MERCOLEDì' DI PASSIONE
Per descrivere i sentimenti di Cristo all'approssimarsi della sua Passione, la Chiesa si serve del Salterio. Sulle labbra del Salvatore, le parti salmodiche delle Messe di questa settimana sono particolarmente commoventi. Vi sono espressi il dolore e l'angoscia, ma ancor più la speranza ed il ringraziamento. Cristo, che ci porta tutti in Sé, forma una cosa sola con noi nella preghiera. Le dichiarazioni di Gesù sulla sua divinità saranno il motivo della sua condanna. L'esplicita affermazione, riportata oggi dal Vangelo, è tra le più chiare: i suoi avversari ne hanno ben compreso il significato
Lettura dal Levitico
In quei giorni il Signore parlò a Mosè e disse: "Parla a tutta la comunità dei figli di Israele e dì loro: "Io sono il Signore vostro Dio. Non ruberete, non mentirete e non ingannerete il prossimo. Non userai il mio nome per giurare il falso, profanando così il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non insulterai il tuo prossimo e non commetterai contro lui violenze. Non tratterrai presso di te fino al mattino il salario dovuto all'operaio per la giornata. Non approfitterai del sordo per ingiuriarlo e non porrai inciampo davanti al cieco, ma temerai il Signore tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterai ingiustizia e non condannerai ingiustamente. Non aver né riguardo per la persona del povero né deferenza per la faccia del potente, ma giudica il tuo prossimo secondo giustizia. Non sarai diffamatore né delatore tra il popolo; non ti presenterai come testimonio contro la vita del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non odierai il tuo fratello in cuor tuo, ma lo riprenderai pubblicamente, per non addossarti peccato a motivo di lui. Non ti vendicherai e non serberai memoria dell'ingiustizia dei tuoi connazionali. Amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. Osservate le mie leggi. Perché Io sono il Signore vostro Dio"".
Salmo
Io ti glorificherò, o Signore, perché mi hai soccorso e non hai permesso ai miei nemici di ridersi di me.
O Signore, mio Dio, a Te ho gridato e Tu mi hai guarito: o Signore, hai strappato all'abisso l'anima mia, mi hai richiamato in vita dalla turba che scendeva nella fossa.
Vangelo di San Giovanni
("Se io faccio le opere del Padre, sappiate una volta per sempre che il Padre è in Me ed Io nel Padre". Le opere del Cristo erano già una spiegazione evidente della sua divinità. Ma ora Egli stesso ne svela il segreto. (San Giovanni Crisostomo)).
Si celebrò allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno, e Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. I Giudei fecero circolo intorno a Lui e Gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se Tu sei il Messia diccelo chiaramente!".
Rispose loro Gesù: "Ve l'ho detto e voi non credete; le opere che Io faccio nel nome del mio Padre, queste testimoniano di Me; ma voi non credete perché non appartenete alle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce, ed Io le conosco, e Mi seguono. Io do loro la vita eterna e non periranno in eterno, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che Me le ha date è più grande di tutti, e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo Uno". Di nuovo i Giudei presero dei sassi per lapidarlo. Rispose loro Gesù: "Molte buone opere vi ho mostrato, che vengono dal Padre mio; per quale di queste opere Mi lapidate?". Gli risposero i Giudei: "Non Ti lapidiamo per un'opera buona, ma per bestemmia, e perché Tu, essendo uomo, pretendi d'essere Dio". Rispose loro Gesù: "Non è scritto nella vostra Legge: "Io dissi: siete dèi?". Se la Legge chiama dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio, e non si può distruggere la Scrittura, perché a Me, che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, dite: "Tu bestemmi" perché ho detto: "Sono il figlio di Dio"? Se non faccio le opere di mio Padre non credetemi; ma se Io le faccio, anche se non credete a Me, credete alle opere, affinché sappiate e conosciate che il Padre é in Me ed Io nel Padre".
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