SANTA TERESINA DI LISIEUX: LA PERFETTA FELICITÀ NELLA SOFFERENZA (PARTE 7)
Il più importante dovere di ogni persona è compiere fedelmente i doveri del proprio stato di vita, e generalmente ciò comporta molte sofferenze. Santa Teresina era una religiosa, e quindi prediligeva quelle sofferenze che erano legate alla perfetta fedeltà interiore ed esteriore alla sua Regola. Osservava i voti con una delicatezza ed una precisione che poteva ben essere chiamata eroica.
Il grado con cui osservava il voto di povertà avrebbe conquistato l'ammirazione di san Francesco d'Assisi, perché non si contentava di scegliere volontariamente ciò che era più vecchio, più brutto e più usato, ma provava un vero piacere anche nell'essere privata di ciò che era strettamente necessario nel cibo, nel vestito e in tutto.
Per una speciale grazia di Dio, la piccola Santa fu preservata dalle tentazioni contro la castità corporale, ma la sua castità di cuore - la purezza degli affetti - che le costava molto, fu elevatissima. Le sue sorelle, infatti, si lamentavano perché si sentivano da lei trascurate, o avvertivano da parte sua una certa freddezza nei loro riguardi. Ma con il suo sguardo soprannaturale, la Santa capiva che la vita religiosa non doveva essere un mezzo per soddisfare le gioie della vita familiare, ma piuttosto un mezzo per sacrificarle.
Nella sua obbedienza, santa Teresina fu una perfetta copia di Colui che "fu obbediente fino alla morte, e alla morte di Croce".
Considerandosi come una alla quale "chiunque ha il diritto di comandare", obbediva a tutti senza distinzione: alle sue consorelle, alla rotara, all'infermiera, ecc..., come avrebbe obbedito a Dio stesso, e ciò anche nei comandi più difficili e irragionevoli, o anche nei semplici desideri non espressi. I suoi principi erano: "Anche se qualcuno dovesse infrangere la Regola, ciò non mi giustificherebbe", e "ognuna dovrebbe comportarsi come se la perfezione dell'Intero Ordine dipendesse dalla sua condotta personale".
Quando la perfetta osservanza della Regola o un proprio dovere comporta qualche piccolo inconveniente o difficoltà, è facile presumere, o almeno cercare, una legittima dispensa. Anche santa Teresina sentiva questa tentazione, ma la respingeva coraggiosamente. "Questi nonnulla sono un vero martirio, è vero, ma bisogna ben guardarsi dal diminuirli, permettendosi, o facendosi permettere, mille cose che renderebbero la vita religiosa comoda e gradevole".
Di conseguenza, non solo non cercò mai la dispensa da qualche atto comunitario, anche nella sua estrema infermità, ma usava tali favori solo quando l'obbedienza l'obbligava a farlo. La sua massima era: "Io posso ancora camminare: ebbene, devo trovarmi a compiere il mio dovere!".
E noi facciamo lo stesso?
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