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MERCOLEDI' SANTO


Valerio

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I racconti della Passione si susseguono nel corso di questa settimana; oggi abbiamo quello di S. Luca.
Le due letture dell'Antico Testamento sono prese dal profeta Isaia. Tutte due si riferiscono alla missione redentrice del Messia sofferente. Così, accostata alle profezie che l'annunciano, la Passione di Gesù appare ancora più chiaramente come il compimento dei disegni eterni di Dio per la salvezza del mondo.
In questa Messa in cui quasi tutti i testi ci parlano delle sofferenze del Salvatore, il pensiero della redenzione che si compie rimane predominante: "Dio, che hai voluto che il tuo Figliuolo subisse per noi il supplizio della Croce...accorda a noi tuoi servi di conseguire la grazia della resurrezione".

Antifona all'Introito

Nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio in cielo, in terra, e nell'inferno, perché il Signore si fece obbediente fino alla morte, e alla morte in croce; perciò Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.
Salmo. Ascolta, o Signore, la mia preghiera e il mio grido giunga a Te. - Nel nome.

Prima lettura da Isaia

(Quadro impressionante della vittoria finale sui nemici, presentato sotto forma di dialogo tra un profeta ed il Messia, che ritorna vittorioso dal combattimento.)

Questo dice il Signore Dio: "Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo Salvatore viene! Il prezzo della tua vittoria l'accompagna. Chi è dunque colui che viene da Edom, da Bosra con gli abiti macchiati di rosso? colui che è così magnificamente vestito e che cammina mostrando la pienezza della forza? "Sono io, che opero con giustizia e spiego la mia forza per salvare!"
"E perché il tuo abito è rosso e ti vesti come uno che pigi il vino nella tinozza?"
"Nella tinozza fui solo a pigiare; nessuno, tra i popoli, si mosse ad aiutarmi; allora, nella mia ira, li ho pigiati; li calpestai nel mio furore. Il loro sangue sprizzò sulle mie vesti e ogni mio indumento ne fu intriso. Poiché avevo in cuore un giorno di vendetta e l'anno della mia redenzione era sopraggiunto. Guardai intorno: nessun aiuto! ne fui sgomento: nessuno che mi sostenesse! Allora il mio braccio mi soccorse e il mio furore mi sostenne. Stroncai i popoli nella mia collera, li stritolai nel mio furore e feci scorrere sul terreno il loro sangue!".
Voglio celebrare le grazie del Signore, i prodigi del Signore per tutto ciò che fece per noi, Egli, il Signore Dio nostro.

Graduale

Non nascondere il tuo volto al tuo servo, perché sono immerso nella tribolazione: esaudiscimi presto!
Salvami, o Dio, perché le acque sono penetrate fino alla mia anima; sono sprofondato in un vortice di fango e nulla vi è di consistente.

Seconda lettura da Isaia

(Isaia descrive con tale esattezza certi tratti della Passione da essere paragonato agli evangelisti.)

In quei giorni: Disse Isaia: "O Signore, chi mai crederà ciò che udiamo? e la potenza del Signore a chi mai fu svelata?". Come un virgulto egli è cresciuto dinanzi a noi, come radice da terra arida. Senza bellezza né splendore (noi lo abbiamo veduto) e senza sembianze piacevoli, oggetto di disprezzo e rifiuto dell'umanità, uomo di dolore e visitato dalla sofferenza, come coloro dinanzi ai quali ci si copre il viso Egli era disprezzato e vilipeso. Erano le nostra sofferenze che Egli sopportava e i nostri dolori che lo affliggevano. E noi, noi credemmo che Egli fosse punito, colpito e umiliato da Dio! Egli fu trafitto a motivo dei nostri peccati, schiacciato per i nostri delitti. L'espiazione che ci valse la pace ha gravato su Lui e grazie alle sue ferite noi fummo sanati. Tutti noi, come pecore, eravamo sbandati, ciascuno seguendo la propria strada. E il Signore fece ricadere su Lui i delitti di tutti noi. Spietatamente trattato, Egli si umiliò, Egli non aprì bocca. Come agnello condotto al macello, come dinanzi ai tosatori una pecora muta e che non apre la bocca. Con cattura e condanna Egli è stato preso; chi si dà pensiero della sua causa? Si! Egli fu strappato dalla terra dei viventi; per i peccati del mio popolo Egli fu colpito a morte. La sua sepoltura fu relegata tra gli empi e la sua tomba coi ricchi, mentre Egli non ha mai compiuto ingiustizia né la sua bocca ha mai proferito menzogna. Il Signore si è compiaciuto nello stroncarlo con la sofferenza. Se offre la sua vita in espiazione, Egli vedrà una posterità, Egli prolungherà i suoi giorni e ciò che piace al Signore si compirà mediante Lui. Dopo le prove della sua anima, Egli vedrà la luce e sarà sazio. Per le sue sofferenze il mio Servitore giustificherà molti addossando a sé la loro iniquità. Per questo gli darò in mano le folle e spartirà coi potenti i trofei, perché Egli stesso si è abbandonato alla morte ed è stato annoverato tra i peccatori; Egli ha espiato i peccati di molti e ha interceduto per i peccatori.

