SPIEGAZIONE DEL CATECHISMO; PRIME NOZIONI DI DOTTRINA CRISTIANA; 15. Chi merita il Paradiso?
Merita il Paradiso chi è buono, ossia chi ama e serve fedelmente Dio, e muore nella sua grazia.
Nella parabola dei talenti Nostro Signore ci dice che i servi fedeli che avranno curato gli interessi del padrone, nel giorno del rendiconto saranno premiati e resi partecipi della sua gioia (v. Mt 25, 14-24).
Il merito è il diritto alla ricompensa per il lavoratore che compie bene la sua opera.
Il merito è detto "de condigno" quando c'è parità tra esso e l'opera compiuta, e dà un diritto di giustizia alla ricompensa. Gesù con la Passione e Morte meritò "ex justitia", cioè "de condigno", la nostra salvezza.
Il merito è "de congruo", o di convenienza, quando non vi è parità tra il servizio reso e la ricompensa, che in questo caso è dovuta non per giustizia, ma per convenienza. Ad esempio, se un bambino povero offrisse un mazzo di fiori a una regina, egli non avrebbe diritto ad una ricompensa, ma sarebbe conveniente per la generosità, dignità e ricchezza della sovrana, che ella gli donasse un premio importante, come un vestito nuovo.
Noi meritiamo il Paradiso "de condigno", perché Dio ha promesso di ricompensare così le nostre buone opere.
Merita il Paradiso chi è buono, cioè chi ama e serve fedelmente Dio, facendo la sua volontà, chi osserva i suoi comandamenti.
Bisogna poi, anche morire in stato di grazia, perché Dio non potrebbe ammettere in Paradiso chi morisse in peccato mortale, cioè privato della sua amicizia.
Dice Gesù: "Se qualcuno non resterà in me, sarà gettato via, come un tralcio che si dissecca, si raccoglie e si butta nel fuoco, dove brucia (Gv 15, 6).
Per conservare la grazia di Dio e vivere nella sua volontà è fondamentale accostarsi ai sacramenti e pregare spesso e regolarmente.
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