. E’ vero che tutti i giorni la messa è garantita in streaming è il momento più bello della giornata. La Comunione spirituale, in mancanza di quella Reale, è già d’aiuto e ci sono aspetti positivi nei risultati cui ha portato la buona volontà di tanti Sacerdoti e fedeli. Ma la ferita della superficialità rimane, insieme alla impressione di essere guidati da funzionari, burocrati della religione. Bux Molti orientali mi hanno contattato stupiti del comportamento dei cattolici; in Georgia, Bulgaria o Serbia gli Ortodossi hanno reagito dicendo: “Non possiamo vivere senza il Signore”. In Grecia sono in subbuglio perché si teme venga seguita la linea UE di chiusura ed i greci stanno discutendo molto su come agire con precauzioni senza arrivare a quello cui siamo arrivati noi. Valli Qualcuno obietta che sarebbe stato difficile garantire la sicurezza, trovare servizi d’ordine per le persone indisciplinate. Non raccolgo queste motivazioni perché, c’è una gerarchia di valori. Se ti sta a cuore veramente un qualcosa, i modi si trovano. Bux E’ vero che un modo si sarebbe potuto trovare. Tant’è che hanno regolato accesso alle mense Caritas; avrebbero potuto farlo per le Sante Messe. Valli Non c’è stata la volontà ed in questo modo hanno mostrato di vedere nella Messa solo una assemblea e nella Chiesa una sala che va riempita eliminando la visione trascendentale, Nostro Signore, eliminando il Tabernacolo. Bux. Dovremmo forse raccomandare, a mo’ di battuta, a Vescovi e Preti di “vivere come se Dio esistesse” parafrasando quanto Papa Benedetto XVI diceva ai laici non credenti. Il problema è tutto lì. Un prete che è prete se non è consapevole che Dio è sempre presente come fa ad essere Sacerdote? Come afferma il Cardinal Sarah, questa è una crisi della Fede ed è una crisi del Sacerdozio. Oggi alcuni pensano di essere un po’ assistenti sociali, a volte distributori di pacchi. Ma il Sacerdote è primariamente mediatore tra uomo e Dio. Abbiamo, in questi anni, tolto Gesù Cristo presente nel Tabernacolo ed abbiamo messo al Suo posto la sedia del celebrante, desiderando poi essere chiamati “Presidenti” e non ministri; ma il sacerdozio ha questa funzione di amministrazione delle cose di Dio! Ecco perché la crisi è una crisi della Fede che trascina con sé la crisi del sacerdozio. Si fanno tanti progetti a prescindere da Cristo, tanto che il Cardinal Biffi diceva che Cristo è spesso una scusa per parlare d’altro. In qualche maniera però, poi il Signore rimescola le carte per far capire ai tanti che il Centro è e rimane Cristo. La Chiesa non può mutare secondo il piacere degli uomini, non può mutare ciò che è divinamente rivelato, come non può mutare la indissolubilità del matrimonio e la consistenza e l’essenza del sacerdozio perché tutto ciò non dipenden da essi.. “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli”, così disse Gesù Cristo a Pietro. Il Papa è così il garante dell’ubbidienza alla volontà di Dio e non a quella degli uomini come la storia della Chiesa in larga parte dimostra. L’apostolo Pietro ha ricevuto un primato di giurisdizione di fede autentica, come dommaticamente riporta la Pastor Aeternus del Concilio Vaticano I. Il fatto che si chiami “Vicario di Cristo”, indica che deve confessare al mondo questa verità: “Cristo è la Via, la Verità e la Vita”. Esso non è un titolo storico, ma dommatico. Ci sono anche titoli minori, come Sommo Pontefice, Primate d’Italia etc., titoli che esprimono la gerarchia , ma non sono solo storici, ma danno maggior comprensione della Chiesa di Roma e del ruolo del Vescovo di Roma. Mi aspetterei che qualcuno dia una spiegazione del fatto che qualcuno abbia relegato la definizione di “Vicario di Cristo” a mero titolo storico, come fatto in questi giorni sull’Annuario Pontificio. Solovyov diceva che il primato petrino non meno delle Scritture e della tradizione ha un solo scopo: l'incontro con Cristo, la bellezza presente e visibile che salva il mondo, e lo diceva da Ortodosso. Alcuni potrebbero obiettare che Giovanni Paolo II in Ut unum sint abbia avanzato disponibilità a rivedere il primato petrino, ma a costoro bisogna rispondere che lo stesso al 95 afferma pure che in alcun modo la Chiesa Cattolica può rinunciare a tutto quello che nel primo millennio ha maturato il primato romano e che essere successore di Pietro implica il diritto divino del primato romano. Pertanto né per ecumenismo o per condiscendenza con altre posizioni religiose il Papa può abdicare a ciò. Coloro che hanno mutato il senso del primato petrino, dovrebbero renderne ragione. Tanti cominciano a porsi domande. Valli: Sarebbe effettivamente un gesto di attenzione verso il popolo aiutarlo a comprendere cosa accade su di un argomento così importante per la propria vita di fede, se non si ritiene che la attenzione al popolo sia solo uno slogan. Un altro aspetto che ha colpito molto i fedeli è la considerazione di Papa Francesco sulla Madonna già fatta