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  1. Claudio C.

    Dio castiga?

    a cura di P. Francesco Solazzo. Sì, Dio castiga. La Sacra Scrittura lo dice chiaramente.«È a fine di correzione che il Signore castiga coloro che gli stanno vicino» (Gdt 8,27).«Felice l'uomo, che è corretto da Dio: perciò tu non sdegnare la correzione dell'Onnipotente, perché egli fa la piaga e la fascia, ferisce e la sua mano risana. Da sei tribolazioni ti libererà e alla settima non ti toccherà il male» (Gb 5,17-19). Da notare: Dio manda le tribolazioni, cioè le prove e le sofferenze, proprio affinché non sia il male a colpire; e questo male altro non è se non il male radicale, la morte eterna, il totale distacco da Dio che è fonte della vita. «È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Se siete senza correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete bastardi, non figli!». Si dirà però che il castigo di Dio è cieco perché arriva per tutti, sia i giusti, sia gli ingiusti. Ma questo succede poiché tutti siamo peccatori. La vera differenza è fra il pio e l'empio. Per il pio (cioè per l'uomo che cerca Dio e chiede perdono per i propri peccati), il castigo è una correzione, cioè una possibilità di crescere nella perfezione (questa è la tentazione di cui parla il Padre nostro) e possibilità di partecipare alla Passione di Gesù (come ci insegna S. Paolo Apostolo: «Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa» 1Col 1,24). Per l'empio, invece, il castigo è punizione per il peccato e richiamo, se vuol ascoltare, alla conversione. *Padre passionista, nato a Lecce nel 1978, ordinato sacerdote nel 2015.
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