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CATECHISMO DELLA DOTTRINA CRISTIANA; Parte terza; CAPO II; DEI COMANDAMENTI CHE RIGUARDANO DIO; 1. Del primo comandamento


Valerio

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In principio dei comandamenti si dice: "Io sono il Signore Iddio tuo", perché conosciamo che Dio, essendo il nostro Creatore e Signore, può comandare quello che vuole, e noi, sue creature, siamo tenuti ad obbedirgli.
Con le parole del primo comandamento: "Non avrai altro Dio avanti di me", Iddio ci ordina di riconoscere, di adorare, di amare e servire Lui solo, come nostro supremo Signore. Il primo comandamento si adempie coll'esercizio del culto interno ed esterno.
Il culto interno è l'onore che si rende a Dio con le sole facoltà dello spirito, ossia con la mente e con la volontà.
Il culto esterno è l'omaggio che si rende a Dio per mezzo di atti esteriori e di oggetti sensibili.
Non basta adorar Dio solo col cuore internamente, ma bisogna adorarlo anche esternamente, collo spirito insieme e col corpo, perché Egli è Creatore e Signore assoluto dell'uno e dell'altro.
Non può stare in verun modo il culto esterno senza l'interno, perché quello scompagnato da questo rimane privo di vita, di merito e di efficacia, come corpo senz'anima.
Il primo comandamento ci proibisce l'idolatria, la superstizione, il sacrilegio, l'eresia ed ogni altro peccato contro la religione. Si chiama idolatria il dare a qualche creatura, per esempio ad una statua, ad un'immagine, ad un uomo, il culto supremo di adorazione dovuto a Dio solo.
Nella Sacra Scrittura si trova espressa questa proibizione con le parole: "Tu non ti farai scultura, né rappresentazione alcuna di quel che è lassù nel cielo e quaggiù in terra. E non adorerai tali cose, né ad esse presterai culto".
Queste parole proibiscono non tutte le immagini, ma solamente quelle delle false divinità, fatte a scopo di adorazione, come facevano gl'idolatri. Ciò è tanto vero che Iddio stesso comandò a Mosè di farne alcune, come le due statue di cherubini sull'arca, e il serpente di bronzo nel deserto.
Si chiama superstizione qualunque devozione contraria alla dottrina e all'uso della Chiesa, come anche l'attribuire ad un'azione o ad una cosa qualunque una virtù soprannaturale che non ha.
Il sacrilegio è la profanazione di un luogo, di una persona o di una cosa consacrata a Dio e destinata al suo culto.
L'eresia è un errore colpevole dell'intelletto, per cui si nega con pertinacia qualunque verità della fede.
Il primo comandamento ci proibisce altresì qualunque commercio col demonio e l'aggregarsi alle sette anticristiane.
Chi ricorresse al demonio o lo invocasse commetterebbe un peccato enorme, perché il demonio è il più perverso nemico di Dio e dell'uomo. Tutte le pratiche dello spiritismo sono illecite, perché superstiziose, e spesso non immuni da intervento diabolico, e perciò furono dalla Chiesa giustamente proibite.
Non è proibito invocare gli Angeli e i Santi; anzi dobbiamo farlo, perché è cosa buona e utile e dalla Chiesa altamente raccomandata, essendo essi gli amici di Dio e i nostri intercessori presso di Lui.
Gesù Cristo è il nostro Mediatore presso Dio, inquantoché, essendo vero Dio e vero Uomo, Egli solo in virtù dei propri meriti ci ha riconciliati con Dio e ce ne ottiene tutte le grazie. La Vergine poi e i Santi in virtù dei meriti di Gesù Cristo e per la carità che li unisce a Dio e a noi, ci aiutano con la loro intercessione a ottenere le grazie che domandiamo. E questo è uno dei grandi beni della comunione dei Santi.
Possiamo onorare le sacre immagini di Gesù Cristo e dei Santi, perché l'onore che si rende ad esse si riferisce alle loro stesse persone.
Anche le reliquie dei Santi si debbono onorare, perché i loro corpi furono vivi membri di Gesù Cristo, e templi dello Spirito Santo, e debbono risorgere gloriosi alla vita eterna.
Tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi vi è questa differenza, che Iddio lo adoriamo per la sua infinita eccellenza, e i Santi invece non li adoriamo, ma li onoriamo e veneriamo come amici di Dio e nostri intercessori presso di Lui.
Il culto che si rende a Dio si chiama latria, cioè di adorazione, ed il culto che si rende ai Santi si chiama dulia, cioè di venerazione a' servi di Dio; il culto poi particolare, che prestiamo a Maria santissima, si chiama iperdulia, cioè di specialissima venerazione, come Madre di Dio.

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