Tratto

Signore, esaudisci la mia preghiera e il mio grido giunga fino a Te! Non nascondermi il tuo volto nelle ore di angoscia e ascoltami! Quando Ti invoco sii sollecito ad esaudirmi! Perché i miei giorni dileguano come fumo e le mie ossa sono riarse come brace. Sono stato tagliato come fieno, il mio cuore è inaridito e mi sono dimenticato persino di mangiare il mio pane. Tu sorgerai, o Signore, mosso a pietà per Sion: perché é tempo, é ormai giunta l'ora di usare compassione.

Passione secondo San Luca

(Particolarmente sensibile alla bontà del Salvatore, S. Luca ha rilevato, nel racconto della Passione, lo sguardo di Gesù a Pietro dopo il suo rinnegamento, le parole di sventura alle donne di Gerusalemme, il perdono ai carnefici, la promessa fatta al buon ladrone. S. Luca è l'evangelista della misericordia e del perdono)

In quel tempo, Gesù uscì e andò secondo il solito al monte degli Ulivi, seguito dai suoi discepoli. E, come fu giunto, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". Poi si staccò da loro quanto un tiro di pietra e, inginocchiatosi, pregava dicendo: "Padre, se vuoi, allontana da Me questo calice; però non la mia volontà sia fatta, ma la tua".
Allora Gli apparve un Angelo dal cielo che Lo confortava. In preda all'angoscia, più intensamente pregava; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che scorrevano in terra. E levatosi, poi, dalla preghiera, venne presso i suoi discepoli e li trovò addormentati a causa della tristezza, e disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione". Mentre ancora parlava sopravvenne gente, preceduta da colui che era chiamato Giuda, uno dei Dodici, il quale si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'Uomo?". Quelli che Gli stavano intorno, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?". E uno di essi colpì il servo del gran sacerdote e gli spiccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne: "Smettete, basta!". E toccato l'orecchio, lo sanò. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di Lui, gran sacerdoti, capi delle guardie del tempio ed anziani: "Come contro un brigante siete usciti, con spade e bastoni! Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani su di Me! Ma questa è l'ora vostra, il potere della tenebra". Lo arrestarono, Lo portarono via e Lo condussero nella casa del sommo sacerdote. Pietro seguiva a distanza.
Accesero un fuoco in mezzo al cortile e si sedettero intorno. Pietro sedette in mezzo a loro. Una serva, vedutolo seduto presso la fiamma e guardatolo fisso, disse: "Anche questi era con Lui". Ma egli negò, dicendo: "Non Lo conosco, donna". Poco dopo, lo vide un altro e diceva: "Anche tu sei di quelli". Ma Pietro rispose: "Uomo, non lo sono". Passata un'ora circa, un altro insisteva: "Certamente anche costui era con quello; infatti, è anche galileo!". Ma Pietro disse: "Uomo, non so quello che dice!". All'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. E il Signore, voltatosi, guardò fisso Pietro; e Pietro si ricordò della parola del Signore, che gli aveva detto: "Prima che il gallo canti oggi, mi rinnegherai tre volte". E, uscito fuori, pianse amaramente.
Frattanto gli uomini che tenevano Gesù Lo schernivano e Lo percotevano; e, bendatolo, Lo interrogavano: "Fa il profeta! Chi ti ha percosso?". E molte altre contumelie dicevano contro di Lui. Appena si fece giorno, si radunò l'assemblea degli anziani del popolo, gran sacerdoti e scribi, e Lo tradussero nel loro sinedrio, dicendo: "Se Tu sei il Messia, dillo a noi".
Disse loro: "Se ve lo dico non Mi credete; se vi interrogo, non rispondete, né Mi rilasciate. Ma da adesso il Figlio dell'Uomo sarà seduto alla destra della potenza di Dio". Allora tutti dissero: "Tu, dunque, sei il Figlio di Dio?". Ed Egli rispose: "Voi lo dite: Lo sono". E quelli: "Che bisogno abbiamo ancora di una testimonianza? Noi stessi l'abbiamo udito dalla bocca di Lui!".
E alzatasi tutta la loro numerosa adunanza, Lo condussero a Pilato. Si misero allora ad accusarlo dicendo: "Abbiamo trovato costui che sovvertiva la nostra nazione e proibiva di pagare i tributi a Cesare, e diceva di essere il Messia re". Pilato Lo interrogò: "Tu sei il re dei Giudei?". Gli rispose Gesù: "Tu lo dici". Pilato, allora, disse ai gran sacerdoti e alle folle: "Non trovo nulla di colpevole in questo uomo". Ma quelli insistevano: "Solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dalla Galilea, dove ha cominciato, fino a qui". Udito ciò, Pilato chiese se quell'uomo era Galileo; e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, Lo mandò ad Erode, che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme.
