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IL CREDO; Capo XIII; Del dodicesimo articolo: "La vita eterna"


Valerio

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Dopo la vita presente ve n'è un'altra o eternamente beata per gli eletti in Paradiso, o eternamente infelice per i dannati all'inferno. Noi non possiamo comprendere la felicità del Paradiso, perché supera le cognizioni della nostra mente limitata, e perché i beni del cielo non possono paragonarsi ai beni di questo mondo.
La felicità degli eletti consiste nel vedere, amare e possedere per sempre Dio, fonte di ogni bene.
L'infelicità dei dannati consiste nell'essere sempre privi della vista di Dio e puniti da eterni tormenti nell'inferno.
I beni del Paradiso ed i mali dell'inferno sono adesso solamente per le anime, perché solo le anime sono adesso in Paradiso o nell'inferno; ma dopo la risurrezione della carne, gli uomini, nella pienezza di loro natura, cioè in anima e in corpo, saranno o felici o tormentati per sempre.
I beni del Paradiso per i beati, e i mali dell'inferno per i dannati, saranno uguali nella sostanza e nella eterna durata; ma nella misura, ossia nei gradi, saranno maggiori o minori, secondo i meriti, o demeriti di ciascuno.
La parola Amen in fine delle preghiere significa: Così sia; in fine del Credo significa: Così è; vale a dire: credo essere verissimo tutto quello che in questi dodici articoli si contiene, ed io ne sono più certo che se lo vedessi cogli occhi miei.

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