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  1. di Manuela Antonacci su Europa Cristiana. L’arte, pur non appartenendo alle scienze esatte, può avere valore assoluto? Ci sono opere che costituiscono la risposta a questa domanda: l’arte che pone al centro Dio pone le sue fondamenta nell’Assoluto per eccellenza e diventa intuizione pura e immediata di quel «motore immobile», per dirla con Aristotele, quel polo di attrazione dell’universo, oggetto d’amore, principio e fine di ogni cosa, diventando così una porta verso l’Infinito, secondo la concezione di Bellezza, incarnata anche in questo splendido filmato sulla Messa in rito romano antico, ritratta in tutta la sua solennità e in tutto il suo splendore. Stiamo parlando dell’ultimo video di Roberto Bonaventura – maestro d’arte, compositore di Luciano Pavarotti, scrittore, editore musicale e interprete – Deus Caritas Est. La S. Messa: il Miracolo dei miracoli, la cui sinfonia venne composta oltre 10 anni fa per un progetto musicale inciso in uno degli studi di registrazione più famosi del mondo, l’Air Studios di Londra con una delle orchestre più importanti a livello internazionale e ora facilmente reperibile in rete: Girato a Ferrara, a Santa Maria in Vado, santuario eucaristico e mariano con la partecipazione e l’aiuto della fraternità Familia Christi – il sacerdote che, nel video, celebra insieme ai ministranti e agli altri sacerdoti sono stati commissariati di recente – il bel lavoro del maestro, intende rappresentare l’effetto, il valore salvifico e il Miracolo che avviene nella Santa Messa, con particolare riferimento a quella in rito romano antico che, come sottolinea Bonaventura, rappresenta il sublime incontro della indefettibile Teologia e della Bellezza. Ma il lavoro del maestro intende evidenziare anche la grandezza e la maestosità del sacerdozio che, nella liturgia vetus ordo, sottolinea; si può riscoprire veramente nel suo agire in persona Christi e che nel video viene eloquentemente rappresentato attraverso le piaghe con il segno dei chiodi che improvvisamente si aprono sulle mani del celebrante, al momento della consacrazione, scena che osserva attonito uno dei fedeli che assiste anche alla trasfigurazione del volto del sacerdote in quello di Cristo coronato di spine. Ed è proprio contemplando Gesù Cristo nella persona del celebrante, attraverso cui vede rinnovarsi, sotto i suoi occhi, il sacrificio compiuto sul Calvario, che avviene in lui una profonda trasformazione interiore, fino al punto da spingerlo ad abbracciare la vocazione sacerdotale, a sua volta. Il senso di questo filmato è quello di rappresentare un contesto “mediatico” particolare nel quale far emergere ancora una volta che, per dirla con Corrado Gnerre, la Messa tridentina non è vera perché è bella, ma è bella perché è vera e indubbiamente dall’esprimere la verità di Dio deriva tutto il suo splendore e che essa è il rito per eccellenza in quanto poggia l’armonia e l’unità di tutti i suoi elementi sulla realtà del Sacrificio della Croce, verso cui essi tendono in modo visibile e “sensibile” (gesti, parole, silenzio…). Insomma, sulla base di queste considerazioni, possiamo veramente dire che il lavoro di Roberto Bonaventura è un esempio di come l’arte, se messa al servizio di Dio, non può che risultare innervata di questo suo slancio trascendente, conservando ed esprimendo la sua naturale tensione razionale verso un Tu capace di plasmarla e darle significato. Un’impresa audace, oggigiorno, che merita di essere diffusa e conosciuta.
