
Don Nicola Bux
Dal ciclo di catechesi sui Novissimi: “Le cose dell’Altro Mondo”
I Cieli del Paradiso

Generalmente, riguardo al tema del cielo o dei cieli, non facciamo differenza tra il singolare e il plurale; si tratta, infatti, di un termine duale, di origine ebraica, “shiamim”, usato nella Bibbia circa 200 volte. Dio creò il firmamento, da firmus (stabile), dividendo i cieli che stanno sopra di esso, da quelli che stanno sotto. Da ciò si deduce che i cieli sono almeno due e noi usiamo il singolare in senso omnicomprensivo.
Ci sono tante teorie sull’universo e sulla sua origine, ma pochi fanno riferimento alla Sacra Scrittura, per approfondire la conoscenza di esso. Noi identifichiamo il firmamento con la volta celeste, visibile agli occhi e comprensiva di astri, stelle, pianeti. Gli stessi scienziati usano il termine “corpi celesti”, per definire un insieme solido, strutturato a forma di cupola (da qui la costruzione delle cupole nell’architettura religiosa…).
Nella Bibbia i cieli vengono aperti da Dio, per far sentire la Sua voce, come avvenne nel battesimo di Gesù o nel martirio di S. Stefano. Lo stesso san Paolo, nella seconda lettera ai Corinzi, afferma di essere stato rapito fino al terzo cielo, dove assistette a cose mai viste. Riguardo a questa materia, facciamo riferimento anche, al trattato sulla gerarchia celeste di Dionigi l’Areopagita, vissuto nel V/VI secolo, da cui Dante Alighieri prese spunto per la Divina Commedia. Dio si trova nell’empireo, dalla parola greca piros, che significa infuocato, ardente, luogo in cui nessuno può accedere.
Molti artisti, come Giotto nella Cappella degli Scrovegni, hanno rappresentato bene questa realtà, dove Dio è raffigurato in una mandorla, una specie di ovale o ellisse, per indicare che Egli solo, è l’immobile, “Colui che muove il sole e le altre stelle …” (Dante).
Al di sotto, ma molto vicino a Lui, è collocato il primo cielo, chiamato Cristallino. Quindi seguono gli spiriti celesti, ordinati in nove cori, con tre ordini di gerarchia. Queste entità, nominate “schiere” (in ebraico Sabaoth), costituiscono un esercito organizzato, come una legione e sono disposte in ordine decrescente di potenza: nella prima, i Serafini, i Cherubini e i Troni. Ecco, in breve, le loro caratteristiche. I serafini, dalle sembianze adolescenziali, sono gli angeli più vicini a Dio e portano il segno della Sua potenza (ad es, un serafino trafisse il cuore di S. Teresa con una freccia infuocata, così come S. Francesco viene detto “Serafico”, perché uno di questi spiriti gli trasmise le stigmate …).
I cherubini, invece, hanno in aspetto infantile e sono rappresentati con la sola testa e le alette. Anche nella seconda gerarchia ci sono tre cori: le Dominazioni, le Virtù e le Potestà. Virtù, dal latino virtus, significa forza e Potestà indica il governo. Questi spiriti, sempre per conto di Dio, guidano il mondo, ma seguono le indicazioni della prima gerarchia da cui sono comandati. Infine, abbiamo la schiera che tratta direttamente con gli uomini: sono i cori dei Principati, degli Arcangeli e degli Angeli. Dalla Bibbia, sappiamo che gli angeli, benché siano creature spirituali, possono manifestarsi anche materialmente, come nel caso di Giacobbe che lottò con l’angelo … Se l’uomo saggio è colui che può vedere bene anche con gli occhi della ragione, noi chiediamo agli Angeli di illuminare il nostro cammino e nella preghiera, aggiungiamo: “Custodisci, reggi e governa …” che sono i compiti affidati loro da Dio, al momento della nostra nascita.
Anche San Tommaso nella Somma Teologica, afferma l’importanza di questi spiriti che illuminano gli uomini, alla maniera dei cori superiori su quelli inferiori. I corpi celesti hanno un’influenza sulle stagioni, sulla botanica, sulle malattie, senza però determinarne il corso o il futuro. Riguardo agli oroscopi sappiamo che sono la deformazione di questa influenza, perché comunque, non possono condizionare la libertà dell’essere umano e il suo determinismo sugli eventi.
Inoltre, occorre tener presente che Dio può intervenire direttamente sulle vicende del mondo; basta ricordare l’attentato a S.Giovanni Paolo secondo, quando la pallottola che lo aveva colpito, seguì una traiettoria tutta differente dal previsto; questa e altri fatti sono la prova che il Signore governa gli eventi della storia umana …
E’ di conforto sapere che gli angeli ci sono vicini durante tutta la nostra vita, come testimoniato da tanti santi e papi, e sono presenti anche durante la liturgia eucaristica. Noi dobbiamo aspirare al cielo, perché lì sono scritti tutti i nostri nomi e lì è la nostra cittadinanza.
Nel prossimo incontro tratteremo del Paradiso, del luogo dove vivono i santi e dove noi desideriamo arrivare…
