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Presentazione al Tempio della Beata Sempre Vergine Maria


Valerio

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da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste

Quando lo ritennero opportuno, san Gioacchino e sant’Anna condussero la loro piccola bambina al Tempio e là, come ritengono parecchi santi, la consacrarono al Signore, che l’aveva loro concessa nella vecchiaia.

Da parte sua, Maria ratificò la consacrazione fatta dai genitori, la consacrazione già fatta nel momento della sua concezione immacolata e si donò senza riserve, volendo per tutta la vita essere la serva del Signore. “La Madonna, diceva san Francesco di Sales, fa oggi un’offerta quale il Signore la vuole, perché, oltre la sua persona, che sorpassa tutte le altre, fatta eccezione del Figlio suo, offre tutto ciò che è, tutto ciò che ha e questo è quanto Dio chiede” (Opere, t. ix, p. 236).

I sentimenti di Maria

L’Olier fa notare che “l’offerta, che Maria aveva fatta di se stessa fin dalla concezione immacolata, era segreta, ma che, come la religione comprende doveri interni e nascosti e doveri esterni e pubblici, Dio volle che rinnovasse l’offerta nel Tempio di Gerusalemme, unico santuario della vera religione allora esistente nel mondo intero, ed Egli stesso le ispirò di andare ad offrirsi a lui in quel luogo. La Bambina benedetta, santificata nella carne, l’anima penetrata e piena della divinità, mentre le sue facoltà naturali sembravano morte, era in tutto diretta dallo Spirito Santo. Con la sola attività del proprio spirito, chiudendo ogni porta alla saggezza umana, viveva soltanto secondo Dio, in Dio, per Dio e sono la direzione stessa di Dio …

Posseduta dallo Spirito di Dio, tutta ardore e amore, era condotta al Tempio dallo Spirito divino, che la elevava oltre le possibilità dell’età e della natura. Bambina di tre anni appena, sale da sé i gradini del Tempio… per far vedere che soltanto lo Spirito divino la dirige e per insegnare a noi che, operando con la sua potenza nelle anime nostre, Egli è il vero sostegno delle nostre infermità …

Maria rinnova allora il voto di vittima e di ancella con amore ancora più puro, più grande, più nobile e più ammirabile di quando lo aveva emesso nel tempio sacro del seno di sant’Anna e tale amore, crescendo continuamente, sviluppandosi momento per momento, senza interruzioni e senza posa, la rende immensa. Tutta consumata da questo amore, non vuole avere di vita, movimento, libertà, spirito, corpo, niente altro che in Dio. Il dono fatto di sé è così vivo, ardente e stimolante che l’anima è, in ogni momento e in modo perpetuo, disposta ad abbandonarsi in Dio, ad appartenergli sempre di più, convinta di non esserlo mai abbastanza e desiderosa di esserlo maggiormente, se le è possibile …

Infine, offrendosi a Dio, come ostia viva a lui consacrata in tutto quello che è e in tutto quello che sarà un giorno, rinnova la consacrazione a Dio di tutta la Chiesa, che già aveva fatta nel momento della sua concezione e specialmente la consacrazione delle anime, che, seguendo il suo esempio, si sarebbero consacrate al divino servizio in tante sante comunità. In quel giorno la legge antica vede realizzarsi qualcosa di quello che essa significava: il Tempio di Gerusalemme vede compiuta una delle sue speranze e accoglie fra le sue mura uno dei templi dei quali è immagine la Santissima Vergine Maria, tempio vivo di Cristo, come Gesù sarà tempio vivo e perfetto della divinità” (Vie intérieure de la Sainte Vierge, pp. 127-133).

Dopo la Presentazione

Maria non resta al tempio, perché nessuno meglio di Gioacchino e Anna sono preparati ad educare la Madre di Dio; ma vi ritorna spesso per essere iniziata alla legge mosaica, per unirsi ai sacrifici offerti a Dio ogni giorno e pregarlo di inviare presto il Messia promesso e tanto atteso.

“Conoscendo pienamente i misteri del Figlio di Dio… Maria contempla e adora Gesù Cristo in tutte le figure della liturgia mosaica. Al tempio è come circondata da Cristo, lo vede dappertutto e, in certo senso, ella è la pienezza della Legge, poiché compie al momento del declino della Legge, ciò che questa non aveva ancora potuto consumare dalla sua istituzione.

Vedendo le vittime del tempio, Maria sospira per la morte della vittima annunziata dai profeti, per la morte di colui che salverà il mondo e che sarà ad un tempo sacerdote, vittima e tempio del suo sacrificio. Maria adempie senza saperlo in quel tempo le funzioni sante del sacerdozio che avrebbe esercitato sul Calvario… è il sacerdote universale, il sommo sacerdote della Legge, il Pontefice magnifico, che immola in anticipo, spiritualmente, Gesù Cristo alla gloria del Padre… E, come offre a Dio se stessa, in tutto quello che è e in tutto quello che sarà, offre, nello stesso tempo, tutta la Chiesa.

La Legge richiamava il Messia… La Santissima Vergine lo chiama con maggiore potenza ed efficacia, più dei Patriarchi e dei Profeti, per la sua inimitabile santità, per le sue qualità auguste, per l’ardore della carità verso gli uomini e per l’amore ardentissimo e veemente per il Verbo incarnato, del quale già contempla la bellezza affascinante, nelle comunicazioni del Verbo stesso, delle quali il Padre si compiace favorirla… ” (Olier, ivi, pp. 137-144). La festa della Presentazione è così per noi provvidenziale preparazione al periodo liturgico dell’avvento, ormai vicino, durante il quale, insieme con tutti i santi del Vecchio Testamento e soprattutto uniti alla preghiera di Maria, chiederemo per le anime nostre e per il mondo intero il grande beneficio della nuova nascita del Salvatore.

Preghiera

“Rallegratevi con me voi tutti che amate il Signore, perché, ancora piccolina, piacqui all’Altissimo” (Secondo responsorio del primo Notturno dell’Ufficio della Madonna).

Nell’Ufficio cantato in tuo onore ci rivolgi, o Maria, questo invito e quale festa meglio di questa lo giustificherebbe? Quando, piccola più per l’umiltà che per l’età, candida e pura salivi i gradini del tempio, il cielo dovette riconoscere che ormai le compiacenze dell’Altissimo erano per la terra. Gli Angeli, in una pienezza di luce mai vista, compresero le tue grandezze incomparabili, e la maestà di un Tempio in cui Dio raccoglieva un omaggio superiore a quello dei nove cori angelici, la prerogativa augusta del Vecchio Testamento di cui eri figlia e i cui insegnamenti perfezionavano in te la formazione della Madre di Dio.

Tuttavia la santa Chiesa ti dichiara imitabile per noi in questo mistero della Presentazione, come in tutti gli altri, o Maria (Lezione seconda del secondo Notturno). Degnati particolarmente benedire i privilegiati che la grazia della vocazione fa abitare qui in terra nella casa del Signore e siano essi pure il fertile ulivo (Eccli 24,19) nutrito dello Spirito Santo col quale oggi ti paragona san Giovanni Damasceno (Lezione prima del secondo Notturno). Ma non è forse ogni cristiano, per il suo battesimo, cittadino e membro della Chiesa, vero santuario di Dio del quale il tempio di Gerusalemme è soltanto figura? Per tua intercessione ci sia possibile seguirti da vicino nella tua felice Presentazione, per meritare di essere noi pure presentati,. al tuo seguito, all’Altissimo nel tempio della sua gloria (Colletta del giorno).

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