il 12 Dicembre scorso in occasione della festa della Madonna di Guadalupe, e che ha riaffermato ancora pochi giorni fa quando ha espresso che Ella sia solo donna, madre e discepola, “una di noi”, quasi a sottolineare che non ci sia alcun titolo di regalità che le appartenga; qualcuno ha voluto parlare di “minimalismo mariano” da parte del Papa. Ma anche il senso comune dei cattolici ha avvertito qualcosa di strano. La domanda che ci si pone è: perché andare contro una sensibilità cattolica che va in senso ben diverso? Bux. La Madonna “una di noi” era una definizione cara anche a Don Tonino Bello. Ma come Madre di Dio, concepita immacolata dal peccato originale, assunta in cielo anima e corpo, non si può assolutamente dire che sia “una tra tante”. Questo concetto rientra tra i punti cardine della Teologia della Liberazione, diffusa in Sudamerica qualche decennio fa, e Papa Francesco a volte attinge da questo retroterra in maniera anche leggera. Se queste affermazioni su Maria sono vere, devono spiegare perché è “una di noi” e perché la Chiesa ha proclamato dei dogmi su Maria, dove i dogmi altro non sono che dei punti imprescindibili da cui non si può tornare indietro. Diversi pontefici, non ultimo Giovanni Paolo II ha affermato che la partecipazione di Maria sotto la Croce è un contributo che non potremmo dare noi e che non hanno dato altri; non è inoltre possibile, in un anno liturgico costellato di grandi feste mariane, ridurre la Madonna ad una di noi. Da creatura quali siamo noi ha fatto un percorso pellegrinaggio della fede fino ad arrivare a vette eccelse, irragiungibili. Cancellarne così il ruolo, significherebbe cancellare l’intero capitolo VIII della Lumen Gentium dedicato alla Madonna, sminuendo di conseguenza la figura di Cristo incarnato perché Maria ha dato il suo sì a che Cristo si incarnasse. Valli La pietà popolare ha trovato tanti modi nel Santo Rosario per dirLe che Le vogliamo tanto bene in modi sempre nuovi, Regina, Madre, Torre; è commovente tanto attaccamento e si potrebbe dire che il Sensum Fidei ha tanto da dire anche da un punto di vista teologico. Ultimo argomento. Tramite il blog spesso gli utenti riportano allarmati i segni di un millenarismo emergente o riemergente, in cui tante persone vedono una sorta di messaggio che il cielo sta rivolgendo all’uomo. Alcuni dicono che siamo all’inizio di una serie di prove. Un insieme vario di sentimenti serpeggia anche se se ne parla poco. Bux Dico: spero di no. Dobbiamo ricordare infatti che se ritorniamo al Signore, nell’alleanza fatta in Cristo Gesù che ha espiato per noi uomini e la nostra salvezza, con le nostre preghiere ed azioni buone possiamo allontanare piaghe e castighi, così come impariamo dalla stessa rivelazione biblica e non dobbiamo mai dimenticarlo, perché ne è il senso profondo. “Eppure egli ha preso su di sé le nostre malattie, si è caricato delle nostre sofferenze, e noi pensavamo che Dio lo avesse castigato, percosso e umiliato. 5Invece egli è stato ferito per le nostre colpe, è stato schiacciato per i nostri peccati. Egli è stato punito, e noi siamo stati salvati. Egli è stato percosso, e noi siamo guariti”, come ha detto Isaia (52). La Rivelazione parla sì spesso di castighi divini come nel Salmo 81 “Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito”. Ma, per quanto Gesù si sia fatto carico del peccato, noi abbiamo una parte di sofferenza da compiere, la sofferenza vicaria. Anche gli innocenti che soffrono e muoiono portano il peso del male del mondo. Quando seguivo le cause dei santi, in diversi offrivano sé stessi come vittima di espiazione. Oggi, 16 aprile, è Santa Bernadette; ella era consapevole che la Madonna le aveva chiesto di prender parte dei peccati del mondo e non a caso a Lourdes si è sviluppata una attenzione particolare verso la sofferenza. Se uno come Padre Cantalamessa afferma che “Dio non castigherebbe altrimenti come puoi spiegare che gli innocenti ed i poveri soffrono” si può richiamare la parabola del grano e della zizzania, ove il Signore dice lasciate crescere insieme grano e zizzania, ma poi alla fine la cernita la farò io. Ma si dimentica anche e soprattutto quello che Cristo ha fatto soffrendo lui stesso. Nella storia tantissimi santi e sante hanno partecipato completando ciò che manca alla sofferenza di Cristo. Gli ebrei stessi ne avevano ben chiaro il concetto e questo era riassunto nel capro espiatorio che, senza colpa, sopporta i guai causati da altri o di altri. Un catechismo degno di questo nome dovrebbe poter illustrare chiaramente questi concetti. Valli Tirando le conclusioni, la Fede ha bisogno di essere nutrita e, probabilmente, la società non è così secolarizzata come si dice. C’è una forza che è dentro di noi ma deve essere nutrita con l’essenziale e non con tanti discorsi che prendono e riportano tal quali gli slogan dai discorsi del mondo. Oggi c’è molto bisogno di pensiero cattolico! Di seguito il video.
