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  1. Riportiamo qui di seguito alcune considerazioni di Mons. Bux rilasciate da Mons. Bux alla "Fede Quotidiana" dal titolo “non bisogna dare a Cesare quello che è di Dio”. “Chi dice il contrario evidentemente nega, non conosce il Catechismo della Chiesa cattolica o Gli Atti degli Apostoli, capitolo 5, nel quale si dice che bisogna ubbidire a Dio piuttosto che gli agli uomini”: l’affondo è del noto teologo e liturgista barese con Nicola Bux. Don Nicola i vescovi italiani, la sera del 26 Aprile, hanno protestato per il no del Governo alle messe col popolo. Il Papa, dal canto suo, ha detto che per sconfiggere la pandemia bisogna rispettare le leggi del Governo. Sembra una sconfessione… “Non so che cosa volesse dire, ne sentiamo tante. Io mi rimetto a quello che da sempre afferma e comanda la Chiesa cattolica e a questo devo vincolarmi non ad interpretazioni fantasiose”. Cioè? “E’ evidente che bisogna rispettare le leggi dello Stato per quanto riguarda l’organizzazione e il bene comune. Tuttavia, la legge dell’ uomo non può e non deve entrare e sopraffare quella di Dio ed anzi se vanno contro bisogna disobbedire ed obiettare. Lo dice il Compendio del Catechismo della Chiesa, meglio ancora Gli Atti degli Apostoli al capitolo 5, due elementi che qualunque sacerdote e meglio ancora chi ha responsabilità nella Chiesa dovrebbe conoscere, spero che le conosca. E non vale l’abusato ‘Date a Cesare’, perché si intende con questo che non bisogna dare al Cesare quello che è di Dio. Tanto meno ci è lecito, in ottica di credenti, bruciare incenso all’imperatore. Il nostro solo Re è Cristo, nessun altro, che sia leader politico o Capo del Governo”. E se lo Stato vieta il culto? “E una’ norma ingiusta e va disattesa. Come le dicevo, il Governo norma quello che concerne la vita sociale, ma sulla vita spirituale, nella vita religiosa bisogna fedelmente seguire la Legge di Dio senza sconti. Insomma, con le dovute precauzioni sanitarie e di cautela, il credente privilegi il primato dell’ anima su quello del corpo. E infatti il Vangelo ci dice: ‘A che cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde sé stesso?’ La messa è un nutrimento dell’ animo. Adesso pare che conti solo il nutrimento del corpo”. Queste norme sono state decise in base al comitato scientifico… “A mio avviso questo comitato o comitati sono composti da persone quanto meno indifferenti o agnostiche”. Conte è cattolico? “Conte si è dichiarato tale. Tuttavia trovo singolare che non sappia che esista un primato dell’ anima sul corpo Piuttosto dimostri con i fatti che è credente, non con le parole”. Escludere le messe con il popolo che cosa vuole dire? “Ignorare il primo comandamento, dare culto a Dio e il terzo, santificare le feste. I primi tre riguardano il rapporto con Dio, Conte il cattolico dovrebbe saperlo”. E la Chiesa? “E’ un realtà sovrana ed autonoma che non deve essere sottomessa al mondo e alle sue leggi, o all’autorità mondana, ma collaborare nel rispetto della sua autonomia”. Su un giornale della Puglia l’ arcivescovo di Taranto Monsignor Santoro ha usato l’ espressione “pane eucaristico”: condivide? “No. E’ una dizione simil luterana perché Cristo non è il pane, ma ha detto ‘questo’ è il mio corpo nel senso in cui questo indica il passaggio dal pane al corpo. In sostanza, il pane si converte nella sostanza del corpo di Cristo”. In una chiesa del nord Italia a Cremona sacerdoti tempo fa hanno fatto irruzione sospendendo una messa… “Un abuso ed atto ingiusto, anche se il prete è stato un tantino imprudente. In ogni caso vi è la tendenza di molti sacerdoti a ritenere che la messa sia valida o utile solo col popolo. Non è così. La messa prima di tutto è sacrificio, dopo banchetto. E allora proprio perché sacrificio, vale anche con una sola persona o col celebrante, si applica in modo universale e tanti sacerdoti e vescovi martiri lo hanno fatto da una cella, per tutti”. Intervistatore Bruno Volpe Intervista reperibile qui https://www.lafedequotidiana.it/mons-bux-non-bisogna-dare-a-cesare-quello-che-e-di-dio/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook
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