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Per intercessione di San Michele Arcangelo, salvi l'Italia e le nostre anime


Claudio C.

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Siamo costretti a vivere il Tempo di Quaresima lontani dalle chiese e, sopratutto, dalla partecipazione reale alle liturgie. Così, purtroppo, è anche per la Settimana Santa: tutte le principali celebrazioni e funzioni che avranno luogo dal 5 al 12 aprile sono partecipate esclusivamente via streaming.

“Dalle sue piaghe noi siamo guariti”: il versetto tratto dal libro di  Isaia riecheggerà in questi giorni in cui contempleremo il mistero di redenzione che Cristo realizza morendo per i nostri peccati, prima,  e risorgendo per donarci una vita nuova, poi. Ricordando i meriti del sacrificio del Figlio di Dio e confidando nel Celeste Patrono, il 5 aprile, Domenica delle Palme, i Padri Micheliti hanno compiuto una speciale e straordinaria benedizione.

E' stata infatti eccezionalmente estratta la spada di San Michele ed, al termine della Coroncina della Divina Misericordia e dell’Adorazione eucaristica, è stata traslata assieme al Santissimo Sacramento e al Reliquiario della Santa Croce nell’Atrio superiore della Basilica, ove si è recitata la preghiera per impetrare la protezione e la liberazione dal contagio del virus e poi la benedizione della Città, dell’Italia e del mondo contro il Coronavirus con la spada di colui che viene definito il «capo supremo dell’esercito celeste», unitamente al Santissimo Sacramento e a alla reliquia della Santa Croce, dono di Federico II di ritorno dalla Crociata del 1228.

Arcangelo Michele,
è una città che s’inginocchia davanti a te attraverso le mie ginocchia;
è una città che solleva verso di te lo sguardo attraverso i miei occhi;
è una città che ti prega oggi attraverso la mia voce.

Così come nel 1656, anche oggi abbiamo varcato il cancello di ferro, attraversato il cortile di pietra, e disceso gli 86 gradini, venendo a cercati nel cuore della Montagna Sacra.
Accetta questa nostra preghiera, difendi con la tua spada la nostra città, il nostro Paese da questa pandemia.

Proteggi questo popolo oggi come allora.
Dagli la forza di rimanere unito davanti a questa terribile emergenza.
Proteggi quelle donne e quegli uomini che hanno preso in braccio l’Italia cercando di traghettarla dall’altra parte del tunnel.

Ti supplichiamo Arcangelo Michele di darci la forza di costruire una normalità in cui la sanità conta più delle armi, le garanzie dei lavoratori contano più del profitto, la famiglia, cioè le persone con cui abbiamo deciso di condividere la nostra vita, qualsiasi età esse abbiano, conti più di tutto.

Che questa nostra preghiera possa essere un canto che sale dritto a Dio.

Storicamente, per ritrovare un evento simile occorre andare indietro di quasi 400 anni, al 1656, quando la supplica con la spada di San Michele si era levata contro il diffondersi della peste in occasione della quarta apparizione dell’Arcangelo sul Monte Gargano, per opera dell’allora vescovo Giovanni Alfonso Puccinelli. Solitamente, infatti, la spada viene estratta dalla teca e portata in processione esclusivamente il 29 settembre, giorno in cui ricorre la Festa di San Michele e degli Arcangeli Gabriele e Raffaele.

 

 

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