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SPIEGAZIONE DELLA SANTA MESSA NEL RITO TRADIZIONALE TRIDENTINO; PREPARAZIONE O MESSA DEI CATECUMENI (PARTE 7)


Valerio

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La preghiera Aufer a nobis

Oremus.
Aufer a nobis, quaesumus, Dòmine, iniquitàtes nostras: ut ad Sancta sanctòrum puris mereàmur méntibus introìre. Per Christum Dòminum nostrum. Amen.

Preghiamo.
Togli da noi, o Signore, le nostre iniquità: affinché con animo puro possiamo entrare nel Santo dei Santi. Per Cristo nostro Signore.

È in un profondo sentimento d'umiltà e con un grande desiderio di santità che conviene salire all'altare.

Durante la Messa il sacerdote è invitato ad rivestirsi di umiltà, come vediamo nelle preghiere che egli recita, a voce bassa, salendo all'altare: "Aufer a nobis...", "Liberaci da ogni iniquità...", "Oramus te, Domine", "Noi ti preghiamo, o Signore [...] degnati di perdonare tutti i nostri peccati".
L'umiltà è la base di tutte le virtù, perché ci porta all'adorazione ed è la conseguenza di essa. È umile colui che si trova alla presenza di Dio, perché è la presenza di Dio che lo rende umile e gli fa prendere continuamente coscienza del suo nulla: che egli è niente mentre Dio è tutto. La virtù dell'umiltà corrisponde perfettamente all'adorazione che dobbiamo a Dio.
Ci illudiamo se crediamo di essere qualcosa quando, invece, siamo nulla. Se Dio volesse, se ci abbandonasse, ritorneremmo nel nulla, non esisteremmo più.

Se, dunque, viviamo per noi stessi, senza riferirci a Nostro Signore, viviamo nell'illusione, come se crediamo di essere qualche cosa grazie a noi stessi.
Nessuno di noi può darsi da sé l'esistenza, per cui essa non ci appartiene, ma ci è donata da Dio.
Ogni creatura deve essere umile, anche Nostro Signore lo era: "Imparate da me - Egli dice - che sono mite e umile di cuore" (Mt. 11, 29).
L'umiltà non è una virtù rivolta banalmente ad abbassarci, sminuirci e piegarci, ma essa, come afferma San Tommaso d'Aquino: "È una virtù morale che ci inclina per riverenza verso Dio, ad abbassarci, rimanendo nel posto che vediamo a noi essere dovuto". Dobbiamo, dunque, abbassarci nel senso che dobbiamo mettere la nostra vita al suo giusto posto, cioè quello della vita di una creatura, riscattata dal Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. Il nostro legame profondo con Dio deve essere quello delle creature e precisamente delle creature riscattate, perché siamo peccatori. Se approfondiamo la nozione di creatura, possiamo metterci nel nostro giusto posto davanti a Dio.
Allo stesso modo è importante approfondire la grazia immensa che Lui ci ha fatto nel riscattarci e renderci suoi figli nel Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, dobbiamo meditare sul nostro stato di peccatori e sull'infinita misericordia di Dio verso di noi.
L'umiltà, inoltre, va di pari passo con la carità, poiché la carità costituisce l'espressione più alta dell'umiltà. Cerchiamo l'umiltà per raggiungere la carità, per essere nella carità. Lottiamo contro il peccato per arrivare alla vera carità verso Dio e verso il prossimo. Il nostro scopo deve essere la carità, l'unione con Dio, l'unione con Nostro Signore.

 

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