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  1. Ho letto con attenzione l’articolo di Galli della Loggia sul Corsera del 29 agosto. Mi son chiesto cosa si fosse proposto scrivendolo. Non son certo di averlo capito. Però essendo Galli della Loggia un intellettuale di altissimo livello e con grande credibilità, propongo di rileggerlo insieme con il metodo del sillogismo aristotelico . ANALISI: la premessa principale (che lui mette nella Conclusione) è: I cattolici sono importanti (anche in politica) perché hanno energie, volontà, capacità e sarebbe pertanto un peccato perderli (si noti che non dice che i cattolici hanno ancora, o no, fede… hanno energie…). Poi passa a rilevare che il mondo cattolico è assente nel discorso pubblico (ma il cattolico è “lievito”, non necessariamente parte del discorso pubblico. In più non è “assente“ per scelta, è stato escluso dal discorso pubblico). – dice che è solo il papa che riesce a farsi sentire (mi pare si faccia sentire anche troppo, in più la CEI oggi non è in mano a un Ruini). – dice che politicamente i cattolici dopo la catastrofe del 1992-94, contano zero (non spiega cosa intende per catastrofe del 1992-94: Tangentopoli?; fine della DC?; fine dei partiti ideologici? sostituiti da lobby? – dice che ha ragione Andrea Riccardi che il silenzio dei cattolici non è positivo e che devono riacquistare voce. (Ma Riccardi è già stato persino ministro, nel governo Monti. Si è fatto ascoltare ?). Poi non ci dice per cosa dovrebbero riacquistare voce, forse per riconfermare le tesi ecologiste e immigrazioniste ? O quelle sulla legge 194? – si domanda ancora una volta il perché dell’Eclissi cattolica in Italia e della irrilevanza pubblica, ma non si risponde. (Forse proprio perché in Italia c’è la sede della Chiesa?, forse perché si deve tacitare chi parla di “morale” comportamentale? forse perché i partiti politici oggi sono “globali e lobbystici “ ?). Spiega invece che l’identità cattolica è divenuta fluida, senza connotati, identità, incapace perciò di avere ruoli di protagonista, ha candidati a destra, sinistra, centro, senza risultati nei temi più importanti (aborto…). Dice “per esistere bisogna coesistere”. Sono d’accordo . CONSIDERAZIONI principali reinterpretate nell’articolo: 1-nel processo di secolarizzazione tecno-scientifica i cattolici non hanno saputo reagire e son passati da opposizione rassegnata a compromesso. 2- hanno disconosciuto i principi di Autorità del Magistero. 3- dal punto di vista politico, dopo la fine della DC, si son schierati con il PC sperando di dargli un’anima. Senza riuscirci, e son falliti …. CONCLUSIONE reinterpretata dell’articolo: Il cattolicesimo è finito, è divenuto tutt’al più una etica socialmente (in)utile, senza più identità. Meglio si riconverta, politicamente, emancipandosi dalla CEI e Santa Sede smettendo di essere integralista (politicamente). In pratica (secondo la mia interpretazione) Galli della Loggia suggerisce di abbandonare l’illusione del cattolicesimo e cimentarsi in qualcosa di utile: la politica. Espressione della trasformazione del cattolicesimo in qualcosa di utile . Ed ora vorrei concludere con una proposta : PROPOSTA: Ho partecipato quest’estate a una "scuola" di cattolici desiderosi di formarsi al pensiero cattolico. A mio intendimento è emersa una più forte esigenza ad ascoltare proposte operative su “che fare” per difenderci in una situazione che ormai appare irreversibile in un contesto in cui le azioni sembrano esserci “sfuggite di mano” (Sollicitudo rei socialis di San Giovanni Paolo II) e gli strumenti hanno ormai preso “autonomia morale“(Caritas in veritate di Benedetto XVI). Durante e dopo le mie discussioni alla “scuola” mi sono chiesto, sempre più preoccupato, come un cattolico consapevole e di criterio, possa agire e reagire in un mondo dove si impongono e si accettano, rassegnati, verità storiche che descrivono solo gli “ effetti “ senza mai indicarne le vere cause o le origini. E se qualcuno prova a farlo viene escluso dai dibattiti. Appare sempre più evidente in questo XXI secolo la prospettiva di far emergere e risaltare