Erode, alla vista di Gesù si rallegrò molto, perché da gran tempo desiderava vederlo, per quello che aveva sentito dire di Lui, e sperava di vedergli fare qualche miracolo. Gli rivolgeva molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. Intanto, i gran sacerdoti e gli scribi stavano lì ad accusarlo con veemenza. Erode, con i suoi soldati, Lo vilipese e Lo burlò, vestendolo con una veste smagliante, e Lo mandò a Pilato. E quel giorno Erode e Pilato divennero amici; perché prima c'era inimicizia tra loro.
Pilato, poi, convocati i gran sacerdoti, i notabili e il popolo, disse loro: "Mi avete condotto quest'uomo come un sobillatore del popolo, ed ecco io, esaminandolo dinanzi a voi, non ho trovato in quest'uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate. Ma neppure Erode: difatti, ce Lo ha rimandato. Insomma, nulla è stato da Lui commesso che sia degno di morte. Castigatelo, dunque, Lo rilascerò". Ora, in occasione della festa, Pilato era tenuto a rilasciare loro uno. Tutta la folla insieme gridò: "A morte costui! Rilasciaci Barabba!". Questi era stato messo in prigione per una rivolta avvenuta nella città e un omicidio. Pilato, avendo l'intenzione di liberare Gesù, parlò loro di nuovo. Ma quelli continuavano a gridare: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". E per la terza volta Pilato disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in Lui nulla che sia degno di morte; Lo castigherò, dunque, e Lo rilascerò". Ma quelli insistevano nel chiedere con alte grida che fosse crocifisso; e le loro voci si facevano più forti. Allora Pilato deliberò che fosse fatto ciò che chiedevano: rilasciò quello che era in carcere per rivolta e omicidio, e che avevano richiesto, e consegnò Gesù alla loro volontà.
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, e lo caricarono della Croce perché la portasse dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento su di Lui. Ma, volgendosi ad esse, Gesù disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di Me; ma su voi stesse piangete e sui vostri figli, perché, ecco, vengono giorni in cui si dirà: "Beate le sterili e i grembi che non han generato e le mammelle che non hanno nutrito". Allora cominceranno a dire ai monti: "Cadete su di noi!" e alle colline: "Copriteci!" perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco?".
Ed erano condotti anche altri due malfattori, per essere giustiziati con Lui. E, come vennero al luogo chiamato Cranio, lì crocifissero Lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. E Gesù diceva: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". Dividendosi, poi, le sue vesti, le tirarono a sorte. E il popolo stava a guardare; ed anche i notabili lo beffeggiavano dicendo: "Ha salvato altri, salvi se stesso se costui è il Messia, l'eletto di Dio!". Anche i soldati Lo deridevano: si avvicinavano, Gli porgevano aceto e dicevano: "Se Tu sei il re dei Giudei salva Te stesso!". C'era anche sopra di Lui una scritta in caratteri greci, latini ed ebraici: "Questi è il re dei Giudei". Uno dei malfattori appesi Lo insultava dicendo: "Non sei Tu il Messia? Salva Te stesso e noi!". Ma l'altro lo rimproverava e diceva: "Neppure temi Dio, Tu che subisci la stessa condanna? Per noi è giustizia, perché riceviamo quel che meritano le nostre azioni, ma costui non ha fatto nulla di male". E diceva a Gesù: "Signore, ricordati di me quando verrai nella tua maestà regale". E Gesù gli disse: "In verità ti dico: oggi sarai con Me nel paradiso".
Era già circa l'ora sesta quando venne la tenebra su tutta la terra fino all'ora nona, essendosi il sole eclissato. E il velo del tempio si squarciò nel mezzo. E Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio".
Ciò detto spirò.
(Qui ci si inginocchia e si fa una breve pausa in meditazione)
Alla vista di ciò che era accaduto, il centurione glorificò Dio dicendo: "Realmente quest'uomo era giusto!". E tutta la folla accorsa a quello spettacolo, alla vista di ciò che era accaduto, se ne ritornò battendosi il petto. Tutti i conoscenti di Gesù stavano a distanza, come anche le donne che Lo avevano accompagnato fin dalla Galilea, osservando queste cose.
Ed ecco un uomo di nome Giuseppe, che era membro del Consiglio, uomo retto e giusto; egli non si era associato a ciò che gli altri avevano deliberato e fatto. Costui era nativo di Arimatea, città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Egli, presentatosi a Pilato, gli chiese il corpo di Gesù; Lo calò giù, Lo avvolse in un lenzuolo e Lo depose in un sepolcro tagliato nella roccia, nel quale nessuno ancora era stato deposto.

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