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  1. Il 22 Maggio si ricorda Santa Rita. Nel nostro omaggio a lei, nell'ultimo giorno della Novena a Lei dedicata, chiediamo che possa intercedere, come santa delle cause impossibili, per la conversione di coloro che non credono, oggi più che mai. Redazione #IPC. Claudio Preghiera a Santa Rita, modello di vita. Santa Rita da Cascia, modello delle spose, delle madri di famiglia e delle religiose, io ricorro alla tua intercessione nei momenti più difficili della mia vita. Tu sai che spesso la tristezza mi opprime, perché non so trovare la via d'uscita in tante situazioni dolorose, sia materiali che spirituali. Ottienimi dal Signore le grazie di cui ho bisogno, specialmente la serena fiducia in Dio e la calma interiore. Fa' che io imiti la tua dolce mitezza, la tua forza nelle prove e la tua eroica carità e chiedi al Signore che le mie sofferenze possano giovare a tutti i miei cari e che tutti possano essere salvi per l'eternità. Preghiera per i casi impossibili e disperati. O cara Santa Rita, nostra Patrona anche nei casi impossibili e Avvocata nei casi disperati, fate che Dio mi liberi dalla mia presente afflizione......., e allontani l'ansietà, che preme così forte sopra il mio cuore. Per l'angoscia, che voi sperimentaste in tante simili occasioni, abbiate compassione della mia persona a voi devota, che confidentemente domanda il vostro intervento presso il Divin Cuore del nostro Gesù Crocifisso. O cara Santa Rita, guidate le mie intenzioni in queste mie umili preghiere e ferventi desideri. Emendando la mia passata vita peccatrice e ottenendo il perdono di tutti i miei peccati, ho la dolce speranza di godere un giorno Dio in paradiso insieme con voi per tutta l'eternità. Così sia. Santa Rita, Patrona dei casi disperati, pregate per noi. Santa Rita, Avvocata dei casi impossibili, intercedete per noi. 3 Pater, Ave e Gloria. Alcuni miracoli Il miracolo della Spina. Era il Venerdì Santo del 1432, S. Rita tornò in Convento profondamente turbata, dopo aver sentito un predicatore rievocare con ardore le sofferenze della morte di Gesù e rimase a pregare davanti al crocefisso in contemplazione. In uno slancio di amore S. Rita chiese a Gesù di condividere almeno in parte la Sue sofferenze. Avvenne allora il prodigio: S. Rita fu trafitta da una delle spine della corona di Gesù, che la colpi alla fronte. Fu uno spasimo senza fine. S. Rita portò in fronte la piaga per 15 anni come sigillo di amore. Il Prodigio della rosa. A circa 5 mesi dal trapasso di Rita, un giorno di inverno con la temperatura rigida e un manto nevoso copriva ogni cosa, una parente le fece visita e nel congedarsi chiese alla Santa se desiderava qualche cosa, Rita rispose che avrebbe desiderato una rosa dal suo orto. Tornata a Roccaporena la parente si reco nell'orticello e grande fu la meraviglia quando vide una bellissima rosa sbocciata, la colse e la portò a Rita. Cosi S. Rita divenne la Santa della "Spina" e la Santa della "Rosa". Il corpo di Santa Rita. Il corpo di Rita non è mai stato sepolto, proprio per il forte culto nato immediatamente dopo la sua morte. Da subito, infatti, grazie alle sue virtù, cominciano ad arrivare gli ex voto portati dai devoti. Vedendo tanta venerazione, le monache, decidono di riporre il santo corpo in una cassa. È a questo punto che Mastro Cecco Barbari s’incarica di costruire (più probabile: far costruire) la prima bara detta “cassa umile”. Tra le carte del processo, si legge che: «dopo morta, dovendosi fare una cassa per riporre il corpo della Beata per li tanti miracoli che faceva, né trovandosi chi la facesse, un certo mastro Cicco Barbaro da Cascia, concorso se con le altre genti in detta chiesa per vedere il corpo della beata, ch’era struppio delle mani, disse “o’ se io non fussi struppiato, la farei io questa cassa”, e che dopo dette parole restò sano delle mani e fece la cassa…».Mastro Cecco, nel vedere il corpo di Rita, immediatamente guarisce. Questa testimonianza ha un grande rilievo storico perché ci fa capire con chiarezza che la Beata, appena morta, viene portata nella chiesa senza cassa, sicuramente avvolta in un lenzuolo, per essere poi sepolta nel loculo delle monache. Ma la gente accorre continuamente per venerarla, impedendo così che le sue consorelle procedano al rito della sepoltura. Il corpo, quindi, resta così per qualche tempo e, intanto, si diffonde la voce che Rita compia dei miracoli. Sempre nel 1457, a causa di un incendio divampato nell’oratorio, la cassa e il corpo rimasti intatti, vengono messi nel sarcofago, conosciuto come “cassa solenne”. Probabilmente, anche questa cassa viene fatta dallo stesso Cecco Barbari come ex voto oppure su commissione della sua famiglia, devotissima alla Beata. Questa cassa solenne, fatta a soli dieci anni di distanza dal trapasso di Rita, mostra la sua fama di santità già diffusa. Sopra, viene inserito un epitaffio commemorativo. Il corpo di Santa Rita viene poi spostato ulteriormente, fino a giungere nella bellissima cappella dentro la Basilica a lei intitolata. Oggi, la cassa umile si trova custodita all’interno della cassa solenne, nella cella di Santa Rita, visibile durante le visite al Monastero. (1) Vita di Santa Rita. Santa Rita da Cascia, al secolo Margherita Lotti, nata a Roccaporena (Cascia) attorno al 1380, è forse la donna più amata della Cristianità, seconda soltanto a Maria SS., la Madre di Dio. Santa Rita è così amata e venerata dal popolo forse perché la gente la sente molto vicina a sé, per la "normalità" dell'esistenza quotidiana da lei vissuta (pur costellata da molti eventi straordinari), prima come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana. Gli ultimi 40 anni della sua vita Rita li visse proprio come monaca, in assidua contemplazione, penitenza e preghiera, completamente dedita al Signore. S. Rita prima di chiudere gli occhi per sempre, ebbe la visione di Gesù e della Vergine Maria che la invitavano in Paradiso. Una sua consorella vide la sua anima salire al cielo accompagnata dagli Angeli e contemporaneamente le campane della chiesa si misero a suonare da sole, mentre un profumo soavissimo si spanse per tutto il Monastero e dalla sua camera si vide risplendere una luce luminosa come se vi fosse entrato il Sole. Era il 22 Maggio del 1447. Dopo la sua morte, la venerazione di Rita da Cascia da parte dei fedeli crebbe vertiginosamente, sopratutto grazie al grandissimo numero e alla "qualità" degli eventi prodigiosi riferiti alla sua intercessione, tanto da acquisirsi l'allocuzione di "Santa degli impossibili". La sua Beatificazione è avvenuta nel 1628 e la sua Canonizzazione nel 1900 per mano di Papa Leone XIII. (1) https://santaritadacascia.org/la-santa/vita/
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