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  1. L'ha indicato don D’Ambrosio sul “Corriere del Mezzogiorno” del 22 Settembre. Sbaglia, completamente, almeno su due questioni da me toccate: 1. La questione dei principi non negoziabili, che sta alla base del bene comune (rispetto della vita dal concepimento alla fine naturale, famiglia naturale, educazione, libertà religiosa, ecc.), è incomparabile con altre questioni, che sono soggette a discernimento della prudenza (accoglienza di profughi, di migranti, ecc.). Negli States degli anni ’90 ci fu il noto Card. Bernardin che, in velata polemica con Giovanni Paolo II e la sua insistenza sui valori non negoziabili della cultura della vita, propose la discutibile teoria del “seamless garment" (tunica inconsutile) per dire che tutti i valori sono sullo stesso piano e formano un unicum… Ora purtroppo questa teoria è fatta propria da Paglia, dalla Pontificia Accademia della Vita, e in maniera implicita anche da papa Francesco. 2. La questione della coerenza dei politici. Si potrebbe osservare che la coerenza è la virtù dei testardi. Essa è virtù se i principi sono buoni, ma è vizio se sono cattivi. Saulo di Tarso era molto coerente coi suoi principi di rigido fariseo, ma per salvarsi si convertì, quando gli apparve il Signore. Certo in politica si deve guardare anche all’affidabilità dei candidati che si votano, non principalmente a quella di morale personale però (altrimenti non si troverebbe quasi nessuno da votare, o forse qualcuno buono, ma incompetente…), ma a quella tra promesse e programmi (giusti) e effettivo compimento degli stessi. Nessuno può affermare di essere stato coerente, a motivo del peccato. Gesù ha detto: Chi è senza peccato scagli per primo la pietra. E a proposito dei partiti del suo tempo(scribi, farisei...): Fate quello che dicono,, non fate quello che fanno. Altrimenti egli sarebbe venuto a salvare i giusti, non per i peccatori. Se la coerenza fosse la condizione per appartenere alla Chiesa, chi potrebbe farne parte? Infatti,l'incoerenza degli uomini di Chiesa, non intacca la verità di Cristo. Avevo sentito un intervento alla TV Sat2000 di D’Ambrosio in cui si scagliava contro la corruzione in politica con toni accesi in favore della “legalità”, tipici del mondo di “Libera” o del sinistrismo antimafia, adottato molto anche dai gesuiti. Col principio di coerenza si favorisce l'astensione. D'Ambrosio propone una dottrina morale relativista e non cattolica.
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