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Andrea2020

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  1. Gentile Mons. Bux, se lei preferisce la comunione sulla lingua,sono gusti personali,dove c'è gusto non c'è perdenza,però in quello che scrive,trovo dei ragionamenti che non mi convincono.Lei cita il Vangelo di Giovanni 13,26-27 sostenendo che dimostrerebbe che Gesù avrebbe imboccato gli apostoli.A dire il vero,nel versetto del Vangelo ,da lei citato,non appare così chiaro che il Signore abbia imboccato gli apostoli.Il Vangelo si limita a parlare di boccone che viene intinto,presumibilmente nell'aceto,ma non si dice chiaramente che sia posto sulla lingua. Pertanto non so da dove trae la certezza che dimostrerebbe che la comunione Gesù l'avrebbe fatta sulla lingua?Ma ammettendo anche per ipotesi,che sia come lei dice,credo che il passo da lei citato, non riguardi il momento della istituzione dell' Eucarestia,ma un momento precedente della cena pasquale Ebraica,il seder di pesach,al quale Gesù e gli ebrei stavano partecipando in quella notte.Pertanto mi sembra che lei faccia una interpretazione un pochino forzata di quel passo evangelico. Sulla comunione sulle mani,ci sono moltissime testimonianze storiche,resoconti di padri della Chiesa,alcuni concili locali,credo che sia difficile negare, che per il primo millennio,la comunione sia stata data solo così.La comunione sulla lingua è posteriore all'anno mille,cio è noto,anzi ho letto che il primo documento ufficiale che la certifichi risale addirittura quasi al Concilio di Trento.Trovo strano poi che ,quando si fa notare che nel primo millennio,la disciplina sulla comunione era diversa dal secondo millennio, si ricorra all'accusa di archeologismo liturgico.E' particolre che questa accusa venga da chi in genere parla con enfasi della messa Tridentina,come messa antica,che poi così antica non è.Si apostrofa come acheologista chi ricorda la disciplina della Chiesa primitiva.La tradizione non è iniziata con il Concilio di Trento nè è utile cercare di dimostrare che il messale si Pio V risale agli apostoli,cosa non vera,perchè risale al massimo all'alto medioevo,al sacramentario di Gregorio Magno.Anche il sacrilegio è argomento principe,di chi fa in genere questi discorsi,come se la comunione sulla lingua garantisse qualcosa,dimenticando che chi vuole fare ciò,non si lascia certo fermare nè scoraggiare nemmeno dalla comunione sulla lingua.E' del tutto evidente che sono argomenti ideologici .Toccare tante lingue come nella comunione sulla lingua ,espone a maggiori rischi di contagio covid19,non capisco perchè incaponirsi nel rifiuto, in questa situazione?Oltretutto condivido quanto scritto da questo sacerdote,la comunione sulla lingua risponde meno a quanto celebriamo nell'Eucarestia,a mio modo di vedere.Per quanto possa essere bella la devozione verso l'eucarestia,abbiamo visto come in passato,gli eccessi hanno portato alla comunione rara, la gente si comunicava poco o mai.Da questo poi deriva il precetto pasquale,come lei saprà benissimo. C'erano persone nel medioevo che si comunicavano poche volte nella vita.Vogliamo tornare a questo?Credo proprio di no.
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