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Preghiamo perché i Vescovi riescano a riportare i Sacramenti, la Santa Messa, il Santo Sacrificio Eucaristico,il giusto Culto nella nostra quotidianeità.Preghiamo perché la Beata Maria apra i cuori ed illumini le anime degli amministratori civili, a che riconoscano la essenzialità di Cristo nella propria vita ed in quella dei propri governati.Preghiamo sempre per la Salvezza delle nostre anime e, riconosciute le nostre colpe, a che ci venga un giorno concesso di ammirare la Luce nella Vita Eterna. #IPC Se potete, condividete la preghiera, anche a che chi debba sapere, sappia che c'è un popolo che soffre e che ancora confida nei propri pastori.
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Se la fede non diventa cultura, la Chiesa diventa una ONG
Claudio C. posted a blog entry in Scuola Ecclesia Mater
Conversazione tra Mons Nicola Bux e il Prof. Don Alberto Strumia sul tema: "Se la fede non diventa cultura, la Chiesa diventa una ONG" Oggi, la tentazione dell’uomo consiste nella sollecitudine umana di costruire una “nuova chiesa”, un cristianesimo adattato al mondo moderno. Coloro che inseguono questo intento devono tuttavia ricredersi, in quanto l’unico binario praticabile è quello dei fondamenti della dottrina di sempre, ovvero Cristo stesso. È innegabile, la situazione di disorientamento che la Chiesa sta sperimentando in questo preciso momento storico, ma da dove ripartire e con quali strumenti? La risposta è subito pronta: occorre dapprima imparare a giudicare con “intelligenza di fede” gli avvenimenti della storia: «Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?» (Lc 12,56). Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, hanno mostrato al mondo che il cristianesimo è conveniente anche sul piano umano, perché in esso si racchiude una “concezione” dell’uomo, della società, della famiglia che può rendere più umana l’esistenza. Pertanto, la sfida della Chiesa al mondo deve insistere soprattutto sul piano culturale, civile e umano. L’impegno della Chiesa non può ridursi alla diffusione di pochi banali buoni sentimenti, o a rincorrere le ideologie del momento, ma è necessario ritornare a parlare di Gesù Cristo e rinnovare quello spirito missionario che ha contraddistinto la Chiesa negli ultimi venti secoli. Di seguito il video proposto nelle Riflessioni Quaresimali della Santa Pasqua 2020 (dalla Pagina Il Pensiero Cattolico) -
Catechesi mensile sul Credo e le verità in cui credere, che don Nicola Bux ha tenuto nella Chiesa di San Giuseppe in Bari, Utilizzando come testo guida il "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica". Per poter seguire meglio la catechesi, ci si può avvalere del Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica http://www.vatican.va/archive/compend... dal n. 79 al n. 84 CAPITOLO SECONDO CREDO IN GESÙ CRISTO, IL FIGLIO UNIGENITO DI DIO - 79. Qual è la Buona Novella per l'uomo? 422-424 È l'annunzio di Gesù Cristo, «il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), morto e risorto. AI tempo del re Erode e dell'imperatore Cesare Augusto, Dio ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza mandando «suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli» (Gal 4,4-5). - 80. Come si diffonde questa Buona Novella? 425-429 Fin dall'inizio i primi discepoli hanno avuto l'ardente desiderio di annunziare Gesù Cristo, allo scopo di condurre tutti alla fede in lui. Anche oggi, dall'amorosa conoscenza di Cristo nasce il desiderio di evangelizzare e catechizzare, cioè svelare nella sua persona l'intero disegno di Dio e mettere l'umanità in comunione con lui. « E IN GESÙ CRISTO, SUO UNICO FIGLIO, NOSTRO SIGNORE » - 81. Che cosa significa il nome «Gesù»? 430-435 452 Dato dall'Angelo al momento dell'Annunciazione, il nome «Gesù» significa «Dio salva». Esso esprime la sua identità e la sua missione, «perché è lui che salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Pietro afferma che «non vi è sotto il cielo altro Nome dato agli uomini nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12). - 82. Perché Gesù è chiamato «Cristo »? 