l’azione umana, artefice di ogni progresso (naturalmente ignorando o negando Dio) e nel contempo attribuendo - al libero arbitrio - la responsabilità di ogni errore fatto, di ogni crisi generata, di ogni problema creato. Ciò perché il libero arbitrio è soggettivo, intuitivo, irrazionale. Pertanto va subito cancellato e sostituito con determinismo scientifico razionale onde evitare ulteriori problemi in futuro. Ma, cattolici consapevoli e responsabili non possono omettere di reagire, anche fortificando gli altri cattolici (anzitutto) ed il prossimo, al fine di proteggere e accrescere la loro fede. Ho percepito nella “scuola” quest’anno che c’è molto da fare per riuscirci. Questo mondo fa di tutto per confondere e non permettere di capire. E chi dovrebbe occuparsene istituzionalmente, non sembra interessato a farlo. E lo smarrimento percepito relativamente a ciò che sta accadendo e ciò che andrebbe fatto, è stato alto, ma più alta è stata la assoluta percezione della provvidenziale ansia di intendere per agire manifestata dai presenti. Mi si conceda pertanto un paradosso. Oggi un cattolico dovrebbe saper “scandalizzare” proclamando ciò a cui crede con senso soprannaturale, e dovrebbe saper promuovere una “crociata” (che parola complessa da intendere!) contro i cattolici “IBRIDI”, cioè quelli catto-mondani, paurosi di scontrarsi con il mondo al fine di non esser considerati contro il progresso e la scienza ed esser considerati incapaci di capire la Realtà e divenire pertanto divisivi e non apparire "uomini di questi tempi". Oggi un cattolico dovrebbe saper scandalizzare spiegando le cause verso gli effetti e spiegando i fini da dare ai mezzi. Oggi, che lo si voglia riconoscere o meno, si sta preparando una nuova "rivelazione", per capirlo e reagire si deve smettere di esser catto-ibridi. Si deve tornare al pensiero tomista-aristotelico. ( amen)
  2. Filosofo: Caro economista, le propongo di riflettere su cosa è oggi antropologia, cioè la scienza che studia l’uomo fisicamente, moralmente , socialmente, culturalmente. Mi domando cosa sia o cosa stia diventando e cosà sarà domani , considerando che ormai mi pare stia dimostrando di essere “antimetafisica “ visto che analizza l’uomo e persino la sua coscienza prescindendo dal fatto che abbia o no un anima. Oggi antropologia potrebbe esser ridefinita “post-antropologia” seguendo il post-umanesimo , pertanto. E che fa l’economista per soddisfare i bisogni di un’uomo che non ha un anima ? Economista: Caro filosofo, fino a ieri pensavo effettivamente che per fare buona economia fosse sufficiente conoscere come soddisfare i bisogni dell’uomo, supponendo di sapere cosa è l’uomo. Ma effettivamente oggi mi chiedo quali siano o stiano diventando i bisogni dell’uomo e chi lo decida .Ovviamente decidendo anche come soddisfarli. Ma lei pone un tema che mi mette in difficoltà, perché prima dei bisogni lei chiede chi sia oggi l’uomo . Ed implicitamente si chiede quale sia la sua libertà che gli viene concessa , se gli si riconosce o no libero arbitrio, se gli si concede di esprimere la sua volontà. Io speravo che questa risposta potesse darla il filosofo, ma riconosco che i filosofi son troppo impegnati a mettere la religione contro la scienza per aver tempo per pensarci. Io temo che, nel contesto transumanista, all’uomo sia negato il libero arbitrio perché soggettivo e non razionalizzabile secondo i nuovi imperativi “scientifici”. Pertanto non gli si riconosce ( più ) libertà , perché con la libertà che gli è stato concesso di esercitare negli ultimi tempi , ha provocato disastri, crisi irreparabili. In sintesi, per la gnosi filosofica dominante oggi, è il libero arbitrio che è responsabile dei problemi che stiam cercando di risolvere . Perciò il libero arbitrio, soggettivo e irrazionale, va sostituito con una adeguata forma di determinismo scientifico-tecnologico, che è invece razionale, farà il bene dell’uomo e della intera umanità e dell’ambiente, riequilibrando così i disastri fatti dall’uomo, influenzato ancora oggi dal concetto di “sacro”, da religioni- superstizioni , non scientifiche . Filosofo: si direbbe