CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; PARTE V: "DELLE VIRTÙ PRINCIPALI E DI ALTRE COSE NECESSARIE A SAPERSI DAL CRISTIANO"; CAPO VIII. DEGLI ESERCIZI DEVOTI CHE SI CONSIGLIANO AL CRISTIANO PER OGNI GIORNO
Un buon cristiano, la mattina appena svegliato, deve fare il segno della santa Croce ed offrire il cuore a Dio, dicendo queste o altre simili parole: Mio Dio, io vi dono il mio cuore e l'anima mia.
Levandosi dal letto e vestendosi, si dovrebbe pensare che Dio è presente, che quel giorno può esser l'ultimo della nostra vita; e alzarsi e vestirsi con ogni possibile modestia.
Un buon cristiano, appena levato e vestito, deve mettersi alla presenza di Dio, e inginocchiarsi, se può, innanzi a qualche divota immagine, dicendo con devozione:
Vi adoro, mio Dio, e vi amo con tutto il cuore;
vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte;
vi offerisco tutte le mie azioni, e vi prego di preservarmi in questo giorno dal peccato, e di liberarmi da ogni male. Così sia.
Reciti quindi il Pater Noster, l'Ave Maria, il Credo e gli atti di Fede, di Speranza e di Carità, accompagnandoli con vivo affetto del cuore.
Il cristiano, potendolo, dovrebbe ogni giorno:
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assistere con divozione alla santa Messa;
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fare una visita, anche brevissima, al SS. Sacramento;
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recitare la terza parte del santo Rosario.
Prima di lavorare, si deve offrire il lavoro a Dio, dicendo di cuore: Signore vi offerisco questo lavoro: datemi la vostra benedizione.
Si deve lavorare per la gloria di Dio e per fare la sua volontà.
Prima di prender cibo, stando in piedi, conviene fare il segno della santa Croce e poi dire con devozione: Signore Iddio, date la vostra benedizione a noi e al cibo che ora prenderemo per mantenerci nel vostro servizio.
Finito di prender cibo conviene fare il segno della santa Croce, e dire: Signore vi ringrazio del cibo che mi avete dato; fatemi degno di partecipare alla mensa celeste.
Quando uno si accorge di qualche tentazione dovrebbe invocare con fede il SS. Nome di Gesù , o di Maria , o dire fervorosamente qualche giaculatoria, come p. e. «datemi grazia, o Signore, che non vi offenda giammai», oppure fare il segno della Croce; evitando però che da segni esterni si accorgano gli altri delle sue tentazioni.
Quando alcuno conosce o dubita d'aver peccato, deve fare subito un atto di contrizione, e procurare di confessarsene al più presto.
Quando, fuori da una chiesa, si sente il segno dell'elevazione dell'ostia alla Messa solenne, o della benedizione del SS. Sacramento si deve fare, almeno col cuore, un atto di adorazione dicendo per esempio: «Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e divinissimo Sacramento».
Al suono delle campane a mezzogiorno ed alle 6 del pomeriggio, il buon cristiano recita l'Angelus Domini, ripetendo per tre volte l'Ave Maria.
La sera prima del riposo, conviene mettersi, come al mattino, alla presenza di Dio, recitare devotamente le stesse orazioni, fare un breve esame di coscienza e domandare perdono a Dio dei peccati commessi nella giornata.
Prima di addormentarsi si farà il segno della santa Croce, si penserà di poter morire in quella notte, e si darà il cuore a Dio, dicendo: «Signore e Dio mio, io vi dono tutto il mio cuore; Santissima Trinità, datemi grazia di ben vivere e di ben morire; Gesù, Giuseppe e Maria, io raccomando a voi l'anima mia».
Nel corsa della giornata si può pregare Iddio frequentemente con altre brevi orazioni che si chiamano giaculatorie. Ad esempio:
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Signore aiutatemi
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Signore sia fatta la vostra santissima volontà
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Gesù mio, io voglio essere tutto vostro
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Gesù mio, misericordia
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Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch'io t'ami sempre più.
È cosa utilissima dire durante il giorno molte orazioni giaculatorie, e si possono dire anche col cuore senza proferir parola, camminando, lavorando, ecc.
Oltre a questo il cristiano dovrebbe anche esercitare la mortificazione, ovvero rinunciare, per amore di Dio, a qualcosa che piace ed accettare quello che dispiace ai sensi ed all'amor proprio.
Non si deve mai dimenticare, avendone notizia, di pregare per gli infermi, per i moribondi e per i defunti, per questi ultimi in particolare, con un De Profundis o un Eterno Riposo, e rinnovare il pensiero della morte.
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