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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte IV; CAPO VI. "Della Penitenza"; 1. - Della Penitenza in generale.


Valerio

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La Penitenza detta anche Confessione, è il sacramento istituito da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il Battesimo. A questo sacramento si dà il nome di Penitenza, perché ad ottenere il perdono dei peccati è necessario detestarli con pentimento, e perché chi ha commesso una colpa, deve sottoporsi alla pena che il sacerdote impone.
Questo sacramento si chiama anche Confessione, perché ad ottenere il perdono dei peccati non basta detestarli, ma è necessario accusarli al sacerdote, cioè farne la confessione.
Gesù Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza il giorno della sua risurrezione, quando entrato nel cenacolo solennemente diede ai suoi Apostoli la facoltà di rimettere i peccati, soffiando sopra di loro, e dicendo: ricevete lo Spirito Santo: i peccati di coloro ai quali voi li rimetterete, saranno rimessi; ed i peccati di coloro ai quali voi li riterrete, saranno ritenuti. La materia del sacramento della Penitenza si distingue in remota e prossima. Quella remota è costituita dai peccati commessi dal penitente dopo il Battesimo, mentre la prossima sono gli atti del penitente stesso, cioè la contrizione, l'accusa e la soddisfazione. La forma del sacramento della Penitenza è questa: "Io ti assolvo dai tuoi peccati".
Il ministro del sacramento della Penitenza è il sacerdote, approvato dal Vescovo per ascoltare le confessioni. Il sacerdote deve essere approvato dal Vescovo ad ascoltare le confessioni, perché per amministrare validamente questo sacramento non basta la potestà dell'ordine, ma è necessaria anche la potestà di giurisdizione, cioè la facoltà di giudicare, che deve essere data dal Vescovo.
Le parti del sacramento della Penitenza sono: la contrizione, la confessione e la soddisfazione del penitente, e l'assoluzione del sacerdote. La contrizione ossia il dolore dei peccati, é un dispiacere dell'animo, per il quale si detestano i peccati commessi e si propone di non farne più in avvenire.
La parola contrizione, vuol dire rottura o spezzamento, come quando una pietra è pestata e ridotta in polvere. Si dà questo nome al dolore dei peccati, per significare che il cuor duro del peccatore in certo modo si spezza per dolore di avere offeso Dio. La confessione consiste in un'accusa distinta dei nostri peccati fatta al confessore per averne l'assoluzione e la penitenza. La confessione si chiama accusa, perché non dev'essere un indifferente racconto, ma una vera e dolorosa manifestazione de' propri peccati. La soddisfazione o penitenza è quella preghiera o altra opera buona, che il confessore ingiunge al penitente in espiazione de' suoi peccati. L'assoluzione è la sentenza, che il sacerdote pronunzia in nome di Gesù Cristo, per rimettere i peccati al penitente. Delle parti del sacramento della Penitenza la più necessaria è la contrizione, perché senza di essa non si può mai ottenere il perdono dei peccati, ed anche solo con essa, quando sia perfetta (cioè motivata non dalla paura dei castighi per i peccati commessi e delle loro amare conseguenze per l'anima, ma unicamente dal dolore di aver offeso Dio, per amor suo ed in considerazione della sua infinita bontà e della Sua dignità di essere amato sopra ogni cosa), si può ottenere il perdono, purché sia congiunta col desiderio, almeno implicito, di confessarsi.

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