curiosamente che l’uomo di oggi si ama e si odia, rifiuta il trascendente, ma neppure intende l’immanente. Si relativizza confrontandosi con l’animale, de-gerarchizza il suo ruolo nella natura, nel Creato, e si sente responsabile degli effetti dei cicli naturali ambientali, si considera scienziato ma non sa analizzare le cause limitandosi agli effetti. E per gestirli inventa utopie e gli economisti diventano utopisti. Dovrebbe esser pertanto compito dell’economista spiegare la differenza, oggi, tra scienza, scientismo e tecnologia . Invece lasciate che lo si intenda grazie a qualche trasmissione televisiva tipo quella di Piero Angela . Questa è la fine del pensiero umano voluto dal Creatore. O no ? Economista: è estremamente difficile oggi per una creatura umana saper esercitare la propria volontà e libertà, i mezzi per condizionarla sono infiniti e l’economia è certo la prima, perché fa prendere paura , paura di perdere ciò che sia ha, se non si obbedisce. Oggi viviamo in una “infrastruttura” da cui non si può uscire, è una infrastruttura tecnologica ( digitale ), economica (lavoro), sanitaria e sociale, dove l’esercizio della libertà umana è limitato, ma ancora non totalmente cancellato. E’ limitato perché non abbiam coraggio, non siamo consapevoli, abbiam paura e soprattutto manchiamo di guida, di maestri. Faccio un esempio, questa tecnologia che sembra condizionarci così tanto l’abbiamo inventata noi, il nostro genio, come possiamo pensare che non possa esser gestita da qualcuno e di non poterla pertanto noi stessi contro-gestire? La tecnologia non è altro che la nostra applicazione pratica ( secondo convenienza e capacità) di criteri scientifici che son spiegati dalla logica della Creazione . E’ assolutamente vero che l’idea di questo nuovo capitalismo inclusivo e sostenibile , che non è altro che l’ultimo Reset, è un modo per aggirare la soluzione vera ai problemi ed è certo orientato a decostruire l’essere umano al fine di imporre una forma di post-antropologia cancellando così il valore dell’uomo. E’ l’eterno “non serviam” … stavolta condito con Intelligenza Artificiale. Ma scusi, filosofo, ma l’Autorità Morale perché non si sente più intervenire? Come mai si occupa solo di economia, confondendo però cause con effetti ? Sacerdote . Scusate se intervengo. Vedete caro filosofo e caro economista, l’uomo di questo secolo ha una solo vero bisogno da soddisfare ed è ciò che da senso alla vita, ma non sa come soddisfarlo perché nessuno più glielo insegna o lo stimola a cercarlo. E ciò è anche colpa di noi sacerdoti, mia, ma non della Santa Chiesa di Cristo. E’ vero che la metafisica è ignorata, è vero che il libero arbitrio è negato e la libertà limitata, è vero che viviamo in una “infrastruttura” che ci impone comportamenti. Ma riflettete, la supposta razionalità tecnico-scientifica del post e transumanesimo porta di fatto solo a non contar su Dio . Ma come si fa a fare i conti se non si sa contare su chi realmente ”conta” ? Cerchiamo di esser realisti, ma soprannaturalmente realisti . Nessun umano ci può togliere quello che è divino, solo chi ha creato una creatura può modificarla perché solo lui la conosce. Però è vero, dobbiamo reagire. Dobbiamo smettere la scelta del silenzio vile e colpevole di fronte a ciò che avviene. Questa è l‘ora del fare, dell’agire, dell’insegnare che l’utopia transumanista, che ha più di 400 anni di storia, oggi crede di poter affermarsi solo grazie alla Intelligenza Artificiale. Appunto, “artificiale”, cioè contrapposta a ciò che è naturale. L’artificiale è realizzato dalla creatura, il naturale è realizzato dal Creatore. Amici , torniamo a fare ed insegnare .Secondo l’esempio e insegnamento di Cristo. Ciò che è l’artificiale e algoritmico nel transumanesimo deve farci ridere, è solo l’ultima utopia, da non sottovalutare naturalmente, ma è solo una utopia. Concepite piuttosto una scuola per insegnare cosa sono le utopie che possono diventare eresie ed insegnare le straordinarie e affascinanti Verità che si vuole sembrino esser scientisticamente impossibili .
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