CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte IV; CAPO VI: "Della Penitenza"; 3. Dell'Esame
L'esame di coscienza è una diligente ricerca dei peccati che si sono commessi, dopo l'ultima confessione ben fatta.
L'esame di coscienza si esegue col richiamare diligentemente alla memoria, innanzi a Dio, tutti i peccati commessi, non mai confessati, in pensieri, parole, opere ed omissioni, contro i Comandamenti di Dio e della Chiesa, e gli obblighi del proprio stato. Dobbiamo esaminarci ancora sopra le abitudini cattive e sopra le occasioni del peccato. Nell'esame dobbiamo ricercare anche il numero dei peccati mortali.
Perché un peccato sia mortale si richiedono tre cose: materia grave, piena avvertenza, e perfetto consenso della volontà.
C'è materia grave quando si tratta di una cosa notabilmente contraria alla legge di Dio e della Chiesa. C'è piena conoscenza nel peccare, quando si conosca perfettamente di fare un grave male. C'è, nel peccato, il perfetto consenso della volontà, quando si vuol fare deliberatamente una cosa, sebbene si conosca peccaminosa.
Nell'esame di coscienza si deve usare quella diligenza che si userebbe in un affare di grande importanza.
Si deve impiegare nell'esame di coscienza più o meno tempo, secondo il bisogno, cioè secondo il numero e la qualità dei peccati che aggravano la coscienza e secondo il tempo scorso dalla ultima confessione ben fatta. Si facilita l'esame per la confessione con fare ogni sera l'esame di coscienza sulle azioni della giornata.
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