436-440 453 «Cristo» in greco, «Messia» in ebraico, significa «unto». Gesù è il Cristo perché è consacrato da Dio, unto dello Spirito Santo per la missione redentrice. È il Messia atteso da Israele, mandato nel mondo dal Padre. Gesù ha accettato il titolo di Messia precisandone tuttavia il senso: «Disceso dal cielo» (Gv 3,13), crocifisso e poi risuscitato, egli è il Servo Sofferente «che dà la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Dal nome Cristo è venuto a noi il nome di cristiani. - 83. In che senso Gesù è il «Figlio Unigenito di Dio»? 441-445 454 Egli lo è in senso unico e perfetto. Al momento del Battesimo e della Trasfigurazione, la voce del Padre designa Gesù come suo «Figlio prediletto». Presentando se stesso come il Figlio che «conosce il Padre» (Mt 11,27), Gesù afferma la sua relazione unica ed eterna con Dio suo Padre. Egli è «il Figlio Unigenito (1Gv 4,9)» di Dio, la seconda Persona della Trinità. È il centro della predicazione apostolica: gli Apostoli hanno visto «la sua gloria, come di Unigenito dal Padre» (Gv 1,14). - 84. Che cosa significa il titolo «Signore»? 446-451 455 Nella Bibbia, questo titolo designa abitualmente Dio Sovrano. Gesù lo attribuisce a se stesso e rivela la sua sovranità divina mediante il suo potere sulla natura, sui demoni, sul peccato e sulla morte, soprattutto con la sua Risurrezione. Le prime confessioni cristiane proclamano che la potenza, l'onore e la gloria dovuti a Dio Padre sono propri anche di Gesù: Dio «gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,9). Egli è il Signore del mondo e della storia, il solo a cui l'uomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale.
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La bellezza nella Liturgia, il suo decadimento e la crisi della Fede
Claudio C. posted a blog entry in Scuola Ecclesia Mater
La crisi della Fede e il crollo della Liturgia. Incontro con Monsignor Bux Chiesa nella di San Michele Arcangelo, a San Vito dei Normanni, 14 Dicembre 2018. Nella attuale #crisi della Chiesa, si è ricordato, risuona il monito di sant'Ireneo: "tutti allo stesso modo discutono le verità di fede, ma non tutti vi credono allo stesso modo". Non può essere negato che la confusione diffusa tra i fedeli sia grande, al punto da rendere possibile la penetrazione dell'ateismo persino nei vertici ecclesiastici, come ha dichiarato recentemente il card. Gherard Mueller. E' in crisi la fede, intesa come riconoscimento della venuta del Figlio di Dio, Gesù Cristo e della sua presenza nella Sacra Liturgia", ha precisato Mons. Bux. Questa è sacra proprio a motivo della presenza del Signore, vero Dio e vero uomo, proclamatosi Egli stesso Via, Verità e Vita. La bellezza nella liturgia dipende unicamente dalla fede nella Sua presenza. Il decadimento e la crisi della fede è causato dal crollo della liturgia, celebrata come se Dio non esistesse o c'entrasse con essa. Il protagonismo del clero - il clericalismo di cui parla papa Francesco - fa sì che al posto di Dio sia subentrato l'uomo, la sociologia invece della Teologia, il mondo che oscura il Cielo, la prassi o pastorale al posto della Verità. Si ha fastidio della Dottrina o insegnamento, come dice l'Apostolo. Cosa fare? Proclamare sempre la verità cattolica liberi da ogni paura. La liturgia è annuncio e celebrazione della Verità, in quanto solo Dio è il Signore e non l'uomo o il potere. Quando i cristiani si radunano per la liturgia, specialmente la domenica, compiono il più grande atto 'politico', perché affermano la signoria di Dio sulla storia e sul mondo. Questa è la coscienza a cui la Chiesa deve educare in permanenza i suoi fedeli. Questa è la fede che salva dal peccato, dal maligno che costantemente insidia l'umanità. I cristiani devono resistere senza timori e prendere le distanze da quanti seminano confusione e dubbio.-
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