  2. Riportiamo qui di seguito alcune considerazioni di Mons. Bux rilasciate da Mons. Bux alla "Fede Quotidiana" dal titolo “non bisogna dare a Cesare quello che è di Dio”. “Chi dice il contrario evidentemente nega, non conosce il Catechismo della Chiesa cattolica o Gli Atti degli Apostoli, capitolo 5, nel quale si dice che bisogna ubbidire a Dio piuttosto che gli agli uomini”: l’affondo è del noto teologo e liturgista barese con Nicola Bux. Don Nicola i vescovi italiani, la sera del 26 Aprile, hanno protestato per il no del Governo alle messe col popolo. Il Papa, dal canto suo, ha detto che per sconfiggere la pandemia bisogna rispettare le leggi del Governo. Sembra una sconfessione… “Non so che cosa volesse dire, ne sentiamo tante. Io mi rimetto a quello che da sempre afferma e comanda la Chiesa cattolica e a questo devo vincolarmi non ad interpretazioni fantasiose”. Cioè? “E’ evidente che bisogna rispettare le leggi dello Stato per quanto riguarda l’organizzazione e il bene comune. Tuttavia, la legge dell’ uomo non può e non deve entrare e sopraffare quella di Dio ed anzi se vanno contro bisogna disobbedire ed obiettare. Lo dice il Compendio del Catechismo della Chiesa, meglio ancora Gli Atti degli Apostoli al capitolo 5, due elementi che qualunque sacerdote e meglio ancora chi ha responsabilità nella Chiesa dovrebbe conoscere, spero che le conosca. E non vale l’abusato ‘Date a Cesare’, perché si intende con questo che non bisogna dare al Cesare quello che è di Dio. Tanto meno ci è lecito, in ottica di credenti, bruciare incenso all’imperatore. Il nostro solo Re è Cristo, nessun altro, che sia leader politico o Capo del Governo”. E se lo Stato vieta il culto? “E una’ norma ingiusta e va disattesa. Come le dicevo, il Governo norma quello che concerne la vita sociale, ma sulla vita spirituale, nella vita religiosa bisogna fedelmente seguire la Legge di Dio senza sconti. Insomma, con le dovute precauzioni sanitarie e di cautela, il credente privilegi il primato dell’ anima su quello del corpo. E infatti il Vangelo ci dice: ‘A che cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde sé stesso?’ La messa è un nutrimento dell’ animo. Adesso pare che conti solo il nutrimento del corpo”. Queste norme sono state decise in base al comitato scientifico… “A mio avviso questo comitato o comitati sono composti da persone quanto meno indifferenti o agnostiche”. Conte è cattolico? “Conte si è dichiarato tale. Tuttavia trovo singolare che non sappia che esista un primato dell’ anima sul corpo Piuttosto dimostri con i fatti che è credente, non con le parole”. Escludere le messe con il popolo che cosa vuole dire? “Ignorare il primo comandamento, dare culto a Dio e il terzo, santificare le feste. I primi tre riguardano il rapporto con Dio, Conte il cattolico dovrebbe saperlo”. E la Chiesa? “E’ un realtà sovrana ed autonoma che non deve essere sottomessa al mondo e alle sue leggi, o all’autorità mondana, ma collaborare nel rispetto della sua autonomia”. Su un giornale della Puglia l’ arcivescovo di Taranto Monsignor Santoro ha usato l’ espressione “pane eucaristico”: condivide? “No. E’ una dizione simil luterana perché Cristo non è il pane, ma ha detto ‘questo’ è il mio corpo nel senso in cui questo indica il passaggio dal pane al corpo. In sostanza, il pane si converte nella sostanza del corpo di Cristo”. In una chiesa del nord Italia a Cremona sacerdoti tempo fa hanno fatto irruzione sospendendo una messa… “Un abuso ed atto ingiusto, anche se il prete è stato un tantino imprudente. In ogni caso vi è la tendenza di molti sacerdoti a ritenere che la messa sia valida o utile solo col popolo. Non è così. La messa prima di tutto è sacrificio, dopo banchetto. E allora proprio perché sacrificio, vale anche con una sola persona o col celebrante, si applica in modo universale e tanti sacerdoti e vescovi martiri lo hanno fatto da una cella, per tutti”. Intervistatore Bruno Volpe Intervista reperibile qui https://www.lafedequotidiana.it/mons-bux-non-bisogna-dare-a-cesare-quello-che-e-di-dio/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook
  3. Preghiamo perché i Vescovi riescano a riportare i Sacramenti, la Santa Messa, il Santo Sacrificio Eucaristico,il giusto Culto nella nostra quotidianeità.Preghiamo perché la Beata Maria apra i cuori ed illumini le anime degli amministratori civili, a che riconoscano la essenzialità di Cristo nella propria vita ed in quella dei propri governati.Preghiamo sempre per la Salvezza delle nostre anime e, riconosciute le nostre colpe, a che ci venga un giorno concesso di ammirare la Luce nella Vita Eterna. #IPC Se potete, condividete la preghiera, anche a che chi debba sapere, sappia che c'è un popolo che soffre e che ancora confida nei propri pastori.
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